Incollaggio compensato marino

Diversi anni fa ho rifatto in compensato marino (okumè+teak) i coperchi dei gavoni e le coperture delle plancette di poppa del mio Marlin. Una di queste è proprio da sostituire.
Il cantiere da cui mi rifornivo ha purtroppo chiuso definitivamente i battenti, ma mi è rimasto un ritaglio:

E' okumè da 10 mm (9,6, in realtà) ricoperto in teak, con i comenti in legno bianco.

Ma con le misure non ci sto, è lungo 80 cm e largo 23, mentre a me servirebbe molto più corto (32) , ma largo 34 . Ho pensato quindi di tagliarlo a metà , di fresarlo a spessore e di giuntarlo a mezzo legno, così:

Credo che in fabbrica l'incollaggio fra gli strati sia fatto a resine fenoliche, con fissaggio a calore e pressione, tecniche piuttosto complicate per poterle replicare in garage
Io vorrei tentare con la resina epossidica, ma non ho idea di quanto possa essere una soluzione accettabile e, almeno per qualche anno, duratura.

L'incollaggio dovrebbe resistere in realtà "solo" agli agenti atmosferici, e non a sollecitazioni meccaniche, in quanto il pannello va fissato in piano con una decina di viti passanti alla VTR sottostante.

Se qualcuno vuole gentilmente darmi un consiglio o un semplice parere...

quei pannelli li fa bellotti
credo tu faccia prima a cercare un loro rivenditore e comprarlo nella misura che ti serve

Io lo taglierei lungo il comento, fisserei i due pezzi distanziati e riempirei lo spazio con sikaflex bianco a riprodurre il comento "saltato" dal taglio......

Mi sarò spiegato?

Ti sei spiegato sì
Non avrei giunzioni sul lato superiore e coprirebbe imperfezioni della linea di taglio. Ottima idea. Grazie.

Sull'incollaggio, invece, che ne pensi?

Edit: forse intendevi addirittura un taglio a tutto spessore, senza incollaggi con resina, ma solo al sikaflex?
Sarebbe ancora più semplice, in effetti. L'unica cosa è che il sika non verrebbe verniciato col resto. Ci devo ragionare...

@marinese

Sì, sarebbe più semplice. Ma credo che avrebbero un minimo di metratura. Anche il cantiere dove mi servii anni fa mi impose una dimensione abbondante, da cui il ritaglio. Rimanderei l'acquisto a quando volessi rifare tutti i pannelli.
E poi mi piace l'idea di portare a nuova vita quel ritaglio, anzichè lasciarlo agli eredi che lo butterebbero nel fuoco.

Per quanto riguarda l'incollaggio, con la resina epossidica ottieni un incollaggio strutturale più robusto del legno stesso (nel senso che se provi a staccare 2 pannelli di legno ben incollati con l'epossidica, si rompe il legno ma non l'incollaggio).

Comunque puoi usare anche la colla poliuretanica che incolla quasi altrettanto bene legno, polistirolo e simili, è monocomponente ed è resistente all'acqua di mare; ha solo il difetto di gonfiarsi un po in fase di indurimento, quindi va data con parsimonia e le parti vanno bloccate bene tra di loro

grazie, stan

l'epossidica mi serve comunque per il fondo, prima della vernice poliuretanica bicomponente. Il non averla usata in origine credo proprio sia la causa del deterioramento del pannello che voglio sostituire. Questo sta su una plancetta oltre lo specchio di poppa, finisce spesso sommerso, e basta una scheggiatura nella vernice poliuretanica perchè l'acqua si infiltri fino al legno. Come è accaduto in diversi punti.

Credo che farò la fresatura a mezzo legno e l'incollaggio. La soluzione proposta da Dada77 a pannelli separati semplificherebbe il tutto, ma andrebbe bene se avessi ancora il gommone a portata di mano per poter applicare il sikaflex e procedere poi alla finitura.

Se è una zona spesso ammollo invece di verniciare e creare una "lamina" sul legno (che sarebbe anche scivolosa) ti consiglio di portare il legno a vergine e dare solo impregnante/olio in modo che l'acqua che inevitabilmente il pannello assorbe abbia modo di asciugare in fretta (la verniciatura chiude il poro e tende a mantenere bagnato il legno molto più a lungo....

Sempre più semplice...
Dovresti candidarti per il Ministero della semplificazione

Per lo scivolamento non avrei problemi: all'ultima mano di poliuretanica anche in passato ho aggiunto nel bicchiere un pizzico di una polverina bianca che mi regalarono quelli della Stoppani. Credo sia quarzo, che funziona davvero bene.
Avevo rifatto anni fa tutti i legni proprio perchè scivolosi, oltre che brutti a vedersi.
In effetti la poliuretanica è molto dura, poco elastica, e se fa una crepina sono dolori.
Ma pensavo che impregnante ed olio fossero più indicati per legni già resistenti all'acqua, come il teak, solo se in massello, e non in versione multistrato.

Il trattamento mi pare andrebbe ripetuto ogni stagione, col vantaggio sì di non dover grattare, ma con lo svantaggio di dover prima rimuovere il pannello per impregnarlo sotto, pannello sul quale tra l'altro è fissata la scaletta di risalita con i suoi bulloni passanti e relativi otto dadi autobloccanti riservati ai contorsionisti

Devo ricominciare a ragionare...

Non riuscirai mai a impermeabilizzare il pannello sopra, sotto e sulle spalle....
Otterrai solo di realizzare un "recipiente" in cui l'acqua riesce ad entra e non ad uscire.....

Hai mai visto le barche "serie" con i legni verniciati a flatting/vernice?

Ragiona.... Ragiona.....

P.S. Occhio a quella "polverina bianca"......