Scena che non dimenticherò mai... Yacht che è bruciato a Premuda CRO. [pag. 4]

Capitano di Fregata
Alex9
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- 31/47
Per me c' è poco da fare quando tapezzerie plastiche e tessuti iniziano a bruciare, le dotazioni estinguenti di bordo servono a poco. Al posto dello sventurato, sperando di non trovarmi mai, non avrei salpato l' ancora ma semplicemente abbandonato l' imbarcazione salvando il salvabile se possibile e come detto sopra mi sarei portato a distanza di sicurezza onde evitare ustioni o esplosioni di bombole
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 32/47
Ripercorriamo il racconto di Carter (ho tolto le foto che ha pubbicato per non appesantire il post)
Propongo un mio ragionamento, ma se vogliamo approfondire sarebbe forse meglio creare un apposito topic "Incendio a bordo! Che fare?"
Carter ha scritto:
Si inizia a sentire un pò di puzza di bruciato che ci distrae dal solito gozzovigliare all'ancora...
...............
Inizia il problema per tutti in quanto l'armatore preso dal panico si stacca dalla boa,
e cerca di portarsi al molo alimentando così le fiamme...

sarebbe interessante capire quanto tempo è passato dalla prima foto con poco fumo alla seconda (la terza mi pare consequenziale).
Nonostante la distanza mi par di capire che sia tutto abbastanza veloce: certe materie plastiche magari bruciano lentamente ma sprigionano in fretta una notevole quantità di fumi tossici che rendono difficile mantenere lucidità per decidere forse più delle fiamme.
Il malcapitato mi par di capire fosse in navigazione. Certo non avrei tentato ne di muovermi, nè di andare al molo: casomai (se utile) di girarmi al vento in modo che le fiamme e, soprattutto il fumo, si allontanino fuori bordo. Ma non credo potesse fare altro, visto l'affollamento in rada.
Carter ha scritto:
Muovendosi lo Yacht viene avvolto dalle fiamme, ed "saggiamente" l'armatore si tuffa
dal Fly in mare, e la famiglia a prua lo segue a ruota...

Saggia decisione: mi pare avesse poche scelte..... DOPO AVER SPENTO IL MOTORE!! (se era in moto visto che oltretutto era sul fly)
Carter ha scritto:
Una barca vicina (sopravento) vara al volo il tender e recupera i naufraghi...

Non so se è un effetto dello zoom, ma mi pare che il mezzo in fiamme si stia avvicinando di parecchio proprio a questa barca.
Io mi sarei curato prima di salpare (immaginando che anche le altre barche avrebbero pensato la stessa cosa) onde evitare una collisione e conseguente propagazione d'incendio, mandando fuori il tender solo disponendo di un membro dell'equipaggio di capacità certa per gestire l'operazione.
Carter ha scritto:
Lo Yacht impunemente abbandonato alla deriva crea il panico tra le altre barche alla boa...
Chi aveva lasciato la propria barca tranquillamente alla boa per fare una piccola escursione
con il tender corre a "perdifiato" per spostare la propria barca dalla traiettoria di scarroccio!!!

Dubito che il comandante del mezzo in fiamme avesse altre scelte, se il verricello elettrico non funzionava o non aveva modo di accedere ad un'ancora di rispetto. Certo è che in emergenza c'era lui e quindi sono gli altri che devono adeguarsi.
In una rada mi pare poco saggio lasciare mezzi imponenti alla fonda privi di sorveglianza alcuna a bordo.
Carter ha scritto:
Il mitico comandante della Jadrolinjia che passando avvista il fattaccio, e si precipita a salvare il salvabile....

E, nonstante l'impegno e i mezzi di cui disponeva, mi pare sia riuscito a far poco.... Figuriamoci disponendo solo di un'estintore da 1 kg....
giba ha scritto:
Ovviamente in una simile circostanza prestare soccorso,come già è stato detto, è dovere primario. Aggiungo solamente che, se è vera l'ipotesi che la causa di tutto può essere stata un fornello, magari a gas, continuerò a prediligere le imbarcazioni con piani di cottura in coperta.

Il soccorso è certamente primario, doveroso e obbligatorio, ove però non si ponga a rischio la vita di terzi o si rischi di incrementare il danno.
Io ho la bombola in cabina, ma l'ho proprio tolta. Avere bombola e fornelli in coperta non è che ti fa stare più sicuro. Se la causa dell'incendio non è il gas, credo che l'unico risultato sia che, bruciando prima la coperta esposta al vento, fa il botto prima.

