Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie [pag. 3]

Capitano di Corvetta
Lampedusano
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marco57 ha scritto:


lo stesso giorno sono sbarcati altri immigranti, tutti gli uomini sul pullman per il centro di smistamento e tutte le donne ad aspettare il pullman che tornasse indietro a caricarle, da distante erano una macchia nera circondata dalle forze dell'ordine, tutte coperte da capo a piedi nonostante il caldo. Chiaccherando con un Lampedusano mi diceva: ma noi qui problemi non ne abbiamo, ne avete più voi .... ed effettivamente è vero, Lampedusa è uno dei pochi luoghi turistici in Italia dove non trovi un extracomunitario a venderti accendini collanine o chissà che altro!




Bellissima la Tua illustrazione compreso le foto e quella bomboniera che è Linosa.
Confermo che gli sbarchi anche Noi dell'isola molto spesso li apprendiamo dai telegiornali.
Ciao
Lamnpedusano
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marco57 (autore)
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Siamo arrivati a Pantelleria, qui ci sono due ripari, Porto Vecchio e Porto Nuovo. Le previsioni per i prossimi 3 giorni danno forte maestrale con onde di 4-5 metri per cui scegliamo il Porto Nuovo, decisamente più brutto e distante dal centro, ma molto più riparato sia dai frangenti che dalla risacca (la scelta si è poi rivelata giusta perchè abbiamo dormito alla grande mentre la altre barche hanno sbattuto parecchio).
Pantelleria è completamente diversa dalle altre, innanzitutto verde, sopratutto nell'interno dove ci sono le famose vigne, poi ..... non ci sono turisti! non c'è la via del passeggio con i locali! il paese è decisamente grande e trafficato.

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


Visto che ci dobbiamo fermare 3 giorni ci siamo anche motorizzati per vedere le bellezze dell'isola che sono veramente tante:

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


Alla sera inizia già a tirare il vento .....
Le persone esistono per essere amate, le cose esistono per essere usate.
Se c'è tanto caos in questo mondo, è perchè le cose vengono amate e le persone usate.
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marco57 (autore)
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Questo post lo dedico a un vecchietto di Pantelleria, un po' fotografo e un po' collezionista.
Alla mattina andiamo a fare la spesa e sono attratto da un'indicazione nel vicolo che ti manda al piano superiore di una vecchia casa. E' una mostra di fotografie, centinaia ma anche cartoline, lettere, documenti, la storia dell'isola dalla fine '800 ad oggi. Lui è lì con la moglie, prende la bacchetta e inizia a spiegare fiero la sua storia .... dall'annessione al Regno d'Italia con i conseguenti disordini e il fenomeno del brigantaggio (vedi foto della Grotta dei Briganti che posterò dopo), il periodo del fascismo .... copio e incollo questo:

Il fascismo
Durante il Fascismo, in previsione dello scoppio di un conflitto, si valorizzò la posizione strategica di Pantelleria, costruendo ulteriori fortificazioni, ma soprattutto è proprio durante il Fascismo che viene costruito l'aeroporto dell'isola. Il fervore dei lavori movimentò la vita e l'economia pantesca, portandovi quasi 10.000 uomini, alcuni dei quali vi si stabilirono definitivamente.

