In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE), passando per Venezia

Sottocapo di 1° Classe Scelto
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Da Boretto a boretto, passando per Venezia

Era da qualche anno che avevamo sognato una avventura a base di gommone, tenda e BBQ. Per la precisione è stato nel 2009 in Dalmazia, durante una escursione in barcone organizzato alle Kornati, osservando tutte quelle isolette deserte …e da scoprire.

Anni dopo, il sogno ha preso una forma un po’ diversa. Dopo il trasferimento per lavoro con la famiglia da Genova a Magenta, il mare è stato, nel nostro pensiero, sostituito dal fiume: il Ticino, i canali e il po sono proprio a portata di mano, ma perché il lombardi non li sfruttano a sufficienza? Eppure da casa si può arrivare fino a Venezia. Anzi, ..si deve: la decisione era presa.

Preparazione e pianificazione:

Qualche dettaglio sulla preparazione spero utile per chi come noi è partito dai fondamentali, ma potete passare al raid a tappe nelle prossime puntate!

Niente viaggio organizzato; solo io e mio figlio di 15 anni, entrambi con la voglia di avventura derivata da qualche anno di scoutismo e nessuna esperienza di navigazione fluviale.

Non avendo neanche l’imbarcazione, partivamo proprio da zero.

Su internet si trovano alcune esperienze, tanto per rompere il ghiaccio.
In canoa solitaria (https://discesafiumepo.blogspot.it/2011/09/la-segnaletica-sul-fiume.html) , in gruppo organizzatissimo (https://digilander.libero.it/gplmarine/interest.htm) per la Locarno-venezia, con scorta della Finanza e fuoribordo a GPL (molto interessante e istruttivo) o in motoscafo partendo da Pavia ( https://digilander.libero.it/giobalin/po.htm)... ecco qualcosa del genere!
Partire da casa, entrare in venezia e risalire il po fino al punto di partenza.


L’imbarcazione

Comprarla o noleggiarla?
Scopriamo subito che auto o camper sì, ma barche no: non si possono noleggiare come loro! (nel senso di : vado al negozio, me la porto via, la uso quanto voglio e la restituisco) …Perchè?
Poiché comprarla non è il caso, optiamo per l’unica via possibile, l’esperto: Riccardo.

A Sturla (Genova, prima dello scoglio di Quarto dei Mille, quello di Garibaldi), c’è Riccardo che col suo kayak a pedali, suscita ammirazione e invidie per i grossi dentici e leccie “monster” che riesce a pescare. Lo troverete spesso al CNS (Circolo Nautico Sturla), insieme a persone squisite e ospitali che organizzano attività nautiche e piacevoli cene sociali. Quando non pesca, Riccardo commuove le platee del Carlo Felice, ma anche della Scala di Milano e nel mondo, suonando il violoncello da solista o in orchestra da Primo Violoncello (cliccate il https://www.circolonauticosturla.com/1/pesca_in_kayak_1145191.html), ma al di là di tutto, per me è soprattutto un amico.

I requisiti indispensabili posti non lo hanno scoraggiato:
•trasportabile sul tetto dell’auto (non ho gancio, ne’carrello);
•leggero, da poterlo issare in due sole persone, sul tetto dell’auto (una delle due ha quasi 50 anni…) e comunque non superiore a 100kg (max peso per i longheroni della Passat SW).
scafo in vetroresina, per non naufragare sui fondali insidiosi del po (come ci racconta Giobalin, ( https://digilander.libero.it/giobalin/po.htm);
•lunghezza minima, ma sufficiente per ospitare due persone e relativo carico (che include dotazioni di sicurezza per la navigazione in mare, tenda e taniche di benzina).
•Poi il fuoribordo dovrà essere di taglia piccola, per stare nel baule dell’auto e per essere maneggevole, ma di potenza sufficiente anche per la risalita del po e per una velocità di crociera accettabile.
•Non superiore ai 20CV perché nel parco del Ticino non è consentita la navigazione a motore per potenze superiori.

Come per magia Riccardo ha convinto il presidente del circolo a procurarmi il mezzo (a pagamento si intende, siamo a Genova, no?) e un socio per il fuoribordo.

