La visione di Donno: tubolari mobili e immersi a poppa. E' giusto?

Capitano di Corvetta
Palmitos (autore)
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Nello scorso fine settimana sono stato a visionare tre gommoni, tutti in Molise. Si tratta di due Northstar (195 RT e 225 RT) e un Sacs ( 640 Venus).
Aldilà delle impressioni personali sugli specifici modelli, di età e lunghezze differenti ma con livelli di manutenzione che hanno modificato i convincimenti, vorrei la vostra opinione sull'oggetto:
i due Northstar, come credo molti gommoni disegnati da Donno, hanno la posizione naturale dei tubolari separata di un paio di centimetri dalla carena; questo comporta una struttura elastica in senso verticale (in rotazione) e una conseguente risposta all'impatto con l'onda.
Inoltre ho notato che i tubolari a poppa richiedono l'antivegetativa su un'area piuttosto ampia e profonda. Come dire: il gommone, alla fonda, porta giù i tubolari di qualche centimetro anche con il solo peso di carena. Ma se già in assetto statico poggia "il chiulo" in acqua, figuriamoci in planata!
E allora mi e vi chiedo: trascinare la poppa e spostare tutta quell'acqua ha senso? Quanto incide sui consumi? E la progettazione elastica della struttura non comporta sollecitazioni sui punti di attacco dei tubolari? Considerate che in quel paio di centimetri c'è un costante ristagno d'acqua e sporcizie, quasi ineliminabile. Qual'è dunque la visione, direi la filosofia, di donno sulla progettazione degli scafi?

Il Sacs, tanto per portare un esempio nella direzione opposta, presentava un'area di opera viva molto limitata sui tubolari, quasi inesistente. Questo nonostante sette anni di differenza tra questo e gli altri due gommoni. Forse è una visione datata? E oggi, a che punto siamo su questo argomento?

Grazie a chi vorrà rispondere.
Capitano di Corvetta
Palmitos (autore)
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Nessuno che mi spieghi questo aspetto?
Site Admin
VanBob
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Non sono un ingegnere nautico.
Ma so che Donno non trascurava nessun particolare nelle suo opere, alcune di sicuro successo, altre meno, ma in tutte amava prestare la massima attenzione all'opera viva.

In molti incontri è sempre emersa la descrizione particolareggiata di quanto e come le superfici bagnate, compresi i tubolari, avrebbero "lavorato" creando pressioni e depressioni, quindi forze.
Tutti quei ragionamenti erano piuttosto difficili da capire, tanto erano complessi e articolati, tanto gli effetti di ogni particolare erano così "nascosti" a noi mortali.

Tutto ciò per dire che non esiste risposta alla tua domanda se non nella testa del compianto.

Da lui esco con una consapevolezza: gli effetti idrodinamici che noi mortali immaginiamo sono quasi sempre molto lontani dalla realtà.
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