Cosa scrivere e non scrivere in uno "scritto difensivo" - Multa 1.000€. [pag. 2]

Contrammiraglio
CHICCA
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- 11/36
Colapesce67 ha scritto:
Comunque il mio topic è ispirato a questo articolo che penso possa essere utile a tutti.

https://www.fondali.it/articoli/page.asp?articolo=37



Certamente, ma sono cose già note a questo foruma dato che ne abbiamo parlato in diverse occasioni, ma hai fatto bene cmq a fornire ulteriori suggerimenti.

Le memorie difensive presentate alle autorità Prefettizie, lasciano in genere il tempo che trovano, io personalmente mi oppongo dinanzi ad un Giudice di Pace chiedendo cmq la riduzione della sanzione e la riconsegna dei beni confiscati.
E' chiaro che bisogna essere anche certi di poter in qualche modo dimostrare le proprie ragioni.
Ove non sussistano vizi di forma o di intrepretazione della legge da parte dell'autorità, e non si abbia la certezza di una testimonianza a prorpiro favore, mi asterrei dallo scalare pareti di vetro, ma chiederei più semplicemente la possibilità di rateizzare l'importo..., poi in questo sito esistono fior fiore di avvocati, qualcuno saprà senz'altro suggerirti od aiutarti in modo più costruttivo, il mio è fondamentalmente SOLO un parare.
Felice
C
>>>>> Mi piacerebbe capire CHI SONO ........... ma NON affrettatevi a scriverlo !!!!! Anche se non mi offendo <<<<<
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 12/36
Colapesce67 ha scritto:
Si scusate, la contestazione è pesca subacquea a meno di 500m. da spiaggia frequentata da bagnanti.
Per immersione ovviamente intendo in apnea, quindi non con le bombole.
Avevo il pallone regolamentare, bandierina sul gommone, dotazioni tutto.
Il verbale riporta la misurazione di circa 370m. rilevati da strumento, che io su quel gommone non avevo, quindi non ho potuto verificare l'esattezza.
Ovviamente con questi presupposti sono in torto, ma mi è stato comunque consigliato di presentare uno scritto difensivo, in effetti nella zona dove pescavo non è prevista la balneazione, cioè oltre i 300 metri si può navigare con velocità non superiore a 10 nodi.
Quindi, quello che vorrei è dimostrare che in quella particolare situazione non ho messo a rischio l'incolumità di nessuno e non dato intralcio alla navigazione, ecc.

Spero di essere stato chiaro Smile


Non conosco l'ordinanza della tua zona; da queste parti si può navigare ad oltre 10 nodi od in planata ad una distanza superiore a 500 metri dalle scogliere a picco e 1.000 metri dalle spiagge.
In ogni caso, i punti che mi vengono in mente per un eventuale ricorso sono:
- C'era un'effettiva presenza di bagnanti?
- Hanno accertato che il fucile era carico o ti hanno visto ricaricare in superficie?
- Avevi barche ancorate nelle vicinanze?
Infine, se tutti i punti precedenti sono dalla tua parte (non avevi bagnanti nelle vicinanze, non hanno accertato che avevi il fucile carico, etc.), puoi aggiungere che non avevi strumenti per valutare l'esatta distanza dalla costa ma che eri ampiamente oltre la fascia di balneazione, pur essendo ancora in zona vietata, come dimostrato dall'accertamento di posizione (370 mt.), non avevi bagnanti o barche nelle vicinanze e che ti stavi portando ulteriormente al largo con fucile scarico.
Leggi bene cos'hanno scritto, però, ed entra solo nei "buchi" lasciati nel verbale: contraddire ciò che è già stato scritto senza avere delle prove inconfutabili non serve a nulla.
Dubito però che non ci fossero barche nelle vicinanze: "stampare" mille e rotti euro di verbale ad un soggetto, in quelle circostanze, è in genere l'epilogo di una telefonata di qualche vicino di barca infastidito.
O l'eccesso di zelo di un controllore... ma bisognerebbe essere stati presenti ai fatti per esprimere giudizi. Wink
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 13/36
CHICCA ha scritto:

Mi sembra comunque eccessiva la cifra, qualche altro articolo ?
Vuoi dirci per favore gli articoli citati ?
Felice
C


La cifra è giusta, anzi, dovrebbe essere 1.032 euro (violazione delle prescrizioni per la pesca in apnea). Wink
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 14/36
CHICCA ha scritto:
Le memorie difensive presentate alle autorità Prefettizie, lasciano in genere il tempo che trovano, io personalmente mi oppongo dinanzi ad un Giudice di Pace chiedendo cmq la riduzione della sanzione e la riconsegna dei beni confiscati.


