Percentuali fiscali e prezzo industriale del carburante

Capitano di Vascello
yanez323 (autore)
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Come avrete notato, il carburante è sceso di qualche centesimo e già trionfalisticamente parlano di riduzione del tasso d’inflazione sceso dal 3,3% al 3,2% su base mensile. Sono contento!

Ultimamente stavo cercando di capire come mai le compagnie petrolifere, anche a fronte di una forte riduzione dei consumi continuino a mantenere gli stessi livelli di prezzo e quali sono le quotazioni di riferimento su cui basano il prezzo del prodotto finale, indipendentemente dalle accise e dall’IVA (62,5% del prezzo finale).

Fermo restando che le accise producono un gettito invariato ,visto che si tratta di una cifra fissa pagata su ogni tonnellata di prodotto finito all’uscita dall’impianto di produzione (imposta di fabbricazione), mentre l’IVA, con il diminuire del prezzo pur mantenendosi allo stesso valore (21%), produce un gettito minore, per l’erario, se cala il prezzo di produzione e di vendita.

Un altro fattore per la determinazione del prezzo è la valuta di riferimento, il Dollaro statunitense. Qualche anno fa i Paesi OPEC avevano cercato di proporre anche l’Euro, dopo le traversie internazionali della valuta americana, ma lo spostamento della crisi in Europa e la messa in dubbio della sopravvivenza della moneta unica hanno fatto procrastinare l’ipotesi. A questo poi gli USA non sono del tutto estranei.

Ma non è qui il problema, o meglio, non è solo qui; secondo me c’è un gioco di guadagni che si effettua sulle quotazioni dei vari tipi di greggio : Brent, WTI (Western Texas Intermediate), Lybian, Arabian Light, Maya, Ural ecc.

Si tratta di prodotti che hanno caratteristiche diverse, con maggiore o minore contenuto di zolfo e diversa densità, che ne determinano il pregio.

Per le compagnie europee ed italiane in particolare il prezzo di riferimento è dato dal Brent, peraltro greggio di media qualità , estratto al largo delle coste Norvegesi e Britanniche: è il più costoso in assoluto, anche per le difficoltà di estrazione che avviene solo su piattaforme off shore e a costi scandinavi

Se prendiamo ad esempio le due tipologie di petrolio maggiormente quotate sui mercati occidentali si vede subito una marcata differenza di prezzo:

13 giugno 2012, ore 22.00
BRENT Crude OIL $ 97,12
WTI Crude Oil $ 82,35

Se guardiamo bene, è una differenza di quasi $ 15 al barile !
Per completezza, il Barile, come unità di misura corrisponde a 42 U.S. Gallons, ovvero 158, 987 litri.

Ovviamente altre qualità di petrolio tipo l’Arabian Light, riferimento qualitativo, hanno un prezzo d’estrazione e vendita inferiore al WTI.


