Adempimenti per l'uso del VHF su tutti i canali [pag. 5]

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TheGiangi (autore)
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- Ultima modifica di TheGiangi il 14/10/09 12:12, modificato 1 volta in totale
Facendo un po' di ricerche e quadrature tra le varie norme e moduli ho scoperto una cosa da lasciarmi di stucco.
Un noto politico (purtroppo anche un po' mafioso, ma questo non inficia l'affermazione) disse: "A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca" (più o meno).

Non mi quadrava la discrepanza tra definizione di "Certificato limitato di Radiotelefonista" e la "Licenza di esercizio apparati radio a bordo".
La prima mi abilita alla operatività sulle sole frequenze nautiche, per un massimo di 60watt e stazza fino a 150t (qui sta la limitazione).
La seconda all'utilizzo dell'apparato esclusivamente ai fini della salvaguardia della vita umana in mare (SENZA SVOLGERE TRAFFICO DI CORRISPONDENZA PUBBLICA).

La cosa non mi suonava bene. C'era qualcosa che non andava in queste dichiarazioni e cosi sono andato a spulciare il
Citazione:
DECRETO LEGISLATIVO 18 luglio 2005, n. 171 - Codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, a norma dell'articolo 6 della legge 8 luglio
2003, n. 172. (G.U. n. 202 del 31 agosto 2005 - Suppl. Ord. n. 148)



bene, all'articolo 29 (apparati ricetrasmittenti di bordo) al comma 6 si dichiara:

Citazione:
6. La domanda per il rilascio della licenza di esercizio dell'apparato radiotelefonico installato a bordo dei natanti, corredata della dichiarazione di conformità, è presentata all'ispettorato territoriale del Ministero delle comunicazioni avente giurisdizione sul luogo in cui il richiedente ha la propria residenza. Il medesimo ispettorato provvede ad assegnare un indicativo di chiamata di identificazione, valido indipendentemente dall'unità su cui l'apparato viene
installato, e a rilasciare, entro quarantacinque giorni, la licenza di esercizio.


Quindi per utilizzare la radio normalmente, senza effettuare traffico di corrispondenza pubblica e non solo per la salvaguardia della vita in mare, occorre compilare una modulo dove viene definito l'indicativo di chiamata di identificazione da parte dell'ispettorato.
Il modulo sarà identico a quello utilizzato oggi, ma senza la dichiarazione della salvaguardia della vita in mare e con uno spazio per registrare detto identificativo.
Entro 45 giorni deve arrivare a casa la licenza di esercizio con indicato l'identificativo assegnato.

Come mai l'ispettorato non ne fa menzione in alcun modo? Semplice, meno rogne per tenere un registro degli identificativi per gli apparati di bordo dei natanti.
Parlo di natanti e non di imbarcazioni perchè il modulo per le imbarcazioni invece c'è ed è disponibile sul sito dell'ispettorato del lazio, visto che è obbligatorio.

Chiaro che poi nella pratica, tutti usano il VHF per conversare tra barche, aggirando la norma, in fondo siamo italiani.
Però, perchè non posso stare in regola e rimanere sempre ricattabile dal controllore di turno?

Il prossimo passo che farò sarà andare a parlare direttamente con qualcuno all'ispettorato per avere chiarimenti in merito, armato di tutti i riferimenti normativi.

Vi tengo aggiornati.

G
Seguite l'onda, belli!

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VanBob
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Mi sto proprio incuriosendo.... Thumb Up
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TheGiangi (autore)
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VanBob ha scritto:
Mi sto proprio incuriosendo.... Thumb Up


Guarda, pure io.
In pratica, per chi non ha voglia di leggere tutto il post precedente:
tutti noi che abbiamo il VHF per poterlo utilizzare in regola dovremmo presentare richiesta come quella che si è compilata fino ad oggi senza la dichiarazione sulla salvaguardia della vita in mare e con lo spazio per l'assegnazione dell'identificativo.
anche se la legge lo prevede, questo tipo di modulo non esiste, almeno apparentemente.

Bah, G
Seguite l'onda, belli!

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kiterman
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Sarebbe bello avere l'identificativo anche per poter usare appieno il tastino "DISTRESS"...................se proprio necessario Super Super Super
Una volta che avrete conosciuto il volo
camminerete sulla terra guardando il cielo
perchè la siete stati e la desiderate tornare.
L. da V.
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gquaranta
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TheGiangi ha scritto:
......... noi che abbiamo il VHF per poterlo utilizzare in regola dovremmo presentare richiesta come quella che si è compilata fino ad oggi senza la dichiarazione sulla salvaguardia della vita in mare e con lo spazio per l'assegnazione dell'identificativo.
anche se la legge lo prevede, questo tipo di modulo non esiste, almeno apparentemente.
Bah, G

Sono proprio curioso anche io.
La mancanza di un modulo non provoca certo l'abrogazione di una legge.
Giorgio

