Limiti balneazione

Contrammiraglio
lone wolf (autore)
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- 1/13
sono entrato nel vostro sodalizio da poco e diciamocelo, fino ad oggi leggendo qua e la, ho cercato di rubare piu esperienze possibili, o rinforzare quelle acquisite e per questo grazie di cuore.
Ora vi pongo un quesito riguardo la sicurezza in mare: noi gommonauti dobbiamo prima di tutto conoscere e rispettare tutte le norme emanate dalle capitanerie, le leggi sulla nautica, vedi dotazioni, distanze, segnali e quant'altro ma i bagnanti?
fino a quanti metri dalla battigia si può allontanare un nuotatore; se supera una certa distanza che accorgimenti o segnalazioni deve avere? Personalmente ne ho evitato uno per puro caso (erano circa le otto del mattino) a quasi un miglio dalla costa, mi sono rimasti impressi gli occhialini.
Se lo avessi urtato, a parte i problemi morali personali, giuridicamente a cosa andavo incontro?
Non parliamo poi di tutti quelli che si divertono un mondo all'interno dei corridoi di accesso alla riva.
Un saluto a tutti.
Ammiraglio di squadra
byanonimo
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- 2/13
lone wolf ha scritto:
sono entrato nel vostro sodalizio da poco..... quasi un miglio dalla costa, mi sono rimasti impressi gli occhialini......


Le norme sulla balneazione sono di circa 200 metri dalla riva... ma come vedi non e rispettato... Evil or Very Mad Evil or Very Mad
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Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 3/13
lone wolf ha scritto:

Se lo avessi urtato, a parte i problemi morali personali, giuridicamente a cosa andavo incontro?

alle medesime conseguenze cui andavi incontro se lo avessi urtato a 100 metri da riva.
la localizzazione del nuotatore non incide nel nesso di causalità dell'urto....
2° Capo
conte-luca
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- 4/13
Ma scusate una cosa,con tutto il rispetto e la serietà della vostra discussione, mi spiegae cosa centra con "usato nautica"
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 5/13
porca miseriaccia, grazie Conte!!!
Whistle
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 6/13
Ciao Bobo,
io la vedo un pò diversamente (correggimi se sbaglio): in caso di investimento di bagnante al largo, l'indagine per un eventuale omicidio colposo (o lesioni gravi) viene certamente avviata, ma in quel caso gli esiti processuali potranno essere ben differenti (si parla di stagione estiva ed ordinanza in vigore) da quelli di un investimento di bagnante in zona protetta.
Intanto vengono meno le aggravanti ("schiaccianti") per il comandante dell'unità previste se il fatto fosse accaduto non solo dentro alla zona inibita alla navigazione, ma anche entro i mille metri dalle spiagge entro i quali è normalmente previsto un limite di velocità di 10 nodi (ed è comunque proibito navigare in planata).
In più, un tuo eventuale collega penalista, avrà molte più possibilità di dimostrare l'imprevedibilità e l'inevitabilità dell'evento: scarsa visibilità del nuotatore, distanza dalla costa talmente elevata da rendere ancora più remota l'idea della presenza di un bagnante, orario dell'evento, eventuale presenza di boe di segnalazione (tipo sub), stato del mare, etc.
Questo non deve essere inteso come una condanna a morte per chi sbaglia, nel senso che l'attenzione in navigazione deve comunque e sempre essere massima (anche perchè, in mare, ci sono anche i tronchi, le bombole del gas semi affioranti, etc.), però sono due situazione quasi opposte tra loro.
Il caso estremo è il bagnante che nuota di notte al largo, sulla rotta di un traghetto o di una nave commerciale: in caso di investimento, molto verosimilmente il comandante dell'unità investitrice verrà assolto.
A differenza di quanto accade su strada, dove la presenza di un pedone è quasi sempre un evento prevedibile ed evitabile commisurando la velocità del proprio veicolo alle condizioni di visibilità, in mare il bagnante non ha sempre ragione.
Nei rapporti d'incidente in mare, infatti, sono inserite una miriade di voci da spuntare o depennare, proprio per questo motivo, per "fotografare" nei minimi dettagli la situazione in atto al momento del sinistro, come avviene per un rapporto d'incidente su strada, ma con molti più fattori in gioco e molti meno testimoni (chi potrà mai dire, per esempio, che in quel momento il nuotatore non stesse facendo qualche metro in apnea?).
Quindi, un incidente nautico che avviene a 500 metri dalla spiaggia (quindi comunque fuori dalla zona di balneazione), in condizioni di mare calmo, in ore diurne e con il sole alto, avrà sicuramente conseguenze penali più gravi e certe dello stesso evento che accade invece a 2 miglia dalla costa, con sole basso e mare mosso ed in una zona di mare in cui non esistono limiti di velocità (vorrei capire, per esempio, coma potrebbe fare il comandante di un Pershing da 62 piedi, lanciato a 45 nodi in mare aperto, ad evitare un bagnante avvistato a poche decine di metri dalla propria prua...).
Tra queste due ipotesi, ce ne sono già moltissime "intermedie", legate appunto ai fattori sopra elencati.
@ Lone Wolf: meno male che è andata com'è andata, ma penso che per quel tizio, il fatto di essersi visto il tuo dritto di prora arrivare a venti nodi a mezzo metro dai suoi occhialini da nuotatore (nuotatore imbecille...), sia valso molto più di un verbale da 172 Euro, come "lezioncina" ed ai fini di un futuro ravvedimento... Wink
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 7/13
lone wolf ha scritto:
se supera una certa distanza che accorgimenti o segnalazioni deve avere?


