Fenomeno cinese... [pag. 4]

Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 32/48
A mio parere ci sono due facce della stessa medaglia

La prima, cinesi in Italia, che di fatto frodano con maestria geniale Iva e dazi, Inps, fisco, diritti che per noi sono elelmentari, ecc e vendono prodotti di dubbia qualità per non dire pericolosi (ma dal ricarico enorme) fanno concorrenza sleale agli italiani che hanno costi enormemente più alti

La seconda, cinesi in Cina, che producono a costi bassissimi non solo di manodopera, ma anche di sicurezza, qualità ecc. quei prodotti che nopi delocalizzatori occidentali gli abbiamo insegnato a fare.
Se non gli avessimo insegnato a fare i rubinetti o similari, oggi non avremmo il problema della concorrenza low cost.

Grazie, spesso, ad imprenditori decotti che riescono ormai a stare a mercato solo schiavizzando la manodopera.
Meno male che prima o poi glieli copieranno, mandandoli in vacca, compresi coloro che sono andati la solo a lucrare e non per esegenze imprenditoriali

La soluzione: semplicissima.
O gli applichiamo tutta una serie di dazi esattamente proporzionali: manodopera, sicurezza, ecc ti costano il 50% in meno? Dazio del 50%!
Tali da abbattere questa concorrenza sleale e la speculazione e finanziando con quei soldi il nostro welfare, ma anche indirettamente facendo crescere la loro classe media e i loro diritti.
O viviamo noi da cinesi e reimpariamo a remare (e questo vale per tutti...)

Perchè non si può campare illudendosi di vendere solo beni di lusso ai cinesi ricchi quando le fabbrichette che sanno produrlo sono crollate, perdendo soria, tradizione, know how e tutto.

PS: chiesero ad un imprenditore indiano, proprietario di una grandissima catena di market a basso costo specializzati in clientela poverissima, se avesse voluto aprire in Europa: risposta: 500 milioni di indiani ogni giorno spendono 1$ nei miei negozi. Dove trovo 50 milioni di europei che ne spendano 10?
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Capitano di Corvetta
velino58 (autore)
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tanor74 ha scritto:

...come può un imprenditore Italiano opporsi al sistema???
come può legalmente evitare che il fisco porti via il 70 % e oltre del reddito??
come può dare lavoro ad un italiano quando un extracomunitario gli costa il 60% in meno
come può opporsi allo strapotere delle banche ??

come può evitare che 9 italiani su 10 comprino prodotti dalla dubbia provenienza invece che il vero made il Italy che costa 20 volte ( ad andar bene ) di più??...


Belle domande....difficilmente risolvibili, finchè avremo chi ci guida continuandoci a puntare la pistola, che se sgarri sulle loro assurde leggi sei finito.

Citazione:
...è stata massacrata tutta la piccola e media impresa (fino al 2000 era il vanto dell'italia)...


Citazione:
il nostro pil e l'occupazione provenivano per l'80% dalla PMI (piccola e media impresa) che oggi è al collasso.


Secondo me è propio questo il dramma:

1) E' stata demolita la spina dorsale della nostra nazione. Per che cosa? Per garantire le multinazionali facendoli sguazzare a loro piacere.

2) Hanno pensato a salvaguardare le banche creando un sistema di profitto solo a loro favore. Uno degli esempi? Cito quello più elementare:
ci stanno privando di utilizzare le monete sostituendole con delle carte di plastica, i nostri portafogli si stanno riempendo solo di quelle, facendoci addirittura dimenticare di che colore sono fatti i soldi se non di numeri.

