Con mare mosso, meglio dislocamento o planata? [pag. 2]

Ammiraglio di squadra
Gulliver
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- 11/128
Non puoi decidere dove va il mare ma puoi regolare la rotta di conseguenza, con i bordi.

Il mare va tenuto al traverso e la velocità deve essere di planata, superiore a quella delle onde per poterle scavalcare, o meglio farsele passare sotto, senza subirle.

Si lavora di manetta ma soprattutto di timone: considerate l'onda come una parabolica, e planateci tenendone la direzione scavalcandola e cambiando poi direzione per la discesa.

Esempio, mare al traverso da dritta, punto l'onda che sale, non perpendicolarmente, ma con un angolo molto basso, salendoci sopra in semidiagonale, e virando largo a sinistra (il tubolare di dritta è più in alto ma tutto il gommone è ben appoggiato sull'acqua) la velocità è importante per evitare di subire, quando arrivo in prossimità della cresta cambio direzione, poggiando a dritta e prendo la discesa sempre viaggiando quasi parallelo.

Non si salta e non si subisce il mare. Le virate sono sempre appena accennate, tranne il cambio di direzione sulla cresta al momento di scavalcare.

Oppure rimango in porto.
Contrammiraglio
brava22wa
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- 12/128
Vorrei vedere quanto i neofiti, leggendo quanto si sta suggerendo, saranno in grado di fare, va bene i fondamentali,
ci vuole però pratica ed esperienza, certe cose non le si imparano leggendo, pratica, qualche botta, qualche imbarcata d'acqua e si impara sempre in sicurezza.
Ammiraglio di squadra
Gulliver
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- 13/128
@brava 22 la domanda era: con il mare mosso è meglio la planata o il dislocamento? Non era mare mosso per neofiti; ovviamente la manovra che suggerisco la fa chi conosce esattamente il battello e lo ha già sperimentato a lungo, comunque è una tecnica che si impara rapidamente, ci si può esercitare con le onde di scia di qualcun altro, prendendole non di prua, ma facendole scorrere sotto al traverso, ed esercitandosi nella conduzione.
Capitano di Fregata
urbi
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- 14/128
Per i neofiti sarebbe il caso di utilizzare i termini corretti, Gulliver tu non stai prendendo l'onda al traverso ma al mascone (la sali in diagonale).
Più in generale mettendosi a prendere al traverso (sul lato) onde di 2 metri con uno scafo largo 2-2,5 mt c'è il rischio di mettersi la barca per cappello (basta trovarne una frangente).
Marinaio d'acqua dolce.
Capitano di Corvetta
gianpippo
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- 15/128
E' capitato qualche volta di rientrare da battute di bolentino con mare mosso, con onde importanti e raffiche.
Per quanto mi riguarda faccio entra-esci dalla planata giocando molto con l'acceleratore, e prendendo l'onda di mascone o di giardinetto, allungando la rotta se necessario. Il consumo di carburante in questo modo aumenta notevolmente ma si riesce quasi sempre a tenere un livello di comfort decente.
Alcune piccole precisazioni: l'altezza delle onde di cui si parla nell'oggetto fa riferimento al livello "molto mosso" sulla scala di stato del mare, una condizione che inizia ad essere davvero critica per le imbarcazioni di cui ci si occupa su questo forum, oltre a richiedere molta esperienza. Ad un certo punto è meglio star fermi al riparo ed aspettare che passi.
Altra precisazione, ma forse è stato un lapsus, qualcuno ha scritto di prendere le onde al traverso; ecco, questa è una cosa che non bisognerebbe mai fare, non ci si rende conto della forza e della violenza dell'onda e si introduce un beccheggio davvero pericoloso.
Per il resto il mare si trasforma, quando è calmo sembra la cosa più innocua e pacifica del mondo, ma quando si in***za non si riesce neanche a capire da dove possa venire tutta quella forza. Occhio alle previsioni e, se non ci si sente di affrontarlo, due ancore e si aspetta al riparo che passi.

