Sciare in fuoripista. Precisazioni

Capitano di Corvetta
ubi (autore)
15 Mi piace
- 1/21
Apro questo nuovo post per non inquinare il topic relativo all'incidente di Schumacher, peró sono opportune diverse precisazioni.
Premetto che secondo me NON era in fuoripista, che condivido le carenze di segnalazioni e di messa in sicurezza del luogo e che non voglio entrare nel merito delle più o meno condivisibili opinioni di chi ha scritto in precedenza.

fuoripista o meglio dire attualizzando il vocabolario, il FREERIDE: su questa famigerata e sconsiderata attività si sono scritte diverse inesattezze e molte senza cognizione di causa.
Dopo più di 30 anni di attività come maestro di sci alla scuola del monte bianco sono certo di avere le competenze per trattare esaurientemente l'argomento, ma mi limito ad alcune precisazioni.

Tale pratica è da qualche anno entrata a fare parte attiva della didattica proposta agli allievi, è stata inserita come appendice nei testi di formazione dei maestri e viene quotidianamente praticata e divulgata in tutte le scuole di sci. Anche l'industria segue questo filone progettando attrezzi sempre piú specifici per i "riders" dagli sci a base larga, agli zaini con airbag che si aziona in caso di valanga.
Tutte le settimane nell'arco della stagione invernale sono sempre più numerosi i gruppi che vogliono dedicarsi a questa attività e statisticamente con qualche centinaia di praticanti gli incidenti, ancorché gravi, sono piuttosto rari.
Una prima parte delle lezioni è dedicata al comportamento, alla opportuna informazione sulle condizioni del manto nevoso, alla formazione e all'autosoccorso con gli strumenti che è sempre d'obbligo portare con sè. Gli all'allievi sono in maggior parte giovani e proprio a loro sono indirizzate le primarie basilari informazioni atte ad evitare gli incidenti.
Che poi, come in molte altre attività, ci siano incoscienti che si avventurano senza adeguata preparazione, è purtroppo un dato di fatto, ma da lí a criminalizzare la pratica del "fuori pista" mi sembra che sia dimostrazione di superficialità e di scarsa apertura.

Ultima doverosa precisazione è la normativa, NON é un reato, salvo specifiche disposizioni la montagna, così come il mare, è di libero accesso. Diverso è il caso di locali ordinanze (del Sindaco/ Prefetto ect.) in cui vengono chiuse e delimitate determinate aree e la cui mancata osservanza è sanzionata a termini di legge, mentre all'interno dei comprensori sciistici, devono essere rispettate le segnalazioni e le disposizioni degli addetti. In caso di valanga tutti i soggetti coinvolti sono "indagati" in attesa che venga accertato se si è trattato di un distacco spontaneo o provocato, esattamente come in caso di incidente stradale (o nautico) vengono svolti accertamenti sulle responsabilità di ciascuno.
Io stesso poche ore fa ho accompagnato con reciproca soddisfazione tre miei clienti lungo un canale "fuori pista", eppure non mi sento un "reo".
Cordiali saluti
Renzo
Utente allontanato
Pablito_
Mi piace
- 2/21
ubi ha scritto:
Fuoripista o meglio dire attualizzando il vocabolario, il FREERIDE: su questa famigerata e sconsiderata attività si sono scritte diverse inesattezze e molte senza cognizione di causa.

Che poi, come in molte altre attività, ci siano incoscienti che si avventurano senza adeguata preparazione, è purtroppo un dato di fatto, ma da lí a criminalizzare la pratica del "fuori pista" mi sembra che sia dimostrazione di superficialità e di scarsa apertura.

Ultima doverosa precisazione è la normativa, NON é un reato, salvo specifiche disposizioni la montagna, così come il mare, è di libero accesso.


Applause Applause Applause Bravo Renzo! Come si dice a Roma "quanno ce vo'.... ce vo' "

Grazie per il tuo intervento.

Paolo


Cià

P.
Ammiraglio di squadra
martiello123
Mi piace
- 3/21
ubi ha scritto:
Fuoripista o meglio dire attualizzando il vocabolario, il FREERIDE: su questa famigerata e sconsiderata attività si sono scritte diverse inesattezze e molte senza cognizione di causa.

Che poi, come in molte altre attività, ci siano incoscienti che si avventurano senza adeguata preparazione, è purtroppo un dato di fatto, ma da lí a criminalizzare la pratica del "fuori pista" mi sembra che sia dimostrazione di superficialità e di scarsa apertura.

Ultima doverosa precisazione è la normativa, NON é un reato, salvo specifiche disposizioni la montagna, così come il mare, è di libero accesso.

sono d'accordo, questo e' quello che volevo dire nell'altro topic senza essere stato capito
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
Mi piace
- 4/21
Concorderai che per fare fuori pista non basta la tecnica, ma è necessario conoscere a fondo il territorio.

Un conto è essere accompagnati da professionisti esperti e un conto è il fai da te
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Contrammiraglio
dolce*11
4 Mi piace
- 5/21
Ciao Ubi,
non metto in dubbio la tua competenza e la tua esperienza,ma è anche vero che non ti puoi considerare super partes,in questo argomento.
Sono indubbi gli interessi che ruotano attorno all'attività sciistica invernale ,e la concorrenza spietata che si fanno le località interessate al business dello sci,che porta,spesso a chiudere un occhio su divieti e limitazioni che possono "infastidire " i turisti.
Ricordo che sono una decina le vittime di questa pratica solo da Santo Stefano ad oggi e che bisogna stare attenti ad incoraggiare attività che,se non seguite da persone addestrate e competenti,possono rivelarsi fatali.
Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

