Puntata di "che tempo che fa" di oggi 2 novembre 2014 [pag. 3]

Capitano di Vascello
Gobbi570
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- 21/27
giometra è occhioni per i maschi geometro Felice Felice Felice

E comunque non esercito Razz

Kiss
Non discutere mai con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza
Ammiraglio di divisione
Daria (autore)
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- 22/27
Nemmeno io esercito, ma progettare mi piaceva molto.

Faccio altro, e per quello che faccio ora ho avuto "una buona ora di lezione" con un bravo maestro Thumb Up
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 23/27
Van ha sintetizzato.
Io non so fare ed "espongo": sarò breve, perdonatemi o saltatemi

Forse vado controcorrente, ma insegnare perché si ama la propria materia mi pare più una sorta autoerotismo…
L’amore è insegnare perché si rispettano le giovani menti che si hanno di fronte. E’ la soddisfazione che l’insegnante può trarre da tale amore imho diventa veramente “erotica”.
Difficile riuscirci però....! Quanti cercano l’insegnamento per passione e quanti vi si approcciano con l’unico scopo di trovare uno straccio lavoro (oltretutto precarissimo), non riuscendo spesso a sfruttare i propri titoli accademici in altri settori per mancanza di opportunità e non di capacità?

La “mission” di un docente non può e non deve essere una sorta di snobbistico egoismo autoreferenziale attraverso cui si da senso a una vita di parole o idee personali vomitando dati e sentenziando al fine di confrontarsi con chi possiede meno dati o meno doti di noi.
Non è nemmeno un mestiere né una professione, imho e neanche un hobby. E’ un’arte, anzi: tante arti in base alle materie! Oltretutto mal retribuita!
Erotico o no, la mission è insegnare. Non basta perciò eccellere nel sapere, ma bisogna saper trasferire quel sapere, tenendo conto delle tempistiche e dei ritmi dei discenti, anche generando interesse a chi interesse non prova.

Recalcati nel corso della sua carriera di studente ha incontrato ogni tanto la luce.
Da me l’Enel l’ha staccata in prima media senza più riaccenderla.

Ma finchè luce c'era, ho appreso lo “stile”. Alle elementari ero in una classe mista assai varia: dal figlio dell’emigrante intriso di dialetto e appena giunto in quello strano Nord, al figlio del politico di massimo livello, del docente universitario o del professionista di grido.
Eppure il mio Maestro non praticava privilegi di sorta o discriminazioni sociali, e applicava la massima amalgama. Creò gruppetti aggregati per libera associazione dove i più bravi venivano uniti ai meno dotati. A volte camminava, a volte correva, a volte si fermava ad aspettare chi era rimasto un po’ indietro.
Alla fine tutti sapevano leggere bene e scrivere in modo fluido (un tema al giorno, che lui si correggeva!).
Tutti giorni gli esercizi di aritmetica, ma senza strafare, e tutti sapevamo far bene di conto, anche quelli meno portati . Quando spiegava (tutti i giorni almeno 2 ore) nessuno fiatava: la storia, la geografia. Non ci si alzava al suonare della campana se non aveva finito: non per obbligo ma per curiosità di come andava a finire.

La “disciplina” si basava sulla buona educazione e buona creanza, ma favoriva “piccole ribellioni”: era convinto che il cammello avesse una gobba e il dromedario due. Alla fine lo convincemmo, dimostrandolo, che era il contrario. A ripensarci mi sa che ci pigliava pedagogicamente e a scopo didattico per il c**o Sbellica

Massimo voto 10, minimo 5, il 4 motivata eccezione: fannullonismo acuto. Ne presi uno ma che sommato ai due schiaffoni di mio padre (che capiva perché) faceva 6. MAI un genitore si sarebbe sognato di contestare il nostro Maestro, perché lo stimavano.
Alla fine entrammo tutti in varie scuole medie; visti i risultati fummo tutti inseriti nelle sezioni migliori. (Grazie Maestro Bertino!)

Alle medie per far la gita ci si doveva iscrivere al CTS (o qualcosa di simile). L’incaricata, una prof, raccoglieva i soldi della tessera inizio anno. In seconda nel periodo previsto per tale pratica mi ammalai e non seppi dell’iscrizione. La cosa passò così, ma giunta la gita non mi volevano! Mio padre corse al CTS e mi iscrisse, ma non potrei partire: la “famosa prof” non la riconobbe (non ci aveva preso la preso la provvigione…di circa 100 lire), nè il corpo docente intervenne.
Non andai alla gita, grazie a ‘sta mentecatta.
A quale titolo potrebbe una così suggerire se ero più idoneo al professionale o al liceo??

In 1^ liceo il mio prof d’inglese non insegnava, leggeva il libro a voce alta. Non era un nuovo metodo: era sotto inchiesta. Si ipotizzava fortemente che se non prendevi ripetizioni da suo cognato ti bocciava. Fatto poi accertato. Nonstante le ripetizioni di un noto e bravo prof universitario, fui rimandato perchè non seppi pronunciare correttamente la parola “furcoat”. Promosso a settembre senza nemmeno studiare e con 7: a 14 anni avevo già collezionato sulla mia strada una mentecatta e un ladro/truffatore: entrambi con diritto istituzionale formativo e di giudizio su altri esseri umani!

E chissà quante storie potreste raccontare voi!