percentuali fiscali e prezzo industriale del carburante





Dalla Tabella sopra allegata si può vedere, indicativamente, che la percentuale di BRENT Mare del Nord copre circa il 2% delle importazioni, mentre il grosso arriva dalla Libia e dall’Iran, regioni in forte stato d’instabilità, d’accordo, ma con prezzi analoghi al WTI e distanti dal Brent.
I dati sono al 2010, ma non credo che ci siano grosse variazioni sulle aree di approvvigionamento.
Secondo Confindustria i Paesi acquirenti “devono” avere come riferimento la tipologia di greggio geograficamente più vicina.
Sicuramente un bel discorso ma, se è vero, per il Brent questo può valere per la Germania ed i Paesi Nord Europei, mentre ho qualche dubbio sulla validità del principio a quelli del Bacino Mediterraneo, Spagna e Portogallo in testa e pure l’Italia, che non scherza come vicinanza ad Africa e M.O., rispetto alla Norvegia.
Comunque per concludere, le imposte ci sono, e tante, ma il prezzo di riferimento su cui basare la produzione industriale è in assoluto quello maggiore sul mercato e calcolando anche i maggiori costi di raffinazione, per l’arrivo di tipologie pesanti ed ad alto tenore di zolfo, nell’importare da Paesi OPEC le compagnie petrolifere realizzano sempre un guadagno che, ad occhio, è di almeno una decina di dollari a Barile rispetto al riferimento dichiarato del Brent
Poi se avete tempo vi coniglierei di leggere questo studio di Confindustria che, seppur datato, è secondo me molto valido per farsi un’idea del problema.
https://www.confindustria.it/studiric.nsf/e5e343e6b316e614412565c5004180c2/1133756f34c1ca2dc12571150034b4c7/$FILE/Nota%20CSC-%202006-1.pdf
Di tutto questo che ne pensate?
Evil or Very Mad Twisted Evil Evil or Very Mad Question
Guardiamarina
francesco86
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- 2/16
Personalmente credo sia un insieme di fattori che ha portato a questa situazione: da una parte la tipica ed insiaziabile fame di denaro da parte dello stato italiano, che ha portato ad aumentare nel corso degli anni sia l' Iva sia anche la varie accise...... Fra l' altro a propostito delle accise vorrei ricordare che paghiamo accise per situazioni che hanno perso qualsiasi presupposto legale e sociale ( es. Guerra in Abissinia, Crisi di Suez ) e qui da giurista mi chiedo ma una tassazione il cui presupposto è venuto meno non è anticostituzionale ??????
Inoltre sempre in merito alle accise pagate ve ne sono alcune il cui presupposto è venuto parzialmente meno ( missioni Bosnia e Libano ), dovendo esse coprire il costo di un' operazione militare, una volta terminata o ridotta in quantità di mezzi e uomini non dovrebbe venire meno ( o ridursi proporzionalmente ) anch' essa?
Per non parlare poi dei vari disastri ambiantali che si sono susseguiti nel tempo ...... Personalmente trovo corretto che si possano imporre accise sui carburanti per " dare una mano" a chi si trova in una situazione di oggettiva difficoltà, però dovrebbe avere una durata limitata questo tipo di accisa ( 10/15 anni imho ) cosi come avviene per le accise di tipo regionale ( vedasi recentemente la Toscana )
Ora come ora paghiamo per fatti avvenuti dal 1963 al 1980 ( 5 avvenimenti ), un totale di 204 lire di accisa .........
In merito al prezzo del greggio sui mercati internazionali purtroppo credo che l' europa conti meno di niente. Chissà come mai nel 2008 quando gli Usa erano in caduta libera ( mentre qui in europa ancora ancora avevamo un mezzo paracadute ), il prezzo era schizzato alle stelle ( oltre 145$ al barile ), ovviamente fu un rialzo per la quasi totalità di carattere speculativo. Nel 2009 dopo che gli Usa hanno cominciato a capirci qualcosa della crisi ( grazie anche ai notevoli investimenti cinesi ) il prezzo ha avuto un calo verticale fino a tornare a 50$ al barile ( era il periodo quando qui in Italia si trovavano alcune pompa di benzina che vendevano il diesel a 0,99 c al selfservice ).
Chissà come mai ora che è l' Europa " sotto attacco" speculativo, il prezzo ha rincominciato a salire a ritmi elevati ( così come gli spread dei vari paesi europei presi di mira ).
Sicuramente le compagnie petrolifere non sono qui per far beneficenza ed hanno il loro bel tornaconto, tant' è che fino a qualche giorno fà si diceva che il prezzo alla pompa fosse più alto di circa 4/5c rispetto alla media europea, indice questo di un' azione speculativa anche a livello raffinativo/distributivo
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 3/16
Per quel po' che mi è noto, ti dico la mia.
La valuta di riferimento è l'USD per tutte le materie prime, petrolio in primis
Qualcuno tra i maggiori produttori ha provato a usare l'euro o a fare accordi diretti in euro, ma si è casualmente trovato con la lingua di fuori, appeso per il collo o con un proiettile in testa. Con gli occidentali che hanno avuto la medesima bislacca idea, non si è stati cosi barbari, ma comunque sono stati messi fuori gioco.

