Ritorno al nucleare [pag. 11]

Sondaggio: Siete favorevoli al ritorno dell'energia nucleare in Italia?

Si

40.8% [171]  40.8%

No

52.5% [220]  52.5%

Indifferente, non mi importa nulla

0.2% [1]  0.2%

Non so, non ho dati per valutare

6.4% [27]  6.4%

Voti Totali: 419

Capitano di Vascello
alberto1082
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- 101/1276
Albertpd ha scritto:
Sulla questione del referendum...secondo me il Popolo italiano non ha la maturità e la consocenza di poter decidere se il nucleare sia o no un bene un male, e grande è stato l'errore di fare quel referendum nell'onda di paura post chernobil..


Quoto al 100% al tempo non è stata spiegata a dovere la situazione e le tecnologie e non da ultimo gli interessi economici e politici avevano tutti gli interessi a non incentivarla sono convinto che se il nucleare fosse stato illustrato con criterio e con buon senso il risultato del referndum non sarebbe stato lo stesso!... ma del resto in italia siamo un branco di pecoroni ci facciamo abbindolare dalla tv!
AS Marine AS22WA 2019 + Selva Swordfish 115 2018
Capitano di Fregata
Albertpd
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- 102/1276
Già!questi 20 anni però , come diceva qualcuno prima, ci hanno messo ora nella posizione di poter riapartire con tecnologie sicure e non più pioneristiche o quasi(anche se di pioneristiche non si può parlare negli anni 80)!è ora di rifarlo...perchè la dipendenza energetica è un problema gravissimo!per un paese come il nostro sopratutto!Non dico di dover avere l'autarchia energetica!ma una buona autosufficienza o quasi che ci permetta di compensare almeno un po possibili crisi internazionali questo si...contando poi che paghiamo la corrente elettrica come nessuno in europa!
Hey Ho let's go!
Site Admin
VanBob (autore)
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- 103/1276
Già... la dipendenza energetica. Finora se n'è parlato poco.
Ma noi italiani siamo produttori di uranio? No.
Quindi ecco che saremmo nuovamente dipendenti da altri...

Ha ragione Rubbia, è sempre una questione di potere politico e di monopoliio energetico, l'unica fonte che non ha proprietari è il sole, ed è per questo motivo una fonte boicottata dagli attuali e dai futuri monopolisti dell'energia.

L'Africa ha bisogno di acqua, scambiamo acqua a vita con i paesi che forniranno terreni desertici dove installare centrali solari la cui energia verrà convogliata e distribuita ai paesi che forniscono l'acqua.
Nel deserto il sole c'è sempre, arriva perpendicolarmente e la resa degli impianti è massima. La tecnologia c'è.

Ne ho abbastanza per essermi fatto un'idea: sono contrario.
I costi sono elevati.
Le scorie ci sono e i costi per smaltirli sono elevati.
La materia prima costa e costerà sempre di più e per giunta va comprata dai pochi monopolisti.
I rischi di incidente esistono, è innegabile.

Mi pare che il rapporto costo/beneficio non vale la candela.
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Capitano di Corvetta
carlobarillari
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- 104/1276
VanBob ha scritto:
L'Africa ha bisogno di acqua, scambiamo acqua a vita con i paesi che forniranno terreni desertici dove installare centrali solari la cui energia verrà convogliata e distribuita ai paesi che forniscono l'acqua.
Nel deserto il sole c'è sempre, arriva perpendicolarmente e la resa degli impianti è massima. La tecnologia c'è.

Secondo te è pensabile che i paesi occidentali vadano a investire enormi risorse in Africa, dove gli equilibri politici sono sempre molto critici, col rischio di vedersi nazionalizzare o distruggere il frutto di tali sforzi?
La triste realtà è che, al momento non esiste nessuna fonte alternativa al petrolio, non tale da garantirci gli stessi consumi attuali: ce la sentiamo noi occidentali di rinunciare a auto, barche, case riscaldate eccetera? Neanche a me piace il nucleare e temo che il suo ripristino in Italia ci condurrà un giorno a pentircene visto come funzionano qui le cose; avete sentito chi costruirà il ponte sullo stretto? Impregilo che, per chi non lo sapesse, è lo stesso gruppo industriale che ha iniziato (e mai terminato) il termovalorizzatore di Acerra, vendendo tra l'altro un progetto obsoleto: in un paese normale i suoi dirigenti dovrebbero stare tutti in galera, in Italia vengono premiati con un super appalto Exclamation Fate voi le vostre valutazioni.
Ho venduto il mio vecchio Nova!
Sottotenente di Vascello
paolo924
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- 105/1276
carlobarillari ha scritto:
avete sentito chi costruirà il ponte sullo stretto? Impregilo che, per chi non lo sapesse, è lo stesso gruppo industriale che ha iniziato (e mai terminato) il termovalorizzatore di Acerra, vendendo tra l'altro un progetto obsoleto: in un paese normale i suoi dirigenti dovrebbero stare tutti in galera, in Italia vengono premiati con un super appalto Exclamation Fate voi le vostre valutazioni.