Tra noi ci sono molti profesionisti del mare e della sicurezza marittima.
Sarebbe utile anche una loro opinione
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Contrammiraglio
SVEVAGOM
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- 33/47
octopus112 ha scritto:
C'è da considerare anche un altra variante; oltre alla paura e al panico, perchè di questo si viene avvolti in certe situazioni, specialmente se siè presi alla sprovvista e non si è del mestiere, consideriamo la possibilità o l'eventualità che nell'immediato ci siano feriti del relitto stesso.
E che si fa?? Il dubbio è l'incognita più rilevante che comunque abbiamo considerato è che il mezzo in questione non sappiamo cosa contenga e quanto ne contenga (serbatoi di carburante principale, tanichette per il tender, bombole di gas)!!! Quindi punto primo, (per me) non avvicinarsi troppo, specie se trasportiamo altre persone, punto secondo????
Sinceramente ho delle difficoltà a rispondermi, voi come la pensate??



come non quotare octopus !


secondo me e' la reazione piu' giusta e previdente per la propria e altrui sicurezza , meglio essere cauti nel accostarsi ! non si sa mai ! Wink
Sergente
dudu
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- 34/47
Alex9 ha scritto:
Per me c' è poco da fare quando tapezzerie plastiche e tessuti iniziano a bruciare, le dotazioni estinguenti di bordo servono a poco. Al posto dello sventurato, sperando di non trovarmi mai, non avrei salpato l' ancora ma semplicemente abbandonato l' imbarcazione salvando il salvabile se possibile e come detto sopra mi sarei portato a distanza di sicurezza onde evitare ustioni o esplosioni di bombole


un saluto a tutti in merito al fatto vorrei fare alcune riflessioni che potrebbero rendere l'idea di cosa vuol dire incendio a bordo. consideriamo lo scenario e le responsabilita' di chi a bordo a tutte le persone a lui piu' care la gravita' dell'evento, ci si sente inermi istintivamente si tentera' di intervenire sulle fiamme con cosa? con un estintore messo chissa'dove e con capacita' estintive di circa 5 secondi
avere la freddezza di capire (tra fumo e crepitii vari )dove e la base dell'incendio e capire al volo se quello che brucia e gas carburante alcool olio o legno in un contesto a noi sconosciuto tra urla e scene di panico magari con un ferito davanti agli occhi che inebetito si guarda la probabile scottatura momenti preziosi persi e non piu recuperabili nella fase di principio di incendio poi quel senso di impotenza rispetto al fatto che provoca dei crampi improvvisi allo stomaco riesco a capire anche quelle azioni che istintivamente ci fanno sbagliare (vedi lo spostamento della barca ) in quanto a causa del mio lavoro ho patito molte volte queste emozioni negative e con il senno del poi ripetersi ma se io ma se loro se avessi fatto questo ecc.ecc.oggi noi discutiamo da dietro un monitor di azioni ed emozioni inspiegabili e soggettive che condizionano la capacita' di intervento per controllarle i migliori istruttori di primo soccorso tentano di spiegarne il valore a persone addestrate ed abituate al pericolo riassumendo possiamo noi pretendere dal sig. Rossi tutto questo? a voi l'ardua sentenza .

PS e' uscito sul mercato un estintore idroschiuma9 kg omologato che risponde alle ns esigenze contiene un particolare estinguente oleoso puo' essere usato anche x impianti elettrici fino a 1000 volts non e tossico non provoca nuvole soffocanti in ambiente chiuso ed eroga x circa 48 secondi se usato in sala motori dopo l'intervento serve a lubrificare il tutto non so' se e omologato per la nautica informatevi.ciao a tutti
Capitano di Corvetta
Carter (autore)
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- 35/47
Ciao a tutti,
rispondo a Yatar1963 così da aggiungere elementi precisi, per poi fare una serie di interventi
ed considerazioni...

Yatar1963 ha scritto:

sarebbe interessante capire quanto tempo è passato dalla prima foto con poco fumo alla seconda (la terza mi pare consequenziale).
Nonostante la distanza mi par di capire che sia tutto abbastanza veloce: certe materie plastiche magari bruciano lentamente ma sprigionano in fretta una notevole quantità di fumi tossici che rendono difficile mantenere lucidità per decidere forse più delle fiamme.
Il malcapitato mi par di capire fosse in navigazione. Certo non avrei tentato ne di muovermi, nè di andare al molo: casomai (se utile) di girarmi al vento in modo che le fiamme e, soprattutto il fumo, si allontanino fuori bordo. Ma non credo potesse fare altro, visto l'affollamento in rada.


Calcola che dal fumo alle fiamme saranno passati non più di 10 min., i quali sono trascorsi
molto velocemente tra: estrai il binocolo, realizza che sta succedendo qualcosa, richiama
i bagnanti, issa scalette bagno, metti in sicurezza ciò che c'è appoggiato in giro (quando
si è in pieno relax in rada si ha in giro di tutto), molla gli ormeggi, salpa l'ancora...
e dal solo fumo inizi a vedere che sta andando a fuoco!!!