In termini reali però la valuta di riferimento è l'euro.
La stessa sterlina (e quasi tutta l'area Commowealth) si è assestata ormai chiaramente un cambio ancorato all'EUR e non all'USD (0,80 ca.)
Ovvia conseguenza che se cala l'EUR, cala la quotazione in dollari di oro e petrolio (fermo restando uno sperad di emrcato legato a domanda e offerta), quindi in pratica il costo a barile in EUR è più o meno costante da tempo.
Circa il 20% ha perso EUR su USD (da1,50 a 1,23), altrettanto ha perso il petrolio (da 100$ a 80$)

Dobbiamo quindi dedurre che il barile di Crude Oil (maggiormente importato) nell'ultimo anno costi uguale
Ma a questo si aggiunga che le società estrattrici o convenzionate (vedi ENI) pagano il barile a prezzo di periodo concordato.

Variabili i costi di trasporto: trasportare petrolio in Italia dall'Iran costa sicuramente più che trasportarlo dalla Libia. Idem per il trasporto dalla raffineria alla pompa
Piccole ma sicure le variabili nei costi di produzione.
Le accise per un totale di circa € 0,41

L'imposta di fabbricazione (€ 0,7042 sulla benzina, € 0,5932 per il gasolio)

Sulla somma di accise è imposta grava anche l'IVA (21%) e siamo ad un totale di
€ 1,3481 per la benzina
€ 1,2138 per il gasolio
Da aggiungersi poi le eventuali tasse straordinarie regionali

Vista oggi (15/6/2012) la quotazione del prezzo medio benzina di 1,796 e del gasolio 1,665, possiamo dedurre che la benzina e gasolio hanno un costo di produzione (trasporto incluso) di € 0,3710 + IVA (0,44891 IVA inclusa), quindi identico, pari a circa 74 USD a Barile, quindi meno della quotazione Crude Oil (fermo restando che da 1 Lt. di petrolio NON si ricava 1 Lt. di benzina)

Premesso che il petrolio quotato e comprato ieri non può essere già oggi benzina nei nostri distributori, da questo si può dedurre che:
1) le compagnie non comprano a prezzi di quotazione (se non le eccedenze extra)
2) non possiamo capire quanto pagano il petrolio
3) ho sentito (ma non ne ho conferma, pur considerandolo razionalmente plausibile) che nel formulare il prezzo finale dei carburanti è già inserito un 10% di rischio cambio

Se tutto ciò è vero, possiamo dedurre che:
1) il vantaggio che deriva dai contratti con i Paesi produttori non viene offerto al mercato, a cui si fa pagare un rischio di cambio ma si lega lo stesso il prezzo alle quotazioni speculative
2) che fanno come gli pare, facendo oltretutto pagare benzina e gasolio uguali
3) che comunque 20 $ di aumento del barile comportebbero solo 12 centesimi di aumento della benzina/gasolio