Deve avere una specifica autorizzazione-ordinanza, normalmente rilasciata solo per eventi sportivi e non a chiunque voglia "farsi na nuotatina un pò più in là...", ed una "scorta" costituita da almeno un'unità appoggio che segnali la sua presenza al traffico marittimo.

Re: limiti balneazione
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 8/13
Ricki, son d'accordo, ma ciò non toglie dall'alveo dell'omicidio colposo....

più o meno grave la colpa, più o meno pesante la condanna, magari con la ovvia condizionale...
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 9/13
aggiungo che l'unica cosa che eliminerebbe la fattispecie dell'omicidio colposo sarebbe la "prova" del suicidio del nuotatore...

fatto che eliminerebbe del tutto l'elemento soggettivo della fattispecie di reato (che è sia doloso che colposo)

e come la provi?
Ammiraglio di divisione
rickyps971
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- 10/13
bobo ha scritto:
aggiungo che l'unica cosa che eliminerebbe la fattispecie dell'omicidio colposo sarebbe la "prova" del suicidio del nuotatore...

fatto che eliminerebbe del tutto l'elemento soggettivo della fattispecie di reato (che è sia doloso che colposo)

e come la provi?


Felice più che altro, come prova il nuotatore che la condizione in cui è stato travolto era sostanzialmente differente da quella, ipotetica, nella quale si sarebbe suicidato?
Il pedone si getta all'improvviso sotto ad un camion in autostrada e l'autista, con le dovute testimonianze, può sperare di essere assolto, anche se il pedone deve sempre essere considerato un evento prevedibile (un pò meno su un'autostrada);
il nuotatore, invece, nuota in un punto in cui è impensabile che stia, in una condizione di scarsissima visibilità (per lui), contravvenendo a diverse leggi che glielo vietano ed in un tratto di mare in cui, al contrario, non esistono limitazioni per le imbarcazioni (nemmeno l'obbligo di commisurare la propria velocità per evitare di travolgere un bagnante, cosa invece prevista su strada e che viene contestata all'autista quando capita un qualsiasi incidente): di sicuro l'indagine parte, non c'è dubbio, ma le possibilità di assoluzione sono moltissime (sono successi alcuni casi simili in passato, con buon esito del processo per il comandante).
In ogni caso, resta il fastidio di una bella rogna (il processo) e, soprattutto, l'inevitabile "autocondanna" morale, che ci segnerà per il resto della vita e, probabilmente, ci impedirà di salire ancora su una barca!
Posso dire la mia?
Nel caso mi fossi trovato al posto di lone wolf, quel simpatico bagnante si sarebbe fatto comunque del male, dopo la sventata sciagura, a mani nude (le mie...)! Wink
Sempre il mare, uomo libero, amerai. (C. Baudelaire)
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