Grecia 2015: le nostre vacanze ed il loro rischio di default economico [pag. 16]

il teatrino è rimandato a sabato...

eltamin78 ha scritto:

il teatrino è rimandato a sabato...

OT

Etalmin, abbiamo lo stesso numero di messaggi,

ops no adesso ne ho uno di più

no

Gulliver

ne ho più io ora....

con tutti i cavalli che ho non riesco a raggiungervi

eltamin78 ha scritto:

ne ho più io ora....

Quanti?

No, uguali

Io ne ho quanti voi due messi assieme

Tornando al nocciolo della questione.
Ho già postato che sabato 30/6 ci sarà uno sciopero dei traghetti. La causa principale è i dipendenti che non prendono lo stipendio da mesi e questo può essere un problema oltre che per loro pure per noi. Soprattutto nei collegamenti interni

Alla stessa data la Grecia deve versare un mucchio di soldi con non ha e che la BCE non gli vuole prestare per pagare il prestito a meno che non facciano riforme che gli daranno ancora meno soldi per pagare il prestito ed il prestito del prestito.
I Greci chiedono un referendum che l'europa non vuole, come non volle quello del governo precedente, ben capendo quale sarà il risultato.

Intanto i Greci si stanno mettendo in tasca più euri possibile, finchè le banche ne danno ed in caso di ritorno alla dracma saranno "più ricchi" di prima, ma contemporaneamente creeranno una crisi di liquidità che potrebbe anticipare un crash, non potendo materialmente stampare banconote

Possibili scenari: fra un paio di giorni gli eurocrati rimedieranno la colossale figura di M che si meritano, dando i soldi alla Grecia e facendo felici i mercati finanziari cui interessa solo incassare

Oppure, per paura che a cascata qualcun altro chieda deroghe, smetteranno di finanziare la Grecia.
In quel caso, mancando materialmente le dracme, il governo potrebbe convertire virtualmente i conti correnti in dracme al cambio originario.
Le carte di credito quindi funzionerebbero sia al cambio con l'euro, sia per la vita quotidiana
Gli stipendi verrebbero pagati in dracme e quindi i servizi non dovrebbero interrompersi.
Non saldando i debiti, la Grecia disporrebbe di valuta "pregiata" per acquistare prodotti energetici ed altro da paesi "amici"

Ma noi ragioniamo in un rapporto dracma-euro.
A sto punto ci sarebbe da domandarsi se i suddetti speculatori apprezzeranno ancora l'euro, moneta che può fallire più facilmente di qualunque altra.
Sicchè, prima di partire per le vacanze (Grecia o altrove) mi domanderei se la cosa giusta sia convertire i mei euro in sterline o dollari....
O magari l'euro si apprezzerà, perchè i mercati spesso ragionano in modo imprevedibile

Stiamo ancora un po' alla finestra: Varoufakis è un cultore della "teoria dei giochi"
Vediamo se il suo autore, Nash, si è meritato il premio nobel: un pareggio, salvando la faccia, converrebbe a tutti

L'evoluzione della crisi greca, a mio modesto avviso, non promette nulla di buono soprattutto per i greci, ma nel, medio- lungo termine, potrebbe far rinsavire l'UE e l'eurozona, una volta smaltita la botta ed i conseguenti traumi.
Intanto si sta giocando da parte dei greci una partita strana : da una parte c'è il problema di Tsipras di mantenere la faccia davanti all'elettorato, dall'altra far ricadere tutte le responsabilità tecnica sulla Commissione europea ed il Fondo monetario, mentre quella politica sugli altri Paesi europei, Germania in testa. Il tutto facendo poi il pianto, greco naturalmente, verso tutti coloro che non hanno capito le buone intenzioni del proprio governo.
Anche la carta statunitense è stata giocata e l'ultimo appello che gli americani sembrano disposti ad accettare è una dichiarazione di "Paese in ritardo" nella restituzione dei soldi al Fondo monetario, prevista per il giorno 30 giugno, dilazionando i tempi.
Poi se anche questo non dovesse bastare partirà il referendum, secondo me dall'esito scontato ma non certo, sulla permanenza nell'Euro, con una campagna brevissima ma già da lungo tempo in atto, basata più su sentimenti di nazionalismo che su basi tecniche. Più che un esercizio di democrazia, un esercizio di demagogia per liberarsi anche di altre responsabilità politiche nel medio termine. Per Tsipras il problema più grosso nell'immediato sarebbe un "no" all'uscita dall'Euro.
Da una parte potrebbe avere maggiori concessioni, su logica politica, ma dall'altra sarebbe comunque costretto ad accettare condizioni in palese contrasto con il suo progetto politico. Potrebbero esserci quasi immediatamente altre elezioni, con un Paese sempre più allo sbando ed economicamente più zavorrato per cui tenerlo a galla ad ogni costo potrebbe non convenire più a nessuno, neanche politicamente.
Dall'altra parte l'uscita dall'euro comporterebbe una messa in vendita all'incanto della Grecia al miglior offerente, con Cina e Russia interessate per motivi strategici e commerciali e gli USA disposti, forse, anche loro a sborsare fondi, una specie di piano Marshall, per mantenere gli equilibri NATO.
Da qualsiasi parte arriveranno gli aiuti non saranno comunque per beneficenza ed a fondo perduto.
Poi ? Con una Dracma ipercompetitiva qualsiasi genere di importazione diventerebbe proibitivo e la valuta pregiata con cui pagare forniture essenziali non sarebbe eterna. Per il resto, per quanto possano inondare il mondo di olio, melanzane, feta, ouzo ecc. i grandi squilibri interni potrebbero acuirsi ed il turismo, senza investimenti, o finisce in mani straniere o davanti ad offerte non qualificate potrebbe non garantire gli introiti sperati.
L'Euro è una valuta "giovane" che avrebbe avuto bisogno di un periodo di gestazione molto più lungo per la sua messa a punto.
Lo stesso Draghi ha detto che l'uscita dall'Euro ella Grecia avrebbe portato a territori inesplorati e, penso, stiano già preparando le spedizioni i vari Colombo Cortes, Amudsen e Livingstone della speculazione. Potrebbe essere l'occasione per verificare realmente cosa può succedere, con un membro economicamente marginale, sulla scena strettamente politica comunitaria.
Potrebbe, il condizionale è d'obbligo, essere anche l'occasione politica di riconsiderare politicamente l'UE e la sua valuta, tenendo conto che subito dopo inizieranno i giochi sull'addossare responsabilità politiche, con la Germania sotto accusa, peraltro particolarmente sensibile e non avvezza a sentirsi imputare altre catastrofi e sempre con uno strano bisogno "d'affetto" dopo l'Ultima Guerra.