F.De Andrè.
Ammiraglio di divisione
red1
Mi piace
- 6/21
Come sempre è il buon senso e l'esperienza, in montagna come a mare, che ti consente di non farti male e soprattutto di non fare male agli altri.
Una cosa è affrontare passaggi impegnativi in compagnia di un maestro di sci o una guida alpina altra cosa, come spesso accade, affrontare fuori pista dopo abbondanti nevicate, sfrecciare sulle piste come fulmini magari mentre ci sono i maestri con i bambini che fanno lezione oppure fare salti con lo snowboard in mezzo alla gente.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Ammiraglio di squadra
misterpin
Mi piace
- 7/21
Ciao Renzo, come non quotarti visto che un paio di sciate insieme le abbiamo fatte, ma se il fuori pista, concorderai con me, lo fa uno come te che è vissuto sulla neve e per professione insegna come sciare è diverso da uno che fa un corso (a proposito quanto dura?) e stop. La montagna, come il mare, non è una cosa standard, sempre uguale e occorrono anni e anni di esperienza per conoscerla nel vero senso della parola. Anche tu se facessi il fuoripista in un'altra località che non conosci vedresti aumentare considerevolmente i pericoli. Tu delle tue piste conosci ogni roccia ogni sasso ogni buca e sai come muoverti e nonostante tutto non puoi stare tranquillo in certe situazioni. Il sapere cosa fare dopo l'evento è importante e fondamentale ma saperlo prevedere è ancora meglio. Io ti paragono ad un marinaio di grande esperienza il quale conosce la zona di mare che frequenta e dove lavora per cui sa come destreggiarsi anche nelle situazioni proibitive ma anche lui pur conoscendo il mare non è sicuro di rientrare in porto.

Wink
P.S. salutami il resto della ciurma
Capitano di Vascello
er pescatore
Mi piace
- 8/21
Concordo in pieno quello che ha detto ubi..

Noi chi più e chi meno ha una certa esperienza per mare acquisita con il tempo, è logico che in base al mezzo che ogniuno di noi ha sa fino a dove può spingersi..
Cosi come la conoscenza della meteorologia, venti. come affrontare un'onda di prua, al mascone o di poppa.

Credo che la stessa cosa valga per chi va in montagna, conoscere la neve, sapere che con l'innalzamento delle temperature si possono innescare combinazioni da provocare delle slavine, sciare su piste con difficoltà superiori alle nostre capacità, sciare in condizioni meteorologiche di scarsa visibilità, oppure fare un po troppo il gradasso con gli amici ecc..

Voglio semplicemente dire che ogni attività sportiva deve essere presa con prudenza e si deve conoscere a fondo il posto, il luogo che si frequenta ma sopratutto la tecnica e la disciplina che si vuole fare..

Max.
Utente allontanato
sibea
Mi piace
- 9/21
Se il fuori pista è così tranquillo, come mai ci muoiono come mosche?

Io sento sempre che le valanghe si staccano, e travolgono sciatori intenti al fuori pista.

È una pratica pericolosa e da incoscienti. Poi se vogliamo credere che Cristo è morto di freddo.....

Io la penso così, e non voglio offendere nessuno Wink purtroppo la montagna è pericolosa, ogni anno sembra di assistere ad un bollettino di guerra. Vuoi per incoscienza, vuoi per male informazione o per seguire quello che fanno "gli esperti"







Max Felice
sempre invidiato, mai compatito.!!!!
Capitano di Corvetta
ubi (autore)
Mi piace
- 10/21
dolce*11 ha scritto:

Sono indubbi gli interessi che ruotano attorno all'attività sciistica invernale ,e la concorrenza spietata che si fanno le località interessate al business dello sci,che porta,spesso a chiudere un occhio su divieti e limitazioni che possono "infastidire " i turisti.


Vero, in parte, quanto affermi, il business c'è e non potrebbe essere diversamente visto la moltitudine di famiglie e operatori turistici che vivono di questo, ma non al punto di "chiudere un occhio". Non hai idea di quanti controlli ci sono dietro l'apertura di un comprensorio. La figura del direttore di stazione si è evoluta nel tempo e oggi questo incarico é affidata a persone non solo di provata esperienza, ma sono elementi preparati e formati con corsi, convegni e confronti internazionali. Esistono le commissioni piste, al cui interno sono presenti tutti i soggetti coinvolti in una stazione; le istituzioni, le forze dell'ordine, i membri del soccorso, i rappresentanti degli operatori commerciali e molti altri. Non si può "chiudere un occhio" anche perché in caso di incidenti fioccano avvisi di garanzia prima ancora di sapere come e perché.

Yatar, Misterpin, (ciao Filippo),Red,Martiello e gli altri che seguono il post, stiamo probabilmente dicendo la stessa cosa, ci vogliono esperienza e capacità e molta, molta umiltá nell'affrontare la montagna, cosí come in mare. Per questo cerchiamo con i corsi di FREERIDE di trasmettere anche ai più giovani questi concetti; poi peró ovviamente ci sono anche coloro che non vogliono sentire ragioni e rischiano piú del dovuto.

@sibea
Nessuno afferma che il fuoripista sia così tranquillo, ma neppure che si muoia come mosche. Una tale affermazione dovrebbe essere suffragata da numeri concreti, da percentuali e statistiche. Ti faccio un esempio numerico del mio comprensorio dove In queste giornate di grossa affluenza si registrano in media piú di 4000 passaggi giornalieri; assumiamo che almeno 400 persone affrontino discese fuori pista e che nell'arco delle 6 ore di sci ripetano almeno 2/3 volte questi itinerari. Moltiplica il risultato per le decine e decine di stazioni che abbiano la medesima estensione e medesimo bacino di utenza.....

Concludo e per non essere frainteso, ribadisco che anche un solo incidente mortale è uno di troppo.
Sailornet