Vacanze estive 2016 - Croazia [pag. 3]
Goku
- 21/36
ho detto io che sarebbe arrivata a dare la sua illuminazione..., la comandante, che dico, .. La padrona di Lussino.
attualmente appiedato!
...dalle vette delle mie Dolomiti 'miravo l'infinito e pensavo al mare...
Dentro le sue onde dall'orizzonte rapito, si sublima ogni pensier .. e il quotidiano scompare...
...dalle vette delle mie Dolomiti 'miravo l'infinito e pensavo al mare...
Dentro le sue onde dall'orizzonte rapito, si sublima ogni pensier .. e il quotidiano scompare...
La capitana
- 22/36
Goku ha scritto:ho detto io che sarebbe arrivata a dare la sua illuminazione..., la comandante, che dico, .. La padrona di Lussino.
MA che cacchio ...
Te l'avevo detto di stare zitto, non parlare, non dire, non divulgare, acqua in bocca insomma !!!!!!
pigly
- 23/36
@ marco 1982
Non considerare "piccino un Marlin 480 con Mercury 40...."
Buona vacanza, ciao
Non considerare "piccino un Marlin 480 con Mercury 40...."
Buona vacanza, ciao
Buona la prima, la seconda... non esiste
Daria
- 24/36
La capitana ha scritto:cosi anche il Poljana, viene fatto di tutto per allontanare i "single" , certamente troverete giovani,
AHMBEH!!
La capitana
- 25/36
Daria ha scritto:La capitana ha scritto:cosi anche il Poljana, viene fatto di tutto per allontanare i "single" , certamente troverete giovani,
AHMBEH!!
Ufffffffff, intendevo la "bociaria" 😂
marco1982 (autore)
- 26/36
uhm... "bociaria" al corso della patente nautica non me l'hanno insegnato... è un termine marinaresco?
La capitana
- 27/36
marco1982 ha scritto:uhm... "bociaria" al corso della patente nautica non me l'hanno insegnato... è un termine marinaresco?
........................... ......
duilio
- 28/36
A Lussino i veci usano il termine "Muleria"
La capitana
- 29/36
duilio ha scritto:A Lussino i veci usano il termine "Muleria"
, ehh si, perché Mulo o Mula se triestin
Lo strano termine che impressiona i forestieri e imbarazza i triestini
Questi ragazzi sono «muli» nel vero senso del termine
Dov’è finito il «russac», alias «rucsac» o anche «ruzac», com’è variamente registrato dai vocabolari dei dialetti giuliani? Per l’appunto in quelle pagine, perché la forma volgarizzata del «Rücksack» (sacco da portarsi sulla schiena) è uscita dal triestino parlato, assieme al «sachimpàc» (Sack und Pack) ovvero il militaresco «zaino affardellato».
Oggi, non sempre reso più leggero dal diminutivo, il variopinto zainetto, firmato o no, grava sulle spalle dei bambini e dei ragazzi che, abbandonata da un pezzo la cartella (così definita dai maestri, ma detta in famiglia «borsa de scola»), segnano il passaggio dall’estate all’autunno sciamando per le strade di prima mattina e all’ora di colazione.
È la vociante turba che i comici del varietà d’una volta, riesumando, per amor del contrasto, un aggettivo aulico, chiamavano «l’inclita mularia». «Mularia» o «muleria» è, palesemente, il nome collettivo di «muli» e «mule», termini che più d’ogni altro impressionano il forestiero giunto di fresco a Trieste, inducendolo a chiederne ragione agli indigeni riluttanti a fornirgliela.
Infatti, si ha un bel raccontargli che, qui da noi, «mulo» vale fanciullo, giovanotto e quindi non va confuso con l’omonimo animale nato da asino e cavalla, ma poi, quando si consultano i dizionari delle parlate locali, si è costretti ad ammettere l’ineludibile relazione tra l’uno e l’altro. Lo stesso Giotti, nell’accurato glossario posposto alle poesie del suo «Colori» non può esimersi dall’annotare: «Mulo, che vuol dire bastardo, è venuto a significare a Trieste senz’altro ragazzo. Vi è unito, con più o meno di benevolenza o di disapprovazione il concetto di monello. Può essere ed è spesso affettuoso...».
Quel «bastardo» dà indubbiamente fastidio. Basti pensare che, da tempo immemorabile e fino a ieri, la nascita spuria veniva considerata una predestinazione al male. «Vita bestial mi piacque e non umana/ sì come a mul ch’io fui...» confessa, nel XXIV canto dell’«Inferno» il ladro Vanni Fucci e, alla fine dell’Ottocento, il timore che li si sospettasse di sangue ibrido angustiava i triestini della canzone «Santi ricordi»: «Sule tori l’alabarda / e la Crose sul piazzal / de ’sta gente mai bastarda / xe stà l’unico ideal...».
Ma tant’è, l’origine non propriamente nobile della parola «mulo», nel senso di ragazzo, è purtroppo irrinunciabile. Se questo ci può consolare, «un’evoluzione semantica del genere è tutt’altro che rara: nella buona lingua, ”bardotto” (il nato da cavallo e asina) è passato al significato di ”garzone”; in emiliano, fanciullo si dice ”burdel” ed è anch’esso un derivato di ”burdus”, mulo».
Contro il parere dei glottologi moderni, a noi – per il buon nome della «mularia» – non dispiacerebbe poter accettare la tesi di antichi maestri come il Kandler, che facevano derivare «mulo» e «mula» da «màmulo» e «màmula», nomi gradesi di bambini, ragazzi e ragazze, cari alla poesia di Biagio Marin.
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duilio
- 30/36
Trivenetopedia
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