Ancora galleggiante [pag. 4]

Ammiraglio di divisione
mavala
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The Doctor ha scritto:
Se si dà importanza al detto "poca cima poco marinaio" va da sè..... Sbellica Sbellica Sbellica Sbellica


in questo caso un ip ip urra per treccia!!!!!!!!!!! Sbellica

@ Zorba: UT nooooooooooo se la fili alla cappa di poppa sei morto.... ti entra tutto il mediterraneo nel gommo.....
MaGiJa II - ZAR 65, Yamaha F200G
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zorba69 (autore)
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- 32/57
Ah ecco...cosa intendi esattamente per filare alla cappa? Io conosco la cappa che si fa con il fiocco per porgere il mascone e fermarsi a vela, ma cosa intendi per "filare alla cappa"?
Guido
Ammiraglio di squadra
La capitana
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zorba69 ha scritto:
Ah ecco...cosa intendi esattamente per filare alla cappa? Io conosco la cappa che si fa con il fiocco per porgere il mascone e fermarsi a vela, ma cosa intendi per "filare alla cappa"?


Hiding
Pssss, pssss, devo fare in fretta, altrove mi hanno bannato, posto sperando che il capo non mi veda....

Credo che Mavala intenda con filare alla cappa, tentare di fermarsi in mezzo al mar, come farebbe una barca a vela togliendo la velatura.
Perciò, con un gommone, filare alla cappa lo fai usando un'ancora gallegiante filata di solito, da prua.

Scccccccc,

Hiding scappo prima che mi vedano
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VanBob
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- 34/57
La capitana ha scritto:
Hiding scappo prima che mi vedano

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Capitano di Fregata
ER BALENA
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- 35/57
per fortuna fino ad ora ho utilizzato l'ancora galleggiante solo per pescare....la uso sempre quando,pescando a bolentino o a light-driting,voglio rallentare lo scarroccio della barca.....i vantaggi piu' evidenti e concreti li ho quando pesco a bolentino i Fragolini....ne ho una da 80 cm su una barca di 4,50 e 500kg di massa totale e relativamente alla pesca mi ci trovo benissimo,scarroccio alla giusta velocita' anche con un po' di mare e vento....ovvio con mare che ti permette di pescare....in caso di mare mosso e agitato... Rolling Eyes mai pervenuto!! in quei casi che il mare incominciava a montare sono rientrato velocemente...non supero mai le 6 miglia Felice

...la stendo di solito a prua con entrambe le cime galleggianti a 15\20 mt e all'occorrenza la lego alla bitta sulla murata in modo di essere il piu' possibile perpendicolare alla corrente....utilizzandone una a prua e l'altra a poppa la posizione risulta piu' precisa,a favore di un ottima pasturazione e una corretta calata delle lenze......
le cime sono galleggianti perche' per lavorare correttamente,l'ancora deve rimanere poco sotto la superficie,cosa che se si utilizza ad esempio una cima per l'ancora principale non avviene,ossia tende a chiudersi e ad aprirsi in continuo....anche tenerla troppo vicino alla prua puo' causare questo....
...
play rover 15'(rover marine)--johnson 737 gt
Ammiraglio di divisione
mavala
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La capitana ha scritto:
zorba69 ha scritto:
Ah ecco...cosa intendi esattamente per filare alla cappa? Io conosco la cappa che si fa con il fiocco per porgere il mascone e fermarsi a vela, ma cosa intendi per "filare alla cappa"?


Hiding
Pssss, pssss, devo fare in fretta, altrove mi hanno bannato, posto sperando che il capo non mi veda....

Credo che Mavala intenda con filare alla cappa, tentare di fermarsi in mezzo al mar, come farebbe una barca a vela togliendo la velatura.
Perciò, con un gommone, filare alla cappa lo fai usando un'ancora gallegiante filata di solito, da prua.

Scccccccc,

Hiding scappo prima che mi vedano


brava Capitana:

filare alla cappa = filare l'ancora di prua e mettersi alla cappa

dove per cappa si intende una situazione un pò diversa dal mettersi alla cappa per una barca a vela...in gommone non è proprio un'andatura, ma uno stato dove si limita lo scarrocccio e si tiene la prua al mare.... spero di aver chiarito...
MaGiJa II - ZAR 65, Yamaha F200G
Ex Zar 61 - Zar 53 - Zar 47
Contrammiraglio
gommoa
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- 37/57
Ma allora, riepilogando, se per cappa si intende filare un'ancora solitamente di prua, quando è opportuno (se lo è) filare l'ancora galleggiante di poppa?
Tenente di Vascello
xaviers
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- 38/57
io ho un ancora galleggiante da 80 cm di diamentro, devo dire utilissima, e a volte ne vorrei evere 2, ma poi mi rendo conto che la situazione e diventata proibitiva per pescare allora e meglio salpare le ancore e rientrare.

ma lo usata anche per rallentare lo scarrocio in caso di avaria motore, devo dire che funziona ecco perchè ne vorrei avere 2 per rallentare ancora di più. Smile

apro e chiudo una piccola parentesi, per me nelle dotaioni obligatorie ci dovrebbe essere il 2° motore Wink .
Sacs 475 Johnson 70 cv Carrello Ellebi 520
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La capitana
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gommoa ha scritto:
Ma allora, riepilogando, se per cappa si intende filare un'ancora solitamente di prua, quando è opportuno (se lo è) filare l'ancora galleggiante di poppa?


