La carena dei marshall "gradisce" il peso a poppa [pag. 4]

A parte lo specchio di poppa, poi?

Max

Per forza....
La poppa C-Stern della seconda serie fa in pratica da flaps aggiunti....
Infatti l'angolo di planata tra i due modelli è differente. Nel secondo è minore.
Ininfluente, imho, la differente forma del pianetto di chiglia.

sono due carene completamente diverse, non è solo lo specchio di poppa .
se trovo una foto ti faccio vedere dove sono le differenze tra le due

bobo ha scritto:

Ininfluente, imho, la differente forma del pianetto di chiglia.

ho pensato che quello potesse conferire un po' di velocita' alla carena del seconda serie.


in questa foto le differenze che notai quando rifeci la carena al mio.

Credo che il pianetto di poppa faccia lavorare meglio l elica ma pregiudichi velocità max

aliu ha scritto:

Credo che il pianetto di poppa ......... pregiudichi velocità max

Non sono convinto, i Focchi che poco veloci non sono, hanno il pianetto, poi potrei anche sbagliarmi....
giorgio

aliu ha scritto:

Credo che il pianetto di poppa faccia lavorare meglio l elica ma pregiudichi velocità max

Non capisco se l'elica lavora meglio il gommone è piu' lento? cosa intendi spiega.

Dal Deplian sui gommoni marshall riporto testualmente :

Il DyE( Dynamic Engineering ) delle carene PRO trim ha stabilito nuove frontiere per tenuta di mare, prestazioni, finezza idrodinamica.

"La poppa C-stern migliora la spinta dell'elica,
prestazioni e consumo."...

ora ricordo di aver letto ma non lo trovo che su qualche topic si parlava anche di piccole motorizzazioni sufficienti, per questi gommoni , ad ottenere prestazioni "buone", proprio frutto di questa innovativa carena Donno Design

Ricordo che Donno dice di aver iniziato a studiare il pianetto perchè qui in Italia ( al contrario in USA ) volevamo spingere con un 25 cv 5 m di imbarcazione completa di famiglia numerosissima, cambusa fornitissima ecc.
Quindi la ricerca era finalizzata a dirigere il flusso di acqua il meglio possibile all'elica, per sfruttare al meglio i pochi cv disponibili, planare prima ecc, non certo finalizzata alla ricerca di velocità alte con scafi leggeri e supermotorizzati, che mi sembra abbiano quasi tutti spigoli a V.

@Red Quando parlavo dell' F 6000 il peso a bordo molto vario e variamente distribuito era costituito proprio da passeggeri
ricordo molte foto a varie velocità con solo pilota, molti passeggeri prima a poppa, poi a prua, poi addirittura tutti su di un lato.
l' assetto variava poco perciò dico che una buona carena è in grado di auto correggersi.
Ciao

uno stralcio di quanto diceva Donno sul pianetto

donno ha scritto:

RISPOSTE
A Gommoa.


“PIANETTO DI ACCELERAZIONE”
Sinceramente non so cosa sia.
Se per caso ti riferisci a quella parte che c’è nella poppa delle carene da me disegnate il nome (da dove è venuto fuori ?) non rispecchia la funzione.

Negli anni ‘70, mi ero trovato di fronte alle elichette piccole e veloci che c’erano sui fuoribordo (cultura americana; loro un 20hp lo mettevano su barchette di alluminio da 3,5/3,7m con 2 persone - max 10kg per hp - noi ci volevamo mandare avanti la “pilotina” o lo Zodiac MK2 con tutto il carico per fare il campeggio in Corsica - anche 30kg per hp - qualcuno ricorda l’arrivo dello splendido Volvo 3 cilindri 35/45hp con il rapporto al piede 12/31 e il relativo “palettone” di elica che tirava? che risultati !) così mi ero messo a studiare “un qualcosa” che, dando la migliore stratificazione e densità possibile alla colonna di fluido che arrivava all’elica, mi permettesse di cavare fuori anche l’ultima goccia di rendimento possibile.
Le prime sperimentazioni le feci con gli smontabili, il famoso BAT 7, con il vantaggio di poter facilmente e con poca spesa fare una serie di variazioni sistematiche della carena per ricavarne le necessarie leggi di calcolo predittivo.

Poi, era il 1981 iniziò la lunghissima collaborazione con la Novamarine (e con la Castoldi Jet). Con il progetto del modello RH 1000 ed RH 1250 “acchiappa siluri” e con la disponibilità dell’allora presidente Bepi Carlini, uno che su barche e mare la sapeva davvero lunga, ebbi la possibiltà perfezionare la soluzione con molte altre sperimentazioni sistematiche in diverse e reali condizioni grazie all’acqua piatta del golfo di Olbia e al mosso del mare aperto che in Sardegna c’è sempre.

Detto in forma esplicativa ma naturalmente non scientìfica quel piatto a poppa è il terminale di una forma che inizia prua e che contribusce con tutte le altre parti dell’opera viva a indirizzare il più vicino possibile al ricercato la distribuzione delle pressioni (il “campo entropico delle pressioni”) e la variazione della quantità di moto nel fluido che corre sotto e dopo la carena. La sua funzione non è riferibile al momento di accelerazione o ad altri specifici momenti ma influisce sul rendimendo dell’elica e in diverso modo su tutto l’arco delle velocità; come per i tubolari la sua forma deve essere consequenziale ed armonizzata, perciò studiata, con tutte le altre parti dei volumi idrodinamici e non è un qualcosa, un optional “fai da te” che si può inserire in una carena esistente.
So che qualcuno ci ha provato e mi dicono che il risultato è stato tipo le medicine di Vanna Marchi.

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