Una disavventura vissuta mooolto pericolosa...!!
Barrotta Giacomo (autore)
- 1/33
Una disavventura vissuta mooolto pericolosa...!! ...ovvero come una tranquilla escursione partita con buone condizioni meteo possa trasformarsi in un dramma.
Riporto di seguito quanto mi è accaduto nella primavera 2006 quando rientravo da un'escursione alla Isla Grosa distante 12 miglia da Cabo Roig ove risiedo col mio Zodiac Fastroller 3,40 motorizzato 9.9hp con guida a barra.
Dopo aver effettuato una bella immersione negli scogli adiacenti l'isola mi accinsi a rientrare alla base mentre rinforzava un robusto vento che ben presto generò onde con altezze in progressivo aumento alcune delle quali si rovesciavano e frangevano schiumando.
Fortunatamente mare e vento mi investivano al giardinetto di dritta rispetto alla rotta parallela alla costa che distava circa 4-5 miglia.
Navigavo dunque a favore di vento in planata dosando gas e sterzo per individuare i passaggi più sicuri tra le onde e mantenendomi lontano dai frangenti.
Ad un certo punto venni raggiunto da un'onda un po' più ripida che mi sollevò la poppa incrementando la velocità del battello che ora procedeva in picchiata verso l'incavo mentre io non fui pronto a togliere potenza al fuoribordo.
Fu un lampo: la prua si piantò contro l'onda successiva costringendo il battello ad una repentina frenata che mi scaraventò in acqua.
Il cavetto era allacciato al polso e il motore si spense immediatamente.
Ma non era ancora finita perché in quelle condizioni uno smontabile, sotto l'azione del vento teso, scarroccia a velocità ben maggiore di un uomo in acqua e dovetti immediatamente attivarmi con un nuoto vigoroso per raggiungere il maniglione di poppa e risalire a bordo.
Ricordo ancora che nella concitazione persi il cavetto col rischio di non potere più riavviare il motore. Mi ricordai - per fortuna - che incastrato sotto la barra c'è un secondo terminale di cavetto d'emergenza che montai per riavviare il motore e rientrare lentamente alla base.
Col senno di poi mi vengono alcune considerazioni.
Il salvagente non l'avevo indossato ma lo tenevo sulla panchetta dove pilotavo seduto sopra per meglio attutire i colpi. Eppure se l'avessi indossato sono pressoché certo che, una volta in acqua a causa del suo volume e maggiore attrito all'avanzamento, non avrei potuto nuotare con la potenza che era necessaria per raggiungere il battello che si allontanava rapidamente oltre che per il forte vento anche perché aveva già impattato un frangente che faceva presa sulla poppa sospingendola ancora più velocemente come fosse un palloncino.
Se non avessi raggiunto il battello probabilmente le conseguenze sarebbero state drammatiche... mi si gela il sangue solo a pensarlo: a perdita d'occhio non c'erano altre barche e il sordo rumore di quei frangenti sembravano annunciare una morte sicura per annegamento (mi trovavo in acqua senza salvagente a 5 miglia dalla costa!).
Ma allora cosa avrei dovuto fare per restare nell'ambito della sicurezza?
La soluzione poteva essere quella di indossare da subito il salvagente e legare una cima di 4-5m alla vita e alla prora del gommone. Solo così, una volta in acqua col salvagente, mi bastava recuperare la cima per raggiungere il battello.
A qualcuno vengono idee migliori?
Riporto di seguito quanto mi è accaduto nella primavera 2006 quando rientravo da un'escursione alla Isla Grosa distante 12 miglia da Cabo Roig ove risiedo col mio Zodiac Fastroller 3,40 motorizzato 9.9hp con guida a barra.
Dopo aver effettuato una bella immersione negli scogli adiacenti l'isola mi accinsi a rientrare alla base mentre rinforzava un robusto vento che ben presto generò onde con altezze in progressivo aumento alcune delle quali si rovesciavano e frangevano schiumando.
Fortunatamente mare e vento mi investivano al giardinetto di dritta rispetto alla rotta parallela alla costa che distava circa 4-5 miglia.
Navigavo dunque a favore di vento in planata dosando gas e sterzo per individuare i passaggi più sicuri tra le onde e mantenendomi lontano dai frangenti.
