Post election day 2018: are you ready? [pag. 79]

Yatar1963 ha scritto:

Forse un giorno gli imprenditori per primi lo capiranno e scenderanno in paizza prima ancora dei dipendenti per chiedere l'abolizione del Jobs Act ma pretendendo una forte modernizzazione giudiziaria dell'art 18 (che è ottimo finchè non gli si danno fantasione interpretazioni e le cause non durano 20 anni)

Disponendo di un po' di tempo, voglio approfondire il mio pensiero con un esempio, molto semplificato, ma pratico:
un dipendente di lungo periodo viene licenziato per "ragioni economiche". L'azienda sarà tenuta a versargli 24 mensilita (36 secondo il decreto "Dignità")
Quindi ipotizzando che il dipendente percepisca 2000 € lordi medi al mese (1500 netti comprensivi di 13^ ecc) ricevera 48.000 € dall'azienda, soggetti a "tassazione separata"
Ora ditemi qual'è quella piccola o media azienda che "in crisi economica" vera ha disponibili 100-200-300 mila € per liquidare i suoi licenziati
L'azienda in crisi, per licenziare 1 solo tizio spende 50.000 €
Poi l'azienda verserà un contributo disoccupazione di € 1500 per ogni licenziato

Il licenziato dovrà pagare le tasse (a tassazione media) su quanto percepito di indennizzo: diciamo un 24%= 11.500€
Percepirà per 2 anni una indennita di disoccupazione che parte da 1.000 € lordi, ma cala del 3% al mese ogni 4 mesi (750€ di media= 18.000€)
Ci paghera sopra le tasse (11%= 2.000€?) ne restano netti 16.000

Lo Stato quindi incassa 11.500+1.500+2000= 14.000 e ne paga 18.000.
A carico di chi è la disoccupazione???
Dell'azienda in crisi, ma se sei davvero in crisi, meglio tenersi i dipendenti e non pagarli!
a meno che l'azienda in crisi non sia una megaazienda gran figlia di buonissima donna che in realta sta solo esternalizzando o delocalizzando aree produttive o gestionali......
Nel caso invece del dipendente infedele, fannullone, disgraziato ecc, si rischia di meno a licenziarlo per ragioni economiche e indennizzarlo che a impelagarsi in cause infinite

Ci sono poi i dati dell'Inps relativi alla limitazione e penalizzazione dei contratti a termine previsti dal Decreto Dignity
Dati fortemente sostenuti dal sito lavoce.info che vede tra i suoi soci Tito Boeri, Massimo Bordignon, Francesco Daveri, Lorenzo Fazio, Pietro Garibaldi, Silvia Giannini e Pietro Ichino
Non dubito dell'esattezza dei dati di base. Mi domando se mai come si fa a fare previsioni sul mondo del lavoro a 3 -5-10 anni????? Roba che manco la Sibilla Cumana ci proverebbe, viste le ampie variabili.
Facendo i filosofi? O trasmetetrndo dati certi lasciando a chi è stato deputato dai cittadini le scelte politiche/filosofiche?

Ne deduco che chi si lascia trasportare dall'entusiasmo, mai sarà in grado di fornire dati oggettivi ed integrati alla classe politica, tali da consentire scelte consapevoli.
Bene quindi imho che chi ama più filosofia della ragioneria (o magari è solo un ragioniere incapace) e non concorda con le idee del datore di lavoro che lo paga, vada a casa

O sbaglio?

Un decreto dignità trova i giusti equilibri, li pone in condizione di essere efficaci e offer pari opportunità a chi si alza la mattina per guadagnarsi il pane! Operaio o piccolo imprenditore che sia.
Contemporaneamente nazionalizza i falliti che sanno solo fare profitti per sè cinesizzando prodotto e lavoro altrui

caro Yatar
sono tanti anni che ci leggiamo a vicenda , e questa volta non ti sei schierato da nessuna parte (ovviando strettamente i temi nautici )
quindi hai dato in centro di una grande problematica che quando si vuole proteggere una parte "chiamata debole" (che tanto non lo è) più che fare un bene fa un danno.
ad esempio la legge matrimoniale (non si sposa più nessuno)
protezione nella maternità ( si evita forzatamente di prendere donne con volontà di fare famiglia)
proteggi tantissimo al dipendente (non assume nessuno a tempo indeterminato)
ecco ......ci sarà qualcuno che si invente delle legge imparziali che non punisca ne benefizi a nessuno??
a cosa sono stati pagati???

Faccio notare che nonostante il job act l'Italia era fanalino di coda in quanto ad assunzioni e crescita economica dell'unione europea, in pratica siamo al rimorchio degli altri paesi.
Io ne deduco che quella riforma non ha portato la competitività che dicevano e/o che ci sono altri fattori che limitano fortemente la competitività delle aziende italiane.
Se vogliamo parlare di quali siano questi fattori bhe, li ci sarebbe da ridere.

urbi ha scritto:

Io ne deduco che quella riforma non ha portato la competitività che dicevano e/o che ci sono altri fattori che limitano fortemente la competitività delle aziende italiane.
Se vogliamo parlare di quali siano questi fattori bhe, li ci sarebbe da ridere.

