Rifacimento totale Marshall m60....

Ciao a tutti, anche se sarò un po’ lungo e forse logorroico vi voglio presentare questo lavoro sul mio gommone.

Premetto che vivo 80km lontano dal mare in collina e che qui da me non si trova materiale adatto a qualsiasi tipo di lavora nautico e marino, fortunatamente c’è un ferramente che è l’unico della zona a vendere viti, bulloni, dadi, rondelle e piccoli articoli inox, ma non stiamo parlando dell’inox 316 anche se comunque di lavori in questi 3 anni ne ho fatti e devo dire che questo inox A270 si è sempre comportato bene, mai ruggine nonostante l’avessi applicato anche ai miei fucili da pesca, risulta solo un po’ morbidino e bisogna stare attenti con il fissaggio!

Detto questo potete capire che ogni articolo riguardante la nautica è sempre stato acquistato da internet con la problematica del non toccare con mano il prodotto, quindi mi sono sempre cimentato in lavori sperando nella riuscita anche grazie ad un pizzico di fortuna.

Luglio 2011, dopo una breve avventura di circa 3mesi con uno z-ray 400 smontabile con paiolato in alluminio che all’epoca modificai con la mia inesperienza sul materiale nautico da utilizzare e quindi con viterie e legno classico raggiungendo questo risultato:

…con l’esperienza acquisita decisi che il 4 cavalli e il gommone di soli 3,10 metri erano un giocattolo nonostante mi avessero fatto fare miglia e miglia di costa sarda con un bel mare formato navigando a soli 3 nodi di picco massimo (ma questa diciamo che è pazzia). Quindi decisi di cercare un gommone con chiglia in vetroresina, motorizzato e carrellato ma il budget era solo di 1500 euro, cerca e cerca alla fine a una 40ina di km dal mio paese ho trovato quello che poi è diventato il mio gommone – marshall m60, motore 25 cv suzuki dt25 e carrello baffi e fabretti bf400.

Il gommone una volta portato a casa si presentava così:

…senza nemmeno provarlo in mare decisi in pochi giorni di ripulirlo e di cambiare qualcosina e sempre con la mia inesperienza e con il materiale inadatto all’ambiente marino riuscii a portarlo a mare dopo averlo modificato sistemando giusto una pilotina con seduta che conteneva le dotazioni di sicurezza e un cuscino a prua sopra il gavone dell’ancora, così il giorno dell’inaugurazione si presentava così:

…inesperto ancora del tutto sui consumi motore, velocità di crociera e di punta ecc, ecc, mi concentrai soltanto sulla parte estetica della coperta modificando nel tempo le cose che servivano per la mia comodità, tendalino, ecoscandaglio, una batteria da 9volt portatile e piccolo stereo per accompagnare le mie battute di pesca e le mie giornate con amici e cosi raggiunsi questo stadio:

…passati quei due mesi di divertimento tra viti arrugginite, legno fragile per il tipo di sollecitazioni che solo il mare sa regalare e radio che alla seconda uscita già non era buona più decido di far passare l’inverno e ad aprile mi rimetto sotto con il rifacimento totale delle panche e pilotina, utilizzando viteria inox presa da quel ferramenta e acquistando altri articoli che mi servivano, ancora e catena adatta, serbatoio da 30 lt, portacanne per gli amici che si divertivano a passare qualche ora mentre aspettavano me che ero con la testa sott’acqua a cercare qualche pescetto e cosa più importante riuscii a vendere il vecchio motore che beveva troppo e andava male per acquistare un 40 cv puro avviamento elettrico, quindi sistemai la pilotina con staccabatteria, livello di carica batteria e altre cosette utili, misi una radio di quelle cinesi da 25 euro ma feci 2 errori fondamentali di nuovo, utilizzai innanzitutto legno normale che comunque è durato perché l’ho trattato con dello smalto ma il problema principale era il troppo peso sia per colpa dello spessore sbagliato sia perché realizzai una struttura con del ferro zincato saldato che anche se trattato con lo stesso smalto dopo un anno aveva fatto chiaramente ruggine e secondo errore fù la famosa radio cinese che ho dovuto cambiare due volte per ritrovarmela dopo pochi mesi l’una dall’altra rotta per colpa della salsedine.