Ad un certo punto venni raggiunto da un'onda un po' più ripida che mi sollevò la poppa incrementando la velocità del battello che ora procedeva in picchiata verso l'incavo mentre io non fui pronto a togliere potenza al fuoribordo.
Fu un lampo: la prua si piantò contro l'onda successiva costringendo il battello ad una repentina frenata che mi scaraventò in acqua.
Il cavetto era allacciato al polso e il motore si spense immediatamente.
Ma non era ancora finita perché in quelle condizioni uno smontabile, sotto l'azione del vento teso, scarroccia a velocità ben maggiore di un uomo in acqua e dovetti immediatamente attivarmi con un nuoto vigoroso per raggiungere il maniglione di poppa e risalire a bordo.
Ricordo ancora che nella concitazione persi il cavetto col rischio di non potere più riavviare il motore. Mi ricordai - per fortuna - che incastrato sotto la barra c'è un secondo terminale di cavetto d'emergenza che montai per riavviare il motore e rientrare lentamente alla base.
Col senno di poi mi vengono alcune considerazioni.
Il salvagente non l'avevo indossato ma lo tenevo sulla panchetta dove pilotavo seduto sopra per meglio attutire i colpi. Eppure se l'avessi indossato sono pressoché certo che, una volta in acqua a causa del suo volume e maggiore attrito all'avanzamento, non avrei potuto nuotare con la potenza che era necessaria per raggiungere il battello che si allontanava rapidamente oltre che per il forte vento anche perché aveva già impattato un frangente che faceva presa sulla poppa sospingendola ancora più velocemente come fosse un palloncino.
Se non avessi raggiunto il battello probabilmente le conseguenze sarebbero state drammatiche... mi si gela il sangue solo a pensarlo: a perdita d'occhio non c'erano altre barche e il sordo rumore di quei frangenti sembravano annunciare una morte sicura per annegamento (mi trovavo in acqua senza salvagente a 5 miglia dalla costa!).
Ma allora cosa avrei dovuto fare per restare nell'ambito della sicurezza?
La soluzione poteva essere quella di indossare da subito il salvagente e legare una cima di 4-5m alla vita e alla prora del gommone. Solo così, una volta in acqua col salvagente, mi bastava recuperare la cima per raggiungere il battello.
A qualcuno vengono idee migliori?
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
dolce*11
1
- 2/33
Un'idea migliore sarebbe quella di guardare il meteo prima di partire.....
Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"
F.De Andrè.
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"
F.De Andrè.
Gulliver
- 3/33
1) laccetto di sicurezza sempre - OK
2) secondo laccetto a bordo - OK
3) DA SOLO sempre salvagente
4) da solo sempre legato
si può discutere (e l'abbiamo fatto in altri topic, della lunghezza della legatura, visto che le pale dell'elica conservano inerzia anche con il motore spento, qualcuno pensa che non dovresti avere lunghezza per andare a mare
2) secondo laccetto a bordo - OK
3) DA SOLO sempre salvagente
4) da solo sempre legato
si può discutere (e l'abbiamo fatto in altri topic, della lunghezza della legatura, visto che le pale dell'elica conservano inerzia anche con il motore spento, qualcuno pensa che non dovresti avere lunghezza per andare a mare
ATLANTIS2
- 4/33
e dopo aver visto le condimeteo poco favorevoli, forse farsi accompagnare
da un amico ( se proprio non si voleva rinunciare all'uscita ).
da un amico ( se proprio non si voleva rinunciare all'uscita ).
Roma
Barrotta Giacomo (autore)
- 5/33
...ho detto che le condizioni meteo erano buone alla partenza.
Si è trattato di una improvvisa e robusta folata di vento (rinforzata da escursione termica tra la costa riscaldata per l'insolazione e la superficie marina più fredda) che da queste parti non sono poi tanto rare.
Anche tenere indossata la muta sub potrebbe essere meglio del salvagente perché oltre a tenerti a galla non disperdi calore e puoi stare in acqua per molte ore.
Si è trattato di una improvvisa e robusta folata di vento (rinforzata da escursione termica tra la costa riscaldata per l'insolazione e la superficie marina più fredda) che da queste parti non sono poi tanto rare.
Anche tenere indossata la muta sub potrebbe essere meglio del salvagente perché oltre a tenerti a galla non disperdi calore e puoi stare in acqua per molte ore.
