Come entrare in plananta e mantenerla in modo ottimale [pag. 5]

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erlampuga
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VanBob ha scritto:
Si ma cosa cambia?
Siamo arrivati a parlare di inclinometro e di altre cose che sinceramente non capisco.
Se la domanda è "Come entrare in planata e mantenerla in modo ottimale" la prima risposta che mi viene è "Con un po' di manico", non ne serve poi molto, basta dare manetta e si plana! Razz


OT:
come entrare in chiesa,sposarsi e mantenere un rapporto ottimale ...la risposta è la stessa Sbellica Sbellica Sbellica Sbellica

scusate,ma non ho resistito.... Sbellica

Fine OT
Specie Homo Sapiens Sapiens,varietà PSOO (Pescatore Serio Ogniluogo-Ognitempo)
Gommone Lomac 510 in
Motore Selva Dorado 40 XS EFI
Carrello Umbra Rimorchi 750
I pesci sono come le donne,non sai mai come prenderli
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Yatar1963 (autore)
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erlampuga ha scritto:


OT:
come entrare in chiesa,sposarsi e mantenere un rapporto ottimale ...la risposta è la stessa Sbellica Sbellica Sbellica Sbellica

scusate,ma non ho resistito.... Sbellica

Fine OT

Il mio timore infatti è che bastino 2 testimoni che ti dicono "congratulazioni"
Sbellica Sbellica Sbellica
End OT

Piuttosto cercherei di capire perché Martiello propone determinate strumentazioni sicuramente inusuali e probabilmente inefficaci sull'onda, ma che mi fanno intuire che invece ha centrato il nocciolo della questione a differenza di molti che lo danno invece per scontato
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
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Yatar1963 (autore)
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VanBob ha scritto:

Se la domanda è "Come entrare in planata e mantenerla in modo ottimale" la prima risposta che mi viene è "Con un po' di manico", non ne serve poi molto, basta dare manetta e si plana! Razz

D'accordo al 1000% con il 1° concetto, mentre è sul secondo che vorrei proprio discutere con voi cugin..astri gommodotati e smanettoni Sbellica

Se è vero che, a parità di tutti i fattori, la velocita minima di planata non cambia, potremmo affermare che a parità di fattori non cambia nè le velocità di crociera, nè quella WOT.
Quindi se un giorno WOT ci accorgessimo di andare più forte, potremmo dire che "prima" sbagliavamo?

Mi spiego meglio: siamo in grado di affermare che stiamo planando bene? No. perchè le nostre unità da diporto vengono vendute senza uno straccetto di manuale tecnico che aiuti almeno un po' a capire

La teoria e i luoghi comuni dicono poi che la planata corretta si ha quando il mezzo si pone parallelo alla superficie del mare, superata la sua onda di prua.
Credo che questa affermazione sia esatta tranne in un punto che è quello che ci porta a sbagliare.
Se impariamo a riconoscerlo e a trovarlo abbiamo risolto 4/5 del problema

Quindi, immaginiamo di immergerci sotto il nostro scafo in navigazione. Cosa vedremmo?

re: Come entrare in plananta e mantenerla in modo ottimale


Le 4 casistiche canoniche:
La figura A vuole rappresentare il dislocamento, la B la minima planata, la C la planata in crociera, la D la velocità WOT
L'area azzurra indica la parte di carena a contatto con l'acqua nei vari momenti: ovevro la parte che sta generando "portanza"
Il nostro scafo avrà quindi uno ed un solo punto di portanza ottimale in ciascuno dei 4 momenti
(perdonate i miei disegnini malfatti, ma giusto per rendere l'idea)

Ma.... quale scafo?
Posto i disegnini dello spaccato della parte poppiera e planante di due carene tra le piu comuni: a V più o meno profonda
L'assetto di planata sarà uguale per entrambe a partità di tutte le altre condizioni?

re: Come entrare in plananta e mantenerla in modo ottimale


Ragioniamoci su e magari domani provo a completare il ragionamento sul concetto di "assetto" profittando del disegno dello scafo di Sam.it perchè credo che con i pochi strumenti di bordo, nonchè gli occhi, che a volte sono i migliori in assoluto se si sa dove e cosa guardare, si possa raggiungere un buon risultato anche di tipo empirico
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
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VanBob
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Scusa Fabio, io non so dove vogliamo arrivare.
Assunto che con adeguata potenza si entra in planata, ovvero si supera l'onda prodotta da noi stessi, e che con adeguata coppia la planata venga mantenuta, tu vuoi sapere qual'è l'angolo di incidenza ottimale?
A parte che mi ritorna in mente la domanda "ottimale per ottenere cosa?", mi domando se davvero credi che esista qualcosa in grado di valutarlo.
Di sicuro l'occhio sa riconoscere un assetto troppo seduto (che peraltro all'aumentare della velocità tenderebbe a diminuire anche in caso di bilanciamento pesi errato) ma mi spieghi dove vogliamo arrivare?
Non è corretto neanche dire che "la planata corretta si ha quando il mezzo si pone parallelo alla superficie del mare", primo perché "il mezzo" non è un riferimento sufficiente, secondo perché ogni mezzo avrà la propria incidenza in funzione della forma.
Insomma.... perdonami ma mi sembra davvero di cercare il sesso degli angeli.