Penso che il ricorso vada inoltrato all'ufficio contenzioso del Compartimento Marittimo competente.
In ogni caso, dovrebbero essere indicate sul verbale le modalità e le Autorità competenti per il ricorso. Wink
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Capitano di Corvetta
Colapesce67 (autore)
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- 15/36
bobo ha scritto:
Colapesce67 ha scritto:

Ovviamente con questi presupposti sono in torto, ma mi è stato comunque consigliato di presentare uno scritto difensivo

da chi? non dai verbalizzanti...
per meglio dire, se lo hanno detto loro lo avranno detto all'incirca così: "se vuole può presentare ricorso"
Frase "di stile" (del resto riportata anche nel verbale stesso come facoltà del soggetto punito)
a mio parere lo scritto difensivo del tenore che avevi immaginato non sortirebbe alcun effetto, da una parte perchè è responsabilità del diportista "stimare giustamente" le distanze (e 370 m su 500 è un errore colposo molto grossolano)
dall'altra, il sostenere che nel punto la navigazione era consentita è cosa abbastanza lapalissiana, che c'entra poco con i limiti diversamente imposti per la pesca sub


Bè, loro me lo hanno detto, comunque non credo che archivieranno la multa, ma se lo scritto fosse articolato bene potrebbero quanto meno ridurre l'importo e predisporre il pagamento rateale, se richiesto.
Capitano di Corvetta
Colapesce67 (autore)
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- 16/36
rickyps971 ha scritto:
Colapesce67 ha scritto:
Si scusate, la contestazione è pesca subacquea a meno di 500m. da spiaggia frequentata da bagnanti.
Per immersione ovviamente intendo in apnea, quindi non con le bombole.
Avevo il pallone regolamentare, bandierina sul gommone, dotazioni tutto.
Il verbale riporta la misurazione di circa 370m. rilevati da strumento, che io su quel gommone non avevo, quindi non ho potuto verificare l'esattezza.
Ovviamente con questi presupposti sono in torto, ma mi è stato comunque consigliato di presentare uno scritto difensivo, in effetti nella zona dove pescavo non è prevista la balneazione, cioè oltre i 300 metri si può navigare con velocità non superiore a 10 nodi.
Quindi, quello che vorrei è dimostrare che in quella particolare situazione non ho messo a rischio l'incolumità di nessuno e non dato intralcio alla navigazione, ecc.

Spero di essere stato chiaro Smile


Non conosco l'ordinanza della tua zona; da queste parti si può navigare ad oltre 10 nodi od in planata ad una distanza superiore a 500 metri dalle scogliere a picco e 1.000 metri dalle spiagge.
In ogni caso, i punti che mi vengono in mente per un eventuale ricorso sono:
- C'era un'effettiva presenza di bagnanti?
- Hanno accertato che il fucile era carico o ti hanno visto ricaricare in superficie?
- Avevi barche ancorate nelle vicinanze?
Infine, se tutti i punti precedenti sono dalla tua parte (non avevi bagnanti nelle vicinanze, non hanno accertato che avevi il fucile carico, etc.), puoi aggiungere che non avevi strumenti per valutare l'esatta distanza dalla costa ma che eri ampiamente oltre la fascia di balneazione, pur essendo ancora in zona vietata, come dimostrato dall'accertamento di posizione (370 mt.), non avevi bagnanti o barche nelle vicinanze e che ti stavi portando ulteriormente al largo con fucile scarico.
Leggi bene cos'hanno scritto, però, ed entra solo nei "buchi" lasciati nel verbale: contraddire ciò che è già stato scritto senza avere delle prove inconfutabili non serve a nulla.
Dubito però che non ci fossero barche nelle vicinanze: "stampare" mille e rotti euro di verbale ad un soggetto, in quelle circostanze, è in genere l'epilogo di una telefonata di qualche vicino di barca infastidito.
O l'eccesso di zelo di un controllore... ma bisognerebbe essere stati presenti ai fatti per esprimere giudizi. Wink


Grazie Richyps, era il genere di considerazioni che desideravo, sai pagare 1.000€ mi scoccia, ma se diventassero 200 non sarebbe male.
Il controllo è scaturito probabilmente da un proprietario di uno stabilimento balneare, tantè che dopo si sono avvicinati verso riva.

