Ritorno al nucleare [pag. 4]

Sondaggio: Siete favorevoli al ritorno dell'energia nucleare in Italia?

Si

40.8% [171]  40.8%

No

52.5% [220]  52.5%

Indifferente, non mi importa nulla

0.2% [1]  0.2%

Non so, non ho dati per valutare

6.4% [27]  6.4%

Voti Totali: 419

Tenente di Vascello
Sleipnir
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- 31/1276
Io sono contrario, in primis, per il discorso scorie ( lo reputo importantissimo) e poi anche perchè il nucleare comporta costi elevati fin dalla realizzazione degli impianti, vanno poi ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici, i costi di stoccaggio delle scorie e i costi per smantellare la centrale nucleare al termine della sua attività, aggiungerei anche il solito "mangia/mangia" che ci contraddistingue in italia nonostante tangentopoli. Tutti questi costi non sono sostenibili da un'industria privata, ergo lo Stato deve necessariamente intervenire a copertura delle spese, aumentando tasse e imposte ai contribuenti. Quindi il basso costo dell'energia in bolletta potrebbe essere più che compensato dall'aggravio fiscale in termini di imposte.
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VanBob (autore)
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- 32/1276
The Doctor ha scritto:
Prima domanda Noi non abbiamo un territorio come gli USA ed altri Un'estesione di "ventilatori" del genere avrebbe un impatto ambientale notevole.

Verissimo, e 'a munnezz' ha un impatto ambientale meno drammatico? Wink
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VanBob (autore)
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- 33/1276
spiros ha scritto:
VanBob ha scritto:
Esiste una casistica di incidenti alle centrali nuecleari sparse in Europa?


https://europa.tiscali.it/futuro/news/200207/17/nuclear.html

Cliccando sui singoli stati

Grazie!
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Utente allontanato
Dolcenera
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- 34/1276
piobove77 ha scritto:
come casistica non credo ma incidenti nelle centrali difficilmente accadrebbero visto che adesso i reattori sono fatti con materiali "freddi" nel senso che all' umentare del calore del nocciolo il guscio contenitivo si rafforza ancora di più!!!
scusate il linguaggio becero ma non sono un ingegnere nucleare.
il problema e che continueremo ad affidarci a fonti energetiche esauribili ed inquinanti mentre dovremmo incominciare a cambiare la prospettiva della visione del problema:

- al posto del megawatt dovremmo incominciare a pensare al negawatt
esempio: se mediamente una casa consuma 0.01 kilowatt a mq paga per kilowatt € 10 ma se una casa a risparmio energetico dimostrabile consumasse 0.005 kilowatt a mq dovrebbe pagare un kilowatt € 7 e così via a seconda del risparmio dimostrabile, questo comporterebbe un risparmio per la famiglia che vi abita e un maggior valore dell' immobile sul mercato senza contare il settore delle nuove abitazionie di tutto l' indotto dell' edilizia pronta a innovarsi cercando di recepire un profitto che avvantaggia a chi vi abita, miglioro l' ambiente creando business. invece siamo ancora qui a parlare di soluzioni VECCHIE come i celebroanziani che ci governano.

ciao a tutti
piobove


Ecco , su questo NON sono d'accordo perchè induce una inutile spirale consumistica fine a se stessa.

E' la stessa frenesia suicida che ha preso la legislazione sulle automobili...

Far rottamare l'auto ogni tre anni perchè la nuova "euro 22" emette lo 0,000022 % di CO in meno della precedente "inquinantissima" "euro 21bis" ( ma nessuno dice che nel frattempo sono aumentate le emissioni di qualcos'altro, perchè bene o male 5 kg di idrocarburi ogni 100 km dallo scarico escono, e se cala un composto ne aumenta un altro) è idiota.

L'inquinamento dovuto alla produzione dell'energia necessaria a costruire la nuova e a distruggere le "scorie" della vecchia ( nonchè il processo industriale in se) costano in termini ambientali molto di più del CO emesso in tutta la vita utile della macchina...