Così dopo questi lavori purtroppo non del tutto azzeccati mi ritrovavo a passare mesi che sono andati dall’aprile 2012 fino a luglio 2013 in questo modo girando come al solito la costa del circeo ma con la novità di qualche toccata e fuga a ponza zannone e palmarola chiaramente facendo la tratta con il traghetto e poi scarrellando al porto di ponza:

….e così si arriva ad oggi, ebbene si a luglio 2013 decisi di non rinnovare l’assicurazione e di risistemare tutto il gommone in modo serio e decente ma purtroppo i mesi estivi sono stati un po’ impegnativi e mi sono ritrovato a settembre con il gommone totalmente smantellato pronto per essere ripristinato da capo mirando a tutte le modifiche fondamentali e qui parte l’inizio di questo post dove cercherò di dettagliare tutte le varie modifiche, le motivazioni delle varie scelte ecc ecc.

Passo 1: Decido una volta smantellato tutto di forare il gommone per ovviare alla rottura di scatole dell’acqua nella chiglia, problema che tutti i marshall hanno e io non volevo darla vinta alla piccola inaccortezza del dr.donno così iniziai:

…come vedete, i buchi che sfiorano la chiglia sono per il passaggio dell’acqua all’interno dei vari comparti che dovevano essere stagni, dove c’è il foro più grande e lungo ci andrà un corrugato per il passaggio dei cavi a scomparsa sotto il piano di calpestio, le finestre verranno chiuse con piastre di acciaio inox 316 che avranno dei fori per il filtraggio d’acqua che dal paiolato deve scendere nella chiglia in modo tale che in planata l’acqua si raccoglie nella parte posteriore centrale della chiglia dove c’è una pompa di sentina.

Passo 2, fatto questo ho deciso di ribaltare il gommone e di togliere l’antivegetativa con tanto olio di gomito, sverniciatore e diluente alla nitro:

…passo 3, pulito il tutto ho scartavetrato bene e stuccato con stucco di vetroresina con l’intenzione di riverniciare come dio comanda…..dopo giorni di dubbi sul fatto di usare poliuretanica o gelcoat, per una questione di prezzo ho deciso di utilizzare il gelcoat.

Piccola premessa, il gelcoat? E chi l’ha mai visto, toccato e sentito! Pistola ad ugello piccolo? Tempi di asciugatura e temperatura adatta? Paraffina? Insomma quanti di voi sanno cosa vuol dire giocare per la prima volta con questa roba e le tante domande che sono state poste nella storia di barche e gommoni. Ma la mia voglia di fare è tanta, mi piace cimentarmi in queste imprese, mi piace portare a termine qualsiasi mia idea e nel migliore dei modi, così acquisto online il gelcoat a spruzzo con una soluzione per ritocchi a base di paraffina e ci provo.

Prima volta, sbaglio la percentuale di catalizzatore per un errore di lettura, faccio un pezzo di carena e viene uno schifo, riscartavetra la parte andata male ora! E via di nuovo con olio di gomito.
Seconda volta, va tutto liscio dopo la prima esperienza e riesco a fare tutto lo scafo, ma i 3kg di gelcoat sono finiti e me ne serve altro per fare il paiolato, panche e pilotina così mentre asciuga acquisto l’altro.
Passano 4 giorni e noto che una zona dello scafo appiccica, in più i dannati moscerini hanno fatto il loro per rompere le balle e per punzecchiare tutto lo scafo, prendo il gommone e lo sposto in una zona dove il sole ci sbatteva dalle 8 di mattina fino alle 5 di pomeriggio. Ebbene si avete capito bene, le 5 di pomeriggio perché intanto siamo arrivati a fine ottobre, il sole è debole, le giornate corte e la notte qui da me scende una brina pazzesca per colpa della tanta umidità. Tutti fattori contro i tempi e i modi di asciugatura del gelcoat.
E così una zona rimane appiccicosa, intanto gli altri 3 kg di prodotto arrivano e io mi metto di santa pazienza e scartavetro la zona interessata e rifinisco in modo veloce i puntini dei fastidiosi moscerini. Preparo un 300ml di prodotto e via con il mio compressorino da 25lt proprio inadatto per questo lavoro e con la pistola che mi sono fatto prestare da un amico carrozziere con ugello da 1,3. Questa volta però becco una giornata buona, mi aiuto mettendo degli specchi grandi per riflettere il sole sulle varie zone più bagnate e riesco a finire il tutto! Urrààààà ce l’ho fatta, ora via di nuovo con l’olio di gomito per portare la carena a specchio, carta vetrata da 250, 600, 1000, 2000 e il lavoro è completato, devo dire che è uscito bene, proprio se uno ci vuole far caso c’è qualche puntino più profondo dovuto a qualche moscerino più grande che non ho potuto portare a zero altrimenti usciva il vecchio gelcoat sotto che è di colore leggermente diverso anche se ho utilizzato il ral2002 che dovrebbe essere il rosso marshall. Qualche puntino dove è uscito il vecchio colore c’è ma ripeto ci si deve proprio far caso, ora la carena risulta pulita, liscia e quasi perfetta:

