Post election day 2018: are you ready? [pag. 4]

Vi ricordo l'articolo 15 del regoloamento.
Grazie

Giusto!
Tornando in tema: c'è un tizio, politico di cui non ricordo il nome (ma lo farei volentieri), che partecipa puntualmente ad alcuni talk TV

Evidentemente non è dotato di grosse capacità comunicative.
Personalmente lo trovo particolarmente: antipatico, arrogante, saccente.
Soprattutto non sopporto quando, di fornte alle problematiche o ai timori espressi dai cittadini, li apostrofa trattandoli da deficienti e stabilendo che le uniche colpe sono loro.
Non lo voterei nemmeno fosse mia fratello e spero sia stato ogegtto di "epurazione" elettorale.

La domanda è: ma lo rieleggono e ce lo dobbamo sorbire altri 4 o 5 anni TV????
Perchè a sto punto ce la meritiamo....

Vale per tutti però.
Se il discorso rimane generico ok, altrimenti chiudiamo e buttiamo tutto...

Tanto per restare nel generico del .... particolare ,

qualcuno di voi ha mai fatto attività politica?

E se si , qual è stata la vostra esperienza ?

E tu Yatar1963 , non hai mai pensato di scendere in campo?

Yatar1963 ha scritto:

Giusto!
Tornando in tema: c'è un tizio, politico di cui non ricordo il nome (ma lo farei volentieri),

Si, me lo ricordo anche io, il suo nome comincia per A.

No, scusate, per B.

O per C?

Mannaggia ce l'ho sulla punta della lingua.

Forse per D?

dolce*11 ha scritto:

E tu Yatar1963 , non hai mai pensato di scendere in campo?

Campo di grano? Campo di patate?? Campo......rella!!!!!

No no, non è mio mestiere (a dire il vero manco di molti quelli che ci stanno)

Una sola volta, giovanissimo (23-24 anni, credo) mi cooptarono giocoforza in un sindacato:
Prima riunione in mezzo ad un mucchio di persone ben più adulte di me: cercai di ambientarmi, ma già mi trovavo male.
Seconda riunione: toccò al mio intervento. Ero timoroso, ma tutti quei signori e signore alla fine applaudirono spellandosi le mani.
Verbale assemblea da portare all'assemblea nazionale a Roma: sul mio intervento zero....
Così decisi che era meglio scendere in.... camporella, che all'epoca qualche concreto successo ...ehmm... "sociale"me lo garantiva.

Ah... dimenticavo: proposi quello che sette/otto anni dopo si chiamò poi "730" o Unico, ovvero la possibilità di rimborso immediato delle tasse a credito dei lavoratori dipendenti (che all'epoca aspettavano 4 o 5 anni)

@fran e per tutti: giuro, sorbito mai più di 120 secondi, non so chi sia "l'insopportabile": comunque è un tizio di 3° o 4° livello, non uno di primo piano.

Stiamo assistendo, con più o meno interesse, agli sviluppi della campagna elettorale e, immagino, cercando di capire i programmi delle varie parti.
Alla fine qualcosa avremo captato e potremmo restare nei nostri convincimenti o meno.
In molti puntano su programmi ad effetto in materia di reddito, pensioni, occupazione, tasse, semplificazione legislativa, riduzione degli apparati burocratici, regolazione dei flussi migratori, snellimento delle procedure giudiziarie, sicurezza reale, riduzione della spesa pubblica, aumento degli investimenti strutturali e produttivi ecc. Bellissimo sulla carta, o meglio nei dibattiti televisivi, ma nessuno spiega, se non a grandi linee ed in maniera molto approssimativa, per usare un eufemismo, come alla fine si faranno quadrare i conti e come si muoveranno nell'ipertrofico e cervellotico apparato di leggi in vigore.
Ammetto che tenere un dibattito televisivo basato su principi di Scienza delle Finanze è roba indigesta, ma alla fine di quello si tratta, visto che se programmo una spesa o riduco le entrate devo indicare come le copro, possibilmente in termini reali e non su supposizioni e "se". Il tutto rimanendo in determinati parametri di bilancio e, possibilmente, iniziando ad abbattere seriamente il debito pubblico, l'ingombrante convitato di pietra, che condiziona qualsiasi investimento per lo sviluppo. Il tutto, possibilmente, con un occhio alle future generazioni, in prospettiva sempre più esigue, con tutto ciò che questo comporta.
Non è difficile dire quello che si vorrà fare, difficile è spiegare come ci si può arrivare, in maniera concreta e razionale, per evitare che tutto rimanga una promessa o peggio, se attuata male, produca più danni che benefici generali.
Poi verrà "the day after" e, tecnicamente, potrebbe essere difficile che dalle urne possa uscirne un Governo in grado di operare in tempi brevi e con efficacia.
Essere pronti al "post election day 2018", alla fine, cosa vuol dire?
Per qualche settimana ci sarà un balletto di cifre, con paragoni assurdi con le elezioni provinciali del 1956 o nazionali del 1979, per giustificare qualche insuccesso ed immaginifiche architetture istituzionali per varare comunque un Governo, frutto di strenue mediazioni e compromessi.
L'augurio che faccio a me stesso è che gli elettori diano una prova di maturità, indipendentemente dai loro convincimenti, esercitando il loro diritto/dovere, senza disertare le urne. In fondo il forte astensionismo finisce per essere un alibi per gli eletti. Se l'astensionismo si riducesse solo ad un margine fisiologico, probabilmente si capirebbe che c'è una voglia generalizzata di partecipazione e partecipazione vuol dire anche controllo.
Per il 5 marzo, coltivo l'illusione che gli elettori vadano ai seggi non per votare contro, ma per votare "per", superando i piccoli particolarismi di un ideologismo fazioso e senza senso, che ci portiamo dietro da secoli, subordinando l'interesse generale e collettivo ai piccoli particolarismi settari, con il respiro sempre più corto. Se ciò avvenisse, non avrebbe importanza che dalle urne venisse fuori la preminenza (usare il termine vincitore è già segno di una guerra tra bande) del partito X, Y o Z , ma sarebbe l'inizio di una svolta ed il segnale che i tempi sarebbero cambiati e si debbano affrontare i problemi seriamente e con una scala di priorità.
Il 5 marzo 2018 la mia illusione continuerà a rimanere tale, ma continuerò a coltivarla anche dopo quella data.

