Redan: si o no ?

Sottotenente di Vascello
donno (autore)
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redan: si o no ?
Ovvero un tentativo di resistenza non ai redan ma a redanismi ed anche brackettismi, assettismi, elichismi, roll-barismi ed altri “ismi”.


Anche a seguito e riferimento di alcune ossevazioni sull’argomento leggibili nell’intervento aperto da Marcotan sulla pesca a traina e connessi dibattiti sugli scafi con redan sono stato letteralmente innondato di richieste particolarmente incalzanti e riassumibili in questi due scritti:

“... da deluso proprietario di una carena con 2 redan le chiedo di aggiungere a quelle che ci ha già dato qualche spiegazione vera sulle carene con redan perchè quelle che girano sono ( imho ) veramente poco credibili per me e per altri conoscenti ...”

“ ... dopo aver letto e chiesto a destra e a sinistra senza capirci più niente alla fine sti gommoni coi redans sono meglio o da starci alla larga ?”


Qui il l’indirizzo dell’ intervento di Marcotan:

https://www.gommonauti.it/ptopic64660_quale_gommone_per_pesca_traina_drifting_5_5_6_3_m_max.html?start=30
in particolare a pag. 4 e 5


Sempre nello stesso spazio anche l’intervento di Lupogiallorosso che esprime un ulteriore perplessità :

“ Scusate, adesso non vorrei uscire OT, ma visto che si parla di redan e di valutazione ad occhio delle linee di carena mi vorrei intromettere per quanto concerne un dubbio personale. “

Dagli scritti ricevuti emergono:
1 - perplessità arrivate soprattutto dai possessori di carene con questa soluzione che nell’uso non rilevano i vantaggi o i ventagli di vantaggi promessi.
2 - supposizioni di validità originate da comunicazioni dei produttori e da apologie informative del settore entrambi quasi sempre e dimostrabilmente discutibili se non adirittura risibili.
3 - presunzioni qualitativie derivate per similitudine con scafi molto veloci o da corsa sintetizzate nello scritto di lele71 che, sempre nell’intervento segnalato sopra, ipotizza “... per esempio quelle degli offshore hanno una serie di redan impressionanti e sono carene molto veloci ... “.

Premesse di discussione.

Per i punti 1 e 2.
Salvo casi rarissimi non esiste scelta che sia tutto guadagno o tutto perdita e anche la soluzione con redan può dare vantaggi in determinate aree prestazionali, vantaggi da pagare con connaturati svantaggi nelle altre.
Illudere l’utenza propagandandole come la soluzione migliore rispetto a qualsiasi possibile alternativa e per tutte le possibili necessità e situazioni d’impiego si delinea come un buon modo per cercarsi grane nel lungo termine in cambio di un pò più di visibilità e vendite nell’immediato.

Per il punto 3 e i riferimenti ai quali è ipotizzabile si riferisca:
La ipotizzata attitudine “off-shore” non è necessariamente la caratteristica intrinseca più dimostrabile di quegli scafi mentre verificabile è la loro più o meno accentuata ma connaturata difficoltà di versatilità, condotta, stabilità. Suggerendo non sommessamente di domandarsi se soluzioni pensate per i massimi risultati velocistici o per le corse siano poi adatte per altre e diverse necessità d’uso sottopongo qualche considerazione qualitativa lasciando le quantitative e qualche certezza numerica ad un eventuale seguito.
Sull’essere “anche molto veloci” il giudizio può essere a volte vero ma a volte no se rapportato, come si dovrebbe fare, alla potenza utilizzata e alla percentuale della stessa effettivamente trasferita in acqua e trasformata in spinta.
Qualche conoscenza ed esperienza anche marginale dovrebbe ammonire che, con o senza redan, quegli scafi potrebbero forse essere solo veloci o molto veloci ma che potrebbero esserlo solo quando stato dello specchio d’acqua, necessità, preferenze e condizioni d’uso permettono di mantenere quella alta velocità necessaria a quel tipo di scafo di navigare “sulle sue linee”, di navigare con angolo di assetto longitudinale e di impatto, manovrabilità ed altro almeno accettabili; questo dovrebbe anche portare a domandarsi se non siano tanto capaci di alta velocità quanto “condannati” solo a quell’alta velocità.