No, le urla di contestazione dei suoi vicini erano proprio riferite al fatto che come lui ha visto fumo,
ha messo in moto ed si è staccato dalla boa per dirigersi verso il molo del paesetto a 200/300mt.
da lui... ERRORE MADORNALE!!!
Muovendola ha alimentato le fiamme e visto il peggioramento della situazione
ha abbandonato il tutto alla deriva, mettendo a repentaglio tutto e tutti!!!


Yatar1963 ha scritto:

Non so se è un effetto dello zoom, ma mi pare che il mezzo in fiamme si stia avvicinando di parecchio proprio a questa barca.
Io mi sarei curato prima di salpare (immaginando che anche le altre barche avrebbero pensato la stessa cosa) onde evitare una collisione e conseguente propagazione d'incendio, mandando fuori il tender solo disponendo di un membro dell'equipaggio di capacità certa per gestire l'operazione.


Il tender, si è capito dopo, che era di una barca a motore un pò più a nord, quindi in piena
posizione di sicurezza.

Yatar1963 ha scritto:

Dubito che il comandante del mezzo in fiamme avesse altre scelte, se il verricello elettrico non funzionava o non aveva modo di accedere ad un'ancora di rispetto. Certo è che in emergenza c'era lui e quindi sono gli altri che devono adeguarsi.
In una rada mi pare poco saggio lasciare mezzi imponenti alla fonda privi di sorveglianza alcuna a bordo.


L'imbarcazione era un Princess 455 di qualche anno fà, il vericello elettrico di tali imbarcazioni
è provvisto di una frizione manuale, che una volta allentata lascia cadere a ruota libera la catena,
quindi sebbene nel panico questa è una operazione di pochi secondi ed da eseguire in estrema prua...
Una dose di coscienza anche nella paura bisogna averla, come fai a combinare il guaio,
e poi mollare tutto senza nemmeno aver pensato agli altri e al pericolo in cui per causa tua li stai cacciando...
Tutti gli occupanti della baja si sono, come noi del resto, mossi per lasciare libere le acque
circostanti, però il comandante di quella imbarcazione lasciando la barca alla deriva ha
rischiato di bruciare un paesino intero, "Premuda" che tra l'altro essendo su
di un'isola presso chè deserta avrebbe combinato un disastro non essendoci mezzi VERI anti-incendio!!!


...Capisco che con il senno di poi e con il "ma" ed il "se" siamo tutti bravi, bravissimi...
Però se sto precipitando con un aereo mentre sorvolo sui campi di grano,
di sicuro non viro la mia rotta su di un centro abitato!!!!




Ciao da Patrizio.
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 36/47
Ovviamente lo scopo di questi ragionamenti non è dimostrare quanti bravi comandanti ci sono a posteriori e dietro lo schermo di un pc.

Credo invece che analizzare gli eventi ragionandoci oggi, possa aiutarci ad essere un po' più pronti un domani (pur con tutte le differenze che ci sono "tra il dire ed il fare": non per nulla l'adesivo 1530 ha uno scopo ed un'utilità...)

In questi ultimi post credo si siano appurate alcune cose, dal punto di vista di chi subisce l'emergenza:
1) tra il "poco fumo" (che, a mia esperienza, è già più che sufficiente a mandarti in tilt, soprattutto se causato da materie plastiche) e il "tanto fumo" il tempo è assai breve
2) la maggior parte di noi non ha un addestramento che gli consenta di essere pronto ad affrontare simili emergenze, soprattutto a livello psicologico, anche tenuto conto che gli strumenti disponibili a bordo hanno un efficacia assai limitata.
3) in questi casi è indispensabile spegnere il motore e, se possibile, dar fondo all'ancora.
4) aggiungo e propongo io: abbandonare velocemente il mezzo, indossando giubbotti e lanciando le zattere (personalmente conservo il vecchio apparecchio galleggiante, assai utile in un caso simile), buttandosi a mare sopravvento e allontanandosi il più possibile per la priopria sicurezza e per agevolare i soccorritori.

Da un punto di vista di chi vi assiste, in un caso simile credo che la prima cosa da fare sia mettersi a distanza di sicurezza e, intervenendo doverosamente in soccorso, mantenere adeguata distanza

Credo comincino a delinearsi sufficienti informazioni per creare un decalogo, che certamente non risolvera il problema all'atto pratico, ma può aiutare.
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Capitano di Corvetta
Carter (autore)
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- 37/47
Yatar1963 ha scritto:
Ovviamente lo scopo di questi ragionamenti non è dimostrare quanti bravi comandanti ci sono a posteriori e dietro lo schermo di un pc.

