Il valore del fusibile [pag. 3]

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isola
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In sintesi: se non conosciamo il carico che andremo ad alimentare, (esempio, una presa) dimensioniamo il fusibile in base alla sezione del cavo, altrimenti possiamo usare il fusibile poco più del carico, se questo è di natura resistiva.
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Sardomar
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isola ha scritto:
In sintesi: se non conosciamo il carico che andremo ad alimentare, (esempio, una presa) dimensioniamo il fusibile in base alla sezione del cavo, altrimenti possiamo usare il fusibile poco più del carico, se questo è di natura resistiva.


poco più quanto? come si calcola? o si va a naso?
La vita è come la marea..........

Sacs 590J;Mercury Optimax 150; Geonav 5 touring con black box: carrello Ellebi Thule
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isola
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Uno, due AMP. non succede nulla.
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Sardomar
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isola ha scritto:
Uno, due AMP. non succede nulla.


Che non succede nulla posso immaginarlo.
Però pensavo che ci fosse un modo meno empirico per stabilire la taratura ottimale di un fusibile conoscendo tutte le variabili in gioco.
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gosbma
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Sardomar ha scritto:

Però pensavo che ci fosse un modo meno empirico per stabilire la taratura ottimale di un fusibile conoscendo tutte le variabili in gioco.

A me sembra che liberolibero abbia fornito una spiegazione semplice e condivisibile sul come fare ....
liberolibero ha scritto:

Dimensionamento della protezione:
Per la protezione, è buona norma aumentare di un ulteriore 20% la corrente massima e rimanere di un 20% al di sotto della portata della linea, quindi per I che diventa 5,4 A si dovrebbe utilizzare un fusibile da 6,3A. Ma dato che 6,3A è al di sopra della portata massima della linea da 2 mm(quad), per far si che questa sia adeguatamente protetta la dovremo portare a 2,5 mm(quad).
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Sardomar
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- 26/43
Si Gosbma avevo letto il post di libero liberobuona norma dimensionare il fusibile sul 20% in più rispetto all'amperaggio dell'utilizzatore o della linea.
Ma appunto il concetto di buona norma è quello che io definivo metodo empirico.
Chiedevo pertanto se invece esiste un metodo -come dire? - più scientifico per dimensionare il fusibile.
Lo dico perchè ho notato che negli impianti i fusibili non sono sempre dimensionati con questo criterio definito di buona norma.
Allora: come si fa a interloquire con un elettricista che ti monta un impianto? Se gli parli di buona norma lui facilmente replicherà che la buona norma è appunto quella che applica lui.
Va da se che un metodo più scientifico chiude la porta a qualunque dissertazione soggettiva per quanto qualificata.
La vita è come la marea..........

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liberolibero
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Sardomar ha scritto:
Si Gosbma avevo letto il post di libero liberobuona norma dimensionare il fusibile sul 20% in più rispetto all'amperaggio dell'utilizzatore o della linea.
Ma appunto il concetto di buona norma è quello che io definivo metodo empirico.
Chiedevo pertanto se invece esiste un metodo -come dire? - più scientifico per dimensionare il fusibile.
Lo dico perchè ho notato che negli impianti i fusibili non sono sempre dimensionati con questo criterio definito di buona norma.
Allora: come si fa a interloquire con un elettricista che ti monta un impianto? Se gli parli di buona norma lui facilmente replicherà che la buona norma è appunto quella che applica lui.
Va da se che un metodo più scientifico chiude la porta a qualunque dissertazione soggettiva per quanto qualificata.


Sardomar, sinceramente non capisco fin dove vuoi portare questa polemica. Prima mi dici che mi esprimo come un libro stampato, poi che sono empirico.
Ti posso dire che ho cercato in maniera quanto più semplice e pratica possibile di mettere in condizione chi pur essendo a digiuno di elettrotecnica di dimensionare in modo accettabile un fusibile e, soprattutto una linea per le utenze della propria barca.
In ogni caso un metodo più scientifico esiste e, visto che ti appassiona tanto, ti posso consigliare di cominciare con questo ottimo testo:
G. Martinelli, M. Salerno: "Fondamenti di Elettrotecnica - Circuiti lineari e permanenti" - voll. I e II, Ed. Siderea, 1996

Buona lettura .