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
MAX ZEBRA 78
1
- 6/33
Barrotta Giacomo ha scritto:Una disavventura vissuta mooolto pericolosa...!! ...ovvero come una tranquilla escursione partita con buone condizioni meteo possa trasformarsi in un dramma.
Riporto di seguito quanto mi è accaduto nella primavera 2006 quando rientravo da un'escursione alla Isla Grosa distante 12 miglia da Cabo Roig ove risiedo col mio Zodiac Fastroller 3,40 motorizzato 9.9hp con guida a barra.
A qualcuno vengono idee migliori?
12 miglia dalla costa con uno smontabile e un 9.9.
Sarò un paurosone ma già questo mi sembra un pò troppo...
Max
Willy, nella rotta della vita voli sulle onde, tra i ricordi e le speranze.
Willy: Salpa GS 625 + Mercury 100 ELPTO anno 1990 + Johnson 9.9 anno 1980... Roba vecchia ragazzi ma và che è un amore!
Willy: Salpa GS 625 + Mercury 100 ELPTO anno 1990 + Johnson 9.9 anno 1980... Roba vecchia ragazzi ma và che è un amore!
Dada77
- 7/33
Non ha detto 12 miglia dalla costa, poteva stare (sicuramente) a 12 miglia lungo la costa.......
Daniele
La rinascita del Phoenix....
https://m.youtube.com/watch?v=T3creDbTP3M
https://youtu.be/dRLaLGarif0
La rinascita del Genesis....
https://youtu.be/iCkgnupbnDQ
La rinascita del Gaudium....
https://youtu.be/6Eq9UWFyWZM
La rinascita del Phoenix....
https://m.youtube.com/watch?v=T3creDbTP3M
https://youtu.be/dRLaLGarif0
La rinascita del Genesis....
https://youtu.be/iCkgnupbnDQ
La rinascita del Gaudium....
https://youtu.be/6Eq9UWFyWZM
MAX ZEBRA 78
2
- 8/33
Ok, ho riletto bene, hai proprio ragione... però 5 miglia pure (e lo ha scritto chiaramente) non sono uno scherzo...
Willy, nella rotta della vita voli sulle onde, tra i ricordi e le speranze.
Willy: Salpa GS 625 + Mercury 100 ELPTO anno 1990 + Johnson 9.9 anno 1980... Roba vecchia ragazzi ma và che è un amore!
Willy: Salpa GS 625 + Mercury 100 ELPTO anno 1990 + Johnson 9.9 anno 1980... Roba vecchia ragazzi ma và che è un amore!
Bordé
- 9/33
La cima di 5 metri o più, mi sembra pericolosa in quanto è facile che si prenda nell'elica del motore creando problemi e nuovi pericoli. Legarsi a bordo è utile, se non riesco a cadere fuori bordo. Se il gommone si rovescia devo liberarmi rapidamente. In solitario, un VHF stagno e gallegiante non è un lusso. (con patentino e autorizzazioni). Personalmente, il giubbotto salvagente gonfiabile è come la coperta di snopy. Poi ognuno a le sue regole. Buon mare a tutti.
Barrotta Giacomo (autore)
- 10/33
Ho compiuto una rotta diretta dall'isola a Cabo Roig (12 miglia) distanziandomi dalla costa circa 4-5 miglia anche perché se mi fossi avvicinato alla costa avrei dovuto compiere una navigazione con mare di poppa piena più pericolosa di quella al giardinetto che ho invece intrapreso.
Sono sempre rimasto all'interno delle 6 miglia dalla costa massime consentite qui da uno smontabile.
Tornando in tema ammetto di avere preso la cosa con una certa leggerezza anche perché nel tragitto di ritorno alla partenza il vento aveva carattere di brezza. Poi, quasi all'improvviso, è venuto fuori un mezzo casino.
In mare non si scherza davvero mai ed occorre sempre restare vigili sulle situazioni ambientali che possono mutare in pochi minuti.
Sono sempre rimasto all'interno delle 6 miglia dalla costa massime consentite qui da uno smontabile.
Tornando in tema ammetto di avere preso la cosa con una certa leggerezza anche perché nel tragitto di ritorno alla partenza il vento aveva carattere di brezza. Poi, quasi all'improvviso, è venuto fuori un mezzo casino.
In mare non si scherza davvero mai ed occorre sempre restare vigili sulle situazioni ambientali che possono mutare in pochi minuti.
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
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