Disavventure degli ultimi 40 anni (le mie)

Tenente di Vascello
destriero (autore)
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Ora che ho messo a riposo il gommone e sollevato il carrello per non ovalizzare le ruote, mi è venuto in mente di scrivere questo post ripensando alle occasioni in cui sono rimasto “a piedi” in mare in oltre quarant’anni di navigazioni, chiedendomi se fosse opportuno pensare di mettere la seconda batteria.
In fondo condividere le esperienze può essere sempre utile a qualcuno (anche a me).
La prima volta (era anche la prima volta che andavo autonomamente per mare) che mi è successo di restare in panne ero con un gommoncino di forse tre metri prestato da un amico. Sono arrivato a Krk con gommone e motore stivati nel bagagliaio e il proprietario dell’appartamento dove alloggiavamo mi ha indicato di tenerlo in acqua ormeggiandolo ad uno dei gavitelli, uno qualsiasi, presenti nella baia a Est del porticciolo (quanto erano tolleranti allora) sotto al castello di Frankopan. Quindi abbiamo scaricato il gonfiabile dalla macchina sullo spiazzo in cemento a Est della baia, montato e gonfiato, abbiamo scaricato il motore (se non ricordo male un Tomos 4) e installato sullo specchio di poppa, poi ho invitato la mia compagna a salire. Il motore si è avviato al primo strappo e siamo partiti costeggiando verso Punat. Un percorso di meno di 2 miglia, dislocando, piano piano. Ritenuta sufficiente la prima esperienza, in corrispondenza del canale di ingresso a Punat, virata di 180 ° e si rientra. Ma, dopo pochi minuti, il motore dopo qualche sussulto, si è spento. Questi motori, ho scoperto, hanno bisogno anche della benzina (miscela). Proprio non avevo pensato alla benzina, poi ho visto che nella calandra c’è un piccolo serbatoio che va riempito con circa un litro o poco più. Eravamo sotto costa e abbiamo cominciato a remare. Ma anche con un piccolo battello andare a remi non è facile e dopo qualche minuto un provvidenziale tedesco di passaggio, con una piccola barca, ci lancia una cima e ci traina fino in porto. Prima lezione sulle barche, mai dimenticata, controllare sempre la benzina.
Dopo qualche anno mi è capitato di restare senza benzina anche con l’aereo (ultraleggero), ma questa è un’altra storia.
Poi ho acquistato il mio primo gommone NJ, motore Selva da 25 cv accensione a strappo ed elettrica, nessuna emergenza.
Poi sono passato alla barca mai rimasto senza benzina, ma … rientrando dalla Croazia verso Caorle, circa a metà del percorso vedo un fumo bianco uscire dalla sala macchine, mi fermo e verifico che da uno dei Volvo era scesa la cinghia e quindi non faceva girare alternatore e pompa dell’acqua. Ho aspettato che si raffreddasse un po’ e rimessa in sede la cinghia ho provato a tenderla ma, niente. Una piccola staffa a L si era spezzata a metà e la cinghia non restava tesa. Fortuna i motori erano due e quello buono, in 4 ore a 6/7 nodi, ci ha portato a destinazione. In questa occasione qualche insulto al meccanico mi è venuto in mente ma quando ho visto la staffa e la posizione ho capito che era effettivamente difficile verificarne eventuali incrinature.
In un’altra occasione partiti per un weekend a Rovigno, al dritto di Cittanova, sento un colpo e una vibrazione forte sul piede del motore dx. Partito il giunto cardanico e la coppa. Probabilmente si era infiltrata un po’ d’acqua nella cuffia (dicono). Considerando la delicatezza del problema anche se, per fortuna non c’era infiltrazione d’acqua in sentina, decido di entrare nel piccolo porto di Cittanova (la nuova darsena era ancora in costruzione) Il meccanico in poco tempo ala la barca, valuta il problema e mi garantisce che in pochi giorni si risolve. Quindi ci siamo fermati in un albergo del centro e, dopo una settimana, ci siamo fatti venire a prendere perché (non ho capito il problema, ferragosto o altro) non riuscivano a farsi arrivare i pezzi di ricambio. Sta di fatto che dopo inutili attese, a fine settembre, ho dovuto acquistarli io e andarglieli a portare e poi andare a prendere la barca a metà ottobre. Avrò passato in auto la frontiera con la Croazia almeno duecento volte senza mai nessun controllo ma, proprio quella vota che avevo i pezzi di ricambio, mi hanno fermato e controllato. Il doganiere ha stimato il loro valore quasi al centesimo e mi ha proposto l’importo da pagare per la dogana o di tornare indietro. Naturalmente sono tornato indietro e sono entrato da un’altra dogana, senza problemi e neanche tanti scrupoli di coscienza. In questa occasione ho imparato che quando, a tutta barra, senti un leggero toc toc sul piede vuol dire che c’è qualche problema serio al giunto.