In altri termini buttiamo 100 per risparmiare 1.

Se non dovessimo produrre la plastica per gli interni delle 100.000 auto che ogni anno vengono prodotte "per niente", i poli chimici non ci sarebbero, se potessimo cambiare una lampadina e non tutto il faro, le montagne di monnezza si dimezzerebbero.

La "pseudo ecologia del basso consumo" è solo l'ennesima faccia del consumismo sciupone.

Se adotti un qualcosa a basso consumo energetico, già risparmi di tuo...
Essere gommonauti non è un buon motivo per non voler vedere oltre il golfare di prua
Guardiamarina
WHITENILE
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- 35/1276
Acquistiamo energia da tutti i Paesi confinanti. Al più nucleare.

In pratica, ragionando in questo modo, pensiamo di aver messo il pericolo in casa ai francesci, o agli svizzeri o agli sloveni, come se ci fossero dei muri che le radiazioni non possono valicare. Un amico di Roma dice "Famo i frxxx con il cxxx dell' artri". (amici di Roma, avete capito ?).

Ma non è così: come le naturali polveri del deserto arrivano fino alla Pianura Padana, anche le radiazioni delle centrali dei Paesi vicini a noi arrivano fino alle Pelagie.


Tanto vale averle in Italia, e accettare il fatto di avere qualcosa di scomodo vicino a casa (abito a 1minuto da una fabbrica di fertilizzanti, 3minuti dalla discarica, Caorso è tanto vicina che dall' aereo pare nel giardino di casa...), o di "rovinare" il paesaggio con i frullini eolici o i tubi del geotermico, ecc.

L' alternativa ? Non c' è. Non crederò mai a nessuno che dice di voler rinunciare al frigorifero o alla lavatrice.
Per andare dove dobbiamo andare, da che parte dobbiamo andare?

Totò, Peppino e la Malafemmina
Utente allontanato
Dolcenera
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- 36/1276
WHITENILE ha scritto:
Acquistiamo energia da tutti i Paesi confinanti. Al più nucleare.

In pratica, ragionando in questo modo, pensiamo di aver messo il pericolo in casa ai francesci, o agli svizzeri o agli sloveni, come se ci fossero dei muri che le radiazioni non possono valicare. Un amico di Roma dice "Famo i frxxx con il cxxx dell' artri". (amici di Roma, avete capito ?).

Ma non è così: come le naturali polveri del deserto arrivano fino alla Pianura Padana, anche le radiazioni delle centrali dei Paesi vicini a noi arrivano fino alle Pelagie.


Tanto vale averle in Italia, e accettare il fatto di avere qualcosa di scomodo vicino a casa (abito a 1minuto da una fabbrica di fertilizzanti, 3minuti dalla discarica, Caorso è tanto vicina che dall' aereo pare nel giardino di casa...), o di "rovinare" il paesaggio con i frullini eolici o i tubi del geotermico, ecc.



Stai rivangando un discorso che, se leggi il thread, ormai è superato da un benl pò.

Il problema del Nuke NON E' l'incidente tecnico...

Per quello sono molto peggio le testate atomiche che gli "amici" americani ci hanno messo ad Aviano.... ovviamente per scopi pacifici ed esclusivamente difensivi. Evil or Very Mad

Il problema, ormai è evidente, è costituito dalla gestione delle scorie... E' su quello che qualcuno deve convincere noi scettici, e a quanto pare non è in grado di farlo... anzi, l'esatto contrario.