--
G.
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 16/128
Io effetti io capisco esattamente cosa intende Gulliver... un andamento a lento scondinzolo domando le creste essenzialmente di mascone. Lo faccio anche io, come anti altri.
Ma bisogna vederlo per capirlo veramente.
Contrammiraglio
brava22wa
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- 17/128
Io dico che bisogna valutare tante cose, e poi bisogna giocare di manetta e di timone, anche a costo di impiegare piu' tempo e bisogna guardare non solo l'onda contro cui ti stai andando ad impattare, ma bisogna vedere anche la successiva.
Ammiraglio di divisione
ant
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- 18/128
Prima di un'uscita in mare è bene sempre accertarsi delle condizioni del tempo ascoltando un Bollettino Meteo.
A parte questa raccomandazione scontata, può succedere che in piena estate le condizioni del tempo cambino improvvisamente con colpi di vento e mare mosso.
Per cui si sa che in mare tutto può accadere e bisogna essere pronti ad affrontare il vento e le onde.
La teoria che ho letto nei post è un'ottima base di studio. Però trovarsi nel bel mezzo di un mare che sta cambiando velocemente è ben diverso per chi non ha esperienza e soprattutto non conosce i limiti della propria imbarcazione. Conoscere il proprio mezzo ti fa prendere la decisione giusta. Altra cosa molto importante è mantenersi tranquilli, senza lasciarsi prendere dal panico e dalla voglia di fuggire via a tutta birra. A volte se non ce la si fa è più saggio fermarsi e mettersi alla kappa aspettando che il vento cali (d'estate spesso succede che si alzi vento nelle ore del primo pomeriggio per poi calare quando la temperatura dell'aria comincia a scendere).
Non voglio andare in OT ma red1 ha espresso in maniera semplice e chiara il comportamento da tenere quando ci si trova con un mare non proprio semplice.
Qui nel Salento siamo abituati al mare mosso, si esce con mare piatto la mattina, e verso le 11.00 comincia a montare il vento ed alle 14.00 ti ritrovi con piu' di un metro d'onda di scirocco. Quindi si mette in conto ad ogni uscita.
Son d'accordo a lavorare con timone e manetta e distribuire i pesi a bordo in maniera ottimale in modo da avere un buon assetto per affrontare le onde.
"Marinaio con la salsedine nel sangue, la pelle di squalo e il cuore che batte al ritmo delle onde" ...

-Soltanto un motociclista riesce a capire perché i cani amano mettere la testa fuori dal finestrino-
Capitano di Corvetta
Greg81
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- 19/128
in dislocamento assolutamente no!
io cerco di tenere una via di mezzo tra la planata e il dislocamento, in pratica il gommone è gia fuori dall'acqua ma ancora non si è steso, con la prua bella alta, si consuma molto ma si naviga abbastanza bene è si riesce a manovrare benino, in dislocamento non si riesce a contrastare la direzione delle onde e si rischia di entrarci dentro.
poi la regola è di fare un andatura a "s" quindi puntare l'onda al mascone e virare sottovento quando si scavalla cosi da non saltare e accompagnare la poppa durante la discesa
Ammiraglio di squadra
Gulliver
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- 20/128
urbi ha scritto:
Per i neofiti sarebbe il caso di utilizzare i termini corretti, Gulliver tu non stai prendendo l'onda al traverso ma al mascone (la sali in diagonale).
Più in generale mettendosi a prendere al traverso (sul lato) onde di 2 metri con uno scafo largo 2-2,5 mt c'è il rischio di mettersi la barca per cappello (basta trovarne una frangente).


Io ho scritto: "Il mare va tenuto al traverso" non ho scritto di prendere le onde al traverso, tanto è vero che ho scritto che vanno attaccate in diagonale, e, se vuoi essere preciso sui termini, l'angolo d'attacco che io utilizzo è quello dell'anca di prua.

L'onda che frange, ovviamente, non puoi scavalcarla in quel modo, ma la manovra che ho suggerito non era per neofiti, è ovvio che devi avere l'esperienza per capire quando scavalcare l'onda, quando attaccarla, proprio per questo l'andatura è al traverso, perché puoi poggiare se l'onda frange e invece attaccarla, orzando, appena ne hai la possibilità.

Una cosa è l'andatura, una cosa è l'angolo di attacco all'onda, ma se ben due utenti non mi hanno capito vuol dire che mi sono espresso male, e me ne scuso.

Io comunque navigo in questo modo, scelgo dove scavalcare le onde e guadagno mare appena possibile, la barca non salta e l'equipaggio è felice.

Wink
Sailornet