Perchè questo governo a chi pensate che appalterà l'eventuale costruzione delle centrali nucleari??
Agli amici degli amici! Per questo dico NO!! La mentalità italiana invece di andare avanti è ferma ai vecchi clientelismi, che come possiamo ben vedere non portano a risultati degni di un paese Europeo!!
Bisogna cambiare le persone per intraprendere questi progetti così importanti!
Lomac 3000 , Yamaha top 700 40 cv,
Carrello MTA 650.
Uaz 469 con gancio ellebi, 2500 diesel, un mulo!!
Capitano di Corvetta
Francesco79
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- 106/1276
Che l'Italia debba dipendere da terzi per sopravvivere è un dato di fatto, in un mercato globale come quello mondiale attuale sarebbe stupido pensare all'autarchia.
Che l'uranio si debba comprare fuori è ovvio, noi non abbiamo molte materie prime, solo che l'uranio è stoccabile oggi per un'autonomia di decenni, mentre il gas il petrolio e la corrente elettrica non sono accumulabili che per pochi giorni.
Si ai rigassificatori ed al trasporto via mare del gas liquefatto, si al solare termico individuale, ma pensare di costruire il campo solare di Rubbia per alimentare il mondo mi sembra fantascienza, soprattutto se si considera che i deserti sono lontani dall'utenza finale e trasportare energia elettrica per migliaia di km oggi è costoso (rame alle stelle) ed inefficente (effetto joule), magari quando avremo dei bei superconduttori a temperatura ambiente si potrà pensarci, ed allora si potrà anche effettuare il confinamento magnetico a bassa energia per sostenere la fusione nucleare, ma fino ad allora l'Invenzione del nostro Enrico Fermi mi sembra l'unica via percorribile per i prossimi 40 anni (la vita media di un reattore a fissione).

Van e Sweet, avete dato un'occhiata alla tecnologia HTR che ho postato, in quel tipo di reattori il nocciolo è raffreddato ad elio, che non diventa radioattivo e se si dovesse liberare da una perdita non arrecherebbe danni, l'elio evolve direttamente in turbina, con rendimenti dell'ordine del 45%, poichè è un fluido termodinamicamente migliore del vapore (rend 35% max).
Alla fine viene raffreddato ad acqua , CHE NON DIVENTA RADIOATTIVA, poichè l'elio non è radioattivo, se si rompe tutto l'elio si disperde (non è ne tossico ne radioattivo ne infiammabile) e l'acqua di raffreddamento riversata è solo acqua calda.
Everything should be made as simple as possible,but not simpler. (A.E.)
Utente allontanato
Dolcenera
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- 107/1276
Francesco79 ha scritto:


Van e Sweet, avete dato un'occhiata alla tecnologia HTR che ho postato,


Certo che ho letto, ma secondo te che tecnologia sceglieranno,m in Italia? quella innovativa o quella "suggerita" dagli "amici"? e su quest'ultima ( LWR), come vedi danno ragione a me:

Citazione:

La caratteristica fisica di base dei grandi reattori LWR che oggi sono più diffusi presenta essenzialmente due possibilità di incidenti seri, in linea di principio:

• Incidente di reattività. Una reazione a catena incontrollata che si verifica come conseguenza di imprevisti che vanno dai guasti al sistema di controllo, ad errori nelle procedure fino al sabotaggio.

• Un surriscaldamento, che può anche comportare la fusione del nocciolo, che comporta la rottura delle barre del combustibile e conseguente emissione massiccia di radioattività. Questo può essere provocato da guasti ai sistemi di raffreddamento, o il loro semplice spegnimento per errore o per sabotaggio.

Un incidente del primo caso è quello che portò al disastro di Cernobil. Un incidente del secondo caso è quello che si verificò a Three Miles Island. In questo secondo caso i livelli pericolosi di radioattività furono raggiunti solo dentro gli impianti della centrale e in nessun caso nei vicini centri abitati. Il danno comunque fu grave perché la chiusura e lo smantellamento dell’impianto comportò costi davvero elevati.

I problemi del primo tipo sono complicati dal fatto che i reattori LWR non sono alimentati continuamente, ma debbono essere spenti e ricaricati. Ogni nuova ricarica delle barre di combustibile deve avere una notevole reattività in eccesso, quanta ne occorre per poter mantenere per diversi mesi l’autosostenimento della reazione nucleare di fissione (criticità) anche in una situazione in cui buona parte del combustibile è già depleto. Se, per qualsiasi motivo, le barre di controllo della reazione finiscono per essere ritirate, la reazione a catena uscirebbe presto da ogni controllo, con conseguenze disastrose. In pratica un’evenienza di questo tipo è resa del tutto remota dai sistemi di controllo automatico, di spegnimento d’emergenza e altri sistemi di sicurezza.

Ad aggravare il secondo problema c’è il fatto che nel periodo di attività normale, un reattore accumula una gran quantità di prodotti di fissione radioattivi che generano calore. Di conseguenza, una volta spento il reattore, ponendo fine alla reazione a catena, queste sostanze radioattive nel nocciolo continuano a produrre calore che deve essere asportato dai sistemi di raffreddamento. Nei moderni LWR, dove il calore generato dopo la reazione è tale da compromettere l’integrità dei materiali, una volta spenta la reazione il raffreddamento del nocciolo è affidato a appositi sistemi multipli, concepiti in maniera tale da potersi supplire a vicenda, per cui la possibilità che finiscano fuori servizio tutti insieme è estremamente remota.