Un azzeccatissimo Marshall M55, chiglia in VTR, di circa 3,80m, dotato di tutte le attrezzature di sicurezza e un Evinrude 15CV 2T gambo corto, anno 1985 di Daniele (che non lo usa mai).
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Eccolo caricato a Sturla, davanti al CNS, sull’auto, pronto a essere trasportato in padania.
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Itinerario

Per stare entro i 6 giorni disponibili e con tappe di max 100 km, il totale dei chilometri è max 600.

Quindi troppo lungo partire da casa (circa 800km, andata e ritorno), però Brescello (Peppone e Don Camillo, per intenderci) può andare… e, ovunque fossimo arrivati, a metà tempo si inverte la rotta!
Se invece tutto va bene: inchino a venezia e ritorno, tagliando per conche e canali.
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Attrezzatura e dotazioni di bordo ( e permessi):

Per la traversata in Adriatico ci riproponiamo di costeggiare a meno d’un miglio , così da ridurre al minimo le dotazioni di sicurezza, coincidendo con quelle necessarie per la navigazione fluviale (https://www.guardiacostiera.it/maresicuro/downloads/dotazionidisicurezza_upd20042010.pdf ).

In Laguna però ci vogliono i permessi (il modulo di richiesta può essere ritirato presso gli uffici della regione, nonchè essere scaricato dal sito internet https://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Mobilita/Targhe+natanti.htm .
Per noi va bene un “Contrassegno Provvisorio”, cioè una Targa LV, rilasciata da una delle Aziende per la Promozione Turistica, che sono sparse più capillarmente nella Provinci, al costo di 10 Eu + caparra di 30 Eu.
Non è facile da remoto procurarsi fisicamente la targa e bisogna averla prima di entrare in Laguna. A Chioggia, cioè alle porte della Laguna, ci sembra il posto migliore per procurarsela (ATP Chioggia, tel 041-406068), ma noi riusciamo, per una coincidenza fortuita, a passare per lavoro proprio all’ATP dell’aeroporto di venezia, che mi rilascia tutto al momento, con qualche giorno di anticipo.

Per l’entrata trionfale in Canal Grande è necessario un permesso speciale, in quanto si tratta di centro Storico e quindi di ZTL.
Il permesso va chiesto al Comune di venezia (Ufficio Gestione Spazi Acquei, del Dipartimento Mobilità e Trasporti-Mobilità Acquea,) che però con le recenti ordinanze non è in grado di rilasciarli per tempo(dipende dall’impiegato?) e non è ancora operativo il sito web, per le richieste online.
La procedura è incerta e i tempi sono troppo lunghi, partiamo quindi senza sapere se saremo in regola.

Al ritorno come variante, ci sembra interessante tagliare per il canale che collega Chioggia direttamente al po. Ma si deve transitare per diverse conche, le cui modalità non sono chiare dalle informazioni in rete (Si paga? Bisogna prenotare? Sono transitabili sempre?).
Qualcosa si trova sul sito della A.I.P.O - Azienda Interregionale per il fiume po https://www.agenziainterregionalepo.it/navigazione-interna/settore-navigazione-interna/infrastrutture/ponti-e-conche.html, ma solo una testimonianza diretta trovata in rete ci rassicura un po’, per il resto dovremo improvvisare.




Le Tappe e i pernottamenti
Almeno una notte all’andata e una al ritorno si vuole farla in tenda, con spiedini alla brace e cielo stellato.
Le altre in comodi B&B, da prenotare in anticipo lungo il percorso. Ma bisogna poter stabilire la lunghezza delle tratte e le ore di navigazione che ci vogliamo infliggere.
Cioè dipende dalla velocità di crociera media che si potrà tenere. Il Raid Pavia-venezia si percorre ad una media di circa 200km/h e ci mettono meno di 2 ore. https://www.raidpaviavenezia.it/ALBO%20D'ORO%20RAID.pdf
Riusciremo noi a tenere almeno una media di 20 km/h e percorrere i 100km giornalieri in 5 ore?

Altro punto interrogativo: il consumo di carburante.