Sembra che la differenza stia nel motivo per cui si usa un'ancora galleggiante, se per necessita o per favorire la pesca:

Pesca con ancore galleggianti


Lo scopo principale dell'ancora galleggiante nella pesca in drifting, è quello di rallentare la barca quando la corrente o il vento gli imprimono una velocità tale da non permettere un'azione di pesca ottimale. In tanti casi infatti la velocità della barca in deriva è tale da sollevare troppo le esche piombate, da non garantire le esche sull'amo e da allontanare troppo velocemente la scia di pastura. In questi casi l'ancora, rallentando la barca, ripristina una corretta azione di pesca in drifting.

Ma la sua vera utilità si può apprezzare per modificare la posizione di una barca in deriva, in molti casi limitando l'azione del vento e facendo predominare quella della corrente in modo da allineare la scia della pastura con le esche in pesca. Un'altra situazione in cui l'ancora galleggiante si rivela indispensabile è quando la barca non si dispone correttamente in drifting. Molte barche non si posizionano con la murata perpendicolare alla risultate del vento e della corrente, bensì assumono una posizione di tre quarti, ovvero espongono il giardinetto.

L'ideale sarebbe avere la barca di poppa rispetto al senso del moto ondoso o alla corrente. In questo modo si ha una diminuzione del rollio della barca, la possibilità di usare tutti i portacanne così che i fili trovano la giusta direzione di uscita dalle canne, e la possibilità di reazione immediata dell'imbarcazione nel caso che il pesce parta in direzione della prua. Per raggiungere questo scopo è facile supporre di dover utilizzare ancore galleggianti. Per imbarcazioni cabinate (cioè più grandi e pesanti delle nostre) lo scopo si ottiene mettendo in acqua due ancore galleggianti molto ampie sui due angoli della poppa. La barca, in questa posizione, rende la pesca molto agevole anche con 4 o 5 canne, con l'ausilio dei portacanne inseriti sulla sedia da combattimento fissata al centro del pozzetto.

Anche nel bolentino di alta profondità, questo accessorio è risolutivo ai fini di stabilizzare e rallentare l'imbarcazione in pesca. In questa tecnica il calcolo dello scarroccio dal momento in cui vengono calate le esche, a quando raggiungono il fondo, è basilare. Il successo di una calata è infatti condizionato dall'arrivo delle esche sui pesci, individuati con l'ecoscandaglio. Molti bravi skipper riescono a tenere la barca sul punto con i motori, ma per chi è alle prime armi è preferibile rallentare lo scarroccio con una o due ancore galleggianti, calate in modo da far assumere alla barca una posizione comoda per l'azione di pesca. In genere, per ottimizzare la posizione della barca nel bolentino, le ancore vanno calate a poppa, in modo che le lenze si stendano fuori, dietro la barca.


Tempeste e ancore galleggianti

John Voss comandante di marina inglese fece nel 1901 il giro del mondo con una canoa di 11 metri e fu uno dei primi sostenitori delle ancore galleggianti ma passarono molti anni prima che ne fosse chiara l’utilità ed il modo corretto di utilizzarla. Nel 1963 Bill Tilman superò una tempesta con la sua goletta di 19 metri nel Pacifico usando un’ ancora a paracadute del diametro di 9 metri, dando le basi ai navigatori di tutto il mondo. Quando si è in mare aperto con una piccola barca l’ancora galleggiante può essere paragonata all’ancora sotto costa infatti se ben dimensionata rispetto alla barca forma un freno idrodinamico molto forte consentendo allo scafo di rimanere con la prua al vento e al mare.

