Storia dei Fari d'Italia [pag. 4]

Ammiraglio
Dada77
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lone wolf ha scritto:
Ciao faro 62, non puoi abbandonarci così, raccontacene una al mese, dai che sei bravo Smile


Non posso che quotare...... Felice

Ti rimarranno lo stesso i diritti per il libro........ Razz
Daniele
La rinascita del Phoenix....
https://m.youtube.com/watch?v=T3creDbTP3M
https://youtu.be/dRLaLGarif0

La rinascita del Genesis....
https://youtu.be/iCkgnupbnDQ

La rinascita del Gaudium....
https://youtu.be/6Eq9UWFyWZM
Tenente di Vascello
michael
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@faro62
Mi hai anticipato sul faro di Punta Libeccio, che mi ha tenuto compagnia per tutta la scorsa estate, ma son contento che l'abbia fatto tu: anch'io, come gli altri amici, attendo di raccogliere "linfa vitale" dai tuoi prossimi post in materia.

Michael

P.S.: lasciami però "Porcelli": quello è tutto mio!!!
Domar Corsair Manta 460 + Tohatsu 25 Maxi .
BAT Baltic XL + Tohatsu 40 Mega
Aquamar Bahia 20 Cabin + Honda BF130
Sergente
faro62
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Ok, non sono per niente esperto nello scrivere quindi perdonatemi gli errori. Come dicevo il primo faro in cui cui ho vissuto è stato P. libeccio a Marettimo.Abitando in un faro non puoi che essere appassionato di pesca, e insieme a mio padre andavamo spesso a buttare il palancaro.Io avevo circa 11/12 anni e lo aiutavo , avevamo un piccola barchetta a remi e la sera prima del tramonto andavamo proprio sotto il faro a buttare il palancaro.Mia madre rimaneva al faro in modo se facevamo tardi accendeva il faro, quel pomeriggio mio padre decise di andare, c'era un leggero vento di grecale ma andando sotto costa non c'era pericolo.Arrivati sul posto mio padre mi da i remi in mano e lui con le spalle verso il terreno inizia a calare il palancaro,come sapete, il palancaro è abbastanza complicato e devi stare attento a non ingabugliarti con ami e lenze, il grecale era leggermente aumentato e ci scarrocciava lentamente verso fuori, io continuavo a vogare lentamente e tenere la barchetta dritta. Il vento era aumentato ancora,e il cielo si era annuvolato rapidamente,ad un tratto vedo mio padre girarsi di colpo guardare il terreno tagliare il conzo e mettere un segnale al palancaro, mi accorgo dal suo atteggiamento che avremmo avuto qualche problema, intanto il vento era parecchio aumentato, ha iniziato a piovere, e mancava poco per essere buio. preso i remi in mano mio padre mi disse di non preoccuparmi che sarebbe andato tutto bene.Io iniziai a piangere ma mi feci coraggio. mentre remava con le piccole onde e il vento di prua entrava parecchia acqua in barca ed io con una piccola ciotola cercavo di svuotarla intanto mia madre aveva acceso il faro e in lontananza la vedevamo e immagino era molto preoccupata,mio padre mi tranquillizzava dicendomi di stare tranguillo ,l'unica sua preoccupazione era qulla che se forzava con quei remi si potevano rompere, ma facendomi notare in lontananza dei pescherecci a paranza mi disse male che vada andiamo in poppa sperando che qualche peschereccio ci avvistasse. Tutto è successo rapidamente,eravamo tutti bagnati e il buio era totale.Mi sono accorto che la luce del faro era sempre più vicina, e nello squardo di mio padre notai un sorriso di tranquillita che mi ha rasserenato,non ricordo le parole che mi disse ricordo benissimo che mi alzai lo abbracciai e piangendo gli disse che la colpa era mia e che la prossimna volta sarei stato più attento nel vogare . finalmente arriviamo nella spiaggetta dove mia madre ci aspettava anche lei in lacrime. Spesso racconto ai miei figli questa avventura e le raccomando sempre di non prendere mai per scontato niente specialmente andando in mare..
Ammiraglio di divisione
red1 (autore)
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faro62 ha scritto:
Ora sono il Reggente dei segnalamenti marittimi di Trapani .