Dire "ci penseremo dopo, adesso il problema è il petrolio a 120$" è solo un diversivo per non ammettere che si tratta di un ostacolo insormontabile.
Essere gommonauti non è un buon motivo per non voler vedere oltre il golfare di prua
Ammiraglio di divisione
The Doctor
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- 37/1276
VanBob ha scritto:
indomimando ha scritto:
Ti assicuro che se te dovessero costruire dietro casa non saresti cosi contento. Bisogna mettersi anche nei panni di chi poi se la ritroverà vicino casa.
I miei figli non vorrei vivessero vicino a uno di questi bestioni.

Non ho la presunzione di dire che non servono, ma neanche quella di dire che mi starebbe bene averla a due passi da casa mia.

Straquoto!


Avere una centrale nucleare vicino a casa ed averla ad una distanza di 200 Km fa differenza? E che differenza c'è tra una centrale nucleare e un polo chimico o una raffineria ai fini della salute vicino a casa? Ora nella società consumistica in cui viviamo credo che non possiamo far gravare tutto sugli altri un po di cose dobbiamo caricarcele sulle spalle.
Cominciamo con l'energia alternativa. Se vi installassero un centinaio di centrali eoliche vicino a casa come reagireste? Sapete che quando sono in funzione fanno un rumore infernale? sapete che non funzionano sempre ovvero che al di sotto e al di sopra di una certa soglia di vento non funzionano? e quando sono ferme, chi ci da energia per il nostro fabbisogno? Solare per ottenere pochi Mw bisogna ricoprire una pianura di pannelli solari attualmente molto costosi e poco performanti, da chi preniamo allora l'energia che ci serve? E se un domani il caro nostro fornitore di energia dovesse chiudere i rubinetti dove andiamo a prendere l'energia che ci serve?
l'immondizia.... beh mi pare sia solo un problema campano che non si è mai voluto (e ripeto voluto) risolvere, in altre regioni questo problema si sente molto meno, comunque i rifiuti sono nostri, li produciamo noi e onestamente dovremmo essere noi a smaltirli però se dovessero costruire una discarica dietro casa nostra, allora non va bene. Cosa vogliamo fare allora? forza con i suggerimenti.
In ogni gruppo o comunità c'è uno stolto: se nella tua cerchia di amici non ne vedi, comincia a preoccuparti.
Sottotenente di Vascello
bonovox38
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- 38/1276
- Ultima modifica di bonovox38 il 23/05/08 18:50, modificato 3 volte in totale
In Italia esistono già dei siti di stoccaggio del nucleare ( non è detto che deve essere solo quello di una centrale )

Cercate negli articoli della rivista Focus...( questa è una nota dolente )

L'unico posto sicuro dove poter stoccare le scorie è nelle miniere di sale, tutti gli altri luoghi non servono a nulla.

Io sono a favore del nucleare, solo se fatto bene e lontano da centri abitati.

Bisogna trovare i siti giusti, non dimentichiamoci, che una volta dismessa non si può smontare ma va fatto il sarcofago eterno...

L'energia sta finendo, il petrolio ormai è un megalusso per tutti...

Avete mai visto The Oil Crash? Guardate questo film e poi ne riparliamo sia di nucleare sia di petrolio...


P.S.
Il diesel oggi 1.501 Euro, domani ne riparliamo.


Citazione:

sapete che non funzionano sempre ovvero che al di sotto e al di sopra di una certa soglia di vento non funzionano?

non credo sia proprio esatto, la pala ha un sistema che frena e fa girare l'alternatore sempre a una velocità stabilita....

se così non fosse succederebbe questo:

https://www.youtube.com/watch?v=JIO7Akw-uMc
Anche un orologio rotto segna due volte al giorno l'ora esatta
Ammiraglio di divisione
The Doctor
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- 39/1276
Forse vi può essere utile Smile

Il problema delle scorie radioattive

È forse l’aspetto che maggiormente preoccupa i non esperti. Ma la gestione dei rifiuti nucleari, anche ad alta attività, è già oggi tecnicamente gestibile senza rischi, mentre la ricerca prospetta soluzioni innovative che riducono drasticamente il problema