Quanti litri di miscela al 2% ci vogliono, se il motore consuma a 6400 g/min ben 7,3 l/h?

Purtroppo una mappa delle Pompe di benzina sul po non si trova, perciò partiamo senza avere le idee molto chiare. Acquistiamo una tanica da 20L che si aggiunge all’esiguo serbatoio da 10 L.
Compriamo già 4L di Castrol per motorini a 2T, che dovrebbero bastarci per tutto il viaggio.

Anche per i rifornimenti improvviseremo.

La data invece è fissata: 19-25 luglio 2013.


Giorno 0 – Venerdì 19 Luglio 2013

Tappa di trasferimento - da casa (Magenta) a Brescello (RE)

Si scappa dal lavoro, si corre in garage e si carica tutto. Partenza!

A Brescello ci rendiamo conto che il pontile è 10 metri più in basso e lo scivolo non c’è. A braccia è una faticaccia anche con l’aiuto delle persone del posto, ma apprezziamo il suggerimento di partire poco più in giù, a boretto dove sono attrezzatissimi.
alaggio (per 25 Eu) e un bel lungofiume con sagra estiva, concerto rock, discoteca all’aperto e un prato dove montare la tenda.


In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE), passando per Venezia
In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE), passando per Venezia


E’ tutto pronto, si dorme in tenda, il mattino dopo sono previsti 100km di navigazione fino a Calto, o giù di lì.

Il clima di festa è per noi un segno propiziatorio e pur non riuscendo a prendere sonno fino a tarda notte, siamo comunque gasatissimi.

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Seconda puntata.

Giorno 1 – Sabato 20 Luglio 2013

Da Boretto (432) a Isola Tontola (539)

Sveglia alle 6.30,… ma dalle 5.30 già rombavano i piccoli fuoriserie da gara, per provare i motori.

Accensione motore e partenza alle 8.30. Si inizia (e si incrociano le dita)!
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E’ un sollievo sperimentare che la velocità massima, anche con l’elica a due pale sostituita in extremis, è di 35 km/h!

Impariamo presto a rispettare le indicazioni di navigazione fluviale per evitare le secche e i conseguenti guasti ad elica e a piede motore.
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Adottiamo con rigore l’accorgimento di sganciare il motore una volta abbassato. In caso di secca si alza, ma attutisce la botta.
Così abbiamo salvato il motore almeno 5-6 volte!

Un elica di ricambio comunque l’abbiamo e la sostituzione è facile, nel caso, con pinza e tronchesino.

Le piogge recenti hanno portato al Po detriti anche grossi, che ora ci impegnano nella guida e portano a valle grumi di schiuma in superficie. Anche se il caldo si fa subito intenso, un tuffo non è poi così invitante.

D’obbligo è una sosta su una spiaggia all’interno dell’ansa. La sabbia è finissima e calpestata solo dai gabbiani.
Troppo desertica per non lasciare un impronta, come Armstrong su quella lunare nel ’69 e per liberarsi di un po’ di zavorra, con una sosta tecnica…
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Il primo rifornimento di carburante lo facciamo a Borgoforte (465), grazie ad un passaggio auto che mi risparmia un km a piedi. Ritorno a piedi, con sole a picco e con 10L di verde.
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Il tendalino di fortuna, sostenuto dai due remi è indispensabile, col sole a picco di luglio.
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La corrente qui è circa 6 km/h, decidiamo di spegnere il motore e andare alla deriva, mentre pranziamo all’ombra del tendalino. Le orecchie ringraziano, hanno diritto anche loro di un po’ di tregua. Il ronzio del due tempi è stancante così come è piacevole il silenzio del fiume.

Anche i flutti sembrano fermarsi e il tratto lo percorriamo in compagnia di tronchi galleggianti e tanta schiuma che scende con noi.


Sfiliamo davanti a Calto (528), con la soddisfazione di aver raggiunto la fine della prima tappa, ma possiamo ancora proseguire e portarci in vantaggio.
A sera, preserviamo il pranzo al sacco e ci premiamo con un sandwich e una birra in riva al fiume, a Ficarolo (537). Lo useremo domani, evitando così di fare provviste.
Si sentono i preparativi della festa celtica lì vicino. Imbarcazioni salgono e scendono per portare i ragazzi alla festa. Noi siamo costretti a rinunciare per la stanchezza e per riuscire a montare la tenda prima che faccia buio e di cadere in catalessi.
Di fronte al Panaro, l’isola Tontola (539), che nella mutevolezza del Po è ora una penisola, è quello che ci serve.

