Ciao Pietro.... [pag. 8]

Ammiraglio di squadra
roland
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velino, amico mio. Tu non hai nessuna colpa. E credo che per fortuna ancora non stiamo litigando... e' che ci sono scale di valori diverse sulle cose.. se parliamo di vetroresina, il livello di coinvolgimento e' pari a 2 e si parla pacatamente. Se parliamo di lavoro e scuola il coinvolgimento passa a 4, se parliamo di cani, mogli e madri diciamo che arriva ad 8. se parli di convinzioni e valori (vita, morte, dio e aggiungi quello che per te e' enormemente importante) il livello arriva al 10. E nessuno e' disposto a transigere a questo livello di coinvolgimento, nella comunicazione... perche' e' roba radicata..Dunque anche a me ogni tanto scappa l'espressione colorita (se non peggio) So che non va bene ma.... e' cosi. Ma tu non ne sei responsabile.
Fra-
Non ci sono rose sulla tomba del marinaio. Non ci sono gigli sulle onde. Quello che al marinaio spetta e' il battito d'ala del gabbiano ed il pianto dell'amata.
Capitano di Fregata
liberolibero
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- 72/75
Io mi chiedo perché la morte, specie quando è improvvisa e inaspettata sposta sempre il punto di fuga di ogni prospettiva.

Da una parte il dolore immenso e inconciliabile di un distacco, da un'altra il tentativo a volte felice, a volte disperato di cercare una via di uscita a tale dolore.
Da una parte la tentazione di ratificare e approvare il bilancio della vita della persona che ci ha appena lasciato, dall'altra l'inevitabile trappola del giudizio.
Da una parte, ancora la proiezione in quella sciagura della nostra esistenza, dall'altra la consolazione nella speranza che tutto questo ci colpisca mai

...

Lasciamo morire le persone.
La morte è parte integrante e complementare della nostra stessa vita, bisogna temerla, rispettarla ma anche accettarla poiché è inevitabile.
Noi stessi siamo fatti della vita e della morte di chi ci ha preceduto, facciamo che queste vite e queste morti ci arricchiscano per poi arricchire chi ci seguirà.

Chi scrive ha avuto la sciagura (o la fortuna?) di VIVERE l'esperienza terribile e inconsolabile della morte; quella di entrambi i genitori, di una sorella amatissima, del proprio Maestro, e ancora di amici cari.
Sciagura perché la morte ci trascina dentro un dolore immenso e cieco, perché questo dolore ci può soggiogare, ci può trascinare nel desolato deserto della disperazione e della depressione. Fortuna perché la vita, rigogliosa e prepotente, può continuare e continua, malgrado tutta questa morte, perché possiamo offrire a chi ci ha lasciati la possibilità di far rinascere dentro di noi la sua parte migliore e nobile.

Per ritornare in tema, sarebbe bello se i tanti, troppi che sulle orme di Pietro cercano di emularlo inseguendo un facile quanto effimero successo si fermassero un attimo a riflettere su questa vita e questa morte e ne traessero un insegnamento.

Libero.
Capitano di Corvetta
Lampedusano
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misterpin ha scritto:
@roland

e chi non la conosce.....................bellissima ma da un genio come Totò non poteva essere diversamente. Ciao

Fil

Mi aggiungo al bellissima e spero sia riportata più spesso questa poesia perchè ci riporta sempre alla realtà della vita e ci ricorda
che nulla abbiamo quando si nasce e nulla portiamo via quando si muore ma.......................
lasciamo il ricordo dell'egoismo e della sopraffazione dell'uomo sul più debole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Una riflessione da parte di tutti in un momento così difficile dove la verità non ce là in tasca nessuno.
re: Ciao Pietro....
Da Lampedusano buon mare a tutti
Ciao a tutti quelli che lottano per la sopravvivenza e magari per questo perdono anche la vita
senza essere ricordati nei telegiornali e............ciao Pierto
Capitano di Corvetta
giancarmine
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è molto difficile poter disquisire sulla "morte". ognuno di noi ha un modo diverso di approccio alla stessa, probabilmente tutti però abbiamo in comune la paura della soffrenza quando verrà il momento del trapasso.
la morte, secondo me, è sempre un evento traumatico per chi rimane, trauma che può essere superato solamente con la giusta elaborazione del lutto. mentre la morte di una persona cara, quando avviene per problematiche sanitarie, può essere piu' facilmente elaborata tenendo conto che si è cercato di fare tutto quello che è umanamente possibile per evitarla ( e vi parlo per diretta esperienza, avendo perduto un bambino di pochi giorni), è molto piu' difficile l'elaborazione di un lutto per cosi' dire traumatico, vedasi incidente con il paracadute, o incidente d'auto, o incidente in mare e cosi' via.
nel mio lavoro, purtroppo, ho dovuto dare molte volte la triste notizia a parenti che erano in attesa fuori dalla sala emergenza, e, il commento che ho sentito piu' spesso è stato: che cosa ho fatto di male perchè il Buon Dio mi ha punito in questa maniera.
qui si entra nella pura elaborazione del lutto, dove si cerca per forza un capro espiatorio a cui addossare le responsabilità dell'evento. la realtà è che la morte è semplicemente un appuntamento a cui nessuno si può sottrarre, probabilmente ognuno di Noi potrebbe cercare il modo migliore per avvicinarsi ad essa, sicuramente con metodi e convinzioni diverse, ma certamente tutti con un unico denominatore, e cioè quello della speranza della non sofferenza.
Scusate l'O.T.
ed a chi interessa può andare a cercare con la funzione "cerca" quello che mi sono sentito dire ( e quindi testimonianze dirette) un paio di volte da persone che probabilmente avevano cominciato a camminare lungo la via del trapasso e che poi per un qualche motivo sono tornate indietro.
https://www.gommonauti.it/ptopic15403_cosa_c_e_dietro_la_morte.html?highlight=
Gian Carmine
Gian Carmine
Capitano di Fregata
presepista
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Quel ragazzo mi è simpatico (sottolineo è)[/code][/quote]
Ascolto molto chi parla poco.
Sailornet

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