A un certo punto decido di cambiare le eliche che dopo dieci/dodici anni erano un po’ “mangiate”. Alla prima occasione (ferragosto) parto per una gita a Venezia. Uscito dal porto do gas e a circa 2.000 giri partono entrambi i parastrappi. Rientro al minimo con la coda fra le gambe e interpello il meccanico. Mi dice: avrai preso qualcosa, un tronco un sacco, qualcosa. Le eliche arano perfette ma tant’è. Bisogna ricambiarle. Rimetto due eliche nuove (con non poca spesa) e dopo poco, a 2.000 giri, ripartono i parastrappi. Non mi sono fatto prendere dalla furia (solo un po’) ma ho scritto le mie considerazioni al meccanico, al fornitore e a Volvo Penta. Tutti si sono rimpallati le responsabilità ma, dopo qualche giorno sono arrivate due eliche nuove “a gratis” e questa volta hanno funzionato a dovere.
Un altro piccolo problema l’ho incontrato nel passaggio fra le isolette di Levan e Levanic, sulla punta dell’Istria, quando ho preso nelle eliche una grande rete da pesca (parzialmente sommersa e parzialmente galleggiante) che si era attorcigliata e un po' fusa sul mozzo. Ma, in questo caso, un paio d’ore di lavoro parte in acqua e parte sulla plancia di poppa ci ha consentito di risolvere il problema e ripartire per Lussino prima di sera.
In pratica, l’unico problema avuto con le batterie è stato con la batteria dei servizi, che dopo una sosta prolungata per bora a Cherso (cinque/sei giorni con frigo e tutti i servizi accesi) ha deciso di cedere assieme al caricabatterie da banchina (o probabilmente proprio a causa di quello).
Dopo la barca sono ritornato al gommone il primo con un motore Honda 40 cv (unico motore, unica batteria) ma con la possibilità di avviarlo a strappo, mai nessun problema, mai usato lo strappo.
Il secondo, attuale, con un Mercruiser efb.
Anche su questo gommone ho avuto un problema, il meccanico (dopo due interventi) ha detto “è lo switch dell’invertitore” (non ho ancora capito bene di cosa si tratti). Fatto sta che quando acceleravo, in marcia, il motore si spegnava, in folle no. In questo caso, a parte la spesa assurda per trovare il problema e la sostituzione dello switch, la cosa si è risolta con il servizio di recupero in mare, di cui ho già scritto, e con il gommone a terra per mezza estate.
Anche questo gommone ha un’unica batteria e qui mi sono posto il problema.
Ho una batteria da 100 Ah, non ho frigo, non ho luci particolari, solo luci di via che non uso mai in quanto non navigo quasi mai di notte, radio fm, GPS ed ecoscandaglio in strumenti separati, VHF portatile. Quando mai potrò consumare la batteria in uscite giornaliere. Diamo per scontato che il motore continui ad avviarsi al primo colpo (se non vuole partire per qualche guasto non bastano certo due batterie). Allora ho pensato se la batteria non dovesse funzionare più, ma il motore si avvia regolarmente, basta un booster di avviamento ben dimensionato (che porto sempre a bordo, quando non lo dimentico) che non richiede nessun impianto e nessuna installazione. Se parte la batteria e il motore non si avvia con il booster perché c’è qualcosa che non va c’è sempre l’assicurazione per il recupero che trovo una cosa saggia e prudente anche per chi, come me, non fa più navigazioni a lungo raggio.
Poi la prudenza non è mai troppa e due è meglio di uno ma, quello che non c’è, non si rompe, mai.
Tenente di Vascello
LucaPP
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Secondo me qui non ha risposto nessuno perché arrivati a "mi è capitato di restare senza benzina anche con l’aereo" ci siamo tutti aggrappati ai cosiddetti e siamo passati a leggere altro Smile
BWA Sport 17 Suzuki DF40 Pima 750
Tenente di Vascello
destriero (autore)
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In fondo era solo un racconto, non prevedeva risposte.
Capitano di Vascello
andryb
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Ho letto con interesse.
Grazie per aver condiviso
Sailornet