Grazie.
Capitano di Corvetta
Colapesce67 (autore)
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- 17/36
CHICCA ha scritto:
Colapesce67 ha scritto:
Comunque il mio topic è ispirato a questo articolo che penso possa essere utile a tutti.

https://www.fondali.it/articoli/page.asp?articolo=37



Certamente, ma sono cose già note a questo foruma dato che ne abbiamo parlato in diverse occasioni, ma hai fatto bene cmq a fornire ulteriori suggerimenti.

Le memorie difensive presentate alle autorità Prefettizie, lasciano in genere il tempo che trovano, io personalmente mi oppongo dinanzi ad un Giudice di Pace chiedendo cmq la riduzione della sanzione e la riconsegna dei beni confiscati.
E' chiaro che bisogna essere anche certi di poter in qualche modo dimostrare le proprie ragioni.
Ove non sussistano vizi di forma o di intrepretazione della legge da parte dell'autorità, e non si abbia la certezza di una testimonianza a prorpiro favore, mi asterrei dallo scalare pareti di vetro, ma chiederei più semplicemente la possibilità di rateizzare l'importo..., poi in questo sito esistono fior fiore di avvocati, qualcuno saprà senz'altro suggerirti od aiutarti in modo più costruttivo, il mio è fondamentalmente SOLO un parare.
Felice
C


Comunque grazie del tuo parere, la cosa è successa da poco per cui sto elaborando la cosa giusta da fare, ogni suggerimento è utile.
Colapesce.
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 18/36
mmmmmmmmmmmmm
già ti è stato risposto che la sanzione è stata del minimo edittale.... quindi non c'è spazio per alcuna riduzione...

per la rateizzazione, la vedo dura. come hai visto nel link che tu stesso hai postato, è facoltà chiederla ex art. 26 L.689/81 in base al quale “L'autorità giudiziaria o amministrativa che ha applicato la sanzione pecuniaria può disporre, su richiesta dell'interessato che si trovi in condizioni economiche disagiate, che la sanzione medesima venga pagata in rate mensili da tre a trenta ...”.

in rete ho reperito questa circolare ministeriale sulla definizione dello stato di indigenza:
CIRCOLARE N. 90 del 9 ottobre 1995 Min. Interno.
Per quanto concerne la procedura per stabilire il requisito essenziale ai fini della concessione della rateizzazione, vale a dire l'esistenza delle situazioni economiche disagiate, non esiste alcun riferimento certo, salvo estensioni analogiche da altre disposizioni di legge, come non esiste alcuna quantificazione dell'entità della cifra da rateizzare, neanche per ciò che concerne il numero delle rate, ferma restando la cadenza mensile delle stesse, nel numero compreso tra 3 e 30 (corrispondente, quindi, ad un periodo da 3 a 30 mesi) e la cifra da fissare per ogni rata, nella misura non inferiore a 15,49 euro (articolo 26 della L.689/81).
A fronte di una così ampia discrezionalità, necessita altresì una rigida regolamentazione che vada a schematizzare il procedimento, rendendolo così certo ed efficace, evitando pericolose improvvisazioni che si potrebbero tradurre in trattamenti discriminatori a fronte di situazioni simili. La regola generale vuole che, quanto più un provvedimento è discrezionale, tanto più deve essere motivato.
Ovviamente non le posso indicare i termini con cui identificare lo stato di indigenza, trattandosi di giudizio discrezionale legato a scelte tecniche e politiche dell'amministrazione, con la sola precisazione che la rateizzazione dovrà essere concessa nei soli casi in cui, con prudente apprezzamento, si evidenzi un effettivo, grave stato economico disagiato. Ritengo che gli elementi da acquisire, mediante autocertificazione, siano, il reddito familiare, la sussistenza di uscite particolari (muti, spese mediche, affitti, altre sanzioni etc.), la composizione del nucleo familiare (figli a carico, anziani in particolari condizioni etc) e qualsiasi altro elemento utile, anche prodotto spontaneamente dal richiedente, utile a favorire la valutazione positiva della richiesta. Resta salva la possibilità per l'amministrazione di verificare in qualsiasi momento quanto dichiarato e di richiedere nella fase istruttoria qualsiasi documento o elemento utile ai fini della valutazione dell'istanza.
La certificazione delle condizioni economiche, ai fini della rateizzazione, sarà prodotta dall'interessato ai sensi 46 del DPR 445/00, nella consapevolezza della propria responsabilità penale derivante dalle dichiarazioni mendaci, ai sensi dell'articolo 76, medesimo decreto.
Capitano di Corvetta
Colapesce67 (autore)
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- 19/36
bobo ha scritto:
mmmmmmmmmmmmm
già ti è stato risposto che la sanzione è stata del minimo edittale.... quindi non c'è spazio per alcuna riduzione...

