CARTEGGIO: l'angolo dello studente [pag. 3]

Ammiraglio di squadra I.S.
bobo (autore)
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- 21/198
90 sono i gradi (ed ecco le imprecisioni...scusate!)
90°

tu se ho capito sei veneto, ebbene immaginati nell'adriatico e che parti da chioggia verso le isole di metallo al largo...
al mattino vai verso est, CON prua VERA (Pv) di 90°, a sera, al ritorno, vai verso ovest con Pv di 270°....
metti caso che nella giornata che esci tira tutto il giorno in piacevole e fresco maestralino, che ti concede di prendere il sole senza arroventarti...

ok? ok...

allora al'andata il vento (leggero, sennò non usciamo!) ti colpisce con intensità di -ipotizziamo- 10 nodi e provoca uno spostamento della tua direzione effettiva di qualche grado, diciamo 4 o 5 gradi: in che direzione ti sposta mentre navighi?
al ritorno il vento è il medesimo, ma la tua direzione è opposta, da che parte ti colpisce ed in che direzione ti sposta nel tuo navigare?

come vedi non è che un certo vento ti colpisce da una certa parte, ma si deve sempre fare il raffronto tra la propria prua, la propria direzione, e quella del vento... così il maestralino della mattina ti colpisce sulla mura sinistra e ti sposta a destra, mentre al pomeriggio il medesimo vento ti colpisce sulla mura destra e ti sposta a sinistra....
per tornare alle definizioni, al mattino lo scarroccio sarà "positivo" e la compensazione di rotta "negativa", mentre al pomeriggio lo scarroccio avrà segno negativo e per compensarlo dovrò aggiungere gradi alla prua prevista...

guarda un orologio da partete un po' malmesso: se dico "tre" ma la lancetta delle ore è "pesante", tende alle 4..... per avere le tre, allora dovrò impostare le due!!!
dall'altra parte del medesimo orologio, accade la stessa cosa: dico le "nove" ma la lancetta pesante mi vira per le otto, ed allora la metto sulle 10, così ottengo le "nove" che volevo.....
da una parte ho tolto un'ora, dall'altra parte ho aggiunto un'ora!!! ma in entrambi i casi cosa ho veramente fatto?

ho "rimontato" il peso della lancetta.....
per tornare alo scarroccio, devo rimontare il vento ed a volte dovro' togliere gradi, a volte dovrò aggiungerne!!!!
dipende da dove mi colpisce il vento
(se provate a immaginare che per un fatto strano nell'universo l'impiantito è diventato la parete alla vostra destra, l'esempio dell'orologio calza sempre, solo che il "mezzogiorno" non son più le 12 ma le 9.... provate a fare lo spesso esempio con le lancette sulle 12 e sulle 6.... vi accorgerete che vale sempre la regola VENTO DA DESTRA scarroccio NEGATIVO e viceversa)

capito ora?
Sottocapo
lucaam86
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- 22/198
Oooooh perfetto, spiegazione veramente esaustiva ti faccio i miei complimenti per il "metodo" facilitato con cui riesci a rendere i concetti!
Io però non sono Veneto ma Romano (provincia di Roma, Velletri precisamente) però ho capito praticamente tutto quello che hai scritto sullo scarroccio.
Io dentro la mia testa ho fatto l'esempio di una giornata di pesca con molto vento in un laghetto.
Quando tirerò l'amo in acqua il galleggiante tenderà a spostarsi verso la direzione del vento con il pericolo che si incastri con altri galleggianti e dover sempre ritrarlo fuori acqua e rilanciarlo (una scocciatura)
Se io volessi mantenere il più possibile il galleggiante in acqua senza farlo intrecciare con gli altri a causa del vento lo dovrò certamente lanciare in modo da "rimontare" il vento permettendo appunto al galleggiante una permanenza più elevata nell'acqua.
Se il vento soffia da sinistra vs destra io il galleggiante lo lancierò un po più a sinistra rispetto a dove lo avrei lanciato senza vento.

Questa spiegazione potrebbe complicare il tutto anche se nella mia testa è la prima che mi è venuta!!! Sbellica
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo (autore)
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- 23/198
va bene, ad ognuno i suoi modi di "leggere" e "capire" e soprattutto "memorizzare" la realtà......
Sottocapo
lucaam86
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- 24/198
A tuo avviso qual'è la cosa più difficile da capire e da studiare nel programma per le patenti senza limiti?
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo (autore)
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- 25/198
la meteorologia
Sottocapo
lucaam86
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- 26/198
bobo ha scritto:
la meteorologia


Ah si? Quindi non il carteggio? Sembra l'incubo di tutti il carteggio...meglio così! Smile
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo (autore)
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- 27/198
ma senti cosa devo sentire da un designer!!!!
dai che per te è una passeggiata!
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo (autore)
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- 28/198
- Ultima modifica di bobo il 22/11/10 00:22, modificato 5 volte in totale
LE COORDINATE sulla cartina, l'uso delle squadre e del compasso.
il successivo problema che ci pone il tema proposto riguarda il corretto uso delle squadrette e del compasso nel tracciare un punto di coordinate note.
le squadrette hanno una doppia scala di gradi sui due cateti (da 0° a 180° e da 180° a 360°) e il decimetro sull'ipotenusa (io per comodità mia le definisco triangoli rettangoli, non isosceli)
regole n° 1 per le squadrette:gli angoli sui cateti, le linee (e il lapis) sull'ipotenusa
regole n° 2: le squadrette vengono a contatto solo cateto/ipotenusa, mai cateto/cateto l'unica eccezione riguarda l'allungamento di una linea, caso nel quale le squadrette possono toccarsi ipotenusa/ipotenusa...
(ho visto una partaccia mica da ridere all'esame su questo "se lei non ha neanche la manualità, come può pensare di far bene l'esercizio? ")

