Nave da crociera Costa Concordia in avaria [pag. 125]

Capitano di Vascello
yanez323
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- 1241/1612
Rickyps971@In bocca al lupo a te e a tutti quelli che sono impegnati nelle varie operazioni!
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 1242/1612
Grazie,
che possano crepare tutti i lupi di Maremma!
In questi giorni siamo (ma soprattutto, SONO i tecnici della SMIT) nelle mani di Eolo e Nettuno... Speriamo bene!
Dal punto di vista delle Istituzioni presenti sul posto, invece, sarebbe forse il caso di iniziare ad alleggerire un "assedio" che ormai, purtroppo, inizia a sembrare un pò superfluo.
Poche squadre di sommozzatori per il posizionamento delle apparecchiature per i rilievi, qualche squadra di speleo-alpino-fluviale dei VVFF per le ricerche che stanno continuando nella parte emersa ed alcune unità navali per la vigilanza sul rispetto dell'ordinanza e l'antisciacallaggio, mi sembrerebbero più che sufficienti.
Il resto, ormai, è affidato alle Società che stanno operando per lo svuotamento.
Ci ho creduto, nel miracolo, fino a pochi giorni fa, ma ormai non penso ci sia più nulla in cui sperare, se non nel restituire i corpi alle famiglie, cosa che si potrebbe effettuare solamente con la nave in assetto e bonificata.
Perchè, pare, qualcuno potrebbe trovarsi esattamente sotto la nave.
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Capitano di Corvetta
micsgara
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- 1243/1612
Mi permetto di riportare uno scritto, un pensiero di un abitante del Giglio, non so se posso riportare il nome, e comunque è sul sito GiglioNews dal titolo "Quello che rivogliamo, in fondo, è solo il nostro Giglio",

https://www.giglionews.it/2012020158195/news/isola-del-giglio/qquello-che-rivogliamo-in-fondo-e-solo-il-nostro-giglioq.html#comments

Quello che è cambiato, da quella notte tra il 13 ed il 14 di gennaio, è sotto gli occhi di tutti… O meglio, è sotto gli occhi di tutti quelli che al Giglio ci sono tornati per almeno un paio di giorni, e si sono lasciati impregnare l’anima da questa atmosfera densa di tristezza, ansia, angoscia, e quel filo di speranza legato alla fiducia verso chi ha in mano il nostro destino, che purtroppo non siamo più noi.

Eppure quella notte aveva tirato fuori da tutti il meglio e solo il meglio: ho vissuto i primi momenti come un evento più da fotografare che da temere, certo che l’imponenza di cotanta nave bastasse da sola a renderla sicura e stabile; abbiamo visto le prime scialuppe arrivare a terra, condotte da uomini giustamente sconvolti e terrorizzati, tanto che non avevano neanche preparato una cima da lanciarci per l’ormeggio; e poi in pochi minuti un’invasione di storie, razze, lingue… La mia gente, dapprima spaesata e un po’ intimorita, se all’inizio chiedeva a noi autorità quale fosse il da farsi, ha capito dopo pochi istanti che non c’era nulla da chiedere, che non c’era da aspettare alcun ordine o indirizzo, e tutti si sono mossi autonomamente, facendo quello che in maniera più spontanea gli venisse dal cuore e da secoli di esperienza nell’arte di arrangiarsi, propria di noi isolani: ed ogni mossa, ogni azione, ogni parola, benché nulla fosse stato concordato, era sempre la più giusta.

Il primo mio pensiero però, nonostante nulla avessimo da rimproverarci, è stato un vago senso di colpa, per aver goduto dello spettacolo offerto da quelle grandi navi negli anni passati, di quei passaggi sempre molto spettacolari e sempre ritenuti sicuri, senza mai dubitare del comandante di turno; senso di colpa nei confronti di chi scendeva impaurito per primo, senso di colpa verso quelli che mi guardavano con gratitudine attraverso il buio degli scogli del Lazzaretto, solo perché illuminavo loro il sentiero da percorrere coi piedi scalzi e lacerati dagli scogli, o per quel giacchetto che era l’unico indumento che potevo donare in quei momenti. Ed il rimpianto per tutto quello che avevo a casa da dare, ma che non ho avuto il tempo materiale di prendere.

Di quella sera mi rimangono nelle orecchie le urla disperate che arrivavano a me, fermo alla piazzola dell’elisoccorso in attesa di Pegaso e del primo carico di medici da trasportare al Porto; urla che provenivano dalla nave che si inclinava sempre di più; urla che sembravano quelle che senti provenire da chi è sopra le montagne russe… solo moltiplicate per mille, e senza gioia alcuna….