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rickyps971
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Ciao a tutti,
premetto che ho letto solo "il riassunto delle puntate precedenti".
Per quel che ne so io, il nominativo internazionale viene rilasciato contestualmente al rilascio della licenza di utilizzo VHF.
Nel caso delle imbarcazioni, la licenza va richiesta all'Ufficio delle Telecomunicazioni competente tramite la Capitaneria di Porto, mentre per i natanti la deve richiedere direttamente l'utilizzatore.
Per le imbarcazioni è un codice alfanumerico (il mio era di due lettere e quattro cifre), nel caso dei natanti, può essere legato al nome della barca, o dell'armatore (il richiedente).
La licenza è obbligatoria per qualsiasi apparato installato a bordo ed anche per i dispositivi portatili.
Diversa cosa è il certificato limitato RTF, che è obbligatorio per chiunque utilizzi l'apparato VHF (a bordo, ne basterebbe uno).
Ora, da quel che ne so io, non è che se chiami un amico sul canale 14 per chiedergli dove si trova, devi avere l'abbonamento a Telecom o Telemar, perchè le brevi comunicazioni, anche se non effettuate strettamente per la salvaguardia della vita in mare, sono quanto meno tollerate.
Il canone si paga nel momento in cui vuoi utilizzare il VHF come radiotelefono vero e proprio, allora ti abboni, chiami, che ne so, Civitavecchia Radio, e da qui ti abilitano la comunicazione come radio telefono alle utenze che vuoi tu.
Per potere attivare il tastino "DSC" bisogna richiedere, agli stessi uffici, il codice MMSI (è lo stesso che si utilizza per l'EPIRB) che va poi inserito nell'apparato VHF.
Questo è quello che mi risulta attualmente; se ho ripetuto qualche concetto già espresso da qualcuno o se sono OT, chiedo scusa.
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
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rickyps971
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Ora ho letto qualche messaggio in più;
Scusate, ma non mi risulta che i partecipanti ad eventi in mare (regate, manifestazioni, etc.) paghino alcun canone per comunicare tra loro (solo per fare un esempio).
Eppure, ogni evento di questo tipo è soggetto ad autorizzazione dell'Autorità Marittima che emette idonea ordinanza, inclusi, in genere, i canali di comunicazione.
Non mi sembra nemmeno che lo paghino le società che gestiscono i porti, i cui ormeggiatori comunicano liberamente su frequenze VHF (in genere, Ch 72, Ch 9 o Ch 14), anche con le Capitanerie.
Tutti fuorilegge?
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Capitano di Corvetta
Andy
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Autorizzazione temporanea limitata allo svolgimento e alla sicurezza della manifestazione sportiva sia in acqua che a terra.
Zodiac Club 6 FR Honda 15Hp 4T
Lomac 500ok Mercury 80/115 GPS/ECO Lowrance Elite4 Chirp VHF Icom IC M400BB Rimorchio Pedretti
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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Ho fatto un pò di telefonate:
Ufficio Teritoriale delle Comunicazioni: la normativa prevede che il VHF possa essere utilizzato solo per la sicurezza in mare e, straordinariamente, per le manovre in porto o per le comunicazioni con la Guardia Costiera o con altre Foreze di Polizia;
le comunicazion per regate e compagnia cantante, come dice bene Andy, sono temporaneamente autorizzate;
le società dei Marina ed i loro ormeggiatori hanno un contratto con le concessionarie, od operano con ponti radio ai quali pagano l'abbonamento (ma non è la stessa cosa?);
per tutte le comunicazioni radio che vanno al di fuori dei casi sopra descritti, sarebbe quindi necessario un abbonamento.
l'assegnazione del nominativo internazionale avviene per le imbarcazioni, in quanto beni mobili registrati, nelle quali tale nominativo resta legato all'unità; per i natanti, viene assegnato un identificativo di chiamata radio (nome armatore o nome barca o, se è stata richiesta, la sigla del proprio natante, che dovrebbe essere "ITA XXXXX"), che non è vincolato all'utilizzo sulla stessa barca.
Per il DSC, come ho già scritto prima, è necessario l'MMSI.
(e se io volessi attivare, per esempio, il mio distress su un natante?).
Forze di Polizia in generale (non dico quali, per rispetto): sembra che nessuno abbia mai operato nei confronti di chi chiamava l'amico su un'altra barca tramite VHF; l'importante, come è ovvio che sia, è lasciare SEMPRE libero il Ch 16 e non andare a rompere le scatole su altri canali già impegnati. La localizzazione delle unità con il radiogoniometro di cui sono dotate le stazioni radio costiere e molte MM/VV, viene avviata solo nei casi di disturbo prolungato del canale 16 o per conversazioni "particolari", anche su altri canali.
Effettivamente è un pò come dire: esiste la legge ma il non rispetto della stessa è ampiamente tollerato; "status" di utilizzo che a molti, giustamente, può non star bene.
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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in sostanza, si torna alla prima pagina del topic...
Whistle
Sailornet