Venendo al pratico, domani vado ad un self ENI e vedo quanto pago effettivamente la benzina con i 20 cent di sconto promozionale estivo
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Guardiamarina
francesco86
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- 4/16
A mio avviso c'è da aggiungere che il dollaro come valuta monetaria internazionale è assolutamente gradita alla Cina, che come ben sappiamo fino al 2005 regolava il suo cambio non in base all' andamento del suo mercato interno ma in base all' andamento del solo dollaro ( ora viene valutata in base all'andamento di una panere di monete internazionali ) garantendo sostanzialmente un tasso di cambio fisso per la propria moneta ( molto più basso di quello reale )
Ovviamente l' abbandono del dollaro come moneta di riferimento per gli scambi internazionali di petrolio avrebbe portato certamente ad un deprezzamento di quest' ultimo, con la conseguenza di obbligare la Cina a rivedere tutta la propria politica monetaria ma ancor di più la propria politica di investimenti in occidente.
Personalmente non credo che l' utilizzazione dell' euro per gli scambi petroliferi avrebbe giovato all' economia europea...... sicuramente ci avrebbe protetti maggiormente da alcuni tipi di speculazione (ma come si è visto negi Usa nel biennio 08/09 non da tutti i tipi di speculazione ), però d' altrocanto le export si sarebbe pressochè azzerato ecc ( come sta succedendo oggi in Svizzera, dove il franco ha raggiunto livelli record perchè moneta sana, obbligando la banca centrale svizzera ad acquistare € per mantenere i tassi a livelli accettabili [ tant' è che anche loro stanno pensando di fare come la Cina e bloccare il cambio €/franco a 1,2])
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 5/16
Aggiornamento pratico alla nostra aulica discussione tecnica:

Evento: è partita la promozione ENI: gasolio a 1,50, benzina a 1,60 dalle 13 del sabato alle 24 della domenica!!!!

Data: Sabato 16/06/2012, ore 23,08
Location: distributore ENI sotto casa
Descrizione: fila modello "sciopero dei benzinai" o "4^ querra del Golfo"
Protagonisti: macchinine, macchinoni, furgoni da lavoro, giovani, attempati, famigliole, piccoli imprenditori in extra time
Curiosità: donne che finalmente cercavano di confrontarsi con l'infernale marchingegno detto self-service

Risultato: 50 litri di gasolio ovvero 10 eurozzi tondi risparmiati
Domani le prime 4 miglia sono gratis!!!

Peccato che il distributore del porto sia di altro marchio, ma ho fatto i conti: se chiamo il camion gru e mi ci faccio portare alla fine guadagno 3 euro
Sad Sad Sad
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Guardiamarina
francesco86
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- 6/16
Anche Esso al selfservice si è allineata a Eni...... Ieri sera il diesel era 1,498 € e la benzina 1,59equalcosa ( purtroppo da dieselista ho perso un pò l' occhio sulla benzina )
Speriamo continuino così...
Ammiraglio di divisione
sella e lele
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- 7/16
fatto il pieno al gommone e riempito le taniche, alla fine ho preso 160 lt. alla fine ho risparmiato una trentina di eurozzi... spero che tutti i fine settimana fanno queste offerte e anche migliori.
che il vento sia sempre in poppa!!!!!!
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 8/16
anche oggi pomeriggio file da epoca del razionamento....

Ma tornando in tema alla domanda di Yanez:
se questa "elemonisina" li porta sottocosto (come dichiarato da una compagnia) come si formula il prezzo della benzina (e del gasolio, visto che a parte le due differenti imposte sembrano uguali)
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Ammiraglio di divisione
sella e lele
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- 9/16
poi non doveva farlo solo la eni??? io ho fatto il pieno all'agip ma il carburante era scontato pure alla Q8 esso erg e tanti altri. qualcuno anche meno di eni....
che il vento sia sempre in poppa!!!!!!
Capitano di Fregata
urbi
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- 10/16
Yatar1963 ha scritto:

se questa "elemonisina" li porta sottocosto (come dichiarato da una compagnia) come si formula il prezzo della benzina (e del gasolio, visto che a parte le due differenti imposte sembrano uguali)

Le vendite sottocosto sono soggette ad normativa precisa, se vendessero sottocosto non potrebbero farlo che ogni 3 settimane:
"Non può essere effettuata una vendita sottocosto se non è decorso almeno un periodo pari a venti giorni, salvo che per la prima vendita sottocosto dell’anno"
fonte:
https://www.tutelaconsumatori.regione.umbria.it/resources/Documenti/dpr2001_218.htm
Marinaio d'acqua dolce.
Sailornet