Spiagge nuove si formano e si disfano negli anni, cambiando il percorso del Po e la sua lunghezza.
Forse è per quello che i chilometri delle paline non corrispondono a quelli delle carte del 2008.

A volte la riva sabbiosa cede improvvisamente sotto i piedi, pericolosa. Ma questo versante dell’isola ha una spiaggia vecchia, quindi sicura per scendere a terra, ancorare il gommone e per fare il bagno.
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Al crepuscolo la quiete è spettacolare e il gioco di luci è fantastico, ci rida energia.
Nella notte però, in lontananza partono le feste nei paesi limitrofi e i karaoke nelle ville.
Dopo 107 km di navigazione e le nostre prime esperienze di fiume, siamo cotti, ma anche questa notte si dormirà poco…
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Giorno 2 – Domenica 21 Luglio 2013

Da Isola Tontola (539) a Tolle (629)

La mattina, alle 7.00 è un incanto.
La sabbia è fresca sotto i piedi, l’aria tiepida. La quiete finalmente! Anche il fiume – rispettoso - fluisce in silenzio.
Lavarsi nell’acqua tiepida, di fronte a questo spettacolo, è l’emozione che più mi rimarrà dentro.
Durante la notte notiamo che il livello è salito di un po’ lasciando a mollo il gommone. Meno male che prima di addormentarci , come per un presentimento , lo abbiamo issato a riva ancora un po’!

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Mauro prepara la colazione con tazze di fortuna e una cucina in perfetto stile trapper.
Sosta carburante a Pontelagoscuro (563), nella riva opposta si intravede la conca dalla quale parte il canale per Ferrara.
Sul pontile troviamo Style, il ragazzo appellato così dalla oste in birreria a Ficarolo (537) la sera prima e, visto che generosamente aveva traghettato alcuni turisti alla festa Celtica, ne approfittiamo anche noi chiedendogli un passaggio al benzinaio. Risparmiamo tempo e soldi perché ci porta dove la verde scende sotto l’1,7 euro/litro. Ci rifocilliamo tutti e ripartiamo.

Le sommità dei campanili sfilano in sequenza, ma l’argine ci impedisce di vederne il paesaggio che dal fiume appare solo come un filare continuo di alberi e vegetazione.
Il Po si prepara ad allargarsi nel suo delta e il fondale è sempre più basso. La corrente è tranquilla, quasi ferma, quando ci concediamo una sosta. Scopriamo che la sabbia del fondale è piena di gusci di vongole di varie dimensioni. Il mio piede 43 se incontrasse vivo il “mostro”, avrebbe la peggio.
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Siamo ora a Porto Tolle (629) dove speriamo di fare nuovamente benzina.
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Ma è domenica, siamo in estate, il Po dovrebbe essere frequentato da turisti , ma qui non si vede nessuno. Il self-service dell’IP non funziona, ma ancora una volta la gentilezza delle persone del posto ci permette di raggiungere il distributore aperto e rifornirci.


A Tolle (638) all’Hotel Bussana (con booking.com a 50 EU la doppia, tel.0426-384289), potremo finalmente ricaricare i cellulari e la macchina fotografica. Il caricatore fotovoltaico è andato fin da subito fuori uso, e abbiamo dovuto razionare le batterie.
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Non troviamo approdo facile o pontile. Evidentemente non sono in molti qui che dal fiume scendono a terra. Dobbiamo arrangiarci, legandoci al tubo del metanodotto.

Anche da questo particolare ci sembra che esista una barriera mentale che tiene lontano il fiume dalla vita quotidiana delle persone. L’argine ne è la sua rappresentazione fisica.


Anche Tolle è in festa. La ProLoco ha organizzato tendone gastronomico, spettacoli vari dal vivo (le “Fruste di Lugo” ci affascinano veramente) e stand.

