La topa elettrica. (ovvero, della mia barca a batterie) [pag. 5]

Contrammiraglio
dolce*11
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@ gazzettiere,

bisogna anche dire ,però, che il tuo è un signor motore elettrico,con un altissimo grado di efficienza.

E anche,di conseguenza,molto costoso.

Bisognerebbe vedere con motori meno performanti e più abbordabili come cambia la musica.

Wink
Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

F.De Andrè.
Sottocapo di 1° Classe Scelto
gazzettiere (autore)
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alla fine sono arrivato a questi risultati:

a chi conviene il motore elettrico
    * si presta come motore primario a chi fa un uso intensivo professionale della barca (pesca, trasporto) per via dei costi di gestione bassissimi e della manutenzione zero e per il fatto che a sera l’unità rientra all’ormeggio per ricaricare.
    * si presta come motore primario a chi fa un uso sporadico della barca, pochi giorni l’anno, perché in questo caso il proprietario non deve impazzire. tiene le batterie in carica nella rimessa dell’auto, e quando parte da casa verso il mare con barca e carrello porta con sé le batterie già bell’e cariche.
    * si presta come motore primario per barche dislocanti, anche mediograndi, e per usi da weekend, con canne da pesca, tuffi o spiaggetta.
    * si presta come secondo motore (di riserva, d’emergenza o di servizio) per ogni tipo di barca, a motore o a vela, perché parte sempre al primo colpo e si stiva con facilità in un gavone.


a chi non conviene il motore elettrico
    * non si presta come primo motore per grandi barche plananti, motoscafi cabinati, ferri da stiro e gommoni oltre una certa dimensione.
    * non si presta per un uso della barca in periodi lunghi e concentrati come la settimana di crociera estiva, a meno che le soste notturne non siano nei porti turistici per la ricarica.
Sottocapo di 1° Classe Scelto
gazzettiere (autore)
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molti mi hanno chiesto:
ma quanto dura una carica di batterie?

oppure mi hanno detto convinti:
gli accumulatori hanno un problema di scarsa autonomia.

alla domanda ricorrente (quanto dura?) rispondo: dipende.
all'asserzione sicura (dura poco) commento: non è vero.

il motore elettrico ha una logica com-ple-ta-men-te diversa da quella a cui ci ha abituato il motore endotermico.

come raccontavo qualche post fa, la caratteristica più spiccata del motore con accumulatori è il fatto che le batterie si consumano più velocemente quanto più alta è la richiesta di energia.
l’autonomia non è calcolabile in ore di funzionamento, ma in apertura della manetta!

farò un esempio pratico dettato dalla mia esperienza, che ho descritto anche in un mio articolo che puoi leggere cliccando qui.
prendo tre casi uguali per condizioni: accumulatori carichi a pieno raso.

- se faccio sibilare il motore al minimo, scivolando sull’acqua a 4-6 chilometri l’ora, l’autonomia è di 60-80-100 e più chilometri.
ripeto, andando al minimo con una carica posso superare i 100 chilometri.

- se vado a velocità medie (per la mia battella, attorno ai 10-12 chilometri l’ora) l’autonomia è sui 20-60 chilometri.
con un uso normale, al termine di una navigazione sulla ventina di chilometri ho consumato un terzo della carica (e ne ho disponibili ancora i due terzi).

- se do piena manetta (con la mia forma dello scafo, con il mio motore ecc., piena manetta significa sui 18 chilometri l'ora), con la stessa carica l’autonomia è non più di 2-3 chilometri.

in altre parole, il "contenuto energetico" delle batteria varia secondo il modo in cui si preleva energia.
lo stesso "pieno" può esaurirsi in 2 chilometri, in 20 chilometri o in 200 chilometri, secondo il modo in cui lo uso.
può esaurirsi in mezzora o in 20 ore.
la domanda "ma quanta autonomia ha?" che mi fanno in tanti, così come l'asserzione sulla "scarsa autonomia", non corrisponde alla logica del motore elettrico.

descrivo ora un'altra caratteristica della logica diversa del sistema ad accumulo.

il propulsore termico che tutti conosciamo, a benzina o a gasolio, ha in tutto il suo ciclo di funzionamento una costanza di erogazione e di consumo.
fino all’ultima goccia di benzina èroga (male e con inefficienza, com'è tipico dei motori termici) la potenza che viene data dalla manetta.
fino all'ultima goccia di carburante, la risposta del motore alla manetta è sempre quella prevista; poi, finito il carburante, il motore termico stacca di colpo e non risponde più. si spegne.

invece il motore elettrico alimentato con batterie sotto un certo livello di carica comincia a indebolirsi, perché gli accumulatori non riescono mai a erogare tutta l'energia che contengono.
in genere, quando hanno perso i due terzi della carica e resta ancora un terzo di energia cominciano ad avere un andamento calante e diventano sempre sempre più flebili.

il computer del motore elettrico ha un visore che esprime tutti i parametri utili, comprese la potenza istantanea erogata all'elica, la carica rimanente alle batterie, l'autonomia disponibile in tempo e in distanza, e altri parametri.
appresa questa logica diversa rispetto ai motori termici, non si rischia di trovarsi con il "serbatoio a secco" in modo inatteso: in ogni istante si sa esattamente nel dettaglio come giostrare con le velocità e le autonomie e si può regolare lo stile di conduzione secondo ciò che si vuole ottenere.
Sottocapo di 1° Classe Scelto
gazzettiere (autore)
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(ormai ho collezionato l'esperienza di una decina di uscite e - finora - sono entusiasta della scelta elettrica).
(per esempio, nella notte tra sabato e domenica dal ritorno dal redentore ho dovuto attraversare barene con 20-30 cm di fondo. ricordo i patimenti con il fuoribordo a benzina quando si tirava su la sabbia. l'altra notte, con l'elettrico nessuna sofferenza: attenzione a non rovinare l'elica, ma non c'è impianto di raffreddamento e quindi il motore non aspira fango nelle condotte)
Tenente di Vascello
iw3gx
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@gazzettiere

ti hanno anticipato... Wink


dal minuto 12:40 circa...
mi ricordo di averla vista in italiano su national geographic ma non ho trovato il link in italiano...

ottima realizzazione Applause

Ricordo inoltre che quando mi sono recato per lavoro in un cantiere vicino a Madonna dell' Orto a Venezia, mi sono avvicinato ad una curiosa imbarcazione, uno scafetto di circa 4 m in ricarica, con un bel motore elettrico a poppa, una specie di baldacchino a protezione degli occupanti di colore azzurrino. Incuriosito domando lumi al gestore, mi risponde che la proprietaria è una signora ottantaduenne inglese che si è trasferita a Venezia ed usa la barca per diletto con le amiche per le gite.... UT


Luca
Sailornet