Uno dei principali aspetti critici per l’accettazione dell’energia nucleare è legato alla gestione dei rifiuti radioattivi, con particolare riferimento a quelli ad alta attività, che presentano tempi di dimezzamento (il tempo in cui la loro radioattività scende a livelli compatibili con quelli naturali) di centinaia e di migliaia di anni.
La percezione del problema è stata ben rappresentata da Adriano Celentano in un recente programma televisivo, allorché rispondendo a Fabio Fazio ha affermato: «Dicono che le centrali nucleari oggi siano più sicure. Io non ho dubbi che si siano fatti dei passi avanti in quel senso. Ma il pericolo non è la funzionalità delle centrali nucleari. Il pericolo sono le scorie, che non si sa dove metterle: per smaltire la loro radioattività ci vogliono 25 mila anni. Chi mi assicura che la sicurezza delle centrali nucleari non vada ad intaccare le falde acquifere?».

In realtà la questione non può essere posta in modo così semplicistico. Certamente la gestione dei rifiuti radioattivi è un problema serio da affrontare con consapevolezza e determinazione. Ma proprio per questo è anche un problema che l’industria nucleare si è posto fin dall’inizio, al punto che oggi è giudicato - dagli esperti del settore – affrontabile positivamente, né più né meno di molti altri gravi e complessi problemi posti dalle società industrializzate.
Peraltro i rifiuti ad alta attività sono quantitativamente molto limitati. Da una centrale da 1000 MW, ad esempio, derivano ogni anno circa 2 tonnellate di tali scorie.

Le tipologie di rifiuti radioattivi

Il termine “rifiuti radioattivi” indica qualsiasi materia radioattiva, ancorché contenuta in apparecchiature o dispositivi, che non prevede riciclo o riutilizzazione.
Sono classificati in tre categorie:
- I Categoria: rifiuti radioattivi che presentano livelli di radioattività particolarmente bassi o che richiedono tempi di dimezzamento dell'ordine di settimane o mesi, sino ad un massimo di alcuni anni. Gran parte di questi rifiuti ha origine da impieghi medici e di ricerca scientifica.
- II Categoria: rifiuti radioattivi che richiedono tempi di dimezzamento variabili da qualche decina fino ad alcune centinaia di anni, nonché rifiuti contenenti radionuclidi a vita anche molto lunga, ma che non superino determinate soglie di radioattività. In questa categoria rientrano gran parte dei rifiuti provenienti dalle attività elettronucleari (ivi comprese le operazioni di decomissioning degli impianti), ma anche da alcuni particolari impieghi medici, industriali e di ricerca scientifica.
- III Categoria: tutti i rifiuti che non appartengono alle due categorie precedenti. Tra cui particolari rifiuti radioattivi che prevedono tempi di decadimento dell'ordine di migliaia e decine di migliaia di anni, derivanti in gran parte dal riprocessamento del combustibile nucleare e in minima parte da usi medici, industriali e di ricerca scientifica.

Lo smaltimento dei rifiuti nucleari ad alta attività


Ai fini dello smaltimento, la gestione dei rifiuti prevede adeguati trattamenti e il loro isolamento dalla biosfera per il tempo necessario a consentire il decadimento della radioattività presente. Il che, nel caso dei materiali di I Categoria, implica la semplice conservazione in appositi depositi controllati per un periodo variabile da pochi mesi ad alcuni anni.
Depositi definitivi per materiali a bassa e media attività (il 95% dei materiali prodotti bagli impianti nucleari) sono in esercizio in quasi tutti i Paesi industriali. Essi sono progettati per isolare i materiali per circa 300 anni, il tempo necessario affinché i materiali contenuti perdano ogni pericolosità.