Questa volta partecipiamo e ci gustiamo fritto misto di pesce e grigliata mista innaffiato da un buon bianco frizzante!




Il letto questa notte vince sulle luci della ProLoco e ci facciamo una meritata dormita.
Oggi sono 90 i chilometri percorsi.

Domani colazione “a buffet” e poi si arriverà a Venezia.
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Giorno 3 – Lunedì 22 Luglio 2013

Da Tolle (629), via Bocche di Po (646), a Venezia


Dall’Hotel ci avevano avvertito: date corda, perchè il Po è “basso”.
Alla mattina, ci aspettavamo di trovare quindi il livello del Po alzato e speravamo di aver dato sufficiente cima all’ormeggio.
Che spavento, si vedeva tra le foglie solo il fianco del gommone. In quel momento mi sono detto: “il livello si è alzato e il gommone è affondato su un fianco. Abbiamo perso le borse !!
Invece il livello del Po si era ulteriormente abbassato e ci ha lasciato il gommone inclinato sui tubi, a mezzo metro d’altezza…
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Passato il panico, possiamo ripartire.
La navigazione prosegue in solitaria;
Non ci sono barche sul Po. I fondali sembrano bassi e al nostro passare giochiamo con i pesci che spaventati schizzano anche fuori dall’acqua, a volte li sentiamo anche colpire i fianchi del gommone.

Imbocchiamo il Po di Venezia per arrivare all’estremità, alle Bocche di Po (646).
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Finalmente si vedono alcuni pescatori all’opera

e poi i ricoveri per le barche di Pila (640).
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Il faro (644)
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e … le Bocche (646)! Con bagno di rito, tra acqua dolce e salata, in prossimità della bandierina estrema che indica, per chi arriva da mare, le prime secche del Po.
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Non possiamo perdere ulteriore tempo, il mare si sta ingrossando e la navigazione verso Chioggia sarà faticosa.
Ci fermiamo per riprendere energie mentali e fisiche, dopo due ore di mare agitato. Si pranza all’ombra, sulla spiaggia di Isola Albarella, presso l’imbocco per il Porto di Levante.
Poi si riparte, passando sulle acque espulse con forza dalla foce dell’Adige e poi imbocchiamo il Brenta, che dobbiamo risalire fino a Chioggia. Speriamo di trovare carburante lì: dai calcoli abbiamo consumato troppo e non sono sicuro che la riserva basti.
Imboccato il Brenta, dobbiamo dare fondo all’ultima scorta di carburante, ma ormai manca pochissimo. Ecco la conca che divide Chioggia dal Canale Po-Brondolo. Un benzinaio è proprio lì e ci istruisce su come far aprire la conca, chiamando il numero verde esposto su apposito cartello.
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In pochi minuti ci apre, accolti dai famosi briccolini, e, con le targhe LV ben fissate ai lati del gommone, entriamo in Laguna.

Attraversiamo i cantieri di Chioggia osservando i grandi pescherecci d’altura in rimessaggio. Sbirciamo tra gli scafi ormeggiati e intravediamo vicoli e automobili che si alternano a ponti e imbarcazioni.
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Sbucati, costeggiamo il litorale apprezzando le piccole venezie affacciate in Laguna: Pellestrina, S.Pietro in Volta, Alberoni, Malamocco.

Poi si vira verso l’interno, puntando diritto verso Venezia, della quale si intravede già il campanile di S.Marco, nella prospettiva affiancato dai fratelli più piccoli, sulle altre isole.
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A sinistra (troppo vicino alla più bella città del mondo!) le brutture del polo chimico di Porto Marghera…

Attraversare il Bacino di S.Marco per raggiungere l’Isola di Certosa richiede attenzione. Le onde sollevate da vaporetti e da imbarcazioni che tagliano veloci il bacino, ci fanno imbarcare acqua e ci costringono ad una attenzione alla guida, paragonabile alla quella che impone il traffico di una grande città che non si conosce.

L’isola della Certosa, dal XII secolo sede del monastero Agostiniano e Certosino, oggi è per noi un bel B&B (Venice Certosa Hotel, con booking.com 98EU la doppia, colazione e darsena inclusa) con porticciolo per il gommone, a pochi minuti dal centro storico e per chi non fosse distrutto, la fermata dei vaporetti.

