Cambio marce nei fuoribordo? Elica a passo variabile? [pag. 8]

Capitano di Corvetta
fisherman1
Mi piace
- 71/76
mavala ha scritto:
credo che questa sia l'unica disponibile x fuoribordo: la famigerata Propulse, grande difetto essere in plastica e quindi subire forti deformazioni con conseguente regresso...
si allentano 4 bulloni con una brugola e si gira la ghiera, il tutto richiede meno di un minuto
la mia, che uso come rispetto, è 13x 16-17-18

re: Cambio marce nei fuoribordo? Elica a passo variabile?

Ci sono anche le Piranha, sempre USA. Fibra di carbonio e fibra lunga nylon, sostengono avere una resistenza del 15% superiore a quella dell'alluminio https://www.piranha.com
BWA Sixone Selva(yamaha) 40/60 4 tempi
Cagliari
Ammiraglio di divisione
mavala
Mi piace
- 72/76
fisherman1 ha scritto:

Ci sono anche le Piranha, sempre USA. Fibra di carbonio e fibra lunga nylon, sostengono avere una resistenza del 15% superiore a quella dell'alluminio https://www.piranha.com


le piranha sono eliche composte, ma se vuoi variare il passo devi cambiare le pale, non sono multipasso come le Propulse
MaGiJa II - ZAR 65, Yamaha F200G
Ex Zar 61 - Zar 53 - Zar 47
Capitano di Corvetta
fisherman1
Mi piace
- 73/76
mavala ha scritto:
fisherman1 ha scritto:

Ci sono anche le Piranha, sempre USA. Fibra di carbonio e fibra lunga nylon, sostengono avere una resistenza del 15% superiore a quella dell'alluminio https://www.piranha.com


le piranha sono eliche composte, ma se vuoi variare il passo devi cambiare le pale, non sono multipasso come le Propulse

Hai ragione intendevo segnalare che con le tre pale di diverso passo anche con queste nel giro di un minuto cambi le prestazioni
BWA Sixone Selva(yamaha) 40/60 4 tempi
Cagliari
Capitano di Corvetta
Francesco79
Mi piace
- 74/76
Quella citata da Max ha il meccanismo interno al mozzo che varia il passo durante l'utilizzo, immagino funzioni tipo variatore centrifugo, con delle masse scorrevoli che aumentano il passo all'aumentare del regime.
Ovviamente per i fuoribordo non si potrebbe fare, visto che il mozzo deve essere cavo per il passaggio dei gas di scarico.
Non ritengo comunque porti a grandi vantaggi un sistema simile per due motivi:
- in fase di accelerazione l'elica ha un regresso molto alto, in sostanza gira molto più velocemente di quanto farebbe in condizioni di velocità costante, questo fa aumentare il passo al meccanismo, portando il motore a lavorare con un carico maggiore ad un regime di rotazione minore e non è detto che il motore sia in grado farcela, a meno che non ci sia un dispositivo in grado di "leggere" il regresso dell'elica.
- le pale orientabili devono essere costruite seguendo una particolare geometria, altrimenti l'elica ha un rendimento penoso, come si vede dalla foto che ho postato prima, la radice di pala deve essere molto piccola e lo skeg accentuato.
In un'elica per mozzi efb e fb questo è irrealizzabile ed il gap tra pala e mozzo (vedi elica mercury) genera turbolenza (spreco di energia) alla radice della pala, che disturba il flusso sulla pala vicina abbassandone ulteriormente la resa, inoltre la turbolenza in certe condizioni (non rare) genera cavitazione che mangia il metallo.