Il tizio in foto è un caro amico mio che quel giorno decise di aiutarmi!

Eccomi qui questo invece sono io

…passo 4, finita la carena decido di risistemare il carrello, ma questa è una storia a sé perché ancora è in fase di sviluppo, ho deciso di togliere l’asse originale in quanto era tutto arrugginito, si era sfogliato e secondo me perdevo qualche ruota per la strada, ho portato l’asse dal mio meccanico che ha visto che è identico all’asse di una tipo quindi prossimamente ci cimenteremo nel saldare alla stessa altezza del vecchio asse in modo da ricreare lo stesso sistema precedente con le stesse dimensioni soltanto che le ruote saranno della macchina quindi molto più resistenti e avrà anche un sistema frenante che prima avevo tolto all’asse originale in quanto era tutto arrugginito e non utilizzabile. Capisco che molti di voi mi diranno che non sono proprio in regola ma purtroppo è meglio non rischiare la pelle ed avere un carrello stabile e sicuro con impianto frenante, fortunatamente sono esente da revisione e bollo in quanto l’ultima revisione riportata su libretto è datata 2003 quindi rientro nelle nuove normative per i carrelli TATS.

Ecco 2 foto del lavoro ma ripeto ancora è tutto i fase di sviluppo, quando sarà pronto l’asse finirò di verniciare, cambierò i rulli e i fanali posteriori delle luci regolamentari così anche il carrello sarà più o meno nuovo e sicuro:

Passo5, bene ora arriviamo alla coperta, alcuni di voi forse resteranno di stucco e spero proprio di fare questo effetto un po’ a tutti, finora avete visto che con la manualità, il fai da te e la progettazione varia me la cavo ma qui arriva la chicca. Con il pc ci riesco a smanettare bene, faccio grafica autodidatta anche se mi farebbe piacere trasformare questa cosa per farla diventare pane per i miei denti, pensandoci un po’ su ho deciso di ricreare le varie panche e la consolle in 3d per gestire tutti gli spazi nel migliore dei modi, mi sono prucurato autocad e un programmino divertante molto simile che mi permettesse di colorare anche i vari livelli del progetto, così è iniziato per gioco, i vari avvelenamenti sono stati tanti perché non avevo mai utilizzato programmi di progettazione ma in poco tempo ho imparato bene tutti i comandi e il progetto ha iniziato a prendere forma partendo da una base molto grezza e diventando com’è attualmente.

1.Ricreo il gommone in scale 2d con il programma di grafica per studiare la predisposizione panche, pilotina e accessori:

2. Inizio a creare la panca seduta e la pilotina in scala 3d tenendo fede alle misure reali degli accessori, vado su internet e prendo tutte le misure degli accessori che andrò a comprare successivamente, prendo le misure reali di ecoscandaglio (che andrò a incassare), sterzo, monoleva seminuova acquistata online, serbatoio, batteria, radio, staccabatteria, bussola, luci di via, cuscineria, poggiaschiena, portacanne ecc ecc:

…passo6, da qui vado a comprare 2 fogli sani di compensato di pino marino da 9mm, scontati a 35 euro (perché me lo sono fatto amico) tutti e due i fogli di dimensioni 245x125 cm l’uno. Li ho riportati in scala sul programma di grafica, ho scomposto tutte le tavole del progetto e le ho inserite sui fogli in modo da ritrovarmi con meno scarto possibile, chiaramente ho dovuto numerare le tavole per seguire la logica del progetto e ho iniziato a tagliarle con il seghetto alternativo.