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Oggi abbiamo navigato per 83 km, tutto sta procedendo secondo i piani. Però domani dobbiamo controllare le mail, perché non sappiamo ancora se il signor Maggio del Comune ci darà il permesso di percorrere il Canal Grande.

Giorno 4 – Martedì 23 Luglio 2013

Da Venezia (tra le gondole) a Taglio di Po (615)

Il sig. Maggio del Comune non si fa trovare, per cui addio permesso per lo ZTL.
Non ci possiamo arrendere a questo punto: abbiamo navigato per 3 giorni e per 280 km, giungendo non dal mare, ma da terra. Ora è tempo che La Superba sorprenda La Serenissima alle spalle e finalmente la conquisti (…a remi)!

Dall’isola di Certosa si taglia verso il bacino di S.Marco costeggiando i quartieri della Biennale, poi a destra, in fondo, compare il palazzo Ducale!

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Peccato non poter percorrere il Canal Grande. Però sfuggire alle alte onde e al traffico veloce, infilandosi sotto il Ponte dei Sospiri, per un attimo è di sollievo.
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All’interno il silenzio fa da padrone: ci si rilassa nei rii all’ombra dei palazzi d’epoca, che ci offrono spesso il loro fianco più vero, quello che porta i segni della vita quotidiana, lontano dai flussi di turisti.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Ma basta una svolta e ci si trova sotto il sole, intrappolati tra ingombranti barconi di servizio, di nuovo tra colonne di gondole che non vogliono rallentare e che ad ogni virata fanno sfiorare i loro rostri sopra le nostre teste. Il nervosismo tra noi a tratti è evidente, ma la situazione ci pare talmente grottesca che si scoppia a ridere e si torna a godere di questo punto di vista privilegiato.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Non si incrociano imbarcazioni di turisti come noi, solo lavoratori e i composti passeggeri delle gondole, unici a guardarci negli occhi e a sorriderci. Il resto del mondo cammina sopra le nostre teste, per lo più con espressione divertita, al vederci.
In effetti il nostro Marshall M55 a remi è un pugno negli occhi e noi facciamo di tutto per farci odiare dai gondolieri: la nostra guida a remi dovrebbe essere più coordinata per riuscire ad andare nella direzione desiderata. Per fortuna ci si aggrappa alle grate o a spuntoni di pietra, finchè il traffico non sfila via, per poi recuperare la direzionalità del gommone.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Agli incroci e agli angoli non ci sono cartelli “stradali”, come in città, o targhe che indichino i nomi dei rii. Quelle che riusciamo a leggere non ci aiutano. Solo con l’aiuto del GPS, dopo aver circumnavigato piazza S.Marco e ammirato il Bacino Orseolo, riusciamo a uscire dal labirinto e a ritrovarci alla fine del Canal Grande.

E’ mezzogiorno e c’è ancora solo il tempo di una sosta in Piazza S.Marco, quasi a piantare la bandierina di meta raggiunta, poi inizia il ritorno. Il tempo stringe: dobbiamo arrivare a Ca’Zen, sul Po, entro sera.

Ormai siamo pratici con le Conche. All’imbocco del Canale di Po-Brondolo, la voce che risponde al numero verde ci promette di seguirci fino alla Biconca di Volta Grimana, cioè fino al Po (c’è un disco registrato che chiede quale ramo di canale si sta transitando, poi risponde l’addetto che dalla centrale di controllo aprirà e chiuderà le conche, appena si è in posizione).
In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale



In un soffio e in completa solitudine, percorriamo il canale: un rettilineo di venti chilometri che taglia Brenta e Adige e finisce a Taglio di Po (615).

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


In orario perfetto, come promesso, la signora Maria Adelaide ci viene a prendere al pontile, 2 km più in giù e ci porta all’agriturismo Ca’Zen (www.tenutacazen.it, 60Eu la doppia, colazione inclusa, con booking.com).