Nell'ottica di ottenere una variazione di passo dinamica, secondo me ,ad oggi, l'unico sistema è quello di scaricare le pale con dispositivi di ventilazione, vedi le eliche con mozzi dai fori calibrati, vedi tubi di scarico a ridosso dell'elica che si impiegano nelle eliche di superficie, vedi pistoni idraulici che alzano il mozzo sopra il pelo dell'acqua sempre nelle propulsioni di superficie.
Non è una variazione del passo geometrica, ma il risultato è ugualmente valido dal punto di vista del carico sul motore, dal punto di vista dell'efficenza idrodinamica non so, ma anche fosse bassa, il sistema ne risentirebbe solo nelle fasi di transizione da dislocante a planata, certo che per chi va spesso in dislocamento (traina) o nell'apri chiudi della navigazione con mare formato (già più grave) risulterebbe problematico.
Everything should be made as simple as possible,but not simpler. (A.E.)
Ammiraglio di divisione
mavala
Mi piace
- 75/76
Francesco79 ha scritto:


Nell'ottica di ottenere una variazione di passo dinamica, secondo me ,ad oggi, l'unico sistema è quello di scaricare le pale con dispositivi di ventilazione, vedi le eliche con mozzi dai fori calibrati, vedi tubi di scarico a ridosso dell'elica che si impiegano nelle eliche di superficie, vedi pistoni idraulici che alzano il mozzo sopra il pelo dell'acqua sempre nelle propulsioni di superficie.
Non è una variazione del passo geometrica, ma il risultato è ugualmente valido dal punto di vista del carico sul motore, dal punto di vista dell'efficenza idrodinamica non so, ma anche fosse bassa, il sistema ne risentirebbe solo nelle fasi di transizione da dislocante a planata, certo che per chi va spesso in dislocamento (traina) o nell'apri chiudi della navigazione con mare formato (già più grave) risulterebbe problematico.


quest'estate ho provato la Raker 13,25x18 con i famosi ventilation holes...vi racconto la mia esperienza.
Il passo 18 era sicuramente un pò troppo abbondante per il pesante complesso Zar/115d.i., ma pensavo di avere dei giovamenti dall' "effetto frizione" che mi avrebbero indotto i succitati fori, in realtà i gas fanno "sfrizionare" l'elica, ovvero il motore andva su di giri senza però trasformarli in velocità il che vuol dire aumento verticale del regresso e una tentenza odiosa ed eccessiva alla cabrata finchè, per effetto della rotazione, dai fori non usciva più gas di scarico, a questo punto il tiro riprendeva ma, secondo me, senza nessun grande vantaggio, tanto è vero che con i fori tappati il comportamento non variava di molto... e questo la dice lunga...
Concludendo oltre 37kts a poco più di 5000 giri, ma per entrare in planata un vero supplizio, insomma è un'elica votata alla velocità e di conseguenza non il massimo come spinta iniziale, decisamente da sconsigliare su mezzi pesanti con o senza fori
MaGiJa II - ZAR 65, Yamaha F200G
Ex Zar 61 - Zar 53 - Zar 47
Tenente di Vascello
jdannya
Mi piace
- 76/76
Francesco79 ha scritto:
Quella citata da Max ha il meccanismo interno al mozzo che varia il passo durante l'utilizzo, immagino funzioni tipo variatore centrifugo, con delle masse scorrevoli che aumentano il passo all'aumentare del regime.
Ovviamente per i fuoribordo non si potrebbe fare, visto che il mozzo deve essere cavo per il passaggio dei gas di scarico.
Non ritengo comunque porti a grandi vantaggi un sistema simile per due motivi:
- in fase di accelerazione l'elica ha un regresso molto alto, in sostanza gira molto più velocemente di quanto farebbe in condizioni di velocità costante, questo fa aumentare il passo al meccanismo, portando il motore a lavorare con un carico maggiore ad un regime di rotazione minore e non è detto che il motore sia in grado farcela, a meno che non ci sia un dispositivo in grado di "leggere" il regresso dell'elica.
- le pale orientabili devono essere costruite seguendo una particolare geometria, altrimenti l'elica ha un rendimento penoso, come si vede dalla foto che ho postato prima, la radice di pala deve essere molto piccola e lo skeg accentuato.
In un'elica per mozzi efb e fb questo è irrealizzabile ed il gap tra pala e mozzo (vedi elica mercury) genera turbolenza (spreco di energia) alla radice della pala, che disturba il flusso sulla pala vicina abbassandone ulteriormente la resa, inoltre la turbolenza in certe condizioni (non rare) genera cavitazione che mangia il metallo.