La seconda guerra mondiale
Data cruciale fu l'8 Maggio 1943, quando Pantelleria entrò nel vivo del conflitto mondiale, o meglio quando venne bombardata dalle "fortezze volanti" anglo-americane, contro cui si disponeva di un'artiglieria inadeguata ed insufficiente. Recentemente è stato condotta una ricerca sul campo relativa al bombardamento di Pantelleria, condotta dal prof. Marco Belogi, docente di storia militare all'Istituto Geografico Militare di Firenze, in cui si è studiato il tipo di bombardamento, le postazioni militari, anche l'analisi del terreno sperimentata dagli anglo-americani. Il martellante bombardamento, che durò dal 18 Maggio all'11 Giugno 1943, delle forze armate degli Alleati sull'isola di Pantelleria (definita da Mussolini "il paracarro d'Italia"), seguito dallo sbarco e dalla conseguente resa della guarnigione italiana, costituì, nel grande dramma della Seconda Guerra Mondiale, un episodio apparentemente marginale. L'importanza dell'operazione militare (in codice "Cavatappi"), costituì per gli Alleati un vero punto di svolta, in cui sperimentarono nuove tecniche di bombardamento. Alla fine della guerra la situazione dell'isola è disastrosa: circa l'80% del centro urbano era stato distrutto, come ci testimoniano le foto del tempo, ed i vigneti di tutta l'isola erano gravemente danneggiati. La ricostruzione è stata molto lenta e difficile, a causa delle precarie condizioni economiche lasciate dalla guerra, ed avendo come unica e sola risorsa le braccia ed i costanti sacrifici dei Panteschi.


Secondo i racconti del vecchietto l'isola è stata completamente distrutta per un bluff di Mussolini che aveva fatto credere agli americani che c'erano armi e aerei, insomma era un avamposto importante per la difesa, invece non c'era niente, solo qualche cannoncino con una portata insufficiente per abbattere i bombardieri. Del paese era rimasto in piedi solo il municipio e parte del castello, così per esigenze cinematografiche degli americani è stato minato e raso al suolo. La stessa sorte doveva toccare anche al castello ma leggenda dice che l'artificiere è saltato in aria lui per cui il castello, perlomeno la metà, è rimasto in piedi.

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Beh, se capitate lì e andate a trovarlo, lasciategli un commento sul libro degli ospiti e una moneta nella cassetta delle offerte, lui non chiede niente ma penso siano gradite. Wink
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Yatar1963
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marco57 ha scritto:
Del paese era rimasto in piedi solo il municipio e parte del castello, così per esigenze cinematografiche degli americani è stato minato e raso al suolo. La stessa sorte doveva toccare anche al castello ma leggenda dice che l'artificiere è saltato in aria lui per cui il castello, perlomeno la metà, è rimasto in piedi.

Un vizietto esecrabile e quantomai attuale.... sia per gli aspetti cinematografari che bellici.

Oltre al presunto artificiere maldestro, pare che gli alleati a terra patirono un secondo caduto: un poveretto che fu preso a calci da un asino di Pantelleria.
Non vorrei sembrare superstizioso invocando lo Spirito dell'Isola, ma nel dubbio non buttate cartacce a terra
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
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marco57 (autore)
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Smile
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tommaso 52
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..bellissimo il tuo fotoracconto Marco, complimenti Laughing...ho navigato anch'io su quelle isole e quindi "rivedo" nelle tue parole quei scenari meravigliosi.
continua e fammi/cci sognare!! Cool Cool
..attualmente, senza gommone.
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marco57 (autore)
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Grazie, continuo da Pantelleria ..... Wink

Alla mattina si parte per il giro dell'isola. Il Suzukino che abbiamo affittato ha il tetto in cannicciato e c'è tanto vento che sembra si strappi da un momento all'altro.
Prima tappa il lago Specchio di Venere (massima profondità 12 metri), dove il livello delle sue acque è mediamente di 2 metri sul livello del mare da cui è separato da alcune colline ed è alimentato sia dalle sorgenti termali che dalle piogge.

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


L'acqua in certi punti è veramente calda e il fondo è fangoso, ideale per una bella maschera .... magari ringiovanisco! Laughing

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


Dal mare si va in montagna, fa freddo e il vento è molto forte, siamo sui 700m. del monte Gibele, il panorama è da mozzare il fiato

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


andiamo alla ricerca della grotta dei Briganti, dove si nascondevano dopo le razzie nell'800 e la troviamo, la grotta è collegata da cunicoli senza fine che sbucano da una parte o dall'altra della montagna, scaricata la torcia del telefono Rolling Eyes torniamo indietro

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


si scende dalla parte opposta e si incontra nel centro dell'isola Piana della Ghirlanda, una zone molto fertile coltivata ad ulivi e vigneti da cui si ricava il famoso passito (slurp!).