Ripropongo l’osservazione che la velocità è una quantità intrinsecamente facile da valutare e che se ottenuta senza riguardi per altre necessità prestazionali è tecnicamente abbastanza facile da ottenere, facile da spiegare, basta un numero, perciò facile da vendere.
Paragone esemplificativo: arrangiare un motore solo molto potente ma poco elastico, poco affidabile e di alto consumo è relativamente facile e alla portata di molti mentre ben più difficile ed alla portata di pochi è saperlo fare molto potente ma, risolvendo al meglio incompatibilità prestazionali e combinazione dei possibili, anche elastico, affidabile e relativamente parco nel consumo.

Per quanto scritto fino quì consiglio di leggere quanto espone Woodoste su un problema significativamente diffuso e che trovate qui, circa ad inizio pagina:

https://www.gommonauti.it/ptopic49050_notarelle_su_assetti_e_dintorni.html?start=50&sid=742fa795dcfddf78db9c457d917e1a58

“La cosa principale che vorrei ottimizzare è la velocità di planata che sta sui 15 nodi e che giustamente in condizioni di mare mosso mi fa consumare più del normale... Se riuscissi ad abbassarla sarebbe già un grandissimo vantaggio...”


Specificando che scafi intorno a quella misura sono “in planata”, cioè in sostentamento non più solo idrostatico ma anche idrodinamico, da almeno 8/10 nodi rispetto ai 15 esposti quello che Woodoste e molti altri chiamano velocità di planata è invece la velocità di assestamento dello scafo “sulle sue linee”, velocità della quale ho accennato più indietro e condizione sulla quale consiglio chi vuole capirne di più di rifletterci sopra perchè ha molto a che fare anche con redan e redanismi.
Ha a che fare anche con la diffusa e abusata convinzione di doti marine tanto migliori quanto più profondo è l’angolo del “V” o stellatura di carena e con l’altrettanto diffuso, frustrante ma poco conosciuto difetto del “viaggiare di pancia”.

Prodotti icona o surrogati dell’identità funzionale ?
Per il punto 2 e ricordando che si può desiderare solo quello che si conosce, che si sa esistente, richiamo l’attenzione su una situazione di mercato (non solo quello nautico) dove:
- evidente un eccesso di produttori con prodotti indifferenziati o ripetitivi duplicati spesso costosi e differenziati da qualche centimetro nelle misure e da ritualistiche variazioni o aggiunte estetiche.
- la visibilità di marca e di prodotto è di conseguenza sempre più sfuocata e confondibile nella massa.
- nella dimensione del vendere e di riuscire a farlo comunque la visibilità è diventata onnivora, è diventata la funzione dominante.

Ne è derivata la crescente tendenza all’adagiarsi su quella che chi sa di queste cose chiama la spettacolarizazzione del prodotto, tendenza che sta cannibalizzando qualsiasi altra scelta spesso finendo per trasformare l’estetica anche in una chiassata e altrettanto spesso aggiungendo costi che non aggiungono niente al valore funzionale primario del prodotto.
Rincorrendosi reciprocamente nella crescente quantità di spettacolarizazzione i meno professionalmente preparati finiscono inevitabilmente per abusare anche in modo caricaturale o tamarrante di quei surrogati della capacità creativa che si chiamano stilemi simbolici di richiamo vuoi del lusso, delle prestazioni, della qualità, del saper fare ma anche rivelatori di presunzioni, velleitarismi e autocelebrativi narcisismi professionali di chi li ha pensati.
Con tanti cari saluti al fondamentale principio di realta dell’oggetto!