Credo invece che analizzare gli eventi ragionandoci oggi, possa aiutarci ad essere un po' più pronti un domani (pur con tutte le differenze che ci sono "tra il dire ed il fare": non per nulla l'adesivo 1530 ha uno scopo ed un'utilità...)

In questi ultimi post credo si siano appurate alcune cose, dal punto di vista di chi subisce l'emergenza:
1) tra il "poco fumo" (che, a mia esperienza, è già più che sufficiente a mandarti in tilt, soprattutto se causato da materie plastiche) e il "tanto fumo" il tempo è assai breve
2) la maggior parte di noi non ha un addestramento che gli consenta di essere pronto ad affrontare simili emergenze, soprattutto a livello psicologico, anche tenuto conto che gli strumenti disponibili a bordo hanno un efficacia assai limitata.
3) in questi casi è indispensabile spegnere il motore e, se possibile, dar fondo all'ancora.
4) aggiungo e propongo io: abbandonare velocemente il mezzo, indossando giubbotti e lanciando le zattere (personalmente conservo il vecchio apparecchio galleggiante, assai utile in un caso simile), buttandosi a mare sopravvento e allontanandosi il più possibile per la priopria sicurezza e per agevolare i soccorritori.

Da un punto di vista di chi vi assiste, in un caso simile credo che la prima cosa da fare sia mettersi a distanza di sicurezza e, intervenendo doverosamente in soccorso, mantenere adeguata distanza

Credo comincino a delinearsi sufficienti informazioni per creare un decalogo, che certamente non risolvera il problema all'atto pratico, ma può aiutare.



Thumb Up Thumb Up Thumb Up
Ottima deduzione!!

Ciao da Patrizio.
Ammiraglio di squadra I.S.
fran
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- 38/47
Nel portare avanti la crociata "Patente per tutti i comandanti e per tutti i motori", e riferendomi contemporamente all'argomento di questo topic, ricordo una domanda fattami all'esame per la patente.

"Quali sono i mezzi per spegnere gli incendi, dove/quando/come possono essere usati e come funzionano."

Pur comprendendo che è facile discettare da dietro un monitor, e che in presenza di pericolo le reazioni possono essere emotive e non razionali, ritengo comunque che certe conoscenze debbano essere sempre ben note ad un comandante e non essere utilizzate solamente per il conseguimento della patente. Ecco quindi il mio consiglio da inserire nel decalogo.

1. Ridurre drasticamente la durata della validità della patente subordinandone il rinnovo non solamente ad una visita medica ma anche ad un nuovo esame.
2. Coltivare continuamente la cultura della sicurezza in mare, basata su aggiornamenti volontari e riesame continuo della propria preparazione.

Non sono così ingenuo da non rendermi conto che quando in Italia si propone di fare qualcosa su base volontaria il 99% di noi non la fa, ma, almeno, proviamoci.




i miei due centesimi
Callegari Alcione 330 + WestBend 12
Artigiana Battelli 390 + Mariner 20
Callegari Ocean 46C + Top 700
Trident TX 550 + Yamaha F 100D
Mariner 620 speed + Yamaha F 100D
Nuova Jolly Prince 25' + Mercury 300 V8
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 39/47
Concordo in parte, ma anche che saggezza impone che "la patente aiuta, ma non fa il marinaio".

Questi casi di emergenza estrema sono per fortuna assai rari e nessun "profano" ha modo di sostenere quegli addestramenti continui che fanno la differenza, soprattutto nell'aspetto decisionale.
Può però "mentalizzarsi" ipotizzando il caso e preparandosi ad azioni sostenibili

Mi domando: quanti di noi che hanno fatto l'addestramento sulla "626" nei luoghi di lavoro riuscirebbero comunque ad affrontatare certe emergenze?
Fare una respirazione "bocca a bocca" (vietatissime le battute!!! Smile ) o un massaggio cardiaco appresi solo in teoria richiano di far più danno che bene...
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Capitano di Corvetta
octopus112
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- 40/47
Successivamente all'incidente che purtroppo ho avuto, come accennavo qualche post fa, per lavoro, ho frequentato altri 2 corsi antiincendio, in cui c'era da spegnere una vasca con dell'acqua e del liquido infiammabile .
Attrezzatura: casco con visiera ignifuga e guanti appropriati. Mezzo in dotazione il classico estintore appeso al muro. Ditemi quello che ve pare, ero emotivamente pronto (quindi non colto alla sprovvista, come può prendere in una giornata di relax) ero ben equipaggiato, eppure...me la sono fatta sotto!! Mi ha dovuto aiutare il collega!! Purtroppo quel detto che dice che una voplta che ti morde il serpente poi hai paura pure della lucertola è sacrosanto!!! E questa era una simulazione....!!
Sailornet