Ciao faro62, sei un grande !
Grazie per la storia vissuta che hai voluto condividere con noi e per tutte quelle che vorrai regalarci.
Chissà quante foto hai ! Senza nulla togliere al tuo libro, sappi che pendiamo dalle tue labbra.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Capitano di Corvetta
Max74
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faro62 ha scritto:
Salve, sono un guardiano del faro,"e figlio di un guardiano del faro" ho vissuto in molti Fari, ma quello di punta libeccio è sicuramente quello che mi è rimasto più impresso forse perchè è uno dei fari più isolati d'Italia, per raggiungerlo dal paesino si doveva percorrere una mulattiera per 8km. cavalcando un asinello oppure si raggiungeva per via mare solo nei periodi estivi,perchè l'approdo non era sicuro.Il faro ha un'ottica rotante con portata luminosa di 33 miglia, mio padre mi diceva che era uno dei fari più potenti,si riusciva a "baciarsi" con quello di capo bono in tunisia.Di storie ne ho vissute tante, ci sarebbe da scriverne un libro, forse un giorno chissa.Una cosa che facevo sempre io era quella di dare la corda al faro ,si doveva tirare su con una appisita manovella il peso motore che scendendo piano piano faceva girare l'ottica. la discesa durava 6 ore. Hora sono il Reggente dei segnalamenti marittimi di Trapani Ciao..

Ciao faro62, un saluto da un altro "figlio di farista", ma io purtroppo non ho avuto la tua fortuna di poter continuare il lavoro di mio padre.
Adattarsi, improvvisare e raggiungere lo scopo
Tenente di Vascello
michael
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Ogni promessa è debito, quindi oggi vorrei attirare l'attenzione su un faro dalla forma molto particolare che si trova a circa due miglia direzione nord, a metà della rotta per raggiungere l'isola di Levanzo, nelle Egadi, dal porto di Trapani. Sto parlando del faro che insiste sugli Scogli dei Porcelli, da cui prende il nome, e che spesso, nella stagione estiva diventa meta di sub e pescatori, ma anche di quei turisti alla ricerca della tranquillità a poche miglia dalla terraferma.
    re: Storia dei Fari d'Italia

    re: Storia dei Fari d'Italia
    re: Storia dei Fari d'Italia

    re: Storia dei Fari d'Italia
    re: Storia dei Fari d'Italia

    Il faro si trova in un piccolo affioramento roccioso, a pelo d'acqua, al largo del porto di Trapani. Questo scoglio appartiene all'arcipelago delle Egadi, del quale fanno parte anche l'isolotto di Formica e quello di Maraone. Il faro di tipologia a torre media fu attivato per la prima volta nel 1905 ed è formato da una torre a pianta circolare dalla struttura massiccia, che si eleva sino alla lanterna cilindrica posta a 23 metri di altezza. Laccesso alla torre in muratura è consentito da un ballatoio delimitato da una cornice marcapiano, al quale si accede tramite una scala metallica; il piano d'ingresso è separato dalla lanterna da cinque piani successivi, collegati all'interno da una serie di scalette metalliche. Tutte le finestre e la porta di accesso sono decorate da un'ampia cornice in pietra locale che risaltano sul "bugnato", di colore scuro, presente sull'intera elevazione.
    Il faro risulta essere di particolare interesse, in quanto presenta la singolarità di essere isolato e costruito secondo una tipologia a torre tozza e massiccia, facendo riferimento ai modelli di fari francesi.
    L'ottica fissa emette un gruppo di due lampi bianchi con un periodo di 10 secondi ed una portata di 11 miglia. La lanterna che ospita il dispositivo ottico è alimentata da pannelli fotovoltaici.