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Sua madre Elaine, brillante simpatica e ironica irlandese dalla guida troppo a sinistra, poi ci darà un passaggio in paese per la cena (somarino con polenta e ottimo rosso della casa all’Osteria La Pioppa di Taglio di Po, 27eu in due e non si paga il coperto) , non avendo lì il ristorante e, finito di cenare, ci riporterà alla tenuta.

Il mattino dopo siamo d’accordo con la signora Maria Adelaide che ci accompagnerà al supermercato per le scorte, prima di andare al pontile.
Quando capiamo che Maria Adelaide è la proprietaria della tenuta, ci rendiamo conto troppo tardi che potrebbe essere una baronessa di oggi e che ci ha riservato un trattamento proprio da principi!

Tappa facile (solo 60 km) quanto straordinaria, oggi.

Domani si inizia la risalita del Po, metteremo a dura prova i 15cv dell’Evinrude!

Giorno 5 – Mercoledì 24 Luglio 2013

Da Taglio di Po (615) a Isola Bianchi (520)

Salutata Maria Adelaide, salpiamo.
Dobbiamo oltrepassare l’isola Tontola (539) di una decina di chilometri, se vogliamo dividere la fatica tra oggi e domani ed essere a Boretto (432) prima delle 18:00, quando Vitaliano chiuderà l’alaggio. In tutto saranno 183 km.
Ormai ci siamo abituati a sottrarre 7 km da quelli indicati nelle utilissime mappe al 10.000 (https://www.adbpo.it/download/CartaPo10k_edizione2008/CartaPo10k_Tavole_pdf/) rispetto a quanto si legge sulle paline lungo il fiume.
Obiettivo minimo è superare la palina n.525.

La corrente, come osservato all’andata è tranquilla e il letto del fiume è più pulito rispetto all’andata: evidentemente non ci sono state più piogge a portare detriti a valle.
Il due tempi Evinrude sferraglia rumorosamente, ma sulla superficie a specchio plana magnificamente tenendo i 20 km/h di media. Tra meno di 5 ore di navigazione potremo cercarci un posto dove piantare la tenda e dare fondo agli spiedini di salsicce.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Già da Calto (528) alcune nuvole si stanno addensando minacciose, ma il Po, dopo Castelmassa (523) si increspa, si scurisce e sale un vento autunnale con pioggia fredda!

Troviamo rifugio allo sbocco del canale mezzano dell’isola Bianchi(520) in secca.

Facciamo in tempo a scaricare tutte le borse e a radunarle sotto un telone che lo scroscio aumenta e il vento fa piovere in orizzontale.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


E’ un acquazzone estivo che presto passerà, ma bagnati fa freddo. Mauro rompe gli indugi e mi impone di montare la tenda: col movimento il freddo è più sopportabile.

Legna bagnata, accendino fuori uso e i nuvoloni stanno anticipando il buio del tramonto. Dobbiamo trovare una soluzione per accendere il falò! Solo sabbia, neanche una pietra da far scintillare e accendere il residuo di gas dell’accendino. La candela tolta del motore non accende ne’ il gas, ne’ la carta imbevuta di benzina. Scarica invece una scossa sulle dita di Mauro che ha piedi in acqua e perde l’accendino tra i flutti. Il crepuscolo avanza e non un’anima viva ne’ su questa, ne’ sull’altra riva.
Prendiamo il gommone così come siamo e cerchiamo qualcuno. Tre volte rimbalziamo da una riva all’altra illusi da una luce, poi troviamo un centro nautico con persone, scavalchiamo e piombiamo nel mezzo di una loro riunione. Vinta la perplessità, generosamente ci regalano un accendino. Bagnati, scalzi e ancora in costume torniamo alla tenda, navigando alla luce di una mini torcia.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


E’ solo un falò, ma a noi sembra una pira gigantesca che finalmente ci asciuga e ci permette di gustare una ottima cena calda!


Giorno 6 – Giovedì 25 Luglio 2013

Da Isola Bianchi (520) a Boretto (432) e rientro a casa

All’alba non vediamo l’ora di riprendere la risalita.
Il tempo è ottimo e il sole caldo, ma decidiamo di non proteggerci col tendalino per ridurre la resistenza dell’aria e tenere l’andatura più alta possibile.
Vogliamo entrambi essere nel nostro letto stasera ed avendo ieri percorso ben 95 km controcorrente, oggi ce ne mancano “solo” 88 km (e più di 4 ore di navigazione).