Ritornando all’argomento del titolo e guardando certe carene con redan, dovrei scrivere redanate, che sono soluzione oggettivamente molto visibile e per qualcuno anche impressionante, dovrebbe succedere anche di domandarsi se questa visibilità evidente, di facile accesso per tutti e commercialmente esaltabile con terminologie accattivanti, aggettivi di richiamo e chiassi mediatici non sia stata la ragione prima o unica della loro adozione, se non sia anche o solo un’illusione mercantile.

Informare o emozionare ?
Presumendo di avere con questi incipit già confuso un pò di idee a molti e reso perplessi altri tento di rianimare interesse e spirito critico usando la presentazione di un produttore nella quale ai soliti attriti, luoghi comuni e ignoranze varie pret-a-porter (purtroppo il punto è sempre questo) si aggiungono a fare bella mostra di sé indifendibili richiami ad idrovolanti e ai soliti spessori d’aria lubrificanti che però diventano anche “ammortizzanti”.
Nella stessa presentazione c’è che la carena con redan oltre altre imperdibili meraviglie sarebbe “... una tipologia di carena indubbiamente più innovativa rispetto alle precedenti di tipo convenzionale”

Indubbiamente più innovativa ?

Redan: si o no ?


Come rilevo dalle numerose richieste di informazioni ricevute, insieme con altri un chiaro segnale di una fascia di clientela con approccio all’acquisto meno facilone ed emozionale ma più riflessivo e selettivo, quello che continua a sconcertare e stupire molti è quale acume spinga a mettere in pubblico per scritto ed anche con una certa saccenteria pseudo-culture sostitutive e/o illusioni che se sottoposte ad un esame critico anche frettoloso scoperchiano pentole che, immagino, molti preferirebbero restassero coperte.
Già secoli fà Demostene aveva avvertito che “niente è più facile dell’ illudersi perché ciò che un uomo desidera crede anche che sia giusto e vero” mentre oggi gli addetti al marketing conoscono e sanno usre la suspension of disbelief cioè quel meccanismo per il quale il cliente deve e vuole “fare finta di crederci”.

Se qualcuno lo riterrà interessante si potrebbe continuare con una ragionata autopsia del redan ma per farlo evitando sia di tralasciare qualche parte sia di dilatarne esageratamente qualche altra sarebbe necessario ed utile rinfrescare l’aria con interventi sulle idee che ci si è fatti e su quelle che circolano in proposto.
Lascio a voi il compito di sviluppi, repliche e domande.
Ammiraglio di squadra I.S.
fran
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azz, bel regalo di CapoDanno da parte di CapoDonno, mo' ce tocca studia' pure i redan UT
Callegari Alcione 330 + WestBend 12
Artigiana Battelli 390 + Mariner 20
Callegari Ocean 46C + Top 700
Trident TX 550 + Yamaha F 100D
Mariner 620 speed + Yamaha F 100D
Nuova Jolly Prince 25' + Mercury 300 V8
Capitano di Vascello
alberto ang
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Bel regalo per l'anno nuovo e neanche piccolo !

Dove lo trovi uno che ti spiega le cose e anche gratis !
Contrammiraglio
coaster650
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wav
Capitano di Corvetta
sardino
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È come interessarsi alla fotografia Confused più approfondisci e più ti rendi conto della tua ignoranza! Sbellica Sbellica
Un Uomo Senza Sogni .... E' un Uomo Senza Domani .....
Capitano di Corvetta
Frik
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Vorrei dire le mie impressioni sulle redan del mio gommone,, un Nuova Jolly rider 600, considerato da molti una chiatta con il tubolare, inizio con gli aspetti negativi:
1) varo difficoltoso
2) la navigazione risente molto del peso a bordo
3) con mare formato naviga meglio oltre i 20 nodi, quando prende il giusto assetto, ma potrebbe essere anche un pregio
4) necessita di trovare il giusto assetto motore

