Il Piave mormorava?? 24 maggio 1915 - 24 maggio 2015

Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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Piove, il fango arriva quasi alle ginocchia nella linea di trincee avanzate. L’artiglieria sta martellando da ore la terra di nessuno nel tentativo di distruggere i reticolati. Sarà compito di pochi fanti, condannati a morte certa, distruggere coi tubi esplosivi quel che ne resterà. Poi i nostri cannoni allungheranno il tiro fino alla prima linea di trincee nemiche e poi ancora tra la prima e la seconda linea nemica.

Se le mitragliatrici nemiche saranno fuori uso, forse conquisteremo la prima linea, per poi ripartire verso la seconda sotto il tiro delle artiglierie nemiche, mentre le nostre bombarderanno la terza linea per impedire l’invio di rinforzi. Se non ce la faremo dovremo ripiegare sotto il tiro delle nostre artiglierie che cercheranno di impedire al nemico di avanzare

L’ordine d’attacco è imminente. Temo di non farcela a uscir fuori. Ma dietro di me ufficiali e plotoni di Carabinieri hanno ordine di sparare a chi esita.
Il sottotenente freme, spera di diventare capitano: vorrebbe dire essere ancora vivo a 22 anni. Ma presto fischierà l’assalto al grido “Savoia!”, maledicendo il suo generale.

Questo poteva essere l’animo di un fante. Questa più o meno la tattica di battaglia della prima Guerra Mondiale, combattuta da eserciti tecnologicamente ben bilanciati, che spiega il perché di tanto sangue: conquistata la linea nemica spesso si doveva ritornare indietro.

Ma è noto che Cadorna non avesse molta fantasia.
La sua strategia:
“Per attacco brillante si calcola quanti uomini la mitragliatrice può abbattere e si lancia all’attacco un numero di uomini superiore: qualcuno giungerà alla mitragliatrice […]"
"Le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini”.
"Il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi".
"Chi tenti ignominiosamente di arrendersi e di retrocedere, sarà raggiunto prima che si infami dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti e da quella dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia freddato da quello dell’ufficiale"
Luigi Cadorna (e, per la verità, non era il solo a pensarla così in Europa)

Per il resto gli eventi bellici ebbero una storia relativamente semplice.
Allo scoppio della guerra, gli Austriaci si ritirarono prontamente su posizioni preventivamente ben fortificate e facilmente difendibili: le Alpi più alte e quella formidabile barriera naturale che è il Carso. Undici Battaglie dell’Isonzo non li schiodarono.
La resa della Russia liberò imponenti risorse belliche. A fine ottobre 1917, Caporetto: l’attacco, la la disfatta e la fuga fino al Piave. Pianificato dai Tedeschi, fu il primo esempio storico di “Blitzkrieg”, attaccando in punti mirati con forze soverchianti, ebebro successo più per la confusione generata che per la potenza militare.
Ma per Cadorna invece causa della disfatta fu il tradimento delle truppe da punire con migliaia di fucilazioni.
Non capì o fece finta di non capire per non ammettere la sua inadeguatezza
Nel mezzo, la popolazione civile.
Cadorna, almeno, era un bravo stratega difensivo: mentre le divisioni Inglesi e Francesi fuggirono fino al Mincio, diffidando, egli seppe predisporre una valida linea difensiva sul piave.
Glio Imperi Centrali, stremati dall’embargo navale che impediva ogni rifornimento e da rivolte interne anche nell’esercito, a metà del 1918 eran pronti alla resa e le trattative per l’armistizio in corso.
Ma gli Italiani temporeggiarono e a fine ottobre 1918 il Regio Esercito mosse all’attacco. Gli Austriaci, dopo una iniziale resistenza, se la diedero a gambe levate, travolti dalle nostre truppe a Vittorio Veneto.
Il 4 novembre la Vittoria. In realtà doveva essere il 3. Con una scusa spostammo avanti di un giorno la data dell’armistizio per completare le conquiste: in 10 giorni si fece ciò che non si era riusciti a fare in 3 anni e mezzo: si arrivò a Trento e Trieste, in Tirolo ed in Slovenia. Se non ci fermava Wilson arrivavamo in fino Svezia e tutti furono fatti Cavalieri.

Questa guerra era stata combattuta dai contadini. Gli operai avevano fatto le armi. Industriali e finanzieri avevano fatto i soldi. Lo stato aveva fatto debiti fino al 1982.

Ci ritrovammo con quasi un milione di Italiani in meno e un tot di manigoldi di troppo che condizionarono gli anni a venire fino ai giorni nostri.

Oggi alle 15,00 si chiede un minuto di silenzio, ma a mio parere è meglio parlare. Un ricordo ed un pensiero questi giovani mandati al macello lo meritano.

Da qualunque parte essi combattessero.
Per non dimenticare la lezione

Per chi volesse approfondire: migliaia di storie tratte dai diari di soldati ed ufficiali che quella guerra combatterono
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Guardiamarina
roberto.toffoletti
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Yatar ti ringrazio per questo interessante intervento che dovrebbe essere diffuso nelle scuole, purtroppo la Prima Guerra continua ad essere descritta come una grande vittoria tacendo la vergognosa inefficenza degli ufficiali (provenineti dalla nobiltà come da tradizione) che mandò al macello migliaia di ragazzi quasi stessero giocando a soldatini. Ricordo l'episodio di un generale che passò in rassegna i soldati dopo un assalto e fece fucilare uno perchè teneva un sigaro in mano; significativo per dimostrare quella distanza anche umana tra questi presuntuosi ed il popolo dei soldati che DOVEVA ubbidire a tutto. Caporetto lo dobbiamo all'inerzia dei comandanti che non reagirono subito ma si lasciarono accerchiare. Il Presidente della Repubblica ha ricevuto in questi giorni una petizione popolare raccolta in Friuli per RIABILITARE dall'infamia quei soldati che sono stati fucilati sul Pal Piccolo per essersi rifiutati di andare al suicidio certo.
Ammiraglio di divisione
Daria
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Curioso..... Proprio oggi volevo varare il mio tender esattamente sul fiume Piave, a pochi metri da casa.
Spero di riuscire, sarebbe un bel anniversario.

