Storia dei Fari d'Italia

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red1 (autore)
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- Ultima modifica di red1 il 03/11/13 21:44, modificato 4 volte in totale
Prendo spunto da un bell'articolo pubblicato su visit sicily con foto di Giuseppe Fallica, per proporre al forum la storia del faro di San Vito Lo Capo.
Non so se questa è la sezione giusta del forum per inserire questo argomento ma lascio agli admin la scelta di allocarlo.
Penso che potrebbe essere molto interessante se ciascuno di noi inserisse notizie, curiosità e foto del faro più vicino ai luoghi in cui naviga, per poterne ricostruire la storia.

La costruzione del faro si deve al Regno Borbonico che negli anni 1800-1850 edificò numerosi fuochi lungo le coste del Regno delle Due Sicilie, sia per la navigazione d’altura che per quella costiera. Tra questi il faro di Capo San Vito la cui costruzione ebbe inizio nel 1854 e l’accensione della prima luce, con luce bianca fissa e rossa a splendori, il 1 agosto 1859. Le spese di costruzione furono: lire 60.231 per le opere edili, lire 31.050 per la lanterna poligonale della Ditta Lapaut, l’ottica e l’impianto illuminante e lire 142 per gli arredi. Vi erano destinati due guardiani del faro il cui costo annuo , nel 1887, era per le paghe di lire 1.250 più lire 100 per lo straordinario.

Il costo annuo dell’olio vegetale per alimentare il fuoco all’interno dell’ottica era di lire 802.40 al prezzo unitario al kg di lire 1.73, mentre il costo orario di accensione della sorgente luminosa era di lire 0.35
Nel portolano “Guida del Pilota” per le coste e porti del Regno delle Due Sicilie autore P.L. Cavalcante, edito nel 1846 quale riferimento per identificare il Capo San Vito vi sono scritte tre torri, di cui due cilindriche e la terza, quadrata, grande, chiamata del Roccazzo posta sull’estremità a mare del Capo chiamata Punta di Malasorte.

La sorgente luminosa, ad olio vegetale, venne sostituita nel 1887 a petrolio a tre lucignoli per una portata di mgl. 18.5 per la luce bianca e di mgl. 14 per la luce rossa.
Una sorgente luminosa ad incandescenza a vapori di petrolio venne posta in opera nel 1919 e contestualmente fu modificata la caratteristica in luce a lampi bianchi, con periodo di un secondo dei lampi e 19 secondi di eclisse, con portata luminosa di 29 miglia nautiche e geografiche di 18 miglia; venne posto in opera uno schermo per oscurare la luce da 0° a 36°.
Con i nuovi impianti ed il nuovo fuoco si ottenne una portata luminosa 25,6 miglia. Oggi il faro di Capo San Vito in posizione di lat. 38° 11’ 18” N e long. 12° 44’ 00 E nelle sue vesti architettoniche è rimasto immutato, il fuoco è alto 38.20 mt. dal suolo e 43 mt. dal livello del mare, con portata geografica di 18.2 miglia.

Fonti : Visit Sicily (Assessorato Turismo Sport Spettacolo Regione Siciliana), https://www.sanvitoweb.com, Foto di Giuseppe Fallica e qualcuna del sottoscritto

Storia dei Fari d'Italia


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Scheda del faro dei giorni nostri

Elenco Fari n.3170/3172

Nome e località: San Vito Lo Capo (TP)

Mare: Tirreno

Coordinate: lat. 38° 11’ 18” N e long. 12° 44’ 00 E

Data: Attivato nel 1859

Altezza luce: 43 m s.l.m

Portata: La portata è di 25 miglia ed è visibile per 228° (tra 225° e 93°) nella zona mare compresa tra Punta Carini e la rada di Trapani

Descrizione luce del faro principale (n 3170): Ottica Rotante ed emette lampi bianchi, con un periodo di 5 secondi

Descrizione luce fanale (n.3172): Il fanale emette luce rossa isofase con periodo di 4 secondi, ha una portata 6 miglia nautiche, è visibile da 165° a 225°, e sta a segnalare la secca a nord di Capo San Vito.

