Windward islands
stinger (autore)
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Questa volta l’unico gommone su cui ho navigato era solamente il tender di un bellissimo Sun Odissey 51 battente bandiera italiana nel mar dei Caraibi, ma considerando che pur sempre di navigazione si è trattata, perché non inserire qualcosa fra gli “itinerari” del forum? Potrebbe servire come spunto a qualche amico per una futura vacanza fuori stagione un po’ diversa dal solito.
Diciamo subito che, da come ho avuto modo di verificare di persona, abbiamo avuto la fortuna di azzeccare il periodo migliore che è quello fra la fine inverno e l’inizio della primavera quando, una leggera rotazione verso Sud dell’aliseo, consente di navigare meglio a vela sia con vento a favore che di bolina.
Il viaggio è iniziato in Martinica, isola francese raggiungibile con diversi voli diretti giornalieri dall’Europa. Dal porto di Le Marin, una trentina di chilometri dall’aeroporto, si è fatta rotta in direzione Sud verso l’isola di Santa Lucia. Qui abbiamo pernottato due notti rispettivamente a Rodney e a Piton Bay. Si è quindi proseguito verso San Vincent e le Grenadine, fermandosi a Cumberland e, nell’isola di Bequia, ad Admiralty Bay - Port Elisabeth. Meta finale della crociera Tobago Cays da dove, a malincuore, abbiamo dovuto iniziare il viaggio di ritorno facendo questa volta sosta nella baia di Marigot dopo essere nuovamente stati a Port Elisabeth e a Cumberland. Ultimo pernottamento del viaggio a Sainte Anne poco prima del ritorno a Le Marin. Circa trecento miglia la navigazione percorsa fra andata e ritorno. Le imbarcazioni da diporto che frequentano questi luoghi sono quasi per la totalità a vela, sia monoscafi che catamarani. Tuttavia, data la relativa vicinanza fra le isole (non più di 25 miglia), non sarebbe da scartare la possibilità di una navigazione a motore con un mezzo come quelli che siamo abituati a condurre, che consentirebbe di percorrere le distanze delle tappe giornaliere più velocemente lasciando più spazio all’esplorazione turistica delle coste. Occorre tuttavia considerare che nei canali fra Martinica e St. Lucia e fra questa e St. Vincent, ci si trova a navigare fra le onde dell’Oceano che, sospinte dagli alisei, arrivano direttamente dalle Canarie senza incontrare alcun ostacolo. In queste zone non abbiamo però mai incontrato onde più alte di 1,5 metri con un vento medio nei tratti più esposti di 18-20 nodi. Condizioni tutto sommato accettabili anche per imbarcazioni più piccole. Inoltre, fattore non trascurabile ai fini degli ormeggi, la costanza della direzione di provenienza del vento che non è mai variata fra giorno e notte. Anche se durante il ritorno è stato ripercorso il tratto effettuato durante l’andata consentendo di approfondire in modo esaustivo ciò che si era già visto, sarebbe da valutare in alternativa un tipo di crociera “one-way” per poter vedere, a parità di giorni di navigazione, un numero superiore di isole.
Che dire, luoghi stupendi e realtà locali tutte da scoprire. Dopo l’atmosfera tipicamente francese della Martinica, dove è facile dimenticarsi di essere al di là dell’oceano, dopo poche miglia di mare ci si trova improvvisamente in quella più turistico-internazionale di Santa Lucia. Ma l’atmosfera tipicamente caraibica la si può trovare solo arrivando a San Vincent; stupenda la simpatia della gente locale che, pur assediandoci con barchini che si materializzavano all’improvviso ogni qual volta stavamo per raggiungere un’insenatura proponendoci un ormeggio o un acquisto di prodotti artigianali, lo facevano con una cordialità ed allegria che difficilmente ho avuto modo di trovare altrove. La professionalità, simpatia e disponibilità dello skipper, contattato casualmente cercando un imbarco individuale in una crociera a vela nei Caraibi mediante internet, ha contribuito a rendere il viaggio una vera e propria vacanza.