A scuola ci insegnarono questa canzone che io amo particolarmente.

"il Piave mormorava calma e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio. L'esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera. Muti marciavano quella notte i fanti, tacere bisognava e andare avanti, si udivan intanto dalle armate sponde sommesso e lieve il mormorio dell'onde..... "

Da brividi
Ammiraglio di divisione
red1
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Caro Fabio, come sempre sei sul pezzo. Veramente complimenti. Wink

E' nei fatti storici che il corso della guerra cambiò con la rimozione di Cadorna dal comando a favore di Diaz. Infatti quest'ultimo e il suo vice Badoglio capirono che l'Italia non poteva fare la guerra contro il suo stesso esercito. Pertanto furono sospese le decimazioni, si allungarono le licenze, si aumentò la paga e si migliorò il vitto. I soldati ebbero assicurazioni gratuite e gli indennizzi alle famiglie dei caduti vennero subito pagati.
Insomma, nell'ultimo anno si fece la guerra in maniera più moderna e seria, risparmiando vite umane e riorganizzando l'esercito con i corpi d'assalto. Infatti quando l'esercito tornò all'attacco, complice pure lo sgretolamento degli Imperi centrali, i risultati furono altri, rispetto agli anni sanguinosi delle fucilazioni sommarie.

Quando, in giro per il nostro bel Paese, mi ritrovo in una Piazza o in una Via Cadorna, spero sempre che sia intitolata al Generale Raffaele Cadorna, che guidò i bersaglieri durante la breccia di Porta Pia nel 1870, ma il più delle volte sulla targa c'è il nome di suo figlio Luigi.

Per quella generazione poco fortunata provo profonda stima e riconoscenza, e quando, a volte, sento qualche intervento di qualche politicante mi viene da pensare cosa direbbero i nostri nonni, che si sono immolati per l'Italia.

Bellissimo il film in bn di Ermanno Olmi, "Torneranno i prati", che consiglio a tutti di vedere.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Ammiraglio di squadra
bluprofondo60
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Da ragazzino, avevo intorno ai 12 anni, mi recavo quasi tutti i giorni da un vecchietto, che abitava di fronte casa mia e che mi raccontava della guerra, di quando strisciava nelle trincee al freddo e sotto la pioggia e la neve e le sue avventure mi affascinavano moltissimo, al punto che non vedevo l' ora di tornare ad ascoltarlo.Mi parlava dei tanti amici che aveva perso su quei monti e si considerava un miracolato, essendo uscito indenne da quel macello.Ma quello che mi è rimasto più impresso, era il suo senso di patria, l' orgoglio di essere italiano e aver difeso il suo paese dallo straniero, uno dei tanti giovani ignoranti e poveri, mandati a morte quasi certa, ma con una grande dignità e un senso dell' onore immenso.Io credo che ai nostri giovani farebbe molto bene conoscere la storia vera di questa guerra crudele e orribile, che ha tolto la vita e la gioventù a tanti ragazzi che si sono battuti per il loro paese, per renderlo migliore e più giusto per le generazioni a venire.Anche i miei nonni hanno combattuto prima e seconda guerra mondiale, ma io non ho avuto il piacere di conoscerli , uno di loro era un ufficiale di carriera e ha lasciato la pelle in un campo di prigionia tedesco, ma ho sempre cercato di vivere la mia vita nel rispetto di chi come lui , mi ha permesso di abitare un paese libero e democratico, anche se sono convinto che molti di loro, valutando la società attuale. si rivolterebbero nella tomba.......
La vita è la ricerca di un equilibrio, tra i compromessi, le avventure e i momenti di follia...
Contrammiraglio
dolce*11
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Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

F.De Andrè.
Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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Da ricordare i prigionieri.
Secondi solobai Russi, il 15% dei caduti Italiani morì di stenti in prigionia.
Considerati traditori, lo stato non inviò loro il vitto. Dovettero pensarci le famiglie, per il tramite della Croce Rossa e a spese loro.
Tra i "traditori" anche coloro che si sacrificarono in retroguardia per proteggere la ritirata.

Badoglio perse tutta la sua artiglieria, che aveva schierato in posizione d'attacco, pur se ben noto che era prossimo un attacco Austro-Tedesco.
Fu quindi promosso e messo a fare il cane da guardia dello sconosciuto Diaz
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Tenente di Vascello
bebo1957
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- 8/21
Guerra di trincea e di assalti all'arma bianca, ma anche guerra " innovativa ": per la prima volta vennero utilizzati gli aerei ed i micidiali gas...
alberto capelli
Ammiraglio di squadra
maxfrigione
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- 9/21
A Brindisi si è tenuta una cerimonia:

re: Il Piave mormorava?? 24 maggio 1915 - 24 maggio 2015


Max
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Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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Visto che siamo pur sempre i Gommonauti, chiuderei questa commemorazione con le fotografie aeree delle coste e città Adriatiche di 100 anni fa.
Da Da Grado a Brindisi, passando per Venezia, Ancona, Bari e cittadine minori.
Ma anche, sull'altro lato, da Capodistria a Zante

Preziosa testimonianza lasciata dal forlivese Renato Spada, fotografo ricognitore (poi pilota di idrovolanti), messa on line a cura dalla famiglia.

Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Sailornet