Yatar 1963 ha scritto :

Citazione:

Una sola volta, giovanissimo (23-24 anni, credo) mi cooptarono giocoforza in un sindacato:

Io sto provando adesso ( come sai siamo coetanei ) quella vertigine ( RSU ) .

Esperienza illuminante ( capisci a me ) non cercata ma imposta da una richiesta unanime dei colleghi .

Unica esperienza politica precedente , nel collettivo studentesco a cavallo dei turbolenti anni 1977- 83.

La tua divertente citazione sul scendere in ....camporella è oramai anacronistica vista la crescente cementificazione.

Ai nostri figli non resta che l'auto , oltretutto piccola e scomoda visto il budget e le limitazioni

da neo patentati che presuppone ,alla bisogna , una laurea in tetris.

Per quanto riguarda i programmi elettorali , la mia delusione è data dal fatto che si è andati ancora una volta

a irretire gli italiani toccandoli nel portafoglio.

Le promesse elettorali , infatti , riguardano solo ed esclusivamente i soldi.

Mi sarebbe piaciuto un programma che avesse avuto un più ampio respiro , su ambiente e sostenibilità ,

energia , lavoro , su un'Europa diversa , sulla politica estera , giustizia , scuola , progetti per i giovani.....

Niente , solo soldi , denaro e svaziche , un popolo gretto e venale.

A proposito , secondo voi faccio bene a investire in Bitcoin ?

dolce*11 ha scritto:

Ai nostri figli non resta che l'auto , oltretutto piccola e scomoda visto il budget e le limitazioni da neo patentati che presuppone ,alla bisogna , una laurea in tetris.

Sempre a compiangere i guai delle nuove generazioni
Ai tempi della patente appena presa (1972) non c'erano limitazioni di cilindrata e potenza, ma c'era solo la Fiat 500, e pure con i sedili non reclinabili, che per poter fare qualcosa dovevi essere magro come un fachiro anoressico ed avere le capacità di un contorsionista del Circle du Soleil. Aveva anche l'aria condizionata: a condizione che aprissi i deflettori...
Per quanto riguarda i programmi elettorali si limitano a sparare argomenti che possano avere un minimo di presa generale e ad effetto, considerando la scarsa attenzione che c'è in giro.
Ai tempi che, per lavoro, dovevo anche seguire le iniziative di campagna elettorale, avevo constatato che esistevano due circuiti ben differenziati: uno fatto di incontri di massa alla presenza dei massimi esponenti dei partiti, all'interno di strutture di grande capienza, ed un altro fatto da una miriade di incontri riservati, in ambiti molto ristretti. Ed era su questi ultimi che si registrava la presenza di personaggi meno popolari, ma di maggior peso specifico nell'ambito di ciascun partito.
Quello che invece viene accuratamente evitato, da una ventina d'anni a questa parte, sono i vecchi comizi di piazza. Formalmente per motivi di sicurezza, ma in realtà per il terrore di ritrovarsi, sotto gli occhi di tutti, con una piazza semivuota.