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


è impressionante come tutte le coltivazioni sono basse per non esporle troppo al vento, possibilmente protette da mura chiamate "giardini arabi"

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marco57 (autore)
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I dammusi ... che belli! Da questa parte il mare è calmo, dall'altra ci sono già onde di 3-4 metri.

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


E' la tipica abitazione rustica di Pantelleria, al tempo stesso il simbolo architettonico dell'isola e la sua tradizione da abitare. Durante i primi decenni del novecento, il dammuso diventava la casa "di campagna" estiva delle famiglie pantesche, che vivevano principalmente dell'uva zibibbo. Dal punto di vista architettonico, il dammuso risale al periodo di dominazione araba (X secolo); deriva dal termine arabo "damus", cioè edificio a volta. Contraddistingue in maniera inconfondibile il paesaggio dell'isola ed è l'espressione della sintonia tra i bisogni dell'uomo e le risorse della natura. I dammusi sono strutture stabili e godono di un'eccezionale tenuta termica grazie all'architettura e alle tecniche di costruzione che sono state tramandate fino ai "mastri" dei giorni nostri. Il tetto (a cupola) I dammusi hanno forma cubica, mura possenti (fino a mt.1,60 di spessore) realizzate in pietra lavica, tagliata a mano e riempiti da pietre più piccole, in modo che all'interno del muro si formi un circolo d'aria che rende la casa fresca d'estate e asciutta d'inverno. Completano la graziosa struttura architettonica sia le aperture ad arco, sia le finestre di piccole dimensioni. Il tetto a cupola è fatto di pietra e di uno strato di terra ricoperto di calce e tufo che lo rende impermeabile ma fa traspirare l'umidità. Il tetto svolge una doppia funzione. All'interno, la parte convessa della cupola è utile per concentrare il calore nella parte alta della casa mantenendo così ambienti freschi anche quando le temperature esterne sono alte. All'esterno, questi tetti, con le loro rotondità, curve e pendenze, rappresentano una soluzione geniale per la raccolta dell'acqua piovana che viene canalizzata verso la cisterna sotterranea di cui ogni dammuso è, in genere, dotato. Quando l'acqua piovana si esaurisce, la cisterna viene riempita con l'acqua fornita dal dissalatore e trasportata con autobotti.

Pantelleria Guide @ 2004-2005 - Tutti i Diritti sono Riservati - ©
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marco57 (autore)
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Il pomeriggio del giorno dopo decidiamo di partire, Hanaxabè è una barca tosta e non gli fanno certo paura 2 metri (forse qualcosa dippiù Anxious ) di onda, tra l'altro dovrebbe essere in attenuazione, poi abbiamo l'appuntamento con l'aereo a Cagliari tra 4 giorni e non ci va di perderlo.
Rotta su Marettimo, 68 miglia che dovremmo fare in 10-12 ore, finalmente si va a vela, 20 nodi di vento di bolina e una velocità di ben 7 nodi (se penso quando in gommone a 20 mi sembrava di andar piano Sad )

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


l'unico che per ora perde qualcosa è Paolo (cappello) Smile

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


I miei due grandi amici ...

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


e un'altra notte di turni si avvicina ...

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie
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marco57 (autore)
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All'alba avvistiamo Marettimo

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


prima si fa un bagno in una bellissima caletta, beato tra le donne eh eh eh!

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


e poi attracchiamo in porto per visitare il paese e fare un po' di cambusa

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


Si vede che l'isola è molto frequentata, ci chiedono 5€ l'ora per l'attracco e sono abbastanza antipatici. Però ne vale la pena ....

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


e guardate cosa trovo su una casetta ....

re: Dalla Tunisia a Cagliari via Pelagie


ah i genovesi ...... popolo di marinai!!! Smile
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Sailornet