Ed ora alcune immagini:
Martinica - Diamant
Martinica - Les Salines
St Lucia - Piton
St Vincent - Cumberland
Bequia - Admiralty bay
Tobago Cays
St Lucia - Marigot
Martinica - Sainte Anne
Diciamo subito che, da come ho avuto modo di verificare di persona, abbiamo avuto la fortuna di azzeccare il periodo migliore che è quello fra la fine inverno e l’inizio della primavera quando, una leggera rotazione verso Sud dell’aliseo, consente di navigare meglio a vela sia con vento a favore che di bolina.
Il viaggio è iniziato in Martinica, isola francese raggiungibile con diversi voli diretti giornalieri dall’Europa. Dal porto di Le Marin, una trentina di chilometri dall’aeroporto, si è fatta rotta in direzione Sud verso l’isola di Santa Lucia. Qui abbiamo pernottato due notti rispettivamente a Rodney e a Piton Bay. Si è quindi proseguito verso San Vincent e le Grenadine, fermandosi a Cumberland e, nell’isola di Bequia, ad Admiralty Bay - Port Elisabeth. Meta finale della crociera Tobago Cays da dove, a malincuore, abbiamo dovuto iniziare il viaggio di ritorno facendo questa volta sosta nella baia di Marigot dopo essere nuovamente stati a Port Elisabeth e a Cumberland. Ultimo pernottamento del viaggio a Sainte Anne poco prima del ritorno a Le Marin. Circa trecento miglia la navigazione percorsa fra andata e ritorno. Le imbarcazioni da diporto che frequentano questi luoghi sono quasi per la totalità a vela, sia monoscafi che catamarani. Tuttavia, data la relativa vicinanza fra le isole (non più di 25 miglia), non sarebbe da scartare la possibilità di una navigazione a motore con un mezzo come quelli che siamo abituati a condurre, che consentirebbe di percorrere le distanze delle tappe giornaliere più velocemente lasciando più spazio all’esplorazione turistica delle coste. Occorre tuttavia considerare che nei canali fra Martinica e St. Lucia e fra questa e St. Vincent, ci si trova a navigare fra le onde dell’Oceano che, sospinte dagli alisei, arrivano direttamente dalle Canarie senza incontrare alcun ostacolo. In queste zone non abbiamo però mai incontrato onde più alte di 1,5 metri con un vento medio nei tratti più esposti di 18-20 nodi. Condizioni tutto sommato accettabili anche per imbarcazioni più piccole. Inoltre, fattore non trascurabile ai fini degli ormeggi, la costanza della direzione di provenienza del vento che non è mai variata fra giorno e notte. Anche se durante il ritorno è stato ripercorso il tratto effettuato durante l’andata consentendo di approfondire in modo esaustivo ciò che si era già visto, sarebbe da valutare in alternativa un tipo di crociera “one-way” per poter vedere, a parità di giorni di navigazione, un numero superiore di isole.
Che dire, luoghi stupendi e realtà locali tutte da scoprire. Dopo l’atmosfera tipicamente francese della Martinica, dove è facile dimenticarsi di essere al di là dell’oceano, dopo poche miglia di mare ci si trova improvvisamente in quella più turistico-internazionale di Santa Lucia. Ma l’atmosfera tipicamente caraibica la si può trovare solo arrivando a San Vincent; stupenda la simpatia della gente locale che, pur assediandoci con barchini che si materializzavano all’improvviso ogni qual volta stavamo per raggiungere un’insenatura proponendoci un ormeggio o un acquisto di prodotti artigianali, lo facevano con una cordialità ed allegria che difficilmente ho avuto modo di trovare altrove. La professionalità, simpatia e disponibilità dello skipper, contattato casualmente cercando un imbarco individuale in una crociera a vela nei Caraibi mediante internet, ha contribuito a rendere il viaggio una vera e propria vacanza.
Ed ora alcune immagini:
Martinica - Diamant
Martinica - Les Salines
St Lucia - Piton
St Vincent - Cumberland
Bequia - Admiralty bay
Tobago Cays
St Lucia - Marigot
Martinica - Sainte Anne
Overboat Lord 20, Mercury Optimax 115, carrello Tecnitrail T1500
zikiki
- 2/3
che dire
ottimo reportage foto splendide e per ultimo.......
BEATO TE
ottimo reportage foto splendide e per ultimo.......
BEATO TE
Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza.
toaldoeta
- 3/3
veramente bei posti e ottimo reportage
vale anche per me il "BEATO TE.............."
vale anche per me il "BEATO TE.............."
Non c'è buon vento per chi non sa dove andare.
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