Il faro e il fanale sono sotto la responsabilità del Comando di Zona fari della Marina Militare con sede a Messina
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Ammiraglio di divisione
red1 (autore)
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Ragazzi il topic l'ho chiamato Storia dei Fari d'Italia, al plurale, perché speravo che ciascuno avrebbe pubblicato le notizie del faro più vicino a se.
Anche dettagli, leggende, racconti dei pescatori ecc. Fatevi avanti Exclamation
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Capitano di Corvetta
Max74
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- Ultima modifica di Max74 il 04/11/13 14:54, modificato 2 volte in totale
si può cancellare pls
Adattarsi, improvvisare e raggiungere lo scopo
Contrammiraglio
dolce*11
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https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cd/Faro_di_Punta_Sabbioni_a_Cavallino_Treporti.jpg/800px-Faro_di_Punta_Sabbioni_a_Cavallino_Treporti.jpg

All'estremo ovest del litorale del Cavallino, sulla diga che delimita a nord-est la bocca di porto di Venezia-Lido, sorge il faro di Punta Sabbioni, punto di riferimento per i turisti di passaggio e per la barche in transito verso la laguna di Venezia.
Il faro è costituito da una struttura metallica a forma di pagoda con due terrazzi, dipinta a scacchi bianchi e neri, che sorge da un fabbricato in cemento armato per un’altezza di 26 metri.

Per la costruzione della famosa "pagoda" di Punta Sabbioni furono necessari ben 28 anni: i lavori furono infatti avviati nel 1882 e terminarono nel 1910.
Nel 1969, in concomitanza con i lavori di risistemazione del molo e della pagoda a seguito dell’eccezionale mareggiata del novembre 1966, il faro è stato elettrificato e la cabina di trasformazione ubicata al piano terra della pagoda; nel 1974 è stato automatizzato e il segnale luminoso è visibile a 15 miglia di distanza (circa 25 Km.)
Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

F.De Andrè.
Capitano di Corvetta
Max74
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- Ultima modifica di Max74 il 04/11/13 14:53, modificato 2 volte in totale
Mio padre è stato farista per 42 anni, prima all'isola di Vulcano alle Eolie dal 1965 al 1970 e poi fino al pensionamento nel 2007 a Punta Penna in Abruzzo. Io stesso ho vissuto fino all'età di 20 anni nel faro di Punta Penna Smile (il secondo faro più alto d'Italia dopo Genova).

Riporto alcune informazione avute da mio padre sul faro di Punta Penna.

Progettato nel 1906, con inizio lavori nel 1908 è stato ultimato nel 1913 ed acceso per la prima volta nell'autunno del 1915. Il suo funzionamento era ad olio di oliva additivato.
Qualche anno dopo il funzionamento fu cambiato a petrolio e nel 1936 elettrificato.

Nell'autunno del 1943 i tedeschi in ritirata lo fecero saltare all'altezza del tetto del fabbricato. Nel 1947 fu ricostruito sul fabbricato esistente e riacceso l'anno successivo.

Dal 17/07/1963 è automatizzato, in caso di mancanza di energia elettrica il fanale di riserva (anch'esso automatico) assicura il servizio per circa 3 notti.

Alto 54 metri dal tetto del fabbricato alla sommità e 268 gradini a chiocciola, la struttura della torre ottagonale è stata realizzata in laterizi concentrici in modo da darle un certo grado di elasticità che le consente di oscillare in caso di forte vento (circa 20 cm alla sommità).

Il sistema illuminante è assicurato da un ottica quadrangolare a prismi concentrici e da una lampada speciale a gas con resistenza interna da 1000 W - 120 Volt, che le assicurano una energia luminosa di due milioni di Lumen.

La sua portata luminosa è di 26 miglia nautiche con visibilità media dell' 85%. Il piano focale è situato a 128 metri sul livello del mare e le caratteristiche sono di 1 lampo ogni 5 sec; codice internazionale EF 3856.