Da lì in poi non c’è più stato spazio per pensieri e riflessioni, si è vissuto come in apnea un periodo lungo un’infinità di tempo e che si prospetta indefinito ancora; abbiamo assistito all’assalto e alla conquista del nostro Porto, delle nostre strade e delle nostre piazze. Massima collaborazione da parte nostra, per non smentire quanto di buono veniva ripetuto ossessivamente sul nostro buon cuore, massimo sacrificio nel vedere un territorio conquistato, militarizzato, occupato dai soccorritori; ed anche se a molti sono sembrate fin troppe le forze schierate ed i mezzi messi in campo, nulla c’è stato da eccepire finché in ballo ci sono state delle vite umane, o le ultime speranze dei familiari di chi non ha risposto all’appello.

E poi giornalisti ovunque, invadenti ed ingombranti con i loro mezzi, a tratti fin troppo maleducati o prepotenti nel nascondersi dietro il famigerato “diritto (o dovere) di cronaca”: che piacciano o meno erano pur sempre il nostro unico tramite con il dramma che avveniva a pochi metri da casa nostra, ed in tanti abbiamo ceduto alla tentazione di prenderci il famoso quarto d’ora di celebrità.

Adesso, a 18 giorni di distanza, si aggiungono sentimenti nuovi: il sentirsi umiliati, per esempio, da quanti arrivano sull’Isola con l’intento di vedere il relitto. Sia ben chiaro, io personalmente non me la sento di condannare chi, in buona fede, ha la curiosità di assistere ad uno spettacolo mai visto prima, chi cede alla tentazione di entrare dentro questa specie di effetto speciale da film; però c’è modo e modo di approcciarsi ad un relitto che nasconde e porta dentro di sé morte e disperazione, e poi fatica e sudore di sommozzatori che entrano ed assistono a scene aberranti, e compiono gesta al limite dell’umana sopportazione solo per restituire ai familiari delle vittime un corpo su cui piangere.

Ci sentiamo, credo, tutti molto stanchi, ma non abbattuti; chi in questi giorni si batte per avere più risposte possibili, in realtà nasconde dentro una gran voglia di riprendersi “casa”, di tornare protagonista del proprio destino, e di dire che vabbè, vi abbiamo lasciato fare, ma da adesso in poi dovete tornare a chiedere “permesso”, dovete tornare a convincerci che tutto verrà fatto a regola d’arte, perché quello che vogliamo noi, in fondo, non è soltanto una stagione florida che dia il pane quotidiano a tutti: quello che rivogliamo indietro è la nostra vita, la nostra serenità, il nostro incontrarsi tutti i giorni e avere il tempo di salutarsi almeno, la passeggiata sul molo e il bagno allo scalettino, l’acqua pulita e le panchine del “gazzometro”, e tutte quelle belle cose per cui abbiamo scelto di vivere qua su un’isoletta.

Tutto quello che rivogliamo indietro, in fondo, è solo il nostro Giglio.
Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta.
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 1244/1612
Capisco e condivido ogni singola parola di questa lettera.
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Contrammiraglio
lone wolf
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- 1245/1612
Oggetti personali, appartenenti a Domnica Cemortan, la ragazza moldava ascoltata ieri dai pm come persona informata sui fatti, sarebbero stati ritrovati e recuperati dalla cabina del comandante Francesco Schettino nei giorni scorsi dai sommozzatori impegnati nelle ricerche. E' quanto si apprende da fonti investigative. Alla domanda del perche' ci fossero oggetti della donna nella cabina del comandante della Costa Concordia, la Cemortan avrebbe cosi' risposto agli inquirenti: "sulla nave ero amica di tutti".
Questo è quanto si apprende dalle news di internet.
Personalmente avrei preferito che tutte le risorse fossero state destinate alla ricerca dei dispersi e comunque notizie da gossip non debbano essere rese pubbliche ma utilizzate solo in fase giudiziaria.
Mi sento come una foglia su un albero in autunno, ma c'è tanto vento.
Enzo Biagi 5/11/07
Utente allontanato
roby62
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- 1246/1612
@lone
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Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 1247/1612
Quoto Lonewolf al 100%!!!
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Capitano di Corvetta
micsgara
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- 1248/1612
https://video.repubblica.it/dossier/naufragio-giglio-costa-concordia/gabrielli-quasi-un-anno-per-rimuovere-la-concordia/86873/85263