Libero.
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liberolibero ha scritto:
Sardomar, sinceramente non capisco fin dove vuoi portare questa polemica. Prima mi dici che mi esprimo come un libro stampato, poi che sono empirico.
Ti posso dire che ho cercato in maniera quanto più semplice e pratica possibile di mettere in condizione chi pur essendo a digiuno di elettrotecnica di dimensionare in modo accettabile un fusibile e, soprattutto una linea per le utenze della propria barca.
In ogni caso un metodo più scientifico esiste e, visto che ti appassiona tanto, ti posso consigliare di cominciare con questo ottimo testo:
G. Martinelli, M. Salerno: "Fondamenti di Elettrotecnica - Circuiti lineari e permanenti" - voll. I e II, Ed. Siderea, 1996

Buona lettura .

Libero.


Sinceramente se hai colto dai miei interventi note polemiche, me ne scuso; non era mia intenzione polemizzare.
Finchè hai parlato di volts, ampere e watt ti ho seguito e da qui l'apprezzamento.
Quando poi, partendo dalle grandezze elettriche, si arrivava al dimensionamento del fusibile mi aspettavo analoghe dissertazioni con tanto di formule e non considerazioni che, pur valide, non avevano le stesse basi scientifiche.
Certamente hai dato validi contributi a chi - digiuno di elettrotecnica - dovesse dimensionare un fusibile. Ma io l'impianto e relativi fusibili ce l'ho già bello che completo.
Però quando all'inizio del post ho fatto presente che il cantiere che ha costruito la mia barca ha usato un criterio di dimensionamento fusibili un pò diverso, il commento è stato: vai a fidarti di certi cantieri.
Proprio perchè non mi fido dei cantieri ho pazientemente seguito tutte le argomentazioni.
Sono anche andato a vedere il forum dei camperisti che hanno problematiche simili alle nostre ma lì la conclusione di un analogo ragionamento è stata che il fusibile deve essere tarato esattamente per il carico che può sopportare la linea senza tolleranza alcuna.
Da qui la mia curiosità di sapere se il criterio è di buona norma o se può esisterne un altro con tanto di formule e quant'altro.
Ciao
Sardomar
La vita è come la marea..........

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livio74
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savix2 ha scritto:
Al di la di quanto possa essere importante mettere su di una linea una protezione, quale possa essere di varia natura,il fusibile è uno di questi.
La sua presenza su una linea è di vitale importanza per un'eventuale corto circuito dell'utilizzatore, o del cavo stesso.
Il suo valore quindi non deve essere lasciato al caso.
Come infatti se scegliamo uno di valore troppo piccolo, si brucerà sempre, se troppo grande,invece,può fare danno.
Come si fà a scegliere il fusibile di valore giuso?
Che tipo di fusibile andremo ad utilizzare in base alla nostra esigenza?
Come si calcola il suo valore?

io sono un elettricista uscito da corso professionale esperienza industriale e civile
per quello che so e mi sento di dire:
non si puo' dare risposta se non una che indirizzi solo
il fatto e' semplice bisogna sapere cio' che bisogna proteggere prima di tutto poi ,di conseguenza si va di schemi piu' o meno semplici. senno' per la semplice installazione di fusibili , e' tutto banale .
in pratica proteggere si intende sempre in base a cosa - proteggere da cosa: grossi sovraccarichi
piccole variazioni di tensione.
e cosa impianti di alimentazione per VHF e accessori elettronici ,oppure grandi utenze motori elettrici con centraline elettroniche pompe di sentina o altro in barche di grandi dimensioni
Tenente di Vascello
iw3gx
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- 30/43
secondo me la spiegazione di liberolibero è stata perfetta. La regola, empirica o non, è quella. Va presa come tale, punto e basta. In merito agli impianti fatti da cantieri, immagino che guardino le loro tasche. Con quello che costa il rame, non mi stupisce il fatto che si cerchi di risparmiare. La regola dettata è quella comunemente utilizzata in qualsiasi impianto elettrico, pertanto quella da usare. il fatto di utilizzare 3A per mm2 è una regola empirica utilizzata. Non ci va e vogliamo fare 10A mm2, va bene ma i rischi di surriscaldare il cavo sono elevati. Vogliamo fare 1 A mm2, siamo piu tranquilli. i 3Amm2 sono quelli universalmente considerati per avere un buon margine di sicurezza.
Luca
Sailornet