Pregi:
1) Richiesta poca potenza, con un vecchio mariner 60cv 2t raggiungevo i 29 kn consumando un litro/miglio
2) atterraggio morbido dopo un onda
3) non risente delle onde di mascone avendo una carena poco profonda
4) poco rollio alla fonda
Ammiraglio di squadra
ropanda
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Frik ha scritto:
Vorrei dire le mie impressioni sulle redan del mio gommone,, un Nuova Jolly rider 600, considerato da molti una chiatta con il tubolare, inizio con gli aspetti negativi:
1) varo difficoltoso

4) necessita di trovare il giusto assetto motore

Pregi:
1) Richiesta poca potenza, con un vecchio mariner 60cv 2t raggiungevo i 29 kn consumando un litro/miglio
2) atterraggio morbido dopo un onda
3) non risente delle onde di mascone avendo una carena poco profonda


analizando lo scritto da un utente.....possesore di redans (piacerebbe sentire altri)

a mio parere (carrelista) già con la voce 1) sarebbe impensabile addottarlo.

con la voce 4) penso sia un po complicato sapere quando effettivamente danno il meglio i redans. si dovrebbe dotare di qualche sistema elettronico di sensori per ottimizzare i cosidetti......

in tanto mi piacerebbe sapere di più, tante cose si fanno con un fine commerciale e ci fanno credere che questa carena dotata di redans sia il massimo, come ben ha spiegato F. Donno. da tanto che ho letto pare avere una spiegazione e giustificazione tecnica quella di approfittare la turbolenza generata di questi redans, diminuire l'attritto carena acqua con la conseguente miglioria sia in velocità .......anche ........ boh.......non lo so..... Embarassed

uno esempio

re: Redan: si o no ?
Salpa Laver 20.5 Cabin -selva 100cv 4T
elica Al 3 pale Ø13.75 x 13. mod 14/15
barca 5.5 Mitica Ropanda - selva-marlin 100 cv 4 T
elica Al 4 pale Ø12.75x17
ex gommone selva 4.20- johnson 25 cv
Tenente di Vascello
marcotan
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Non mi intendo di disegno tecnico, ho fatto il liceo classico.
Non sono in grado di snocciolarmi un Bartezzaghi e della Settimana Enigmistica mi rimane ben poco...
Voi direte che c'entra?
C'entra, c'entra..."aguzzate la vista"!
Scherzi a parte mi viene da pensare che questi ci stanno o provano a prendere pel c...o??????????????
Per il codice del consumo potrebbe configurarsi come difetto di conformità...
Ma forse dico una stupidaggine...poichè anche un bambino si renderebbe conto dell'errore madornale che hanno commesso!
Certo che se le barche le fanno come i disegni e se 'sti redan li piazzano al contrario di come li hanno disegnati ( o viceversa ) secondo me non c'hanno capito nulla...
Non basta millantare con linguaggio d'oltre Manica ( H.I.S. ) d'avere inventato un qualcosa che risale al Ventennio almeno.
Se le cose stanno così apprezzo di più il tamarro che mette lo "stendipanni" sul baule posteriore della 156, almeno non va a dire in giro che la macchina grazie all'alettone tiene di più!
Poveracci...Toh:
re: Redan: si o no ?
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Marco
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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Tenente di Vascello
flinko
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non voglio entrare nel merito del redan però la storia che l'effetto della scia una controindicazione per la traina basta fare una piccola ricerca su google per capire che sia sbagliato.
https://www.google.it/search?q=traina+scia&rlz=1C5CHFA_enIT505IT508&oq=traina+scia&aqs=chrome..69i57j0l3.6037j0j8&sourceid=chrome&espv=210&es_sm=119&ie=UTF-8

addirittura chi traina con la barca a vela cerca soluzioni per creare turbolenze e di come i pesci siano attratti dal rumore del motore.

Naturalmente questo vale per la traina in superficie con gli artificiali per la traina con il vivo le velocità sono cosi ridotte che ritengo l'effetto trascurabile. Se poi fai traina di fondo penso che 30 metri di acqua bastano per smorzare l'effetto
Sailornet

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