invece mi piacerebbe sentire qualche opinione, non so a cosa alludi in concordanza con le risate
ma io ne deduco.............. oltre al jobs act, o chiamatelo come volete........nella stra grande maggioranza delle aziende italiane conformate da 3 a 10 dipendenti , l'imprenditore si alza al mattino prima dei dipendenti e rientra a casa molto dopo per un chissà cosa .................
sia di una parte che dal altra c'è una mancanza, l'imprenditore è costretto sempre e comunque a una concorrenza spietata o sei vincente o chiudi perche nessuno ti guarda in faccia................ , invece il dipendente vuole sicurezza e stabilità .
come stanno le cose, non si potrà mai garantire stabilità a qualcosa che è completamente instabile
son già passati 48 anni dei gloriosi 1970, dove era tutto sicuro il mondo gira per un'altro verso

urbi ha scritto:

................. e/o che ci sono altri fattori che limitano fortemente la competitività delle aziende italiane.......

ropanda ha scritto:

........nella stra grande maggioranza delle aziende italiane conformate da 3 a 10 dipendenti .................
sia di una parte che dal altra c'è una mancanza, l'imprenditore è costretto sempre e comunque a una concorrenza spietata o sei vincente o chiudi perche nessuno ti guarda in faccia................

Due facce della stessa medaglia, imho
E' ovvio che il lavoro non si "inventa per legge", nè per l'imprenditore nè per il suo dipendente. E che in un mondo di piccole imprese il dipendente è legato a doppio filo con il suo datore di lavoro nella buona e cattiva sorte.

La Politica (P maiuscola) può (e deve!!) muovere delle leve che fanno partire e camminare la macchina.
Soprattutto in un Paese prevalentemente strutturato per il mercato interno e dove, nonostante la crescita dell'export, è proprio la crisi del mercato interno (-40%!!) che determina sia le crisi aziendali sia la perdita principale dei posti di lavoro.

Faccio un esempio: ha senso regalare 3 anni di contribuzione gratis alla catena di abbigliamento che assume 10 commesse e vende cinesate da 9,99 (comprate e prodotte da lavoro Cinese a 0,99), mentre il negoziante d'abbigliamento di fronte fatica a pagare a "prezzo pieno" la sua commessa e alla fine la licenzia?
Se poi ci si pensa la "contribuzione gratis" è a carico di tutti i lavoratori sotto forma di tasse o di crisi contributiva: hanno spostato oneri dallo stato alla pelle dei dipendenti e degli imprenditori.

Quante aziende salteranno, finita la droga del personale "a metà prezzo" e quale concorrenza sleale hanno fatto agli altri?

Per quanto si abbatta il costo del lavoro, fin dove dove dovremmo arrivare per essere competitivi? A retribuzioni cinesi? Ma poi? Le tasse, le rogne, gli obblighi a destra e a manca restanto comunque a carico dell'imprenditore Italiano.......

Ci sono tante soluzioni: magari incentivare chi parte con aziende nuove o chi assume davvero di più.
Favorire il pagamento dei debiti vs. lo stato con politiche dilatorie e intelligenti, perchè chi salta non ti da più nulla comunque.
Creare una burocrazia che non terrorizzi chi apre una partita iva più di quanto non lo spaventi affrontare il mercato
Non lo so, ognuno avrà una sua idea e io non ho ricette, ma quelle finora proposte hanno reso meno soldi di quanto sono costate, favorendo solo qualcuno.

Sicuramente il Mercato si muove come più gli conviene.
Per questo serve la Politica alla guida e non un Manager

Approposito di inciuci e commedie all' italiana, qualcuno di voi ha seguito la vicenda del Chievo calcio ? Una società con illeciti gravissimi accertati che per un presunto vizio di forma, non viene punita e lasciata a farsi il suo tranquillo campionato di serie A, a scapito naturalmente del Crotone, squadretta di poco conto, anche se sempre in regola con i bilanci.

Si, però alfre'...se già l'admin ci tollera quest'angolo di pseudo politica...se ci infiliamo il calcio dai fatturati truccati penso che ci chiude e butta via la chiave

Cesinho ha scritto:

Si, però alfre'...se già l'admin ci tollera quest'angolo di pseudo politica...se ci infiliamo il calcio dai fatturati truccati penso che ci chiude e butta via la chiave

Secondo te, questa non è politica malata ?

A mio avviso è legge.
Non ne capisco molto ma se esiste una forma essa va rispettata. Se non esistesse il vizio di forma credo che si aprirebbero scenari inquietanti, immagino una specie di far west della magistratura alle prese con miliardi di denunce senza fondamento, etc.
Ma davvero ne so meno di zero, quindi mi astengo.

Caro Roberto, una società che per tre anni ha falsificato i bilanci , giocando sulle subvalenze dei calciatori, tutto certificato da prove certe e indiscutibili, che se ne esce dalle maglie rotte per un vizio di forma, è una dura sconfitta per chi invece le regole le ha sempre rispettate.Siamo vicini all' inizio del campionato, ieri si è fatto il calendario e quindi sarebbe stato complicato far rispettare seriamente la legge . Poi, quando dall' altra parte la danneggiata è una squadretta di provincia, le cose si fanno ancora più facili. E' veramente una cosa vergognosa, che va ad aggiungersi alle tante vergogne di cui si è discusso su questo topic.