per la rateizzazione, la vedo dura. come hai visto nel link che tu stesso hai postato, è facoltà chiederla ex art. 26 L.689/81 in base al quale “L'autorità giudiziaria o amministrativa che ha applicato la sanzione pecuniaria può disporre, su richiesta dell'interessato che si trovi in condizioni economiche disagiate, che la sanzione medesima venga pagata in rate mensili da tre a trenta ...”.

in rete ho reperito questa circolare ministeriale sulla definizione dello stato di indigenza:
CIRCOLARE N. 90 del 9 ottobre 1995 Min. Interno.
Per quanto concerne la procedura per stabilire il requisito essenziale ai fini della concessione della rateizzazione, vale a dire l'esistenza delle situazioni economiche disagiate, non esiste alcun riferimento certo, salvo estensioni analogiche da altre disposizioni di legge, come non esiste alcuna quantificazione dell'entità della cifra da rateizzare, neanche per ciò che concerne il numero delle rate, ferma restando la cadenza mensile delle stesse, nel numero compreso tra 3 e 30 (corrispondente, quindi, ad un periodo da 3 a 30 mesi) e la cifra da fissare per ogni rata, nella misura non inferiore a 15,49 euro (articolo 26 della L.689/81).
A fronte di una così ampia discrezionalità, necessita altresì una rigida regolamentazione che vada a schematizzare il procedimento, rendendolo così certo ed efficace, evitando pericolose improvvisazioni che si potrebbero tradurre in trattamenti discriminatori a fronte di situazioni simili. La regola generale vuole che, quanto più un provvedimento è discrezionale, tanto più deve essere motivato.
Ovviamente non le posso indicare i termini con cui identificare lo stato di indigenza, trattandosi di giudizio discrezionale legato a scelte tecniche e politiche dell'amministrazione, con la sola precisazione che la rateizzazione dovrà essere concessa nei soli casi in cui, con prudente apprezzamento, si evidenzi un effettivo, grave stato economico disagiato. Ritengo che gli elementi da acquisire, mediante autocertificazione, siano, il reddito familiare, la sussistenza di uscite particolari (muti, spese mediche, affitti, altre sanzioni etc.), la composizione del nucleo familiare (figli a carico, anziani in particolari condizioni etc) e qualsiasi altro elemento utile, anche prodotto spontaneamente dal richiedente, utile a favorire la valutazione positiva della richiesta. Resta salva la possibilità per l'amministrazione di verificare in qualsiasi momento quanto dichiarato e di richiedere nella fase istruttoria qualsiasi documento o elemento utile ai fini della valutazione dell'istanza.
La certificazione delle condizioni economiche, ai fini della rateizzazione, sarà prodotta dall'interessato ai sensi 46 del DPR 445/00, nella consapevolezza della propria responsabilità penale derivante dalle dichiarazioni mendaci, ai sensi dell'articolo 76, medesimo decreto.


Smile ho capito.
Comunque io non ci rientro ma il mio amico si, parlo del reddito.
Contrammiraglio
Apache77
Mi piace
- 20/36
rickyps971 ha scritto:
CHICCA ha scritto:

Mi sembra comunque eccessiva la cifra, qualche altro articolo ?
Vuoi dirci per favore gli articoli citati ?
Felice
C


La cifra è giusta, anzi, dovrebbe essere 1.032 euro (violazione delle prescrizioni per la pesca in apnea). Wink


Scandaloso , c'e' da dire solo questo . Quella e' la stessa multa che viene data a un peschereccio che strascica sottocosta.

Poi che un pescasub abbia "pescato" la caviglia di qualcuno non si e' mai sentito nella storia , ma a 370 mt da riva ... sta legge fa' veramente ridere !
Sailornet