Passo7, si inizia il progetto reale, ho a disposizione ancora la resina veneziani 2000 che ho dato tante volte ai miei fucili, ho messo da parte la segatura delle tavole durante il taglio e man mano ho creato una specie di stucco di resina con la polvere di segatura che ho applicato ai bordi delle tavole e ho stretto tramite fascette dopo ave fatto dei buchi che successivamente ho richiuso con stucco in vetroresina, guardate bene le foto per capire:

La base della cassapanca è pronta, ora inizio a suddividere lo scomparto per il serbatoio e per il portaoggetti:

…preparo anche il secondo scomparto che sarà tutto dedicato come portaoggetti, mi faccio un’idea provandolo sul gommone per capire se le distanze prese sul progetto erano sufficienti per poter alzare anche il motore e così è stato:

Adesso mi dedico nel creare un bordo per rendere stagno il primo scompartimento che verrà aperto solo in caso di ispezione del serbatoio in quanto verrà applicato un tappo di imbarco carburante esterno, per fare rifornimento in maniera rapida, ma chiudere il serbatoio dentro la panca resinando il legno mi sembrava un gesto radicale perché se dovrò cambiare i tubi di passaggio carburante oppure qualcosa di simile poi mi toccava tagliare tutto, per questo ho creato il bordo che vedrete in foto dove all’interno verrà applicata una guarnizione che poggia su entrambe i lati una volta chiuso, applicherò 2 chiusure inox in modo tale che in caso di urgenza apro e sfilo totalmente la parte superiore della panca e avrò il serbatoio totalmente scoperto a vista, inoltre il tappo imbarco verra resinato sul tappo originale del serbatoio e verrà fatto l’incasso delle stesse dimensione del tappo imbarco sulla parte superiore della panca in modo tale da poter sfilare il tutto lasciando il tappo imbarco sempre fisso sul tappo del serbatoio, appena verrà fatto il lavoro posto le altre foto:

Successivamente sono passato alla creazione della consolle di guida che ospita 4 giubotti di salvataggio nel primo scomparto inferiore, lateralmente passeranno i cavi guida, accensione motore, eco, sentina ecc ecc. E’ ancora in fase resinatura bordi, devo aspettare 1 giorno per far asciugare bene il tutto, intanto ho incassato l’ecoscandaglio nel pannellino che poi andrò a resinare.

Per ora il lavoro si ferma qui, domani incasserò lo sterzo e finirò di resinare i lati della pilotina. Poi una volta finito passerò ad applicare con i vari incassi tutti gli accessori, tromba, bussola, pannello elettrico, radio ecce cc quindi a presto le foto.
Per essere preciso voglio dire che una volta stuccati i bordi con stucco in vetroresina e una volta che finisco di perfezionare esteticamente carteggiando lo stucco sia la panca che la pilotina darà una mano di resina poliestere e vernicerò con il gelcoat. Finito questo lavoro darà il gelcoat sul paiolato del gommone e poi fisso il tutto ma ci vuole tempo per questo, per ora sono a questo punto, man mano inserisco tutto il resto.
Qualsiasi info, critica o domande varie non esitate sono a vostra disposizione.

Ringrazio con affetto Angelo, un caro amico che sà il fatto suo lavorando nel settore, senza di lui mi sarebbero mancate le basi per iniziare!

complimenti

Bravo

che dire....complimenti, ottima manualità.
bravo

mancio1988 ha scritto:

Passo 1: Decido una volta smantellato tutto di forare il gommone per ovviare alla rottura di scatole dell’acqua nella chiglia, problema che tutti i marshall hanno e io non volevo darla vinta alla piccola inaccortezza del dr.donno così iniziai:

…come vedete, i buchi che sfiorano la chiglia sono per il passaggio dell’acqua all’interno dei vari comparti che dovevano essere stagni, dove c’è il foro più grande e lungo ci andrà un corrugato per il passaggio dei cavi a scomparsa sotto il piano di calpestio, le finestre verranno chiuse con piastre di acciaio inox 316 che avranno dei fori per il filtraggio d’acqua che dal paiolato deve scendere nella chiglia in modo tale che in planata l’acqua si raccoglie nella parte posteriore centrale della chiglia dove c’è una pompa di sentina.