Per i materiali ad alta attività (5% dei materiali prodotti) è in fase di studio in molti Paesi lo smaltimento geologico, ove la funzione di isolamento dei materiali è affidata a formazioni geologiche (argilla, salgemma, granito) stabili per milioni di anni.
Attualmente è in servizio un solo deposito geologico (New Mexico – USA), destinato ai materiali derivanti dai programmi militari. In Finlandia, dal 2004, si sta costruendo il primo deposito al mondo destinato allo smaltimento definitivo del combustibile esaurito. Ma il motivo per il quale finora non sono stati realizzati depositi geologici per l’industria elettronucleare non è legato ad aspetti tecnologici: semplicemente non ce ne è stata necessità, poiché i materiali ad alta attività prodotti continuano ad essere stoccati presso gli stessi impianti.
Per dare un’idea della dimensione quantitativa del problema: le scorie ad alta attività prodotte dal ritrattamento del combustibile nucleare utilizzato in Italia dagli anni ’60 fino ad oggi impegnano 15 contenitori cilindrici d’acciaio lunghi 5 metri e di 2 metri di diametro, la cui gestione non presenta alcun problema.

In conclusione, secondo gli esperti il problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi ad alta attività può già oggi essere affrontato senza particolari problemi tecnici e, soprattutto, senza rischi di alcun genere per le popolazioni.

Ma la cosa più interessante è che anche in questo settore la ricerca procede e si prospettano soluzioni di tipo innovativo. In particolare i “rifiuti” provenienti dal combustibile irraggiato delle attuali centrali potrebbero essere utilizzati come combustibile in reattori di nuova concezione (reattori veloci) con enorme riduzione dei rifiuti finali prodotti (5% di quelli originali) e anche della radioattività residua. Inoltre in vari Paesi (in particolare in Francia) si stanno anche sperimentando sistemi che prevedono la separazione in appositi reattori dei prodotti a più alta attività e la loro trasmutazione in radioisotopi a vita breve, assimilabili a quelli di II Categoria.
In ogni gruppo o comunità c'è uno stolto: se nella tua cerchia di amici non ne vedi, comincia a preoccuparti.
Utente allontanato
Dolcenera
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- 40/1276
bonovox38 ha scritto:


L'energia sta finendo, il petrolio ormai è un megalusso per tutti...

Avete mai visto The Oil Crash? Guardate questo film e poi ne riparliamo sia di nucleare sia di petrolio...


P.S.
Il diesel oggi 1.501 Euro, domani ne riparliamo.




Questa è come la favola dell'orco che mangia i bambini... ero bambino io e già si pontificava che il petrolio sarebbe finito ben prima del 1990....

In realtà di petrolio ce n'è a strafogarsi... l'attuale salita dei prezzi è dovuta a due fenomeni che con la scarsità non hanno nulla a che fare:

1- le manovre speculative di Bush e soci che hanno reso impossibile o comunque molto arduo l'approvigionamento da paesi "concorrenti" dell'OPEC, ovvero l'ex Iraq di Saddam e l'Iran ... ci provano anche con il Venezuela e non è un caso se Chavez è il nemico pubblico n°1, (molto più della giunta birmana o altri dittatori sparsi, ma questa è un'altra storia)

2- la fine del dollaro come moneta di riferimento. con l'ingrandirsi della UE, ormai la moneta VERA di riferimento è l'Euro, e anche se per pure questioni politiche si continua ad esprimere il prezzo del barile in dollari, le quotazioni salgono mano a mano che il biglietto verde precipita , in modo da mantenere costante il valore in euro.

E anche se il petrolio finisse come FONTE DI ENERGIA ( come materia prima la cosa è molto più complessa) , le alternative ci sono.. Gas metano, biodiesel, bioetanolo stanno lì ad attendere di diventare competitive nonostante i maggiori costi di estrazione.

Quindi il problema non è tecnico (rimpiazzare il petrolio), ma politico (superare la dipendenza da questo). Possibilmente facendo guadagnare gli amici degli amici nel passaggio.

PS: l'uranio chi lo vende? A quanto? Sbellica
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