Sosta carburante al Porto Fluviale L.Zampolli di Bortolo S.Vito. E’ una delle poche strutture lungo questo tratto di Po che indica chiaramente la presenza di carburante, …peccato che il gestore sia in ferie!
La gentilezza delle persone incontrate lungo il fiume sopperisce anche questa volta al problema. Un villeggiante che da anni trascorre lì parte dell’estate, ci porta a fare benzina sulla statale e possiamo ripartire, ma non prima di aver salutando un cavaliere d’italia, che evidentemente trova il porto molto comodo …e tranquillo.

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Il rientro a tappe forzate prevede una breve sosta per far passare l’ora calda, uno spuntino a base di avanzi della colazione e di nuovo in acqua.
Mauro, che è una roccia, guida ininterrottamente per un’ora e mezza, senza disturbare il mio sonnellino…

L’arrivo a Boretto (432) ci sorprende alle 16:00.
Il raid è finito!

In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale


Con l’aiuto di Vitaliano e della sua gru, issiamo il gommone lavato e sgonfiato sul tetto dell’auto: si torna a casa.
In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE) passando per Venezia- Finale



Siamo consci di non aver compiuto un’impresa sportivamente o tecnicamente eccezionale, ma per noi due (padre e figlio) è stata un’avventura fuori dall’ordinario, cioè ….straordinaria!
Tenente di Vascello
rgussy
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- 4/65
da vecchio scout.... complimenti vivissimi.... bellissimo raid.... bravi!!
Europram 285,zodiac fast roller,yam 420 s,Honwave t40,Elan Gt 495 sport +top 700
Ammiraglio di squadra
ropanda
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- 5/65
Applause Applause Applause Applause Applause Applause

bellissimo racconto, e complimenti per l'avventura.

mi viene in mente il recentissimo raduno fatto a maggio, che per colpa degli zanzari e cose varie non abbiamo potuto superare il faro d'ingresso delle bocche del po Sbellica Sbellica Sbellica Sbellica
Salpa Laver 20.5 Cabin -selva 100cv 4T
elica Al 3 pale Ø13.75 x 13. mod 14/15
barca 5.5 Mitica Ropanda - selva-marlin 100 cv 4 T
elica Al 4 pale Ø12.75x17
ex gommone selva 4.20- johnson 25 cv
Tenente di Vascello
flinko
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- 6/65
mi sono emozionato leggendo il vostro racconto spero che un giorno anche io possa vivere queste avventure con mio figlio.
complimenti
Capitano di Corvetta
andrea b.
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- 7/65
ciao , che dire , bellissimo gommo.raid , grande spirito di avventura , complimenti a tutte e due. re: In gommone sul Po: da Boretto a Boretto (RE), passando per Venezia wav
tender almar hurry 245 watersnake 54lb
zodiac c310s evinrude 5cv
nuova jolly 350 evinrude 15cv
joker boat 400 profi evinrude 20cv 521
marshall m80 1°serie evinrude 20 cv 521
Capitano di Fregata
Alex9
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- 8/65
Complimenti bellissima navigazione e avventura
Sottocapo di 1° Classe Scelto
PiElle (autore)
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- 9/65
Grazie rgussy, fa piacere un apprezzamento da uno scout.
Ho fatto dieci anni di scoutismo a Genova, tanto tempo fa, ma scout si rimane dentro. E mio figlio non e'da meno!
Lo spirito di avventura cova sempre sotto le spoglie dell'impiegato....
Sottocapo di 1° Classe Scelto
PiElle (autore)
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- 10/65
Grazie ropanda.
Peccato per il tuo raid, ma che itinerario avevate pensato?
Noi le zanzare le abbiamo sofferte in tenda, soprattutto all'andata. Al ritorno aveva fatto burrasca, e se le era spazzate via un po', fortunatamente. Gli altri giorni , in b&b , nessun problema.
Riprovateci!
Sailornet