Spero che né Donno né Bobo né Bluprofondo vedano mai queste foto

Bellissimo , complimenti per l'impegno che ci hai messo.
Adesso chiuderai quelle aperture con multistrato e resina?

Purtroppo caro Fran, queste foto le ho viste....
Inizio col farti i miei complimenti per l' impegno, la manualità e l' inventiva che stai mettendo nel tuo progetto e devo dire che impari facilmente ad usare materiali che molta gente non tocca neppure e la cosa è senza dubbio encomiabile.Il rifacimento della carena a gelcoat è senza dubbio un bel lavoro, anche se hai avuto il vantaggio di trovare una carena messa bene e senza complicazioni sotto l' antivegetativa che sei andato ad asportare, oltre al vantaggio di aver trovato un m60 in ottime condizioni generali.Condivido la lavorazione e i materiali che stai usando per la realizzazione di gavone/sedile e pilotina, anche se io avrei reso basculante la parte del sedile, utilizzando cerniere davanti e chiusure dietro, in modo da poter ispezionare facilmente il vano serbatoio.
Passo 1: Decido una volta smantellato tutto di forare il gommone per ovviare alla rottura di scatole dell’acqua nella chiglia, problema che tutti i marshall hanno e io non volevo darla vinta alla piccola inaccortezza del dr.donno così iniziai:
Non sono invece assolutamente d' accordo su quello che hai scritto qui. Quella dell' ing. Donno non è stata inaccortezza, ma un progetto rivoluzionario per quei tempi e che seguito alla lettera rende il gommone unico nel suo genere.Avresti dovuto eliminare l' acqua che l' incompetenza del precedente proprietario ha fatto accumulare nella controstampata ( nel forum ci sono molti topic riguardanti le tecniche di svuotamento ), lasciando la sentina stagna e conforme al progetto costruttivo.Non sono assolutamente d' accordo su quei coperchi in acciaio inox e su quel sistema di smaltimento, che trovo inopportuno per quel gommo e ti consiglio di chiudere il tutto per bene, usando legno e resina che hai dimostrato di saper usare, controllare tutto il piano di calpestio e lo specchio di poppa, in modo da eliminare qualsiasi via di entrata.Ti confesso che volevo darti un karma per la tua perseveranza e impegno, ma le parole gratuite sull' ing. Donno e la tua poca umiltà mi hanno fatto cambiare idea.Resta il fatto che ti seguo con simpatia e resto a tua disposizione se mai avessi bisogno di me.

Alfredo, non sarei così categorico sull'amico mancio1988...

Credo si sia trattato solo di un fraintendimento... compito nostro è spiegargli che l'idea dell'Ing. Donno, qualora NON manomessa da "stupri" posticci, è assolutamente valida e non il contrario.


Per il resto, ottima manualità e spirito di iniziativa!

Caro Francesco, non credo di essere stato categorico nei confronti di Mancio, ma ho espresso solo un mio pensiero su quello che ha scritto riguardo l' ing. Donno e la carena del suo gommone.Il mio intervento l' ho iniziato eloggiandolo per la manualità e la perseveranza e facendogli i miei complimenti, ma poi ho criticato l' intervento che ha fatto sul piano di calpestio e quello che non mi è sembrato solo un parere , ma una sua certezza.Credo che nessuno di noi possa criticare così apertamente e definire inaccortezza un progetto frutto dell' ingegno di un progettista famoso e noto per quello che ha costruito nel tempo, a meno che non abbia un bagaglio professionale che gli consenta di farlo.Tutto qui.Ho anche detto che mi è simpatico e che sono a disposizione.Credo che la chiarezza e la schiettezza siano sempre atteggiamenti positivi e non denigratori .

Forse mi sono spiegato male...

se Mancio, erroneamente, ha capito che la riserva di galleggiabilità dei marshall è un minus e non un plus è normale che parla di svista nella progettazione...

Per questo dicevo che stà a noi spiegargli il contrario... tutto qui..