    Scheda anagrafica:

    - Lat. Nord 38° 02.6
    - Long. Est 12° 26.3
    - Luce a gruppi di due lampi bianchi ogni 10 secondi
    - Altezza luce 23mt
    - Portata luminosa 11mg
    - Anno di attivazione 1905

Fonti: Cristiana Bartolomei, Giuseppe Amoruso - L' architettura dei fari italiani

Ecco dove si trova:
re: Storia dei Fari d'Italia


Michele Cià
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Ammiraglio di divisione
red1 (autore)
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Bellissimo post Michele, veramente complimenti Applause Applause Applause
La posizione particolare mi ha fatto ricordare un documentario visto qualche tempo fa sulla costruzione del faro di Ar-Men, ubicato sulla punta più occidentale della Bretagna, in Francia. Tale faro oltre ad avere la particolarità, come il faro Porcelli, di essere ubicato su una roccia isolata a pelo d'acqua fu particolarmente difficoltoso da costruire per via delle estremamente avverse condizioni meteo dell'Atlantico.
Quando entrò in funzione, nel 1881, chiaramente fu necessario distaccarvi dei guardiani che lo soprannominarono "L'Inferno degli Inferni".
Pare che i guardiani fossero soliti definire Inferni i fari di alto mare, Purgatori i fari ubicati sulle isole e Paradisi i fari sulla terra ferma.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Tenente di Vascello
SimoC
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faro62 ha scritto:
Ok, non sono per niente esperto nello scrivere quindi perdonatemi gli errori. Come dicevo il primo faro in cui cui ho vissuto è stato P. libeccio a Marettimo.Abitando in un faro non puoi che essere appassionato di pesca, e insieme a mio padre andavamo spesso a buttare il palancaro.Io avevo circa 11/12 anni e lo aiutavo , avevamo un piccola barchetta a remi e la sera prima del tramonto andavamo proprio sotto il faro a buttare il palancaro.Mia madre rimaneva al faro in modo se facevamo tardi accendeva il faro, quel pomeriggio mio padre decise di andare, c'era un leggero vento di grecale ma andando sotto costa non c'era pericolo.Arrivati sul posto mio padre mi da i remi in mano e lui con le spalle verso il terreno inizia a calare il palancaro,come sapete, il palancaro è abbastanza complicato e devi stare attento a non ingabugliarti con ami e lenze, il grecale era leggermente aumentato e ci scarrocciava lentamente verso fuori, io continuavo a vogare lentamente e tenere la barchetta dritta. Il vento era aumentato ancora,e il cielo si era annuvolato rapidamente,ad un tratto vedo mio padre girarsi di colpo guardare il terreno tagliare il conzo e mettere un segnale al palancaro, mi accorgo dal suo atteggiamento che avremmo avuto qualche problema, intanto il vento era parecchio aumentato, ha iniziato a piovere, e mancava poco per essere buio. preso i remi in mano mio padre mi disse di non preoccuparmi che sarebbe andato tutto bene.Io iniziai a piangere ma mi feci coraggio. mentre remava con le piccole onde e il vento di prua entrava parecchia acqua in barca ed io con una piccola ciotola cercavo di svuotarla intanto mia madre aveva acceso il faro e in lontananza la vedevamo e immagino era molto preoccupata,mio padre mi tranquillizzava dicendomi di stare tranguillo ,l'unica sua preoccupazione era qulla che se forzava con quei remi si potevano rompere, ma facendomi notare in lontananza dei pescherecci a paranza mi disse male che vada andiamo in poppa sperando che qualche peschereccio ci avvistasse. Tutto è successo rapidamente,eravamo tutti bagnati e il buio era totale.Mi sono accorto che la luce del faro era sempre più vicina, e nello squardo di mio padre notai un sorriso di tranquillita che mi ha rasserenato,non ricordo le parole che mi disse ricordo benissimo che mi alzai lo abbracciai e piangendo gli disse che la colpa era mia e che la prossimna volta sarei stato più attento nel vogare . finalmente arriviamo nella spiaggetta dove mia madre ci aspettava anche lei in lacrime. Spesso racconto ai miei figli questa avventura e le raccomando sempre di non prendere mai per scontato niente specialmente andando in mare..


Con gran piacere ti ho inserito nella lista dei Siciliani nel Forum! Thumb Up
https://www.gommonauti.it/ptopic65214_siciliani_nel_forum.html
L'importante è andar per mare
Sailornet