Giuseppe de Nobile
Farista del faro di Punta Penna dal 1970 al 2007

Il faro di punta Penna:
re: Storia dei Fari d'Italia


Il faro di riserva:
re: Storia dei Fari d'Italia


Il sistema rotante:
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Il vecchio sistema che permetteva la rotazione:
re: Storia dei Fari d'Italia


la lampadina da 1000 Watt
re: Storia dei Fari d'Italia


La lanterna
re: Storia dei Fari d'Italia


L'ottica rotante
re: Storia dei Fari d'Italia


I 268 gradini che portano alla lanterna
re: Storia dei Fari d'Italia
Adattarsi, improvvisare e raggiungere lo scopo
Ammiraglio di divisione
red1 (autore)
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Grandissimo Max Exclamation
Dopo 42 anni di servizio, vissuti in un faro, tuo padre avrà una gran quantità di notizie e curiosità da raccontare.
Aspettiamo con impazienza quello che, della sua vita professionale, vorrà insegnarci.
@dolce*11
Anche se non hai foto scattate da te poiché in rete ce ne saranno sicuramente potresti inserirle citandone l'autore.
Non è dato a chiunque accedere all'interno di un faro per fare fotografie perché nella stragrande maggioranza dei casi è zona militare.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Tenente di Vascello
Frank
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- Ultima modifica di Frank il 02/11/13 16:34, modificato 1 volta in totale
Ragazzi bellissimo questo topic!!
Io purtroppo non ho storie da raccontare perchè abito vicino a Torino l'unico faro famoso da queste parti è quello del Colle delle Maddalene.
Nonostante tutto sono un vero appassionato di fari. qualche anno fa feci un viaggio in Normandia e Bretagna.. me li sono visti tutti.
Il + interessante però l'ho trovato in Olanda a Textel, è un faro particolare in quanto si tratta di un faro costruito su un altro, salendo, all'inteno si vede la struttura del vecchio.
Continuate pure a scrivere dei fari
Ciao
Zodiac Fastroller 3,60 Yamaha 15
Capelli Tempest 500 Yamaha 40 DETL
Carrello Ellebi 722
ZAR 53 Yamaha 130 AETL
Carrello Ellebi 6001
Contrammiraglio
dolce*11
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@ Red,
La foto si dovrebbe vedere cliccando sulla scritta blu o no? Question
Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

F.De Andrè.
Capitano di Vascello
toaldoeta
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fantastiche le storie dei fari, seguo con interesse
Non c'è buon vento per chi non sa dove andare.
Tenente di Vascello
michael
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- Ultima modifica di michael il 01/11/13 21:12, modificato 3 volte in totale
Vi ricordate che negli episodi delle serie televisiva del Commissario Montalbano compariva nelle adiacenze della sua dimora uno spettacolare faro? Ebbene eccolo qui, il faro di "Punta secca", in provincia di Ragusa, con le sue caratteristiche e qualche cenno di storia:
    Il faro di Capo Scalambri, detto anche Capo Scaramia, poco distante da Marina di Ragusa e dalla località di Punta secca, nota per i resti archeologici e per le bellissime spiagge, fu attivato nel 1859 per la prima volta e poi nel 1892. La torre slanciata è molto prossima alla battigia, imponendosi per le sue dimensioni rispetto alle abitazioni circostanti. La sua forma tronco-conica si sviluppa da una pianta circolare e la massiccia struttura muraria è percorsa internamente da una scala a chiocciola che conduce alla lanterna. Inserita in posizione assiale rispetto all'edificio del farista a pianta rettangolare ad un solo piano di colore giallo, la bianca torre si eleva per un'altezza di circa 35 metri e per la sua monumentale imponenza, analoga alla maestosità di una colonna classica, si pone tra gli elementi di caratterizzazione di questa parte del paesaggio costiero della Sicilia

La sua scheda anagrafica recita:
    - Lat. Nord 36° 47.2
    - Long. Est 14° 29.6
    - Luce a gruppi di due lampi bianchi ogni 8 secondi
    - Altezza luce 37,7mt
    - Portata luminosa 16mg

Visibile per 206° (tra 318° e 112°) nella zona mare compresa tra Gela e Cava d'Aliga. Il faro ad ottica fissa ha il numero dell'elenco fari 2942.
Ho anche avuto il piacere di vederlo di presenza durante un tour nel "barocco siciliano"... e fotografarlo.

re: Storia dei Fari d'Italia


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Fonti: Francesca Fatta - "Luci del Mediterraneo i fari di Calabria e Sicilia"
Le foto, invece, sono mie. Wink
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