Mi sembra strano che si prendano tutti e due i mesi a disposizione per decidere, decidere cosa? se l'impresa vale la spesa? La Ditta Smit, di fatto non è già intervenuta?
Capitolato? che cosa vuol dire, che devono fare i conti della spesa? la nave da lì la devono togliere, costi quel che costi. Quello che ci riporta Gabrielli, secondo me lo apprende dalle varie fonti, come facciamo noi,........... che gli organi della Repubblica, interpellino e ammoniscano la Costa, Evil or Very Mad Evil or Very Mad e ne rendano conto almeno alla popolazione del Giglio. Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad ci dicano passo passo, come si evolve la faccenda senza se..... e senza ma..... non capisco far esporre soltanto Gabrielli, che secondo il mio modesto parere non centra niente nella faccenda, eccezzione fatta per il monitoraggio del danno ambientale, dopo il primo intervento di recupero vite umane, secondo me non hanno nessun precedente per intervenire in questo caso. Personalmente preferirei vedere in faccia altre figure. Mad
Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta.
Utente allontanato
roby62
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- 1249/1612
Hai ragione, ma dovrebbero essere autorità o leggi a definire un tempo massimo e mi sa che non è mai stato definito. Ergo, dovrà provvedere probabilmente nel tempo più breve possibile ma... per farlo può ben supporre di aver diritto di fare un capitolato, ossia unalista della spesa delle operazioni da fare e come farle, in modo da poter valutare il prezzo migliore per togliere tutto, inclusa bonifica, smaltimento ecc. : essendo in Italia non mi par ecosì strano che tra milioni di leggine e leggette manchi proprio quella che serve quando serve, ossia definire delle modalità e dei tempi di intervento in questi casi in modo che non ci possano essere più possibili capitolati, ma uno solo!!
Come insegnano architetti ed ingegneri, tutto si può fare è solo questione di schei. Avendo fondi illimitati si può probabilmente fare tutto in metà tempo o meno ancora, ma ci dovrebbe essere una norma che obblighi il privato e/o le assicurazioni a fare in questo modo.. Rolling Eyes
Capitano di Corvetta
turbostar1978
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- 1250/1612
ancora sono sconvolto della immane tragedia Crying or Very sad Crying or Very sad, ma voglio raccontarvi la mia esperienza sulla Concordia.
era l'ora di pranzo dell'11 aprile del 2008, quando a bordo della Concordia mi trovavo con la famiglia e un gruppo di amici di ritorno da Alessandria d'Egitto, diretti verso Civitavecchia, quando, seduto sulla sedia del tavolo del ristorante posto al 4° piano della zona poppiera, avvertivo un forte tremolio del pavimento, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di renderci conto di quello che stava succedendo che la voce schietta e pacata del comandante, un uomo sulla 55-60 anni di Napoli, ci avvisava che stavamo procedendo alla massima velocità verso una vicina isola non ricordo se fosse vicino a cipro, in quanto a bordo avevamo una persona colta da infarto, e doveva essere subito portata a terra, mi ricordo che il monitor posto nella cabina segnava una velocità di circa 25 nodi.
giusto il tempo di vedere la velocità in cabina, che mi portavo sul ponte posto sopra la plancia di comando per vedere cosa stesse succedendo, impressionante è stato vedere come un gigante di quelle dimensioni filava in modo armonioso sull'acqua, senza nemmeno alzare l'onda.
dopo circa due ore, siamo arrivati in prossimità di un isola che credetemi sembrava più piccola della nave, in quel frangente, con tanto di cappello di chi era al comando, siamo arrivati di prua, vicinissimi alla riva, quel tanto che è bastato ad una piccola imbarcazione per raggiungerci in tempi brevi e consentire il trasbordo del ferito.
quello che più mi ha entusiasmato di tutta questa storia, e reso orgoglioso di essere Italiano, è stato il saluto con la mano rivolto dal ferito(non ricordo di che nazionalità fosse) al momento del trasbordo sulla pilotina, in direzione della plancia di comando, e il lunghissimo applauso dei passeggeri affacciati sul lato di sx che è susseguito.
sono vicino ai familiari delle vittime pregando affinchè quella maravigliosa nave, trasformata in una bara, restituisca loro i corpi per poterli piangere.......

re: Nave da crociera Costa Concordia in avaria



re: Nave da crociera Costa Concordia in avaria




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re: Nave da crociera Costa Concordia in avaria




re: Nave da crociera Costa Concordia in avaria





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ciao Concordia


re: Nave da crociera Costa Concordia in avaria
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