Ricordo di un amico, uomo di mare

Capitano di Corvetta
duilio (autore)
6 Amore Sigh
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Proprio oggi avrebbe compiuto gli anni, ma se n’è andato cinque giorni fa. E forse nel peggiore dei modi, così come tanti qui da noi, solo, in ospedale, senza poter vedere per un’ultima volta i familiari tenuti lontani dal Covid-19, che l’aveva comunque risparmiato.

L’avevo conosciuto una trentina d’anni fa, quando mi fece da interprete con i proprietari di un appartamento che avevo prenotato tramite agenzia e mi procurò un posto per l’ormeggio del gommone. Parlava l’ italiano, o meglio il veneto, ed all’epoca era l’unico con cui potevo scambiare qualche parola.

Originario di un’isola della Dalmazia, aveva lavorato tutta la vita sul mare, prima in una cooperativa di pesca, poi imbarcato su pescherecci, e infine con un peschereccio suo. Era nato sul mare, Il mare gli era entrato nel sangue, ed in lui la passione per mare e pesca non si era mai sopita. Sui pescherecci aveva fatto a turno anche il cuoco, e conosceva le migliori tecniche per cucinare le diverse varietà di pesce. Odiava in compenso la carne, e seguiva il principio “Mi no magno bestie co e gambe”

Con l’esperienza professionale di una vita, sapeva prevedere l’andamento meteo osservando le nubi , conosceva come le sue tasche le correnti dell’arcipelago, le tecniche di pesca, le attrezzature, le caratteristiche delle cime, i nodi.
Tanti si rivolgevano a lui per un consiglio, un aiuto e talvolta per farsi realizzare impiombature e parature per ormeggio, che fino a non molti anni fa andava perfino a installare e verificare di persona sott’acqua. Per il continuo aver per le mani cime e “codète” era solito tenere in tasca un temperino affilatissimo, il suo fidato “Bertolin” , come lo chiamava. E di cordame ne aveva, stipato sotto casa in diversi magazzini assieme ad attrezzature nautiche e di pesca d’ogni tipo ed epoca , mentre una grossa ancora modello ammiragliato che non ci sarebbe mai entrata faceva bella mostra di sé in giardino.

Vantava una memoria di ferro, in particolare su numeri e date. Era capace di snocciolare quante tonnellate di sardine avevano catturato un determinato anno, quante cassette avevano consegnato quell’altro, le caratteristiche tecniche dei pescherecci su cui era stato o che motori avevano i diversi traghetti di trasporto locale. Parlare con lui era aprire un’enciclopedia, e farsi raccontare le avventure di pesca come leggere un romanzo.

Ogni giorno, prima di uscire in mare, passavo per avere le sue previsioni meteo, spesso più attendibili e accurate di quelle viste sul web, e per segnalargli obbligatoriamente dove pensavo di andare. Raramente mi riusciva di evitare il grappino che mi offriva insistentemente, con la scusa che senza di quello non avrei pescato nulla. Lo stesso avveniva al rientro. Fermata obbligatoria per farmi vedere, e ovviamente per l’aperitivo.

Da oltre vent’anni mi cedeva il posto al molo, e toglieva la sua barca per me. Alla sua barca riservava molte attenzioni, per lui era quasi una persona, ne era gelosissimo, e avvertiva chiunque “Tocca pure la mia donna, ma non sfiorare la mia barca!”.
Il suo cruccio ultimamente era la manutenzione, che per gli acciacchi dell’età avanzata non riusciva ormai più a fare.
L’ultima antivegetativa l’ho data io, e sono quasi certamente l’ultimo con cui è uscito a pesca.

Gli unici screzi fra noi si verificavano proprio quando si andava a pesca insieme, generalmente per posare palamiti in cerca di gronghi, senza i quali, secondo lui, non era possibile cucinare il brodeto.
Lì tornava comandante e mi trattava come un mozzo. Se sbagliavo ad usare il coppo, oppure, una volta ai remi, non rispondevo all’istante ai comandi “Scia,voga, dentro, fòra” mentre calava o ritirava, ne sentivo di tutti i colori. Ma poi la tradizione imponeva che mentre si tornava in porto dopo aver calato, per propiziare, e dopo aver ritirato il palamito, per festeggiare le catture, si tirasse fuori la bottiglietta d’acqua minerale che acqua non era, e si scioglieva così definitivamente la tensione.

Ogni estate ci si ritrovava come se ci fossimo lasciati pochi giorni prima, ed ogni volta che ripartivo aveva gli occhi lucidi.

Se n'e andato un uomo di mare, e s'è perso un patrimonio di conoscenza e di esperienza

Ciao, caro amico.
Mi mancherai, e Lussino non mi sarà più la stessa, senza di te.
Site Admin
VanBob
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- 2/7
Conosco cosa c'è tra le righe. Quando si scrive così, è segno di un grande legame affettivo. Bellissimo che non sia riferito a persone di sesso opposto, ne sottolinea la genuinità.
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Capitano di Corvetta
vicc1981
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- 3/7
bellissime parole che mi hanno molto emozionato. Un degno omaggio per un Lupo di mare che è partito per l'ultimo Viaggio❤
Capitano di Corvetta
duilio (autore)
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- 4/7
Scrivo per ringraziare quanti hanno condiviso, leggendo, i miei ricordi. Ero piuttosto titubante ad esternarli, ma in sostanza raccontano un po’ di un uomo le cui passioni erano le stesse della maggior parte di noi, e proprio per questo alla fine non mi è sembrato così fuor di luogo farlo entrare, in qualche modo, a far parte di questa comunità, dove, come lui, tanti utenti non sono assolutamente gelosi delle proprie conoscenze e competenze, che vengono volentieri messe a disposizione di chiunque.

Come ha ben percepito @VanBob, fra noi negli anni si era instaurato un forte rapporto di affettuosa amicizia, nonostante le differenze di origine, di lingua, di tradizioni, d’età e di distanza.
Capitano di Vascello
NaiNoe
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- 5/7
duilio ha scritto:
..Ero piuttosto titubante ad esternarli....


Grazie veramente per averlo fatto.

Leggendo mi sembrava di essere a bordo con voi....ma anche un intruso nel vostro grande rapporto di amicizia.
Il mare è il mare.
Tutto il resto è acqua.
Capitano di Fregata
alby.g
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- 6/7
Grandi parole Duilio, solo un legame profondo fa nascere ed esternare dentro sentimenti cosi profondi. Sono le persone come il tuo amico a renderci magiche le giornate più indimenticabili della nostra vita. La ricchezza più profonda che si possa ricevere è l'affetto puro di una persona speciale… cose che non si possono trovare in nessuna ricchezza materiale.
Spero che il tuo amico possa navigare per le onde del suo paradiso ammirando quelle albe e quei tramonti che solo dall'alto dei cieli possono essere visti in un modo così speciale.
Sottocapo
Almalu'
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- 7/7
Mi spiace parecchio,Ti capisco,Anche io ho "l'amico" lussignano, chein modo brusco rude e simpatico non si risparmia mai,leggendo il tuo messaggio ho ripercorso tutti i momenti passati con il "mio" amico,grazie di aver condiviso questo pensiero, mi hai fatto riflettere sul valore di certe amicizie godute alcune settimane l'anno,Francesco
Nato al mare vivo per il mare
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