Oggi nessuno contesterebbe i calcoli dell’ingegnere che gli ha costruito casa, ma i genitori sono quasi tutti esperti di docenza. Usanza ritenuta legittima in quanto l’immagine sociale e professionale del docente è 0 (a volte a piena ragione, ma non per tutti), equiparato ad un qualunque “passanozioni” dimenticando (o temendo) che con tuo figlio ci sta più lui che tu.
Ma d’altronde bastano 10 mele marce per rovinare un intero corpo docente.
Com’è inevitabile che le mele sane a furia di esser trattate da mele marce mandino prima o poi tutti aff**** e facciano di tutto per andarsene a lavorare in altri settori.

Per tacer dell’Università: guardate solo come cambiano gli atteggiamenti dei vostri figli dalla 5^ superiore alla 1^ università…

D'altronde, come diceva Verdone, nella nostre società se non “ci’hai questo” non sei nessuno.
Provaci in USA e ti pigliano a calci direttamente sull’aereo in Atlantico.
Facevo Economia e Commercio. Stufo di fare economia e di farmi discriminare perchè ero studente/lavoratore, mi dedicai al commercio (settore finanziario) e, poi, ai bilanci pubblici. Con risultati inaspettati dai miei prof, devo dire… Sbellica Sbellica Sbellica

Non siamo la Svizzera, ahimè… Ma la Scuola è una istituzione vitale che deve funzionare e saper cogliere i cambiamenti in fretta e bene, a prescindere da “eroticità” o amore che i dipendenti provano nel loro lavoro.
Ogni mente vitale persa è un doppio danno per la Società. Ogni professore formato con corsi di formazione mal fatti che sono solo frutto di un enorme giro di interessi è un danno per sé, per i suoi allievi e per i nonni dei suoi allievi.
Necessita quindi di progetti politici sani a monte. Ma manca il politico sano…..

Ogni studente che danneggia i suoi compagni va sanzionato, non per il danno che fa a sé, ma per quello che fa agli altri e se i genitori si arrabbiano, un altro vaffa!
Ma per far questo non basta vantare autorità istituzionale: ci vuole autorità morale che va guadagnata
Da tutti: Scuola, docenti, studenti e genitori.

Solo così ciascuno potrà camminare con le sue gambe e fare finalmente la strada che merita
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Ammiraglio di divisione
sella e lele
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condivido a pieno....
che il vento sia sempre in poppa!!!!!!
Ammiraglio di divisione
Daria (autore)
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Fabio, per quasi tutto sono d'accordo con te.

Non condivido l'auto erotismo, non mi compiaccio con me stessa quando spiego al telefono o a voce a un mio paziente che cosa posso fare per lui, ma mi sento veramente bene quando vedo che ha capito ciò che gli ho spiegato, quando ha fatto sua la materia che ho cercato di spiegargli, quando mi fa domande che presuppongono una minima cognizione di quanto gli ho detto.

Non è che non so che un mondo migliore è una utopia, e non è che non mi ci in***zo per questo.

Ma se mi capita per caso di sentire una intervista come questa, non posso permettere a me stessa di dire che è la solita fottuta demagogia (parola che ormai odio e che è sempre in bocca ai politici), voglio rallegrarmi e mi prendo carico di quanto detto e cerco di applicarlo su di me, per me, e per gli altri, sennò cavolo vincono sempre loro,!!
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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Nel tuo caso è "amore", in quanto la soddisfazione non deriva solo dall'aver fatto bene ciò che ti piace fare, ma anche dall'aver fornito un servizio chiaro ed efficace al tuo paziente, rispettandolo.
Come per tanti in tutti i mestieri e professioni.

Dall'intervista (non so dal libro) trapela invece lo stimolo all'autoreferenzialità imho
Ispirato magari dal mitico e compianto Robin Williams in ne "L'attimo fuggente", ma senza coglierne l'essenza

Per quanto riguarda il modo dell'insegnamento (ma non solo, ahimè) c'è tanto da lavorare ed è sicuramente difficile
Un sistema deve garantire un servizio base standard: è possibile che il migliore emerga, ma non è possible che ognuno vada a testa sua, magari giusta, ma senza sapere dove si va.

Un sistema garantisce il docente dai continui attacchi di genitori, ma anche i genitori da docenti che pigliano a schiaffoni i bambini dell'asilo o che garantiscono il 30 in cambio di...
Il tutto a beneficio di tanti bravi docenti e di tanti studenti e famiglie

E' possibile che nella terra di Dante, Leonardo, Fermi e Marconi, le università italiane sopravvivano a mezza classifica tra le internazionali? Ci siamo instupiditi di colpo o c'è dell'altro?

Il sistema dovrà farsi carico della responsabilità di una società giovanile che cambia di contìnuo, anticipandola e senza per forza mantenere il grembiule bianco e nero? O è meglio che i giovani lo travolgano?
E con chi affrontare questo sforzo? Con professori che mediamente hanno 45-55 anni più degli studenti e contano i giorni alla pensione come i militari di leva con la stecca?

Tanto da lavorare e difficile, ma va fatto!
E, per la mia minuscola e casuale esperienza, affermo che: se si vuole "se po ffà"
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Ammiraglio di divisione
Daria (autore)
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re: Puntata di "che tempo che fa"  di oggi 2 novembre 2014


meglio tardi che mai...
Stasera mi accendo il camino e inizio la lettura
Razz
Sailornet