Non si fa prima a dire che la planata ottimale (per i consumi) è quella in cui si ha il miglior rapporto litri/miglio, a prescindere dall'angolo di incidenza? Perché non esiste, a mio avviso, nessun'altra verità.
Oppure che la planata ideale (per la velocità su mare calmo) è quella che permette di avere la minore quantità di opera viva? Sempre a prescindere dall'angolo di incidenza.
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Yatar1963 (autore)
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VanBob ha scritto:
Assunto che con adeguata potenza si entra in planata, ovvero si supera l'onda prodotta da noi stessi, e che con adeguata coppia la planata venga mantenuta, tu vuoi sapere qual'è l'angolo di incidenza ottimale?

Esatto

Ma più che sapere qual'è quello ottimale in assoluto (praticamente impossibile da individuare) vorre capire come meglio abituarsi a replicare un assetto più adeguato possibile (magari utilizzando riferimenti visivi, anzichè strumentali).
Ovviamente prima di replicarlo bisognerà capire ed individuare qual'è quello più giusto.

Tieni conto che se si ha potenza in avanzo da sfruttare rispetto al peso dello scafo, la manetta aiuta e comunque la potenza disponibile in avanzo non fa notare più di tanto piccoli errori.
Ma se non ne hai, la cosa cambia.

Credo poi che la tecnica di ricerca del giusto assetto cambi a seconda che tu abbia un mezzo con carena di tipo 1 o 2.
Tra i tanti aspetti la 1, es., tende ad uscire parallelamente all'acqua di più della 2, che a sua volta tende a risentire di più del peso anteriore mantenendosi in planata appoggiandosi di più la parte posteriore e quindi con una linea al galleggiamento più corta
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
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VanBob
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Magari ci stiamo dimenticando che la sezione di una carena non è uguale per tutta la sua lunghezza... Wink
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Yatar1963 (autore)
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VanBob ha scritto:
Magari ci stiamo dimenticando che la sezione di una carena non è uguale per tutta la sua lunghezza... Wink

Assolutamente no
Se mai che non tutte le sezioni di carena sono uguali.
Magari mantengono la stessa poranza, ma non il medesimo baricentro
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
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Yatar1963 (autore)
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Carico due disegnini relativi alla sezione di carena, numerati 1 e 2, riprendendo questi disegni

re: Come entrare in plananta e mantenerla in modo ottimale


Già a colpo d'occhio risalta che la carena 1 in planata tenderà ad ottimizzare come nel disegno C, non potendo uscire più di tanto verticalmente dall'acqua.
Mentre la carena 2 arrivera al disegno D, poiche lo scafo è meggiormente predisposto ad uscire verticalmente dall'acqua

La carena 1 tenderà a planare con la prua abbastanza alzata, avendo una linea al galleggiamento prpporzionalmente un po più corta
La carena 2 planerà mantenendo un assetto molto più parallelo all'acqua

Lo scafo 2 per ottenere sufficiente portanza dovrà sfruttare la superficie data dalla sua massima larghezza, avendo una linea al galleggiamento più corta e una V meno profonda che offre meno superficie
La carena 1 può sfruttare più superficie sia per la massima lunghezza al galleggiamento, sia data dalla V che offre più pescaggio (complessivamente maggior superficie portante)

Nel caso della carena 1 (tipica di molti gommoni, per quanto da me mal disegnata) plani facilmente dando manetta-togliendo manetta, un po' di trim e vai
Nel caso della carena 2 (es: la mia) devi stare molto attento a bilanciare la prua perche o ti alzi troppo e sprechi energia inutilmente senza riuscire mai ad assettarti nel modo giusto, o togli un pelo troppo di manetta e la prua va giù, vanidficando le manovre fino a quel momento.

Devo dire, osservando molti mezzi in navigazione, che il vizio di alzare troppo la prua ce l'hanno molti conducenti di gommone. Inutile a mio avviso, anche se correggere è facile e il "danno" infinitesimale (se ci sono meno di 50 cm d'onda..)

Nel mio caso, invece, poichè la visuale dal posto di comando aiuta quasi nulla, è importante individuare l'angolo di assetto corretto e riuscire a replicarlo.
In questo ritengo abbia un senso la proposta di Martiello di dotarsi di strumenti idonei. Temo però che in navigazione siano inefficaci.
Personalmente cerco di prendere riferimenti visivo tipo un'altezza tot del pulpito di prua rispetto all'orizzonte.
Aiutano le tante sperimentazioni e l'esperienza

Ma il vero problema è che non ho mai visto la mia barca "da fuori" per avere un punto d'osservazione privilegiato che mi aiuti a capire meglio e per stabilire se un determinato metodo è correto ed efficace.

Ovviamente il mio è un braistorming per tentar di capire attraverso i ragionamenti e non certo per pretendere di illustrare la verità.

Eviterei però di snobbare la questione, perchè se è vero che per taluni può esser più complesso trovare la planata ottimale in certe condizioni, temo che lo stesso problema si ponga per altri, seppur in condizioni opposte
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Sailornet