L'altro dramma che mi sento di rimproverarci è la nostra impassibilità, come ho detto prima, oramai noi Italiani ci siamo specializzati solamente a piangerci addosso!
A volte mi chiedo: ma il nostro DNA di cosa è fatto? Possibile che il nostro sangue sia diventato acqua? Possibile che non sentiamo più il bisogno fisiologico di appartenenza? Sad Sad Sad

Probabilmente mi sbaglierò su alcuni punti, ma evidentemente a causa di un aumento sulla mia capoccia di capelli bianchi (quei pochi rimasti), riesco a vederla in questo modo.
E'BUON CAPITANO..CHI AFFRONTA LA TEMPESTA..MA LO E' ANCOR DI PIU' SE RIESCE AD EVITARLA...
Capitano di Vascello
alberto ang
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Condivido quanto detto da Yatar e Velino , forse il fenomeno cinese lo abbiamo creato noi europei !

Gli abbiamo insegnato a produrre e come produrre poi ce li siamo ritrovati in casa .

I nostri governi non hanno saputo individuare ed arginare in tempo il nuovo problema .

Noi cittadini abbiamo approfittato dei nuovi prodotti che si affacciavano sul mercato a prezzi vantaggiosi senza chiederci da dove scaturivano.

Cominciamo a far circolare moneta tra stati europei , cominciamo di nuovo a comprare italiano , non mandiamo tonnellate di denaro oltre oceano , cominciamo tutti fare la parte nostra !
Capitano di Corvetta
velino58 (autore)
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- 35/48
alberto ang ha scritto:
..I nostri governi non hanno saputo individuare ed arginare in tempo il nuovo problema ...


Non ci dimentichiamo che sono stati propio loro che hanno stretto patti commerciali con Cina e India...la famosa "CINDIA", quindi questo fenomeno non ce lo ritroviamo in casa

per caso, bensì è stato ed è voluto dai nostri famigerati "condottieri" Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil

Poi se devono risolvere un problema dipolomatico (vedi i poveri marò) non sanno farsi rispettare...RI- Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil (ma questa è un'altra storia)
E'BUON CAPITANO..CHI AFFRONTA LA TEMPESTA..MA LO E' ANCOR DI PIU' SE RIESCE AD EVITARLA...
Capitano di Vascello
yanez323
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- Ultima modifica di yanez323 il 17/05/14 11:43, modificato 1 volta in totale
Non so se qualcuno di noi che abbia superato i 50 anni si ricorda quello che è successo in Italia, dopo, e ben prima in Europa con i Giapponesi : un’invasione di prodotti che hanno messo in difficoltà alcuni compartimenti industriali ma hanno reso accessibili ad una gran massa di persone una serie di prodotti fino ad allora riservati a persone all’epoca considerate “benestanti”.
Sto parlando dell’elettronica di consumo, apparecchiature fotografiche, motociclette ecc., tutti prodotti guardati prima con sufficienza e che hanno poi monopolizzato i mercati.
Ricordo quando ho visto la prima Honda 750 four ,alla Samoto a Roma, in Via Gregorio VII, aveva tutto di serie: colore metallizzato, strumentazione mai vista per la completezza, specchietti, frecce, un incredibile freno a disco ed era a 4 cilindri. Erano i tempi in cui le moto che andavano per la maggiore le facevano gli Inglesi: BSA, Norton , Triumph, tutte famose per le pozze d’olio che lasciavano e per doverti raccomandare l’anima a tutti i santi quando ti attaccavi ai freni. Subito dopo la Guzzi tirò fuori il 700, poi si affacciarono Laverda ,MV e Ducati, tutte con bei telai, bei motori ma componentistica ed impianti elettrici penosi; per gli stradisti di lungo corso c’erano le BMW sempre e solo nere. Le giapponesi non perdevano olio e ogni serie presentava netti miglioramenti rispetto alle precedenti. A parte le produzioni di nicchia, dopo qualche anno il mercato era giapponese e le case europee hanno dovuto rincorrere i loro standard costruttivi ed i loro prezzi dell’epoca.
Stessa cosa per impianti HI FI, macchine fotografiche ed elettronica di consumo : dopo qualche anno gli standard li dettavano i giapponesi.
I Giapponesi sono circa 127.000.000 ed avevano il pregio, almeno ai nostri occhi, di starsene a casa loro, mentre i Cinesi sono 1.350.000.000 e se ne vanno in giro per il mondo, a colonizzare i mercati.
E’ solo questione di tempo e i loro prodotti avranno uno standard qualitativo più che accettabile in un mondo sempre più globalizzato, in cui determinati prodotti devono essere a bassissimo costo per essere accessibili ad una quantità sempre maggiore di persone. Si sta replicando su scala molto più ampia quello che è avvenuto quasi cinquant’anni fa con i giapponesi.
A parte i costi della manodopera e la capacità lavorativa, va anche considerato che al momento i Cinesi, in patria, saltano completamente quelli che sono gli oneri complementari che incidono sul costo del prodotto finito, come la sicurezza sui posti di lavoro o l’inquinamento atmosferico e del territorio.
Probabilmente tra qualche decennio anche loro avranno cura dell’inquinamento, delle condizioni di lavoro e di vita e saranno sostituiti da qualche altro paese emergente, solo che loro saranno sempre oltre 1/5 della popolazione mondiale.
Per quello che riguarda l’immigrazione, almeno le prime generazioni, hanno evitato accuratamente di integrarsi rimanendo chiuse ed impermeabili e questo, oltre ad essere il loro limite, è stata la loro forza. Anche le attività di controllo trovano un limite insormontabile nella lingua, perché tutti parlano il mandarino per quanto attiene ai rapporti ufficiali, ma tra di loro parlano dialetti delle provincie d’origine molto lontani, come comprensibilità, dalla lingua ufficiale che si impara negli istituti di lingue orientali.
Le ultime generazioni, per intenderci quelle nate in Italia e che tendono a prendere la cittadinanza frequentano scuole italiane ecc, si stanno integrando lentamente, ma si stanno integrando molto meglio di altre etnie e tendono a fondere al meglio le loro capacità lavorative e commerciali con le abitudini del paese dove vivono e soprattutto iniziano a consumare e cercare un regime di vita migliore.
Al momento, per quello che ho avuto modo di vedere, l'attività ricreativa di maggior successo tra loro è il gioco: il sabato e la domenica al Casinò di Venezia, succursale di Ca' Noghera, sono presenti quasi esclusivamente cinesi...Se non ci fossero loro Ca' Vendramin sul Canal Grande avrebbe chiuso da un pezzo.
Per il resto continuano a gestire imprese ed esercizi commerciali in Italia con i loro metodi, tanto per un turista medio americano neozelandese o australiano prendere un caffè a Roma o a Venezia o acquistare un souvenir da un cinese anziché da un italiano, non fa molta differenza. E comunque, in molti esercizi gestiti da loro, mantengono personale italiano per non perdere la clientela locale.
Certo soldi ne hanno e li stanno soprattutto investendo in immobili, tanto che a Roma l’intero Esquilino è in mano a loro. Lì hanno comprato a man bassa negozi e grossi stabili fatiscenti pagando in contanti e, siccome pecunia non olet, i venditori non sono andati tanto per il sottile.
Oggi il grosso dei negozianti costituiscono i mille rivoli per immettere sul mercato oggetti di produzione cinese e dare sfogo alla produzione nazionale,tanto che a Padova hanno un polo logistico, vicino all’autostrada, da fa paura per il numero di magazzini e depositi che ci sono. Un gran bazar in cui si trova di tutto, con prezzi talmente basi che nessun importatore occidentale avrebbe la possibilità di gestire o attendere che una normale clientela acquisti detti oggetti in quantità tale da rendere l’attività remunerativa . Da una parte stano aprendo supermercati di oggettistica e casalinghi gestiti da personale cinese, guardati con sospetto e sufficienza fino a qualche anno fa, ma ora sempre più pieni di clienti italiani, dall’altra cominciano a commercializzare prodotti appetibili come amplificatori hi fi a valvole, buoni e del costo dieci volte inferiore a quelli di ben note marche occidentali, che sono sempre costruiti in Cina…
Capitano di Corvetta
velino58 (autore)
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Quoto yanez Thumb Up