allora, assodate le poche regole sulle squadrette vi dico l'unica cosa che in un eventuale calo di tensione vi può far volare fuori:
a volte può succedere che si traccia una linea perfettissima.... ma per disavventura si legge il dato sbagliato sulla squadretta
infatti, il "goniometro" delle squadrette ha un segreto: usatele sempre con l'angolo retto rivolto verso di voi.
da una parte perchè è in questo verso che si leggono i gradi (al contrario son proprio messi a capo all'ingiù i numeri!)
dall'altra: se andate a destra leggete il dato numerico "di sotto" se andate "a sinistra" leggete il dato numerico "di sopra"
per capire si dovrebbe avere in mano una squadretta da carteggio !
in ogni caso, usate sempre la testa, si fa presto a tracciare (bene) per 22° e scrivere (male) 202°!!!!!

ah un'ultima precisazione che all'inizio tardai un pochino a capire: cosa diavolo rappresentano quei maledetti gradi sulle squadrette????? quei gradi, badando di leggerli sempre su un medidiano, ed allineati con il centro della squadretta - ben segnalato da una sacco di linee a squadra che vi convergono ed anch'esso posizionato esattamente sul medesimo meridiano - vi danno immediatamente l'esatta angolazione rispetto al nord dell'ipotenusa
quindi se dovete capire che direzione ha una retta, posizionate l'ipotenusa (per la verità la linea che gli corre parallela appena sotto il decimetro) lungo la retta e poi traslate (se non ci siete già sopra) la squadretta lungo uno dei cateti appoggiandola all'altra (ricordate? appoggiatele cateto/ipotenusa!) fino a che il "centro" (è vicino allo 0 del decimetro) non si trova su un meridiano, a questo punto guardate sotto e leggete due gradazioni.... quella di sotto vi da la gradazione che va a destra (da 0 a 180°) quella di sopra la direzione che va a sinistra (da 180 a 360°).... in ogni caso prima di decidere se (come nell'esempio di cui sopra) l'angolo è 22° oppure 202° riflettete bene, tenendo a mente la rosa dei venti (vale a dire il cerchio graduato dei 360°)

tornando alle coordinate note: prima di tutto inquadrate "ad occhio" la zona della cartina individuata dalle coordinate (si fa presto - dopo un po' di pratica-, le cartine sono "reticolate" ed i reticoli vanno con le decine di primi...) poi una volta individuato il reticolo all'interno del quale è sicuramente situato il punto da tracciare, prendete il compasso e misurate la "residua latitudine" (poi spiego...)
e la riportate sul lato sinistro del reticolo di interesse. da qui tracciate una linea leggera o tratteggiata con la squadretta a 90°
si fa presto: si mette il vertice della squadretta proprio sulla linea del meridiano sul quale abbiamo trasportato la residua latitudine, lo "zero" del decimetro preciso sul punto individuato col compasso... poi lapis in mano e via verso destra!!!!
abbiamo così tracciato un nuovo "arco di parallelo" alla nostra giusta latitudine, adesso basta che col compasso misuriamo la "residua longitudine" e la riportiamo sul nostro arco di parallelo appena tracciato...
et voila', il punto è servito.

Mi rendo conto che son parole sensa senso apparente per chi non ha mai preso in mano una squadretta, ma è semplice,se mi capita provo a fare una 30ina di secondi di filmatino in bassa risoluzione e lo posto....

ad esempio, in questa immagine vedete una squadretta correttamente posizionata per evidenziare (per poi magari tracciare) una rotta o di 125° - che andrebbe verso il basso a destra- o di 305° -che andrebbe verso l'alto a sinistra.
LE COORDINATE sulla cartina

Sottocapo
lucaam86
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- 29/198
bobo ha scritto:
ma senti cosa devo sentire da un designer!!!!
dai che per te è una passeggiata!


ancora non designer!!! Smile Dai mi impegno per sta patente sennò continuerò a poter parlare sempre e solo di mobili e tappeti e mai di carena e deadrise! Smile
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo (autore)
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- 30/198
- Ultima modifica di bobo il 17/07/10 21:43, modificato 1 volta in totale
(poi spiego)
a invece mi ero scordato di spiegare.... Sbellica
il reticolo entro il quale avete giudicato essere il nostro punto da tracciare e' delimitato a sinistra ed in basso rispettivamente da un meridiano ed un parallelo.
questi sono gli ultimi riferimenti di valore "intero" (alle decine di primi) dai quali ripartire con le nostre "residue" latitudini e longitudini note.
In pratica da adesso questi assi cartesiani funzioneranno come il nostro greenwich ed il nostro equatore, al fine di individuare e tracciare il maledetto punto in mezzo al mare...
siccome sono come abbiamo detto alle "decine" di primi, per il punto N42°55'06'' E10°25'54' il mio meridiano di riferimento sarà quello 42°50' Nord e il parallelo di riferimento quello 10°20' Est.
all'interno di quel determinato reticolo, le "coordinate residue" saranno 5'06''N e 5'54'' E (42°55'06''N-42°50'N= 5'06''N || E10°25'54'-10°20'E = 5'54'' E)
trovo la latitudine sul mio meridiano di riferimento, traccio con la squadretta un arco di parallelo e poi su questo misuro la residua longitudine
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