Si consiglia di solito per la navigazione in alto mare un paracadute del diametro pari al 35% della lunghezza dell’imbarcazione ma alcuni test in vasca navale indicherebbero ottimale una taglia più grande. Purtroppo più grande è il paracadute e più difficile è il lavoro dell’equipaggio per armare e calare, infatti i carichi in gioco sono veramente notevoli. Il tiro massimo di un’ancora a paracadute può raggiungere l’ 80 % del peso dell’imbarcazione. Nel 1990 una barca di 12 metri in burrasca nel Mare del Nord vide strappare dalla coperta l’attrezzatura alla quale era assicurata la cima del suo paracadute di 5 metri di diametro. Ovvio che se i carichi sono cosi consistenti la scelta di tipo, diametro e lunghezza della cima non va fatta a caso. Alcuni consigliano di utilizzare una lunghezza pari a dieci volte la lunghezza della barca, per altri la lunghezza va scelta pari a venti volte l’altezza delle onde più alte. In ogni caso nessuna barca pare abbia mai sofferto per un cavo troppo lungo.

Una volta lanciato il costoso e delicato sistema può andare rapidamente perso se non ci si difende dall’usura. Una cima nuda lasciata lavorare qualche ora su un passacavo convenzionale si taglierà ben presto; negli Stati Uniti molti adoperano come protezione un pezzo di tubo da irrigazione ma va molto meglio un pezzo di catena.

I paracadute di più di 3 metri di diametro devono avere all’estremità opposta al cavo principale una cima di recupero munita di una boa di piccole dimensioni per esempio un parabordo. Tale cima è indispensabile per rendere il recupero dell’ancora da parte dell’equipaggio umanamente possibile e ciò perché il paracadute recuperato dalla altra parte si svuota d’acqua e si chiude


re: Ancora galleggiante

Fig.1 Ancora a paracadute con cima e boa di recupero



Spere

Le spere sono attrezzi filati di poppa per controllare la velocità e migliorare il governo e sono una vecchia tattica da cattivo tempo. Quelle che si trovano in commercio sono un’ alternativa a quelle improvvisate in coperta quando il maltempo è già arrivato. Quando si fugge in poppa davanti ad una crescente tempesta, la velocità della barca che scivola sul dorso delle onde può essere esagerata. Inoltre nonostante la velocità l’efficienza del timone nell’attraversare le creste del onde è ridotta o addirittura nulla a causa del moto turbolento dell’acqua sulle creste. Quindi spesso la sola riduzione di velatura non basta e sorge l’esigenza di una spera di qualsiasi tipo che rallenti la folle corsa dello scafo tra le onde. Usare l’ancora e la relativa catena come spera è un metodo efficace perché grazie al peso il sistema si stabilizza ad una profondità non influenzata dalle onde e quindi si ottiene un tiro uniforme. Ciò è fondamentale perché se il cavo va in bando durante un frangente la barca rischia il rovesciamento.

Un tempo trascinare cavi era una delle principali tattiche col cattivo tempo. Nel 1950 Errol bruce superò un uragano trascinando semplicemente cavi a poppa ; nel 1969 Sir Robin Knox-Johnstone nel suo giro del modo in solitario e senza scalo usò un lungo cavo a doppino alle due estremità della poppa per superare le tempeste più dure. Per entrambe le soluzioni ci sono pro e contro, in ogni caso maneggiare cavi bagnati di dimensioni molto lunghe è sempre un problema per cui è preferibile mettere a punto un sistema di lunghezza contenuta che generi resistenza idrodinamica in uno o un numero limitato di punti: le spere. Ma come sono queste sconosciute? In commercio ce ne sono di forme e materiali diverse ma sono tutte sostanzialmente dei tronchi di cono cavi in tessuto robusto od in plastica rigida. Usando molte spere.. di piccole dimensioni… in serie si ottiene un tiro molto uniforme anche se più difficile da maneggiare di un’unica grande spera all’estremità di un cavo abbastanza lungo ed eventualmente zavorrato per evitare che vadano in superficie o fuori dall’acqua. Ma quale è la spera più economica in commercio?? Il copertone d’auto usato: fornisce una modesta ma utile quantità di resistenza raddoppiando quella del solo cavo al quale è collegata. In condizioni molto dure il copertone tende a scivolare sull’acqua ma ciò avviene quando il cavo non è abbastanza zavorrato. Alcune prove simulate hanno dimostrato che 130 metri di cavo di nylon da 16mm su una imbarcazione di 12 metri rallentano la corsa dello scafo solo del 5% che diventano 10% con l’aggiunta di un copertone d’auto, 25% con una spera a forma di sacco da 1,2 metri di diametro, 30% con un unico cono da 1 metro in tessuto robusto, 40% con due grandi coni in serie, 42% con una tormentino usata come sacco. In conclusione tutte le piccole imbarcazioni sono più sicure se affrontano il mare in tempesta di prua o di poppa piuttosto che al traverso. Per questo motivo, gli armatori di imbarcazioni moderne che difficilmente restano stabilmente alla cappa dovrebbero imbarcare un generatore di resistenza idrodinamica almeno per avere qualche possibilità in più nel fronteggiare una tempesta oceanica.


re: Ancora galleggiante

Fig.2 Spera a tronco di cono


Tutto chiaro ??
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