Io aggiungo anche il Baricentro a Bari, un centro commerciale riservato solo agli operatori, anche l' si stà invadendo di magazzino cinesi. Purtroppom oramai è una vera e propia invasione...
E'BUON CAPITANO..CHI AFFRONTA LA TEMPESTA..MA LO E' ANCOR DI PIU' SE RIESCE AD EVITARLA...
Sottotenente di Vascello
giovan21
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nella nostra storia abbiamo avuto l'impero della lupa e l'impero della corona, ora prepariamoci all'impero dl dragone.
il nuovo scenario mondiale sarà dominato da loro, forse noi avremo la fortuna di non vederlo ma i nostri figli purtroppo ne saranno coinvolti.
Per chi ancora si illude che i cinesi non siano una micaccia si dovrà ricredere, già oggi le decisioni di pechino influenzano la nostra vita, figuriamoci nel futuro quando tutti i cinesi vorrano avere acesso alle materie prime e vorranno consumare come gli americani.

in un precedente post miglio ha detto che oramai i cinesi sono più numerosi dei compro oro, ebbene, sapete chi ha inciso sulla diffusione dei compro oro?
manco a dirlo "pechino".

L'oro si è sempre commercializzato e i compro oro sono sempre esistiti, ma in passato erano pochi, discreti e quasi non si notavano.
nel 2006 pechino avendo molta valuta estera ha deciso di convertirla in oro, la quotazione dell'oro si è raddoppiata passando da 10 a 20 €, sono cominciati a nascere compro oro in tutta europa con una maggior concentrazione dei paesi latini.
Nel 2008/2009 a seguito delle incertezze sulle valute di euro e dollari, pechino ha deciso di aumentare le sue riserve aurifere, la quotazione è schizzata a 30 € e c'è stata una duplicazione dei compro oro.
Fra 2011/2012 pechino apre ai suoi cittadini la possibilità di acquistare oro (prima vietata), l'oro arriva a 40/45 € e i compro oro nascono come funghi.
Agosto 2013, pechino blocca l'import dell'oro, il prezzo crolla a 30 € e i compro oro cominciano a chiudere.

Questo ha generato un flusso di oro in uscita prima verso la svizzera per la raffinazione e poi dalla svizzera verso pechino, in svizzera arrivava oro da tutto il mondo, veniva raffinato trasformato in lingotti ed esportato in cina, in italia abbiamo ottime aziende in grado di raffinare oro, ma, non godendo di buona di stima internazionale sono state quasi escluse dla processo.

Morale della vicenda, pechino vende cianfrusaglie all'occidente, incamera euro che poi usa per comprare oro occidentale, gli occidentali con gli euro incassati dalla vendita dell'oro hanno comprato elettronica, abigliamento e altri altri prodotti per lo più made in china, questo flusso di ritorno della valuta usata per comprare oro ha generato nuova domanda e produzione in cina.

In tutto questo processo chi ha incamerato molto sono la cina e la svizzera.

Pensate cosa potrebbe succedere in futuro se pechino decidesse di impossessarsi di alcune materie prime.
Capitano di Corvetta
DaniSaver
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Comunque sta di fatto che io voglio enntrare nei negozi dove mi dicono buon giorno e non " giolno " ne tatnto meno " plego ". Io voglio spendere i miei soldi da tizio che a sua volta andrà a comprare il pane da caio che comprerà i libri per suo figlio da sempronio. Parlate di nuove generazioni, ma secondo il mio parere saranno sempre cinesi nati in italia . Il punto è che ormai non diamo nemmeno più importanza alla parola italiano. Credo che dietro quella parola ci sia ben altro. Non si può definire italiano un tizio solo perché nasce sul nostro territorio. E in quanto all'integrazione credo che passeranno molti e molti anni. Non credo che sia un popolo che si voglia integrare
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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Credo che tra fenomeno cinese e giapponese ci sia molta differenza.
I giapponesi producono beni innovativi e di qualita, ma sopprattutto non facevano concorrenza sleale pagando le loro maestranze 100 dollari al mese
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Sailornet

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