Nell'ottica di ottenere una variazione di passo dinamica, secondo me ,ad oggi, l'unico sistema è quello di scaricare le pale con dispositivi di ventilazione, vedi le eliche con mozzi dai fori calibrati, vedi tubi di scarico a ridosso dell'elica che si impiegano nelle eliche di superficie, vedi pistoni idraulici che alzano il mozzo sopra il pelo dell'acqua sempre nelle propulsioni di superficie.
Non è una variazione del passo geometrica, ma il risultato è ugualmente valido dal punto di vista del carico sul motore, dal punto di vista dell'efficenza idrodinamica non so, ma anche fosse bassa, il sistema ne risentirebbe solo nelle fasi di transizione da dislocante a planata, certo che per chi va spesso in dislocamento (traina) o nell'apri chiudi della navigazione con mare formato (già più grave) risulterebbe problematico.


Riprendo questo vecchio topic a cui sono arrivato dopo ricerche scaturite da un più recente topic sul cambio di marcia nei fuori bordo (https://www.gommonauti.it/ptopic73152_progettare_motori_marini_con_cambio_rapporti_si_puo.html).

Condivido al 100% il post di Francesco79, specie i ragionamenti inerenti alla geometria delle pale. Riguardo invece alla necessità di affiancare ad un ipotetico variatore centrifugo un meccanismo che consenta di tenere conto del regresso dell'elica avrei un'idea.
Chi sa cose il MOTH?? E' questa veloce mono-posto a vela
re: Cambio marce nei fuoribordo? Elica a passo variabile?

Bene, dovete sapere che questo barchino riesce ad "uscire dall'acqua grazie a delle ali, dette foil, poste ai lati nella parte inferiore della deriva centrale e del timone. il principio di funzionamento di queste ali è comune a quello degli aliscafi, però a differenza di questi ultimi, i Moth "volano" a velocità diverse a seconda del vento e dell'andatura, per tale motivo, per evitare di prendere il "volo" sul serio, hanno un meccanismo di auto regolazione dell'incidenza delle ali poste sulla deriva centrale (quelle poste sul timone sono regolate dal timoniere, mi pare ruotando lo stick o prolunga della barra del timone).
Il meccanismo in questione è quella antenna che nella foto si vede uscire da sotto la prua dello scafo e che, a livello dell'acqua, ha una specie di cucchiaio necessario a "sentire" la pressione dell'acqua. Meccanicamente, al variare dell'inclinazione di questa antenna varia l'incidenza delle ali: antenna in verticale --> barca molto sollevata --> velocità elevata --> incidenza minima; antenna orizzontale --> barca immersa --> velocità bassa --> incidenza elevata.

Veniamo a noi finalmente. se una simile antenna (più piccolina, qualche centimetro potrebbe essere sufficiente) venisse posta sul lato del piede dell'elica potrebbe comandare il meccanismo che varia l'incidenza delle pale dell'elica. Ovviamente dovrebbe essere un progetto integrato Elica - motore e non limitato alla sola elica. in questo modo si potrebbe avere a velocità ridotte un passo dell'elica molto corto, all'aumentare della velocità un passo via via più lungo. Se il tutto venisse ben calibrato, eventualmente sfruttando anche un sistema tipo variatore centrifugo quale correttore, il motore girerebbe sempre in coppia, non si avrebbe cavitazione, si avrebbe una migliore ripresa, migliori consumi e migliore velocità massima.
Che ne pensate?

Io non sono ingegnere (anche se spesso mi chiamano/confondono per ingegnere) ma se qualcuno del mestiere ritenesse l'idea fattibile...dai non chiedo riconoscimenti per i diritti d'autore, mi accontento di fare da "cavia"!!!
Laughing Laughing
Daniele
Polpetta, Saver 690 Sport Cabin + Yamaha 200cv 4T + Mercury 4CV 4T
Raffica, ITA483 - Nauticalodi Meteor + Honda 2.3CV 4T
ex Superpippo, Aquamar Bahia 20 cabin + Suzuki DF 90CV 4T
Sailornet