Mentre è fuori di dubbio che i reattori LWR attualmente in funzione siano molto sicuri, occorre notare che questa sicurezza è ottenuta al prezzo di grossi investimenti nelle strutture e nei sistemi che la debbono garantire e dalla estrema severità nella produzione dei componenti (“qualità nucleare”). Complessivamente la sicurezza assorbe attorno al 30-50 per cento del costo complessivo di un impianto. A ciò si aggiunge il fatto che complessivamente l’impianto assume una complessità tale da renderne la realizzazione e l’esercizio possibili soltanto nel settore avanzato.



Quello cjhe ho messo in neretto è esattamente quel che mi preoccupa, sapendo già a priori in che mani finiranno gli appalti.... Dovendo "tagliare i costi", è la prima cosa che verrà "semplificata"...
Essere gommonauti non è un buon motivo per non voler vedere oltre il golfare di prua
Ammiraglio di divisione
The Doctor
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- 108/1276
VanBob ha scritto:
Nel deserto il sole c'è sempre, arriva perpendicolarmente e la resa degli impianti è massima. La tecnologia c'è


Solo 12 ore, purtroppo, e le restanti 12?
In ogni gruppo o comunità c'è uno stolto: se nella tua cerchia di amici non ne vedi, comincia a preoccuparti.
Capitano di Fregata
liberolibero
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- 109/1276
Sono assolutamente contrario.

Condivido le considerazioni di Seawanderer e aggiungo:

1. Le centrali nucleari sono state costruite da stati che avevano (o hanno) interesse a munirsi di armamenti atomici, in modo da dividere gli enormi costi tra le esigenze strategico/militari e quelle civili. Non mi risulta che l'Italia sia tra questi e spero di non sbagliarmi.

2. A detta di tutti, per avere una centrale nucleare in funzione occorrono circa 20 anni. Tenendo presente che occorre predisporre:
Progettazione di massima, individuazione di una rosa di siti, valutazione dell'idonietà, scelta del sito, valutazione di impatto ambientale, approvazione del progetto definitivo, contrasto alle proteste messe in atto dalla popolazione locale, appalto dei lavori, subappalto dei lavori, fallimento di qualche ditta esecutrice, sequestro dei cantieri da parte di qualche magistrato, commissariamento, dissequestro, scoperta di qualche giro di tangenti, sequestro dei cantieri da parte di qualche magistrato, nuovo commissariamento, dissequestro, incidente mortale a qualche lavoratore in cantiere, sequestro dei cantieri da parte di qualche magistrato, nuovo commissariamento ancora, etc. etc.

3. Io che ho sotto gli occhi la SALERNO-REGGIO CALABRIA e il termovalorizzatore di ACERRA posso ben pensare senza il timore di essere accusato di disfattismo che di anni ce ne vorranno 40 e di MILIARDI di EURO che ne vorranno 10 volte quanti preventivati.

4. Pagare fin da oggi per una teconologia che comincerà a dare i suoi frutti tra 40 anni, quando sarà già obsoleta, mi pare pura follia.

5. In Italia sono stati costruiti viadotti col cemento della CALCESTRUZZI S.P.A.

6. Non c'è più disponibilità di uranio che di petrolio e comunque quello che c'è è in mano a lobby più agguerrite di quelle del petrolio.

7. Il consumo di petrolio per alimentare le centrali termoelettriche è una frazione rispetto a quello consumato per autotrasporto e riscaldamento.

Mia conclusione: La costruzione di centrali termonucleari a fissione in Italia è un vero affare per i politici corrotti, e gli imprenditori senza scrupoli e non certo per i cittadini.

Possibili soluzioni:

1. Investire nella rete ferroviaria e ridurre significamente la quota di tasporto su gomma in favore di quella su ferro.
2. Incentivare le industrie a dotarsi di macchinari più efficienti dal punto di vista dei consumi energetici.
3. Incentivare le famiglie a dotarsi di elettrodomestici più efficienti dal punto di vista energetico.
4. Investire sul fotovoltaico.
5. Investire sui biocarburanti.
6. INVESTIRE NELLA RICERCA SCIENTIFICA













Ammiraglio di divisione
The Doctor
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- 110/1276
Credo che stamo parlando di argomentazioni differenti: tecnica e politica
tecnicamente siete favorevoli al nucleare o no?

E' chiaro che una politica corrotta e incapace crea più problemi che altro, si è detto e ridetto e sono perfettissimamente d'accordo, ma questo esula dal nucleare, su qualsiasi cosa riescono a mettere le mani è sicuro che qualcosa va storto, purtroppo questa è la nostra classe dirigente, Bhopal insegna e non era nucleare.
In ogni gruppo o comunità c'è uno stolto: se nella tua cerchia di amici non ne vedi, comincia a preoccuparti.
Sailornet

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